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Il prossimo notiziario tra una settimana

 

 

 

LO STRANO ARRESTO DI  STEFANO SURACE  GIORNALISTA ITALO-FRANCESE.

 Presunta incarcerazione illegittima di un giornalista per tre articoli di stampa pubblicati una trentina di anni fa e per i quali furono emesse 25 anni fa tre condanne in contumacia a sua completa insaputa per cui non aveva potuto difendersi né presentare gli appelli. Si tratta di condanne da tempo prescritte. La Procura di Milano per incastrarlo si è presuntamene inventata un reato infamante tale da fare apparire ineccepibile la detenzione. Il giornalista continua a fare lo sciopero della fame in attesa che qualcuno faccia giustizia.

 

Napoli (Italia2) – Stefano Surace, giornalista dal 1958, è stato arrestato il 24 dicembre scorso a Napoli nello studio dell’avv. Basile ( con il quale stava discutendo delle pratiche relative al caso del fratello invalido) per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano (firmato dalla Dottoressa Laura Pedio dell’ufficio esecuzione) sulla base di un cumulo di pene accumulate e ampiamente prescritte, si trattava di un caso giornalistico di oltre 25 anni fa. La Procura di Milano aveva effettuato un cumulo per un totale di 2 anni e 6 mesi.

L’ordine di carcerazione contro Stefano Surace, giornalista italo-francese, che vive da una trentina d’anni a Parigi come corrispondente da tale città e direttore delle agenzie giornalistiche “Europa 2” e “Butokukai News”, è apparso in sostanza un presunto sequestro di persona, quelle condanne essendo appunto da tempo prescritte.

Per di più tale ordine di cattura viola pesantemente la Convenzione europea per i diritti dell’uomo (precisamente l’articolo 6 sull’equo processo) che, per costante giurisprudenza della relativa Corte di Strasburgo, esclude in ogni caso la definitività delle sentenze emesse in assenza dell’imputato.

Convenzione da tempo recepita dal nostro ordinamento con legge italiana, per cui le nostre autorità competenti erano e sono tenute ad attenervisi. Tanto che per violazione su questo punto l’Italia è stata condannata innumerevoli volte da detta Corte. - Quanto sopra non può quindi considerarsi che una chiara rappresaglia contro un giornalista che ha sempre fatto il proprio dovere informando correttamente il pubblico su argomenti di pubblico interesse, talora inevitabilmente spiacevoli per certi ambienti.- Articoli ben documentati e quindi inattaccabili con mezzi legittimi. Per cui non si è trovato di meglio che usarne altri… -A Poggioreale, il giornalista ha chiesto subito di parlare con un magistrato ma poiché nessuno si è fatto vivo, ha intrapreso uno sciopero della fame ad oltranza, già dal 28 dicembre contro questo grave attentato alla libertà di stampa e alla sicurezza del cittadino. Dov’era il magistrato di turno?

Ma, incredibilmente, neppure così ha visto un magistrato…(siamo attorno al 12 gennaio). - Dobbiamo inoltre segnalare la circostanza ulteriormente kafkaiana che alla Direzione del carcere l’ordine di carcerazione contro Surace a 2 anni e 6 mesi, e corrispondente cumulo, sono stati registrati non per quei tre articoli giornalistici (cioè per presunta diffamazione a mezzo stampa) ma per l’art. 73 DPR 309/90 (spaccio di droga !!!). - Si tratta , come si vede di un “errore” che è particolarmente atto, non a caso, ingannare e sviare le altre autorità e la stampa facendo credere che la detenzione sia non per tre articoli giornalistici – cosa che sarebbe apparsa subito aberrante – ma per un reato infamante tale da fare apparire ineccepibile la detenzione. - Si deve dunque ritenere che detta falsa motivazione sia stata comunicata alla Direzione del carcere a tale preciso scopo. Superfluo sottolineare, al riguardo, che il giornalista non ha mai ricevuto per tale titolo di reato, né imputazioni – cosa assolutamente certa – e che è notoriamente, da sempre, contro ogni tipo di droga, anche “leggera”. - Ancora più strano è il comportamento della Procura della Repubblica di Milano che ha assunto, almeno fin’oggi, un comportamento di assoluto silenzio. La direzione del carcere resasi subito conto dell’enormità della faccenda, al punto che il giorno stesso dell’arresto e incarcerazione del giornalista, ha inviato “motu proprio” alla Procura della Repubblica di Milano richiese di delucidazione. Ma non ha avuto a tutt’oggi risposta… Perché?

Ha ragione “Forza Italia” quando afferma che certi magistrati camminano fuori d’ogni logica legale !!!  Sono cose e fatti come queste che hanno fatto e fanno crollare la credibilità e la legittimità di certa nostra giustizia, sia in Italia che all’estero. Tanto già che in questo caso si tratta di una faccenda destinata ad avere larga risonanza anche a livello internazionale.

Si tratta dunque di fare disporre la liberazione del giornalista Stefano Surace senza ulteriore ingiustificabile ritardo, con adeguati interventi in sede giudiziaria ( quanto meno, ad esempio, sospensione della pena in attesa che gli incidenti di esecuzione e i cosiddetti  “appelli tardivi” vadano a buon fine) in sede politica, governativa e giornalistica, trattandosi di una faccenda di grave interesse pubblico.

Altri dettagli su questo assurdo arresto li daremo nei prossimi servizi. Ci aspettiamo che quei parlamentari che hanno ottenuto tanto dalla penna di Surace si facciano avanti e a fargli visita a Poggioreale, come loro diritto e dovere. (Italia2)

 

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