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Alla Sala Germi la commedia di Emilio De Maestro allestita dalla compagnia stabile ligure

MISERIA E NOBILTA’ CON UN TOCCO DI SPIRITISMO

In Mari del sud Diego Abatantuono cerca di dissimulare le difficoltà economiche trasferendosi in cantina. Più fortunata è Maria Riccoboni, nei panni di una nobildonna in tracollo finanziario ma aiutata da due fedeli servitori. È il fulcro di Semmo misci scia Marcheisa di Emilio De Maestro, allestita sabato 17 dal Teatro Dialettale Stabile Ligure con la regia di Giancarlo Migliorini nella Sala Germi, in vico Boccanegra. Il titolo riporta il vano ammonimento del maggiordomo Steva alla padrona che non vuole rinunciare allo stile di vita consono al proprio lignaggio; a Steva e alla contadina Beppa non resta che assecondare la marchesa. Ne scaturiscono situazioni comiche e paradossali: Mary, la nipote americana della nobildonna, è accolta con una vera parata nobiliare, con tanto di parrucche e paludamenti vari, in grottesco contrasto con la miseria che mascherano. Ed è inevitabile l’attrito tra l’aristocratica ed un’arricchita come la scignorinn-a Bonarda, che ostenta la propria ricchezza con regali che la marchesa bolla sprezzantemente "cianfrusaglie". Ma contraccambiare bisogna, e con stile: ecco che entra in scena il ritratto di Adalberto II, un avo della stirpe. Il dipinto era però già stato precettato da Beppa e Steva per sopperire ai pressanti bisogni economici: e quando ci si mette di mezzo anche un fantasma legato al quadro ed a un antico delitto consumato in una remota ala del palazzo, la storia si ingarbuglia ancor più. La commedia, non priva di sottigliezze psicologiche –la marchesa nega perfino con i suoi due "complici" il disastroso stato finanziario- è giocata tra colpi di scena, momenti di suspence e di ilarità. Non ultimo è il bisticcio linguistico, specie Inglese/Genovese: "See you later" dice Mary a Steva che, perplesso, s’inchina comunque e risponde "Çiôuletta". Tra gli interpreti, oltre a Maria Riccoboni, spicca l’affiatata coppia Pietro Scotti (Steva) e Santa Grattarola (Beppa). Da citare anche Alessandra Scotti (la signora Bonarda), che è stata recentemente insignita del premio Claudia Grassi per la miglior giovane attrice dialettale. Impegnata anche in alcune regie, Alessandra è un confortante avvallo della continuità generazionale del teatro in dialetto.

Irene Liconte