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La storia: le nostre radici

Non finiremo mai di ringraziare il prof. Melis e il prof. Santarelli - ed il grande etnologo cubano Fernando Ortiz - che con i loro lavori di ricerca, ci permettono di conoscere le nostre radici nella storia , dalle quali discendono le ragioni della nostra amicizia e solidarietà con Cuba.
E’ importante per noi conoscerle questa memoria storica, che si ispira agli ideali del Risorgimento italiano, di cui furono portatori garibaldini e repubblicani, liberali e socialisti, popolari e anarchici, i quali si batterono per la libertà di altri popoli, nelle condizioni politiche di quei momenti. Le nostre ricerche devono continuare per scoprire negli anni successivi a questi descritti dai proff. Melis e Santarelli, altri episodi che ci rivelano la continua nostra solidarietà con la lotta del popolo di Cuba.
L’intervento degli Stati Uniti nel conflitto cubano-spagnolo favorisce e condiziona la giovane Repubblica di Cuba. A nulla valse, allora, l’appello di Antonio Maceo, il generale mulatto cubano, comandante dell’esercito mambise, eroe nazionale, di continuare la lotta per l’indipendenza di Cuba fino alla vittoria, senza pagare il dazio a nessuno.
La sua morte sul campo di battaglia è ricordata nel parlamento italiano con un forte intervento dell’onorevole Imbonati che accusa la Spagna di essere il mandante dell’assassinio. Si avvera la profezia di Maceo. Cuba liberata è fortemente condizionata e dipendente dagli Stati Uniti, con l’emendamento Platt approvato ed incluso nella sua costituzione.
Per oltre 60 anni il dominio degli Stati Uniti su Cuba è completo. A Cuba, trasformata in una "repubblica bananiera" come altri paesi centro-sudamericani dominati dagli USA, conosce il dolore delle dittature sanguinarie che si succedono alla direzione del paese. Il fascismo che trionfa in Italia negli anni venti, costruirà una casa del fascio all’Avana. Ma la lotta per la libertà e l’indipendenza non finisce ne a Cuba ne in Italia.. Ed in quegli anni bui è viva la solidarietà degli italiani alla lotta del popolo cubano non manca. Saranno uomini come Vittorio Vidali dirigente del "Soccorso Rosso" a rappresentare gli antifascisti italiani, insieme alla grande e magnifica combattente internazionalista Tina Modotti, che uniti a Julio Antonio Mella e Cesar Sandino, portano la solidarietà ai combattenti per la libertà. Ed ancora citiamo Mario Montagnana rappresentante del PCI che dal Messico ha contatti con il PCC. E quando parte la spedizione del "Granma" dal Messico con Fidel ed il gruppo dei rivoluzionari incontreremo anche un italiano, Gino Donè Pàrto ex partigiano, che daranno inizio alla guerriglia contro il despota Batista fino alla vittoria finale. Non è soltanto un "filo rosso" lega il nostro paese a Cuba. La presenza italiana a Cuba si manifesta in vari campi. Lasciamo da l’avventura di Cristoforo Colombo, dopo la quale ci sono i 500 anni e più di dominio coloniale, di schiavitù e deportazioni, di orrori e lacrime per i popoli latinoamericani, al di là della volontà del navigatore genovese. Ma ricordiamo il naufragio di marinai mantovani sulle coste di Cuba e che ivi si fermarono fondando il piccolo paesino con il nome di "Mantua". All’architetto Antonelli che ideò la costruzione dell’Avana Vecchia. Ai nostri emigranti (probabilmente arrivati dagli Stati Uniti o da altri paesi vicini) che fecero gli agricoltori e furono partecipi alla prima insurrezione cubana di De Cespedes, la quale scosse anche Giuseppe Garibaldi che corse offrendo il suo aiuto. Agli artisti, musicisti, studiosi, scienziati, che seguirono nel tempo: come Antonio Meucci che a Cuba scoprì il telefono, il tenore Caruso e la soprano Toti del Monte, o il padre di Italo Calvino che diresse una stazione sperimentale in agricoltura, o gli studiosi del Politecnico di Milano che idearono la piazza grande, oggi dedicata alla Rivoluzione a L’Avana; gli architetti Garatti e Segre che, dopo la Rivoluzione, hanno lasciato come segno tangibile delle opere a testimonianza ed altri ancora. Il lungo ed inesplorato filo della storia ci lega con Cuba fino ai giorni nostri. E’ importante conoscere le radici, i rami di questo nostro albero genealogico, memoria di ieri per capire l’oggi e prevedere il futuro. Ci sono studenti che nelle loro tesi di laurea cercano di approfondire le varie tematiche di Cuba ed i suoi legami con l’Italia. E’ un lavoro meraviglioso quello della ricerca storica. Dobbiamo dare merito agli uomini di cultura che compiono le ricerche per noi posteri, ai compagni che raccolgono in un archivio tutto ciò che può interessare i nostri legami con Cuba. Nell’elencare il contributo italiano per Cuba e la nostra solidarietà con la sua lotta, ieri e oggi, ho certamente dimenticato dei nomi di persone, del passato o del presente, me ne scuso. Oggi un grande movimento di amicizia, simpatia e di solidarietà con Cuba esiste in Italia, e migliaia sono coloro i quali lo sostengono. Non è effimero ne di moda. E’ un movimento reale che idealmente viene da lontano per la concretezza della lotta di oggi, contro chi vuole ripetere la politica di ieri delle "cannoniere" o con gli embarghi di oggi, per imporre il suo dominio sul popolo cubano, che da più di un secolo vuole essere libero, indipendente e stare nel novero delle nazioni del mondo battendosi contro l’ingiustizia e la prepotenza. E’ un movimento che nasce dai sentimenti del popolo italiano, la cui matrice si trova negli ideali del Risorgimento, nella lotta antifascista, nella Resistenza, che si organizza senza disperdensi in mille rivoli, cosciente che la sua unità darà più forza nell’ aiutare, con la solidarietà, altri popoli.

Arnaldo Cambiaghi