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Relazione di Cuba al Segretario Generale delle Nazioni Unite
sulla risoluzione 56/9 dell'Assemblea Generale dell'ONU

Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario
degli Stati Uniti d’America contro Cuba
La Habana, 13 agosto 2002

Introduzione

Il popolo cubano continua a essere vittima del blocco genocida che gli ha imposto il Governo degli Stati Uniti d'America nel suo affanno di piegare il suo attaccamento all'esercizio della libera determinazione e alla volontà di indipendenza, di giustizia sociale e di equità. Per più di 42 anni, successive amministrazioni nordamericane non hanno avuto dubbi sul fatto di tentare di causare la fame e le malattie tra il popolo cubano, come risorsa per cercare di sottomettere il suo spirito di resistenza all'aggressione e all'annessione.

La politica di blocco ha causato e continua a infliggere seri e onerosi danni al benessere materiale, psichico e spirituale del popolo cubano e, mentre limita il suo sviluppo economico e sociale, ha obbligato successive generazioni di cubani a vivere sotto un clima di permanente ostilità e tensione. Sei cubani su dieci sono nati e hanno vissuto sotto le condizioni imposte da questa politica.

La guerra economica degli Stati Uniti contro Cuba non ha alcun fondamento legale e, poiché quanto disposto nel comma (c) del II Articolo della Convenzione di Ginevra per la Prevenzione e la Sanzione del Delitto di Genocidio, del 9 dicembre 1948, viene definito un atto di genocidio, quindi, costituisce un delitto al diritto internazionale.

Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dal paese più potente di tutta la storia dell'umanità, non solo viene mantenuto, ma è stato reso più duro per decisione dell'attuale Governo del Presidente George W. Bush che ha fatto della retorica anticubana e dei forti impegni assunti con i gruppi estremisti radicati a Miami, il fondamento delle sue azioni contro Cuba alla ricerca di benefici elettorali per sé e per la sua famiglia.

In un discorso recentemente pronunciato alla Casa Bianca, il 20 maggio 2002, in occasione della commemorazione del centenario dell'imposizione a Cuba di un regime di dominio neocoloniale da parte degli Stati Uniti, il Presidente Bush ha dichiarato apertamente che "gli Stati Uniti continueranno ad applicare le sanzioni economiche a Cuba".

Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi sulla continuità e sulla recrudescenza nell'applicazione della politica statunitense di blocco contro il popolo cubano, ha potuto trovare la più chiara risposta in tali dichiarazioni del Presidente Bush, che le ha ripetute lo stesso giorno a Miami.

È alla luce di queste circostanze, che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrà nuovamente esaminare, durante il 57° periodo di sessioni, questo tema del suo Programma, dieci anni dopo che questo stesso organismo aveva approvato per la prima volta una risoluzione che sollecitava il Governo degli Stati Uniti a porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario contro il popolo cubano. Per questo, bisognerebbe domandarsi:

Come è stato possibile creare durante questi anni un sistema tanto meticoloso e infernale per impedire a tutto un popolo di avere accesso agli alimenti e alle medicine essenziali prodotte nel principale mercato del mondo, per di più se si prende in considerazione il fatto che alcune di esse sono uniche e non possono essere neppure vendute da un altro fornitore a qualsiasi prezzo?

Come si può ammettere che continui a essere negato a un popolo l'accesso a tecnologie e a pezzi di ricambio, ad apparecchiature mediche e alla letteratura scientifica, imprescindibili per la piena realizzazione del diritto umano alla salute?

Come potrà essere giustificato questo modo di agire, ormai non solo di fronte alle norme universali dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, bensì perfino visto alla luce dei principi della liberalizzazione economica e commerciale che i paesi industrializzati promuovono, compresi gli Stati Uniti, nella cornice del processo di globalizzazione in corso?

Durante questa relazione si tenterà di dare risposta a questi punti interrogativi, e l'Assemblea Generale trarrà le proprie conclusioni dall'informazione che qui viene fornita.


1 - Albori, consolidamento e recrudescenza del blocco statunitense a Cuba

Gli ultimi 200 anni hanno posto difficili sfide alla nazione cubana, in particolar modo a partire dal pericolo che storicamente hanno rappresentato le pretese, da parte dei settori di potere più conservatori negli Stati Uniti, di annessione e dominazione di Cuba. Basterebbe un sommario barlume di storia, per trovare troppe testimonianze delle vere intenzioni che hanno guidato la politica statunitense verso Cuba. Gli Stati Uniti non hanno risparmiato alcuna risorsa nei loro piani egemonici, particolarmente dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana nel 1959.

La politica della applicazione di sanzioni economiche ha costituito un anello fondamentale dell'ostilità degli Stati Uniti contro Cuba. La decisione di promuovere la fame, le malattie e la disperazione del popolo cubano come mezzo per raggiungere il loro obiettivo di dominazione politica, non solo è stata mantenuta, ma si è rafforzata in questi ultimi quarant’anni.

Cuba è stata sottoposta a una politica brutale di ostilità e di aggressioni di ogni tipo da parte della superpotenza, il cui proposito strategico non è stato altro che la liquidazione della Rivoluzione Cubana e la distruzione del sistema politico, economico e sociale stabilito, sostenuto e perfezionato in modo permanente dalla libera volontà del suo popolo.

Per ottenere il loro proposito, dal 1959 le successive amministrazioni statunitensi, sono ricorse a ogni tipo di pressioni politiche, tentativi di isolamento diplomatico, azioni propagandistiche, incoraggiamento alla diserzione e all'emigrazione illegale, spionaggio, guerra economica e aggressioni della più diversa indole comprese la sovversione, le azioni terroristiche e di sabotaggio, la guerra biologica, il sostegno alle bande armate e le infiltrazioni e incursioni criminali contro il territorio cubano, la persecuzione militare, la minaccia di sterminio nucleare e perfino l'aggressione diretta mediante l'impiego di un esercito mercenario.

Non una sola attività economica e sociale cubana è rimasta esente dall'azione distruttrice e di destabilizzazione risultante dalla politica aggressiva degli Stati Uniti. Cifre per difetto precisano che il valore dei danni a Cuba per l'applicazione di questa politica genocida supera già i 70.000 milioni di dollari. Queste cifre non comprendono gli oltre 54.000 milioni di dollari riportati come danni diretti causati a obiettivi economici e sociali del paese durante gli ultimi quattro decenni, per i sabotaggi e le azioni terroristiche portati a compimento da agenti al servizio degli Stati Uniti, da loro tollerati od organizzati e finanziati dal loro territorio.

Come già è stato denunciato in precedenti relazioni, nel 1992 si sono aggravate le difficoltà che affrontava l'economia cubana a partire dal dissolvimento dei legami con i suoi vecchi soci commerciali della dissolta Unione Sovietica e dell'Europa dell’Est. E’ in questa congiuntura che si approva la cosiddetta Legge Torricelli, con l'obiettivo di isolare totalmente Cuba dall'ambiente economico internazionale e fare collassare la sua economia. Le disposizioni contenute in questa legge, di carattere profondamente extraterritoriale, costituiscono una flagrante violazione delle norme internazionali che reggono la libertà di commercio e di navigazione e riflettono il disprezzo e la mancanza di rispetto verso la sovranità di Stati terzi.

Nel 1996, insoddisfatti ancora per non avere ottenuto il collasso del sistema politico ed economico del paese con l'emendamento Torricelli, il Governo degli Stati Uniti fa un passo in più nella sua escalation di azioni ostili e aggressive verso il popolo cubano. Quell'anno viene promulgata la Legge Helms-Burton, con la quale si integrano i principali programmi e le politiche che l'ultradestra statunitense e la mafia terroristica cubano americana stavano promovendo contro il popolo cubano e il suo progetto di emancipazione.

La Legge Helms-Burton, ingerentista per propria natura e per il suo testo, pretende di dettare nei suoi Titoli I e II, come deve essere l'ordinamento politico, economico e sociale di un Stato sovrano vicino, Cuba, e allo stesso tempo di promuove la sovversione come via per ottenere i propri propositi, mentre nei suoi Titoli III e IV tenta di internazionalizzare il blocco imponendo norme e regole alla comunità internazionale su come sviluppare le relazioni economiche con la nazione cubana, e stabilendo sanzioni contro cittadini di altri paesi che mantengono il commercio con Cuba.

Queste leggi e regole che colpiscono il nostro paese e che, inoltre, estendono la loro azione contro tutta la comunità internazionale, sono state completate con ulteriori disposizioni e misure dirette alla recrudescenza del blocco. Tra le azioni più recenti, bisogna richiamare l'attenzione sull’inserimento di nuovi meccanismi di controllo e di monitoraggio per renderle più effettive.

L'arrivo al potere dell'Amministrazione del Presidente George W. Bush, ha significato una recrudescenza della retorica anticubana e un maggiore impegno con la Fondazione Nazionale Cubano-Americana e altre organizzazioni estremiste dello Stato della Florida, le cui azioni terroristiche e annessioniste sono ben note, e ha portato come risultato un indurimento della politica di blocco contro il popolo cubano.

L'attuale Amministrazione statunitense si è proposta di ottenere a ogni costo l'applicazione più rigorosa delle regole del blocco, in particolare della Legge Helms-Burton, sia nei suoi aspetti economici sia in quelli politici. Le sanzioni e le restrizioni economiche sono state accompagnate da nuove iniziative per la promozione, organizzazione e il finanziamento della sovversione interna nell'Isola, avvalendosi della Sezione di Interessi che gli Stati Uniti mantengono a La Habana, delle risorse dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e di altri fondi ufficiali, e delle risorse che offre l'Amministrazione a organizzazioni che, come Freedom House, promuovono la sovversione e l'ingerenza nel territorio della Repubblica di Cuba. Quest’anno, il Governo del Presidente W. Bush è arrivato perfino a emettere una convocazione pubblica per il conferimento delle risorse federali disponibili per il finanziamento a progetti di sovversione interna a Cuba, offrendo milioni di dollari a ogni progetto presentato.

Uno degli aspetti più notevoli dell'azione anticubana dell'Amministrazione del Presidente W. Bush è stato il tema della restrizione della libertà dei viaggi mediante le sanzioni e le minacce contro i cittadini nordamericani che desiderano recarsi a Cuba, azioni che sono diventate più dure durante gli ultimi 18 mesi, quando il Governo degli Stati Uniti ha sottoposto a processi giudiziari e a multe un numero crescente di cittadini statunitensi. Basti dire che, benché dal 3 gennaio al 3 maggio dell'anno 2001, in un periodo di quattro mesi, il Dipartimento del Tesoro ha inviato 74 lettere a cittadini nordamericani che avevano osato recarsi a Cuba senza permesso, imponendo multe mediamente per 7.500 USD, nei tre mesi seguenti, dal 4 maggio al 31 luglio dello stesso anno, sono state inviate 443 lettere di questa natura.

Come esempio, basti citare il caso del Sig. Cevin Allen, cittadino statunitense, che è stato una delle vittime delle sanzioni imposte dal Governo nordamericano per essersi recato a Cuba. Lo scorso anno, in udienza al Comitato di Assegnazioni del Senato, questo cittadino è comparso per fare conoscere il suo caso. Per le insolite e inumane circostanze relative allo stesso, vengono presentati di seguito alcuni dei suoi dettagli:

Residente a Sammamish, Washington, il Sig. Allen ha vissuto a Cuba tra il 1948 e il 1955, con i suoi genitori, che erano missionari della chiesa Pentecostale. Questi hanno mantenuto stretti legami con Cuba dopo la loro partenza verso gli Stati Uniti. Nel 1987, un deplorevole incendio ha provocato la morte dei suoi genitori. In quei momenti Allen ha promesso che avrebbe portato le loro ceneri a Cuba, il posto che loro avevano sempre amato, promessa che ha potuto rispettare dieci anni dopo. Al suo ritorno, hanno imposto multe a lui e al suo accompagnatore per un valore di 7.500 dollari ciascuna, cifra che è stata ribassata a 700 dollari dopo un'intensa battaglia legale.

Il Presidente George W. Bush, nell'intensificazione del suo agire anticubano, ha designato e promosso funzionari di origine cubana, perfino alcuni con precedenti terroristici, a cariche chiave nel suo gabinetto o dentro il Dipartimento di Stato. Costoro sono parte attiva o sono in stretta relazione con la cosiddetta Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) e con altre organizzazioni di ultradestra della Florida, la cui natura terroristica è stata denunciata e comprovata.

Durante gli ultimi anni, il Governo degli Stati Uniti ha preteso di confondere l'opinione pubblica internazionale con una presunta flessibilizzazione delle regole del blocco che, come adducevano, avrebbero permesso la vendita a Cuba di alimenti e di medicine. Tuttavia, come abbiamo segnalato in precedenti relazioni al Segretario Generale, le restrizioni imposte per portare a termine le transazioni che facilitino questi acquisti da parte di Cuba e i condizionamenti associati, hanno ostacolato e hanno impedito di portarle a termine, anche quando esisteva la volontà di Cuba di realizzarle e l'interesse da parte dei produttori statunitensi di effettuare le vendite.

Alla fine dello scorso anno, dopo le conseguenze del più devastante uragano che abbia colpito Cuba, in un gesto definito gentile nella sua opportunità dalle autorità cubane, l'Amministrazione statunitense non ha avuto niente da dire sulla vendita di una certa quantità di alimenti al paese, acquistata per ripristinare le riserve utilizzate per affrontare la necessaria assistenza ai danneggiati dall'Uragano Michelle.

Questo fatto isolato ha motivato la falsa aspettativa in diversi ambienti, tra questi la stessa imprenditorialità statunitense, sul fatto che si era intrapreso una via favorevole a una politica meno ostile degli Stati Uniti verso Cuba. Tuttavia, quello che è certo, è il fatto che gli acquisti hanno dovuto essere effettuati con strette licenze del Dipartimento del Tesoro, in contanti, e senza finanziamento alcuno, neanche privato, e allo stesso modo il loro trasporto ha potuto essere realizzato solo con navi nordamericane e di paesi terzi, eccetto Cuba, ossia, per loro sono state mantenute le molteplici restrizioni che impone il blocco. Inoltre, nel mese di aprile del presente anno, il Governo degli Stati Uniti, in modo unilaterale, ha cancellò i visti degli imprenditori cubani che trattavano nuovi acquisti con le aziende nordamericane, e con altre interessate, che avevano effettuato vendite a Cuba nei mesi recenti.

Vale anche ricordare i complessi procedimenti che hanno retto e reggono queste vendite. Da una parte, i prodotti che le aziende nordamericane esporteranno a Cuba devono rispettare i requisiti stabiliti per le esportazioni, dovrà esistere un contratto scritto e gli imbarchi dovranno realizzarsi nel termine di un anno a partire dalla firma del contratto. Allo stesso modo, gli esportatori statunitensi dovranno realizzare previamente una notifica, mediante la presentazione di un modello o modulo, o il suo equivalente elettronico, con le informazioni richieste dal Dipartimento di Commercio, in particolare dall'Ufficio per il Controllo o l’Amministrazione delle Esportazioni (BXA), ufficio che comunicherà la notifica alle restanti agenzie governative degli Stati Uniti, come il Dipartimento della Difesa, il Dipartimento di Stato e presumibilmente al Consiglio di Sicurezza Nazionale e in alcuni casi ad altri enti, che saranno quelli che decideranno definitivamente, mediante un input politico, la realizzazione delle vendite, procedimento completamente estraneo alle norme che devono regolare il commercio tra paesi.

Non è possibile concepire razionalmente lo sviluppo del commercio tra due Stati sovrani, senza che esista tra tutti e due un normale regime di relazioni inter-imprenditoriali che permetta il negoziato, un normale flusso finanziario, il trasporto aereo e marittimo, il beneficio di formule abituali di sostegno al commercio esterno e l'imprescindibile accesso a crediti.

Ma più ancora, e affinché non esista il minimo dubbio, sia funzionari del Dipartimento di Stato sia lo stesso Presidente degli Stati Uniti si sono immediatamente incaricati di chiarire che indipendentemente da dette vendite, il blocco continuava a esistere, senza alcuna modifica e che, al contrario, si sarebbe verificata una revisione della politica verso Cuba, con il dichiarato obiettivo di rafforzare le misure di coercizione economica e le sanzioni vigenti.

In violazione ai più elementari principi della libertà di commercio, la Legge di Riforma delle Sanzioni Commerciali promossa nell’ottobre dell'anno 2000, benché permetta sotto certe condizioni la vendita di alimenti e di medicine al nostro paese, stabilisce anche importanti restrizioni in aggiunta a quelle già previste da leggi precedenti. Questa Legge esige il controllo da parte del Dipartimento del Commercio delle esportazioni dei prodotti agricoli e del settore della salute mediante l'emissione di licenze, che si trovano sotto il controllo del Dipartimento del Tesoro, in particolare del suo Ufficio per il Controllo dei Beni Esteri. I prodotti che vengano autorizzati per l’esportazione verso Cuba, dovranno rispettare determinati requisiti di controllo e di classificazione, in quanto le disposizioni dettate servono per valutazioni di "sicurezza nazionale".

Nel decorso di questo procedimento, e a compimento della sezione 906 della Legge in questione, può essere respinta l'esportazione di prodotti agricoli a qualsiasi ente di Cuba adducendo ragioni di sicurezza nazionale. In quanto alla moneta di pagamento, nelle regole non è definita l'autorizzazione per l'utilizzo del dollaro statunitense negli acquisti da parte degli enti cubani. Le operazioni verranno realizzate attraverso banche ubicate in paesi terzi e in altre monete, fondamentalmente in euro, con le conseguenti perdite per Cuba nelle operazioni di cambio.

In relazione ai prodotti del settore della salute, si continuano ad applicare le disposizioni della Legge Torricelli. Gli esportatori richiedono una licenza specifica, concessa caso per caso, con validità di 24 mesi. Il conferimento delle licenze è condizionata dal fatto che il Governo degli Stati Uniti sia in grado di monitorare e di verificare mediante ispezioni in loco o con altri mezzi, l'utente finale del prodotto.

D'altra parte, solamente nel decorso di quest’anno sono state introdotte nel Congresso nordamericano 25 iniziative legislative contro Cuba che, quando saranno approvate, continueranno ad approfondire ancora di più, se ciò fosse possibile, il blocco contro l'Isola.

Tuttavia, parallelamente a questo irrazionale comportamento, esistono diverse iniziative legislative a beneficio del sollevamento delle sanzioni economiche unilaterali, che sono il risultato, tra gli altri processi, dell'incremento delle gestioni dei rappresentanti del settore agricolo per trovare nuovi mercati dove piazzare i loro prodotti. Ogni volta sono sempre di più i settori sociali ed economici statunitensi che esigono il sollevamento del blocco, che non solo colpisce il popolo cubano, bensì interessi dei settori economici nordamericani e lo stesso popolo di quel paese.

Lo scorso 21 marzo è stato annunciato in modo ufficiale la creazione del Gruppo di Lavoro su Cuba (GTC) nella Camera dei Rappresentanti, primo del suo tipo nel Congresso nordamericano in più di quattro decenni. Il GTC sta promovendo l'eliminazione delle restrizioni al finanziamento privato delle vendite agricole al nostro paese, la libertà dei viaggi e l'eliminazione della Sezione 211 della Legge Omnibus di Assegnazioni Preventive del 1999, che ha permesso il furto di marchi commerciali cubani, in franca violazione delle leggi sulla proprietà intellettuale.

Ogni giorno si sommano più voci al rifiuto della politica di blocco a Cuba. La stampa, le chiese, il settore imprenditoriale e lo stesso cittadino comune, si chiedono perché venga trattato come nemico un paese, per di più vicino, che non costituisce una minaccia per gli Stati Uniti.

La continua applicazione di questa politica aggressiva e di blocco da parte del Governo degli Stati Uniti, dimostra solo la sua arroganza e la mancanza di rispetto per i valori condivisi dalla comunità delle nazioni, e costituisce una chiara sfida e un vero disprezzo ai propositi e ai principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite e nel Diritto Internazionale.


2 - L'extraterritorialità nella politica di blocco

Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America alla Repubblica di Cuba, ha avuto fin dallo stesso momento della sua applicazione nel 1960, un carattere extraterritoriale, violando i principi vigenti del Diritto Internazionale e, in particolare, calpestando il diritto sovrano delle nazioni di portare a termine senza interferenze le loro relazioni economiche, commerciali e finanziarie. Gli Stati Uniti si arrogarono il diritto di legiferare da parte di e per altri paesi nelle loro relazioni con Cuba, arrivando ad attribuirsi il diritto di certificare la condotta e le azioni di altri Stati.

Sulla base di questa politica a effetto extraterritoriale condotta dalla potenza più forte del pianeta, si trova la sua selettiva e discriminatoria interpretazione del concetto di sovranità degli Stati, principio definito e accettato universalmente dal Congresso di Westfalia del 1648, come la potestà di un Stato di decidere sui propri affari interni ed esteri, che implica allo stesso tempo il rispetto della sovranità degli altri Stati.

La messa a fuoco selettiva e la doppia morale che caratterizzano le posizioni degli Stati Uniti in relazione al rispetto della sovranità di altri Stati, vengono evidenziati senza la minima copertura nell'applicazione della loro politica unilaterale di blocco a Cuba.

La cosa peggiore in tutto questo, è che l'applicazione extraterritoriale della politica di blocco contro Cuba non costituisce un fatto isolato, bensì sembrerebbe costituire una risorsa comune nella strategia di dominazione egemonica dell'imperialismo nordamericano.

Agli inizi del decennio del 1990, si cercò di fabbricare una quadro di argomenti che servisse da supporto all'applicazione extraterritoriale del blocco. L'adozione della cosiddetta Legge per la Democrazia Cubana del 1992, nota come Legge Torricelli, ha segnato qualitativamente un primo momento importante in questa direzione, seguita più tardi, nel 1996, dalla Legge Helms-Burton, che avrebbe elevato a uno stadio superiore l'extraterritorialità nelle sue disposizioni di applicazione.

La Legge Torricelli stabilisce proibizioni e sanzioni applicabili alle succursali estere delle aziende o affiliate ad aziende nordamericane, anche se radicate e organizzate in Stati terzi e che pertanto svolgono attività sotto le leggi e la giurisdizione di questi.

Era noto che Cuba, per la via delle succursali, acquisiva prodotti vitali come medicine e alimenti, fatto che permetteva un certo alleggerimento dell'impatto della politica di blocco.

In quel momento, 107 case madri nordamericane erano interessate a mantenere uno scambio commerciale con Cuba e potevano accedere al mercato cubano. Nell'anno 1991, il volume di scambio ammontava a 718 milioni di dollari, di cui il 90.6 % era di alimenti e di medicine. La Legge Torricelli si incaricò di privare l'accesso a questi prodotti al popolo cubano.

Detta Legge contemplava proibizioni alle navi per l'entrata in porti statunitensi e l'inserimento in una "lista nera" di chi trasporta merci a Cuba o per conto di Cuba, violando così le più elementari norme della libertà di commercio e di navigazione che sono raccolte nel Diritto Internazionale e negli accordi internazionali delle Nazioni Unite.

La cosiddetta Legge Helms-Burton, promossa nel 1996, ha istituzionalizzato e ha codificato numerose disposizioni precedentemente esistenti in forma di leggi, decreti, ordini presidenziali, regolamenti e altri che erano stati elaborati attraverso decenni.

Detta legge che concede il diritto al Governo degli Stati Uniti di decidere sul futuro politico del popolo cubano, istituendo condizioni per la legittimità di un "Governo di transizione" e i requisiti che deve avere un "Governo democraticamente eletto", e riserva al Presidente degli Stati Uniti poteri che competono unicamente allo stesso popolo cubano. Semplicemente, gli Stati Uniti si arrogano il diritto di decidere, in modo ufficiale e pubblico, su affari che si presume siano attributi esclusivi della sovranità cubana. In realtà, con questa legge, si è avuta la pretesa di retrodatare la storia ai tempi in cui gli Stati Uniti hanno imposto a Cuba, mediante il cosiddetto "Emendamento Platt", il riconoscimento del loro diritto a intervenire nel nostro paese come condizione per concedere nel 1902 l'indipendenza tutelata al popolo cubano.

Nella stessa vengono stabilite sanzioni come il ritiro dei visti per entrare negli Stati Uniti agli imprenditori, e ai loro familiari, di paesi terzi che abbiano commerci con Cuba. Viene stabilito anche il diritto di persone che erano cittadini cubani il 1° gennaio 1959 e che sono emigrate negli Stati Uniti, acquisendo successivamente la cittadinanza statunitense, a presentare istanze nei Tribunali nordamericani contro imprenditori di paesi terzi che abbiano commerci a Cuba, e che utilizzano le proprietà nazionalizzate appartenenti a quelle persone, inoltre la Legge considera questi imprenditori "trafficanti" con dette proprietà.

Gli effetti extraterritoriali del blocco si sentono in tutte le sfere della cooperazione internazionale, comprese le stesse Nazioni Unite e le loro agenzie specializzate. Esistono sufficienti esempi che lo dimostrano, come quelli che si enunciano di seguito:

La Facoltà di Scienze Mediche "Dr. Miguel Enríquez", ubicata a La Habana, ha in esecuzione un progetto di investimento con finanziamento della "Universidad Georg August di Goettingen", della Germania, per l’allestimento del Laboratorio Centrale di Liquido Cefalorachideo (LABCEL), con l'obiettivo di realizzare esami su questo liquido biologico con tecnologia di punta, che si ripercuoteranno a beneficio della popolazione cubana. Questo laboratorio avrà funzioni assistenziali, di ricerca e di docenza sia per pre e per post-laureati, sia cubani sia stranieri.

La casa madre Beckmann-Coulter degli Stati Uniti, ha proibito nel febbraio 2001 alla sua filiale in Europa di inviare un nefelometro laser di ultima generazione tipo IMMAGE al progetto LABCEL di Cuba, in base a quanto enunciato dalla Legge Helms-Burton. La casa madre è arrivata a minacciare la sua filiale europea di proibirle il diritto di esportazione, qualora questa apparecchiatura fosse stata inviata a Cuba. Pertanto, Cuba si è vista privata di questa apparecchiatura che costituisce la base del progetto, che ha visto ritardato per più di 1 anno l'avviamento di detto laboratorio.

Nella relazione dell'anno 2001, Cuba ha denunciato come nell’ambito dell'Unione Internazionale di Telecomunicazioni (UIT), le venisse rifiutato il diritto a partecipare al Progetto Globale di questo organismo WISEWORLD 2000, che offriva ai paesi in via di sviluppo la possibilità di ricevere un programma informatico per l'emissione di certificati digitali, come pure tecniche di crittografia per uso commerciale.

Quest’anno la Rappresentanza Permanente degli Stati Uniti presso l'Organismo Internazionale dell'Energia Atomica (OIEA) ha consegnato una lettera diretta al Direttore Generale dell'OIEA, Dr. Mohammed El Baradei, datata 10 maggio 2002, con la richiesta di quel Governo che i fondi finanziari consegnati dagli Stati Uniti per attività di collaborazione dell'OIEA non fossero usati in progetti con Cuba, in virtù della Sezione 307 della Legge di Assistenza Estera degli Stati Uniti. Questa azione contravviene gli Statuti dell'OIEA.

Cuba continuerà a denunciare l'extraterritorialità della politica degli Stati Uniti e a reclamare lo stretto rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto alla libera determinazione dei popoli e della sovranità degli Stati.


3 – Danni alla sfera della salute, dell'alimentazione e dell'educazione

Dall'inizio dell'applicazione del blocco a Cuba, agli albori del decennio del ‘60, il Sistema di Salute e di Educazione, e la realizzazione del diritto all'Alimentazione del popolo cubano sono stati obiettivi prioritari delle aggressioni nordamericane. Le azioni dirette a creare condizioni che promuovevano la fame e le malattie e con questo erodere l'appoggio popolare alla Rivoluzione Cubana, hanno figurato in maniera costante nei piani e nei programmi concreti della guerra sporca contro Cuba.

3.1 - Salute

Il blocco e la politica ostile dei successivi Governi nordamericani, hanno causato gravi danni al Sistema Nazionale di Salute cubano, rallentando l'acquisizione di tecnologie, medicine, materie prime, reagenti, mezzi di diagnosi, apparecchiature e pezzi di ricambio, come pure medicine per il trattamento di malattie gravi, traumatizzanti e dolorose come il cancro, tra le altre.

Le conseguenze di queste carenze in molti casi sono risultate drammatiche, non solo per la sofferenza umana dei pazienti e dei loro familiari, bensì perché il personale medico si è trovato nella impossibilità di salvare una vita o di alleviare una sofferenza.

Cuba ha denunciato ripetutamente i danni causati al sistema di salute cubano dal blocco degli Stati Uniti, ciò che continueremo a fare finché perduri questa politica genocida. In questa relazione, verranno riportati alcuni casi che illustrano le conseguenze riferite. Tuttavia, conviene richiamare l'attenzione su uno di questi esempi, che basterebbe da solo a dimostrare quanto affermato:

La Procura Federale, sotto la direzione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha dichiarato colpevole il cittadino canadese James Sabzali e gli statunitensi Donald E. Brodie e Stefan E. Brodie, dirigenti della compagnia Purolite, per "avere violato il blocco contro Cuba". Dopo cinque anni di indagini sui suoi commerci con il nostro paese, il Sig. Sabzali potrebbe essere condannato fino a 205 anni di carcere.

Per caso il Sig. Sabzali ha venduto a Cuba qualche prodotto che fosse un segreto strategico di quel paese? Niente di più lontano dalla realtà. Benché sembri insolito, il delitto che viene imputato ai dirigenti menzionati è quello di avere venduto al nostro paese i materiali impiegati per purificare l'acqua potabile che viene fornita alla popolazione per il suo consumo diretto.

Un altro esempio che merita di essere commentato per il suo impatto negativo sulla salute del popolo cubano, è il seguente:

L’azienda nordamericana "Rashkind" produce un catetere denominato "catetere pallone" utilizzato nella fetostomia, procedimento pediatrico di grande complessità. Cuba, non potendo comprarlo negli Stati Uniti, deve importarlo dal Canada, con un aumento del prezzo da 110.00 dollari per unità a 185.00 dollari, senza contare le spese di trasporto.

Esiste un gruppo numeroso di medicine direttamente relazionate alla sopravvivenza dei pazienti, tali come antibiotici, antimicotici e regolatori immunologici, prodotti da aziende nordamericane, che non sono disponibili nelle nostre sale di terapia, perché ufficialmente non possono essere importati da questo paese né comprati da terzi.

Cuba non può acquisire tecnologie di punta controllate dagli Stati Uniti come la Dialisi Peritoneale Continua Ambulatoria per il Programma di Assistenza al Paziente Renale Cronico, immunosoppressori moderni come il FK506, il Micofenolato Mofetil, e i Dializzatori con membrane sintetiche, tra tante altre.

Alcune Aziende come Baxter, Healthcare, Drake Willock, Vitalmex Interamericano S.A., forniscono i loro prodotti a mercati vicini ad alto sviluppo tecnologico. Tuttavia, hanno proibito di vendere apparecchiature, materiali di consumo e accessori a Cuba. Le macchine di dialisi ricostruite e altre apparecchiature per i pazienti terziari, se potessero essere acquistate negli Stati Uniti, farebbero risparmiare a Cuba tra il 66 e il 75 % del costo di una macchina nuova.

L’Azienda nordamericana One-Lambda, produce quello che i medici cubani considerano il più utile kit per le verifiche HLA (Histocompatibility Lymphocyte Antigen), essenziali per determinare la compatibilità di un candidato a un trapianto di rene con i possibili donatori. Cuba non può comprare questi kits che permettono di fare prove di 70 tipi e richiedono solamente da 2 a 3 ml di sangue del paziente.

Nell’aprile 2001, la Divisione di Vitamine della Roche ha informato che il Governo nordamericano non le permetteva di smerciare direttamente o indirettamente qualsiasi prodotto manufatto in quel paese destinato a Cuba. Solamente l’azienda Roche produce la Vitamina A (Acetato) negli Stati Uniti, e per questo il contratto è stato cancellato. Qualcosa di simile è accaduto con l’azienda Anaquim, fornitrice della colla per le etichette dei contenitori utilizzati negli emoderivati, che anch’essa ha cancellato il suo contratto con Cuba.

Le limitazioni in questa sfera hanno costituito una seria minaccia per la salute della popolazione cubana, provocando serie difficoltà per affrontare malattie come l'epatite, le malattie del tratto gastrointestinale e il dengue. Da agosto dell'anno 2001, il Governo cubano ha tentato di ottenere offerte di disinfettanti per combattere la zanzara Aedes Aegypti, veicolo del dengue, e per il solo fatto che la fabbrica produttrice dello stesso si trovi in territorio nordamericano, c'è stato negato il diritto alla sua acquisto.

Questa realtà non è nuova. Nel 1981, di fronte a un'epidemia di dengue emorragico introdotto a Cuba da un agente dei gruppi terroristici che agiscono ancora oggi dagli Stati Uniti contro Cuba, il Governo nordamericano ha negato al Governo cubano l'acquisto di articoli e apparecchiature per la lotta contro questa pericolosa malattia. Basti solo ricordare che, vittime di quell'epidemia, sono morte 151 persone, di cui 101 bambini.

Sono molteplici i danni causati allo sviluppo delle nostre risorse umane nell'area della salute, dalle restrizioni e dalle proibizioni allo scambio scientifico e dagli ostacoli per l'ottenimento di finanziamento per programmi di ricerca e di aggiornamento professionale. Si mantiene ripetutamente il veto a scienziati cubani dei visti per recarsi negli Stati Uniti, si continua a limitare l'accesso all’informazione scientifica, alla partecipazione dei ricercatori cubani ad attività, corsi ed eventi di questo tipo, come viene mantenuta la proibizione a personalità nordamericane della scienza di recarsi a Cuba.

L'esempio più recente è il caso di ricercatrici del Centro di Immunologia Molecolare, specializzate nello sviluppo di nuovi trattamenti (vaccini e anticorpi) contro il cancro, che dovevano recarsi nella città di Orlando, in Florida, per partecipare all'Incontro Annuale della Società Americana di Oncologia Clinica, che si sarebbe svolto dal 18 al 21 maggio. Solo negli ultimi due anni, il Governo degli Stati Uniti ha negato visti in più di 6 occasioni a scienziati di detto Centro.

Come è stato indicato precedentemente, alla fine dell'anno scorso il Governo nordamericano non ha obiettato sulla vendita a Cuba di alcune quantità di medicine e di materie prime per produrle.

Tuttavia, quello che è sicuro è che l'azienda importatrice di medicine e di articoli medici "MEDICUBA" ha contattato 17 aziende ed enti nordamericani con richieste di medicinali necessari urgentemente per ripristinare le riserve utilizzate per far fronte ai danneggiamenti provocati dall'uragano Michelle e la risposta non è stata soddisfacente.

Delle 17 aziende contattate: 8 non hanno risposto, 4 hanno espresso interesse, ma non sono arrivate a fare offerte, 1 ha segnalato che non poteva fare offerte perché non aveva istruzioni dal suo Governo (Pharmacia & Upjohns) e le altre 4 hanno fatto offerte, ma le operazioni non hanno potuto concludersi, poiché i prezzi erano eccessivamente alti in relazione a quelli del mercato mondiale, eccetto per un prodotto, di cui non è andata a buon fine l'operazione per i tempi lunghi delle trattative.

Cuba considera che le ragioni di questo comportamento vadano ricercate non in una posizione negativa di queste aziende per il commercio con Cuba, bensì nell'esistenza per vari decenni di proibizioni draconiane e di un sofisticato sistema governativo per perseguire e sanzionare severamente qualunque minimo segno di disubbidienza che ancora oggi provoca paura tra le aziende nordamericane e impedisce loro di cercare di vendere medicine a Cuba, ancora sotto l'antiquato e inoperante sistema di licenze.

3.2 - Alimentazione

Come è già stato detto, una delle sfere che tradizionalmente è stata colpita dalle restrizioni imposte dal blocco degli Stati Uniti contro Cuba, è quella delle importazioni di prodotti alimentari destinati alla popolazione e al consumo sociale, fatto che limita la quantità e la qualità degli alimenti e incide direttamente sul livello alimentare e nutrizionale dei cubani e alla fine sulla loro salute.

I danni alla nostra economia durante l'anno 2001 in questo importante settore, come conseguenza del blocco, sono ammontati a 233.7 milioni di dollari.

Di questa cifra, 103.0 milioni di dollari corrispondono ai danni registrati nelle importazioni degli alimenti fondamentali della dieta della popolazione, i cui prezzi interni di vendita sono sovvenzionati dallo Stato, come pure quelli destinati gratuitamente al consumo sociale in centri scolastici, ospedali, circoli infantili e case degli anziani, tra gli altri.

Questa cifra di incidenza così importante, si suddivide nel modo seguente:

38 milioni di dollari per la differenza di prezzi in relazione ad altri mercati, gli unici che erano alla nostra portata e i cui costi in tali circostanze venivano alzati artificialmente

30 milioni per costi di trasporto per le enormi distanze che dovevano percorrere gli alimenti provenienti da altri mercati; e

35 milioni per i costi finanziari delle operazioni, considerevolmente elevati a causa del blocco.

Inoltre, mantenendosi in vigore per un periodo di 40 anni in maniera ininterrotta l'impossibilità per il paese di realizzare operazioni in dollari statunitensi sul mercato internazionale, è stato incrementato notevolmente il costo delle transazioni, facendo subire agli enti cubani le fluttuazioni delle monete e le commissioni che le banche riscuotono per questo tipo di servizio. Per tale motivo e solo affinché si abbia un'idea, sebbene i costi dei crediti per l'importazione di alimenti nel mercato internazionale ammontino approssimativamente a un 6 %, a Cuba viene applicato tra il 9 e il 15 %, come conseguenza dei rischi a cui si espongono le banche e i fornitori che ci offrono finanziamento. Questo significa sostanziali spese in più ogni anno.

D'altra parte, l'obbligatorietà che le operazioni vengano realizzate in una sola direzione, ostacolando qualunque esportazione di Cuba verso gli Stati Uniti, implica il fatto che si sarebbero potuti fare risparmi sostanziali, se le navi avessero potuto ritornare con carichi di esportazioni cubane verso gli Stati Uniti. In realtà, per esempio, nel caso dei carichi alla rinfusa, avrebbe potuto esserci un risparmio approssimativo del 36 % nei costi di trasporto, poiché vengono effettuati pagamenti dell'ordine di 15.50 dollari per TM per il nolo, quando tale cifra sarebbe potuta diminuire approssimativamente a circa 10.00 dollari per TM, se le navi avessero potuto effettuare carichi di ritorno verso gli Stati Uniti.

Se non fosse risultata sufficiente la proibizione alle esportazioni cubane verso il mercato degli Stati Uniti, c’è da dire che le licenze, emesse dal Dipartimento del Tesoro per autorizzare le navi di qualsiasi nazionalità a trasportare gli alimenti la cui esportazione a Cuba sia stata approvata dalle agenzie del Governo degli Stati Uniti, impediscono esplicitamente il carico di qualsiasi prodotto in un porto cubano, non solo verso il mercato degli Stati Uniti, bensì verso qualsiasi destinazione.

A quanto detto, bisognerebbe aggiungere il fatto che per la visita di ogni imprenditore degli Stati Uniti a Cuba per sostenere trattative dirette con le sue controparti, è richiesta la corrispondente licenza del Dipartimento del Tesoro per autorizzare il viaggio.

Come si vede, si può affermare che le spese addizionali causate dall'impatto del blocco sulle importazioni di alimenti che Cuba realizza, sono dell'ordine dal 20 al 25 % del loro valore totale, trattandosi di risorse che potrebbero essere destinate all'importazione di maggiori volumi di latte in polvere, carne di pollame, prodotti di soia, e altri altrettanto fondamentali per l'alimentazione di bambini, anziani e malati.

In altre parole, se Cuba avesse potuto sviluppare il commercio con gli Stati Uniti sotto condizioni normali da ogni punto di vista (possibilità di finanziamento, condizioni di trasporto e liberi da requisiti di licenze) avrebbe potuto incrementare il livello di acquisti di alimenti dagli agricoltori nordamericani di oltre 500 milioni di dollari in più degli acquisti che possono essere realizzati mediante le licenze attuali.

E se secondo le prospettive, le importazioni di alimenti per soddisfare il consumo della popolazione, il consumo sociale e quello del turismo, crescessero nei prossimi 5 anni fino ad arrivare a livelli tra i 1.200 e 1.500 milioni di dollari, i benefici degli agricoltori nordamericani e dei consumatori cubani sarebbero considerevoli in entrambi i sensi.

Anche i danni economici del blocco si sono ripercossi negativamente sull'avicoltura e sull'allevamento di bovini nel paese.

Il consumo di carne di pollame e di uova si è visto drasticamente colpito. Le stesse fonti nordamericane riconoscono nelle loro statistiche sullo sviluppo dell'Industria Avicola Mondiale che a Cuba, il consumo di carne di pollame e di uova durante il 1990 era rispettivamente di 12.2 Kg. e di 10.3 Kg. pro capite. Tuttavia, nell'anno 2001, il consumo di questi prodotti viene stimato in 7.1 Kg. e in 5.1 Kg. pro capite, fatto che evidenzia un calo da parte della popolazione cubana nel consumo di queste importanti fonti di proteine.

Il blocco impedisce l'accesso dell'avicoltura cubana all'alta tecnologia sviluppata dagli Stati Uniti, fatto che incide sulla capacità di incrementare il rendimento nella produzione di uova e di carne di pollame. L'impatto diretto del blocco sulla produzione avicola è stato dell'ordine di 59.6 milioni di dollari all’anno. La ricerca in mercati distanti di materie prime per la produzione di mangimi avicoli, tra questi cereali e farina di soia, hanno rappresentato costi addizionali di 14.3 milioni di dollari, che avrebbero potuto essere impiegati ogni anno nella produzione di 250 milioni di uova in più.

Anche la produzione suina è stata seriamente colpita. Attualmente, Cuba produce solamente un 50 % di questo tipo di carne a paragone con quanto riusciva a produrre nel decennio del 1980, come conseguenza del deficit alimentare che patisce la massa suina, come pure per l'impossibilità di disporre di crediti per finanziare lo sviluppo di questo ramo.

Benché Cuba si trovi tra i primi produttori ed esportatori di agrumi su scala mondiale, i prodotti citrici e i loro derivati, per conseguenza del blocco, rimangono completamente esclusi dal mercato nordamericano, fatto che provoca perdite di 4.5 milioni di dollari all’anno per concetto di prezzi e di noli

In sintesi, le azioni dirette a colpire il consumo e commercio in materia di alimenti, sono state componenti essenziali nel disegno della politica di blocco verso Cuba, con l'obiettivo che le limitazioni e le necessità della popolazione provochino un clima di insoddisfazione popolare e di instabilità interna.

3.3 - Educazione

La guerra economica contro Cuba per più di quarant’anni ha causato notevoli perdite al sistema educativo. Molteplici sono stati i danni all'approvvigionamento materiale delle scuole cubane, in aspetti tanto sensibili come i libri di testo, matite e quaderni, uniformi scolastiche, mezzi per l'educazione artistica e lo sport scolastico, tra gli altri.

Queste danni hanno generato effetti negativi sulle possibilità di un maggiore sviluppo di abilità e di capacità dei bambini e dei giovani cubani che sono state solo superate mediante l'inventiva e la perseveranza di un insieme di professori altamente qualificato e profondamente impegnato nel suo lavoro.

Questa politica genocida ha tentato di ostacolare a tutto campo l'accesso di Cuba alle nuove tecnologie, ai progressi della scienza e della tecnica, e alle fonti di finanziamento e di crediti per lo sviluppo attraverso organismi e istituzioni finanziarie internazionali. Ha preteso di negare la possibilità di introdurre le tecniche informatiche nelle scuole, bloccando i tentativi di accedere ai mercati e alle esperienze di altri paesi, così come è stata rallentata ogni gestione dello Stato cubano diretta all'acquisto di apparecchiature per i centri scolastici.

La recrudescenza del blocco nel passato decennio ha acutizzato le limitazioni e le restrizioni dell'attività educativa. Un chiaro esempio di questo è il fatto che la quantità di quaderni e di matite che sono stati distribuiti nell’anno scolastico 2001-2002, ha raggiunto solo il 50 % dei livelli di distribuzione del 1989.

Il potere di acquisto del finanziamento disponibile per l'importazione di mezzi e di risorse destinate alle scuole cubane, è diminuito tra il 25 e il 30 %, come risultato di dovere acquistare detti mezzi in mercati lontani, e a volte a prezzi superiori per le restrizioni che il blocco impone a Cuba.

Un esempio evidente è il fatto che durante l'anno 2001 sono state effettuate importazioni per un valore di 19 milioni di dollari per acquistare il materiale di base per lo studio e per il funzionamento delle scuole cubane. Dovendo essere trasportate da mercati lontani, Cuba è stata obbligata a pagare noli in eccesso, calcolati in un 20 % del totale di quelle importazioni che avrebbe permesso di acquistare 37 milioni di quaderni o 185 milioni di matite in più.

A dispetto degli effetti avversi del blocco, il Governo cubano ha dato priorità all'assegnazione di risorse materiali e finanziarie indispensabili per mantenere tutte le scuole aperte e fare funzionare ogni classe.

Solo nell'anno 2001 sono stati destinati oltre 2.300 milioni di pesos, al Preventivo di Spese dell'Educazione, che ha rappresentato l’8.1 % del PIL cubano e il più alto preventivo di tutta la storia del paese.

Vale la pena di sottolineare, allo stesso modo, che nonostante tutte queste limitazioni e ostacoli, dall'anno 2000 sono iniziati programmi come l'Università per Tutti, il Programma Audiovisivo per bambini, adolescenti e giovani, la creazione e l’ampliamento del numero di centri video e di informatica comunitari per studenti e per il popolo in generale, la formazione di massa dei lavoratori sociali e degli istruttori d’arte per insegnare nelle scuole e nelle comunità, la preparazione generale e integrale di giovani tra i 17 e i 29 anni non impegnati nello studio o nel lavoro, e altri ancora. Si lavora intensamente per raggiungere l'obiettivo che ogni aula di scuola elementare e secondaria non abbia più di 20 alunni per insegnante.

Nel caso dei Programmi di Educazione Informatica e di Sviluppo di Programmi Audiovisivi e di Software Educativi, è stato realizzato un significativo sforzo per dotare tutte le scuole delle risorse necessarie, per questo sono stati acquistati e distribuiti oltre 60.000 computer, decine di migliaia di televisori a colori e apparecchiature video, come pure sono stati preparati anche circa 12.000 insegnanti e professori per impartire lezioni di informatica a bambini, adolescenti e giovani.

Questi programmi sono arrivati alle zone più appartate dal paese. Circa 2.000 scuole alle quali non era stato possibile portare l'elettricità, sono state equipaggiate con pannelli solari e con le apparecchiature necessarie alla formazione integrale dei bambini.

Solo per la ferrea volontà politica del Governo cubano e per i suoi sforzi per ottenere una preparazione integrale della popolazione, è stato possibile raggiungere un livello educativo superiore a quello di molti paesi della regione, fatto riconosciuto anche dalle agenzie delle Nazioni Unite, come l'UNESCO e l'UNICEF.

4 – Danni alla sfera delle esportazioni e dei servizi.

L'applicazione del blocco economico, commerciale e finanziario da parte degli Stati Uniti contro Cuba ha portato con sé innumerevoli effetti negativi nella sfera dell'esportazione e dei servizi.

Il commercio estero cubano, ha avuto notevoli perdite a causa di questa politica criminale. Solo nello scorso anno, sono stati pagati in più 515.58 milioni di dollari per differenze di prezzo, condizioni avverse per il finanziamento e per il trasporto, rincaro di assicurazioni e noli, ecc.



Uno dei nostri principali prodotti di esportazione, lo zucchero grezzo, è stato uno dei più colpiti dal blocco. Con la cancellazione della quota di zucchero di Cuba nel mercato degli Stati Uniti agli inizi del decennio del 1960, l'economia cubana ha patito un duro colpo. Basti solo dire che gli Stati Uniti importavano da Cuba circa il 58.2 % del totale delle loro importazioni di zucchero, che rappresentava l’80 % del totale di entrate dell'economia cubana.

Il blocco ha reso impossibile, inoltre, l'accesso dello zucchero cubano alla Borsa di Caffè, Zucchero e Cacao di New York, che stabilisce il prezzo di riferimento per le esportazioni di zucchero grezzo su scala mondiale. Questo si è tradotto in perdite economiche e di competitività, che hanno provocato nel periodo 2001-2002 danni all'economia per 193.9 milioni di dollari.

Nel maggio 1982, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), ha stabilito un nuovo Sistema di Quote per paesi per l'importazione di zucchero destinato al mercato statunitense. Attualmente, 40 paesi produttori di zucchero mantengono la commercializzazione per mezzo di quote statunitensi dello zucchero, fatto che garantisce loro prezzi di circa 21 centesimi per libbra, cifra quattro volte superiore a quella del mercato mondiale, il cui carattere è in modo crescente residuale.

Lo scorso anno a Cuba sarebbe corrisposto di piazzare nel mercato statunitense circa 918.180.23 TM. Data l'impossibilità di accedere a detto mercato, il paese ha dovuto vendere il suo zucchero ai prezzi che hanno potuto essere negoziati, provocando un danno di 177.3 milioni di dollari.

Un altro dei prodotti leader nelle esportazioni cubane, il nichel, continua a essere colpito dalle misure del blocco. Viene mantenuta la proibizione di importazione negli Stati Uniti di qualsiasi merce che contenga, totalmente o parzialmente, una componente di nichel di origine cubana o che sia stato elaborato con nichel di Cuba. Per questa ragione, solamente nell'anno 2001 ci sono state perdite per 5.4 milioni di dollari.

Anche questo settore è stato danneggiato da altri fattori che hanno causato spese in più per un valore di 8.6 milioni di dollari, come l'utilizzo di intermediari per piazzare il prodotto sul mercato mondiale, gli ostacoli nella realizzazione di carichi periodici per mezzo di regolari linee navali internazionali, la lontananza dei mercati e la limitata partecipazione di fornitori disposti a commerciare con Cuba, tra gli altri.

Un'attività del commercio estero strettamente vincolata alla produzione di alimenti e alla salute, è l'importazione di prodotti chimici. Per esempio, nel caso dei fertilizzanti, il blocco ha obbligato il paese a pagare fino a 47.0 dollari in più per tonnellata metrica rispetto ai livelli del mercato, fatto che ha significato nell'anno 2001 una spesa addizionale di 2.3 milioni di dollari.

In questo senso, la lotta contro plaghe come la Spoletta del Caffè, il Thrips palmi e l'Acaro del Vaneado del Riso che secondo tutte le evidenze sono state introdotte intenzionalmente nell'agricoltura cubana, ha affrontato ostacoli importanti poiché l’azienda che tradizionalmente vendeva al nostro paese i pesticidi necessari per il loro controllo biologico, è stata acquistata da un gruppo degli Stati Uniti.

Nell'ultimo decennio, l'industria turistica cubana ha avuto un importante sviluppo diventando la principale fonte di entrate dell'economia nazionale. Questo sviluppo ha dovuto essere realizzato in condizioni ostili per la recrudescenza del blocco. Molti sono i settori che incidono su tale industria e che non sfuggono agli effetti negativi di questa politica.

Particolarmente nel ramo alberghiero, vale la pena di menzionare un esempio esplicativo:

La Hilton International Group plc, la cui casa madre è in Inghilterra, ha dovuto ritirarsi a trattative già avanzate per l’amministrazione di due hotel della società mista Quinta del Rey S.A. a Cayo Coco e a La Habana. La Hilton International ha comunicato al Ministero del Turismo cubano che i suoi avvocati stimavano che le autorità statunitensi avrebbero considerato la trattativa proposta come una violazione della Legge Helms-Burton, dato che tutte le operazioni di detto gruppo vengono condotte all’interno e sotto l’insegna della Hilton International Corporation, filiale degli Stati Uniti. Se questo negoziato fosse stato concretato, in 25 anni il paese avrebbe ottenuto circa 107.2 milioni di dollari.

Cuba è una via ideale per il passaggio delle navi da crociera che percorrono i Caraibi. Tuttavia, non può condividere i benefici che genererebbero questi servizi, a partire dalle proibizioni che vengono applicate alle Compagnie di Crociere come risultato della Legge Torricelli.

Tra dicembre 2001 e marzo 2002, la compagnia europea Festival Cruise Lines ha stabilito La Habana come porto base per una delle sue maggiori navi, il Mistral, da dove aveva iniziato settimanalmente i suoi percorsi. La rotta di questa crociera è una delle oltre venti inserite nel catalogo di questa compagnia. Per questa ragione, la compagnia è stata sottoposta a grandi pressioni affinché sospendesse questo itinerario ed è stata obbligata a inserire nel suo catalogo, per la stagione maggio-dicembre 2002, l'avvertenza: "Queste crociere non possono essere commercializzate negli Stati Uniti dell'America".

Allo stesso modo, con l'acquisto della Costa Crociere, da parte dell’azienda Carnival Corporation, compagnia di capitale nordamericano, è stata imposta dal Dipartimenti di Stato e del Tesoro degli Stati Uniti la fine del Progetto Cuba, fatto che ha significato perdite di circa 62.2 milioni di dollari, compreso il congelamento del programma di investimento per rimodernare il molo Sierra Maestra.

Oltre alle restrizioni citate, la legge nordamericana sul blocco stabilisce la proibizione ai cittadini statunitensi di recarsi a Cuba, misura che viola il diritto costituzionale dei cittadini nordamericani di viaggiare liberamente in qualsiasi paese.

Gli effetti avversi che questa misura genera nell'industria turistica sono considerevoli. Il presidente dell'American Society for Travel Agencies (ASTA), in visita a Cuba nel mese di aprile del presente anno, ha dichiarato che le previsioni della sua organizzazione, se venissero eliminate le proibizioni ai viaggi, nel primo anno successivo a questa decisione, erano quelle dell’approdo a Cuba di un milione di statunitense, e cinque anni dopo, questa cifra sarebbe arrivata a cinque milioni di turisti provenienti dagli Stati Uniti.

L'entrata in vigore di queste misure porta con sé l'imposizione di multe e altre sanzioni di carattere penale che sono state rese più dure dalla presente Amministrazione. Esempio di ciò è il notevole incremento delle multe che sono stati imposte a cittadini nordamericani per essersi recati a Cuba senza la dovuta autorizzazione.

Solamente nel 2001, la Divisione del Dipartimento del Tesoro che indaga sui viaggi a Cuba, ha comminato 698 multe per un valore di 7.500 dollari ognuna a cittadini statunitensi, 520 in più che nell'anno 2000.

Il 15 marzo 2002, in un'udienza del Comitato di Assegnazioni del Senato degli Stati Uniti, il Segretario del Tesoro, Sig. Paul O´Neill, ha riconosciuto che "se l'Amministrazione Bush avesse approvato la riduzione delle risorse destinate a perseguire e a multare i cittadini statunitensi che si erano recati a Cuba, queste risorse sarebbero state meglio utilizzate nella lotta contro il terrorismo". Alcune ore dopo, davanti alla pressione della lobby cubana di Miami, la Casa Bianca ha emesso un comunicato dove spiegava che il Segretario O´Neill appoggiava la politica dell'Amministrazione in relazione ai viaggi a Cuba, e che le sue parole non avevano l'intenzione di promuovere un cambiamento relativo a questi.

L'aviazione civile è un anello imprescindibile nell'ottenimento di entrate da parte del turismo. La politica mantenuta dalle differenti amministrazioni statunitensi, che viola le norme e i precetti dell'Accordo sull'Aviazione Civile Internazionale (Accordo di Chicago), e in particolare quanto riportato nel suo Articolo 44, relativo ai fini e agli obiettivi dell'Accordo, dimostra il tentativo di isolare Cuba dal sistema internazionale.

Le restrizioni esposte nella Relazione che Cuba invierà, sono state mantenute nel corso dell’anno passato e hanno provocato, fino a maggio del 2002, perdite equivalenti a 153.6 milioni di dollari. Di queste restrizioni, vanno evidenziate l'impossibilità di acquistare e affittare aeroplani di alta efficienza; di accedere a nuove tecnologie in materia di comunicazioni, navigazione aerea e stazioni di radiolocalizzazione; restrizioni nell'uso da parte delle nostre linee aeree dei Sistemi di Prenotazione attraverso Computer (SRC), tali come SABRE, GALILEO e WORLDSPAN; l'esclusione delle linee aeree cubane dai servizi di fornitori statunitensi di combustibile per aviazione, tra molte altre.

Quanto esposto in questa Sezione conferma l'impatto nocivo dell'applicazione della politica di blocco sull'economia cubana, e permette di avere un'immagine dei sacrifici e delle limitazioni che il popolo cubano ha affrontato per oltre quarant’anni. Se sommiamo solo i danni dell'anno 2001 in 9 settori dell'economia cubana, questi ammontano alla non disprezzabile cifra di 643 milioni di USD.


5 - La sezione 211 della Legge Omnibus di Assegnazioni Preventive del 1999

Come è stato segnalato in precedenti relazioni, dal dicembre 1998 il Governo di Cuba ha denunciato all’interno dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e in altri forum, il carattere discriminatorio della Sezione 211 del Legge Omnibus di Assegnazioni Preventive del 1999 degli Stati Uniti.

L'approvazione di questa Sezione è stata ottenuta mediante procedimenti manipolati, concepiti da legislatori molto vincolati a interessi anticubani con influenza negli ambienti politici nordamericani, e ha avuto come obiettivo l'estensione dei principi della Legge Helms-Burton alla sfera della proprietà intellettuale, che era rimasta esente dall'applicazione delle misure di blocco imposte dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba.

Questa disposizione, senza precedenti nella storia del diritto di proprietà intellettuale, ha il fermo proposito di creare ostacoli allo sviluppo di quegli investimenti stranieri a Cuba che siano associati alla commercializzazione internazionale di prodotti cubani di riconosciuto prestigio internazionale.

La Sezione 211 è stata presentata al Sottocomitato Giudiziale e di Proprietà Intellettuale del Senato degli Stati Uniti, da un avvocato e consulente della Compagnia Bacardí, fatto che rende evidente il suo legame con gli interessi di detta Compagnia, in momenti in cui questa azienda si trovava in causa nel Distretto Sud di New York con i reali proprietari di questo marchio, in quanto stava utilizzando illegalmente il marchio "Havana Club".

In tal modo, questa sezione, insieme al resto delle misure del blocco, è servita a sostenere la sentenza del tribunale di New York che ha tolto alla società mista cubano-francese "Havana Club Holding" i suoi diritti per registrare e potenzialmente commercializzare il rum cubano "Havana Club" negli Stati Uniti, questione che ha causato innumerevoli perdite economiche al popolo cubano.

Recentemente, l'Organismo di Appelli dell'OMC, ha dichiarato che la Sezione 211 è incompatibile con l'Accordo sugli Aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale (ADPIC) in quanto impedisce l'accesso ai tribunali degli Stati Uniti, ai titolari di marchi commerciali e ai loro successori in interesse, per fare valere i loro diritti.

Allo stesso modo, nel gennaio di quest’anno questo stesso Organismo ha riconosciuto che la Sezione 211 viola i principi fondamentali dell'OMC come il Trattamento Nazionale ed il Trattamento di Nazione Più Favorita. Di conseguenza, la Sezione 211 deve essere modificata o abrogata, in quanto è incompatibile con questi principi raccolti negli impegni internazionali assunti dagli Stati Uniti nell'ambito della proprietà intellettuale.

Un'altra volta, il Governo nordamericano ha fatto caso omesso delle raccomandazioni di istituzioni multilaterali e della stessa legge internazionale che serve di sostegno ai loro lavori. Cuba continuerà a denunciare la sua applicazione finché questa Legge non venga abrogata, in quanto costituisce una franca violazione del Diritto Internazionale in materia di proprietà intellettuale.


6 – Danni ad altri settori dell'economia nazionale.

Come si è potuto dimostrare finora, sono innumerevoli gli esempi che illustrano le enormi difficoltà che ha dovuto affrontare continuamente il nostro popolo, durante questi quarant’anni, e che hanno causato un notevole deterioramento a tutte le sfere dell'economia nazionale.

Di seguito vengono evidenziati altri esempi che dimostrano gli effetti avversi di questa politica.

Nel marzo 2002 l'ONG nordamericana Resource Exchange International-Cuba, è stata minacciata dalla Sezione di Interessi degli Stati Uniti a La Habana per i suoi legami di carattere scientifico con l’Ospedale Calixto García di Ciudad de La Habana. A questa organizzazione è stato proibito di portare a termine progetti di ricerca congiunti o di collaborazione tecnico-scientifico con qualsiasi istituzione della salute pubblica cubana. Inoltre, i membri sono stati minacciati con l'invalidazione del loro permesso di recarsi a Cuba nel caso venisse firmato qualche documento di collaborazione.

Il giorno 18 gennaio del presente anno, il Sig. Jonathan B. Hill, Consigliere della Airline Tariff Publishing Company (ATPCO), ha ritrasmesso alla Capo Dipartimento delle Tariffe di Cubana de Aviación, un fax originariamente inviato l’11 dicembre 2001, con il quale comunicava che, dopo la revisione dei regolamenti di controllo riguardanti Cuba: "la ATPCO dovrà astenersi da ogni tipo di commercio con Cubana". In questo modo, il giorno 10 aprile 2002 sono state cancellate tutte le nostre tariffe, regole e dati dal database dell'ATPCO.

Società miste e settori chiave delle esportazioni cubane, riportano importanti perdite per non potere realizzare transazioni in dollari nordamericani. Habanos S.A. ha riportato nell'anno 2001 perdite di questo genere per 3.94 milioni di dollari, Brascuba S.A. ha riportato perdite per 76.000 dollari, mentre quelle di ETECSA sono arrivate fino a 959.800 dollari.

Continua l'impossibilità delle Compagnie di Assicurazioni cubane di comprare coperture di riassicurazione sul mercato nordamericano. Allo stesso modo, per l'acquisizione sempre maggiore da parte di compagnie degli Stati Uniti di compagnie di riassicurazioni e commissionari europei, nell'anno 2002 ci è stata rifiutata l’offerta, da parte di 71 compagnie, di coperture di riassicurazioni, solamente per il loro legame con interessi nordamericani, tra queste: la ERC Frankona, American Re, ACE Globale Markets AGM e ACE Europe.

Ci sono esempi tanto ridicoli come questo:

Nel mese di dicembre 2001, l’azienda XEROX AG, filiale di Zurigo, si è rifiutata di rinnovare il contratto di leasing di una fotocopiatrice per l'Ambasciata di Cuba in Svizzera. La giustificazione emessa per questo rifiuto, si è basata su un documento che conteneva i "Regolamenti dell'Amministrazione per le Esportazioni degli Stati Uniti", nei quali appare Cuba come paese bloccato, sia in prodotti sia in tecnologie e programmi computerizzati.

Sul piano finanziario, viene mantenuta senza variazione la situazione descritta nella relazione di Cuba dell'anno 2001, contenuta nel documento A/56/276. Pertanto, Cuba continua a non avere accesso alle fonti di finanziamento tradizionali nordamericane o appartenenti al sistema di Bretton Woods. Con il risultato che Cuba non ha potuto partecipare ai prestiti offerti da queste istituzioni e che, come è stato indicato nel documento citato, dal 1997 al 2000 sono ammontate a 53.000 milioni di dollari.

Per esempio, nell'esercizio fiscale del 2001, la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo hanno destinato all'America Latina, rispettivamente, 5.300.1 milioni e 7.956.8 milioni di USD. Se Cuba avesse potuto accedere ai prestiti di detti organismi nell'anno indicato, avrebbe potuto ottenere circa 250 milioni di USD, cifra che avrebbe permesso di finanziare importanti progetti sociali e di infrastruttura, come la costruzione di 150.000 abitazioni di 2 stanze ognuna e 2 ospedali da 600 letti, o la ricostruzione delle strade di Ciudad de La Habana e la costruzione di 2 ospedali da 600 letti.

Allo stesso modo, sono state continuamente ostacolate le condizioni per l'acquisizione di crediti a medio e a lungo termine da parte di istituzioni bancarie e finanziarie del resto del mondo. L'applicazione a queste operazioni del cosiddetto "Rischio Cuba" ha fatto sì che il paese abbia solo accesso a crediti a breve termine con un elevato interesse, fatto che restringe l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili per garantire lo sviluppo sostenibile e una capacità adeguata del servizio del debito. Attualmente, gli scarsi prestiti per lo sviluppo vengono ottenuti a tassi che oscillano tra l’11 e il 18 % di interesse, fatto che rincara il finanziamento tra 5 e 12 punti di percentuale a paragone con i crediti che si potrebbero ricevere dagli organismi di sviluppo.

Allo stesso modo, alla banca cubana è proibito di mantenere rapporti normali di correlazione e di conti e scambio con la banca degli Stati Uniti, fatto che colpisce in larga misura i servizi richiesti dai clienti di questo settore.

Le compagnie con commerci nel settore del petrolio affrontano grandi difficoltà per acquistare beni e servizi richiesti dalle loro operazioni. L'impossibilità di ottenerli negli Stati Uniti, l'aumento dei costi per il fatto di doverli cercare in altri mercati e il ritardo delle forniture nell'esecuzione dei progetti, nel 2001 ha significato per il paese un costo superiore del 25 % al costo normale dei prodotti e dei servizi contrattati, che per il livello degli investimento realizzati, ha determinato danni che ammontano a 24.6 milioni di USD in questo settore.

C'è qui un altro caso da antologia:

Nel mese di giugno la Direttrice Generale della Compagnia Texaco ha negato il diritto all'Ambasciata di Cuba nel Belize di consumare combustibile proveniente da detta compagnia per le sue auto, adducendo il rispetto delle misure imposte dal blocco.

Nell'industria del cemento, la società mista "Cementi Curacao" affronta limitazioni di accesso a nuovi mercati per l'esportazione del suo prodotto per gli effetti del blocco, fatto che ha generato nell’anno 2001 un danno di 2 milioni di USD.

L'investimento straniero non è rimasto escluso dei danni del blocco e ciò si dimostra nell'identificazione di un gruppo di azioni realizzate dal Governo degli Stati Uniti per ritardare, ostacolare, e perfino impedire lo sviluppo di questo processo nel paese.

Come primo danneggiamento diretto vale mettere in evidenza che alla chiusura di settembre 2001, gli Stati Uniti hanno avuto uscite per Investimenti Esteri Diretti (IED) di 134.100 milioni di dollari; per questa voce il nostro paese non ha ricevuto, come sta succedendo da 43 anni, neppure un solo centesimo.

Il Centro di Promozione di Investimenti di Cuba ha ricevuto oltre 538 imprenditori nordamericani, i quali hanno mostrato interessi di investimento nei settori agricolo, trasporti, alimentazione, farmaceutico, turismo, comunicazioni e finanziari. Nessuno di detti interessi è arrivato a materializzarsi a causa della politica di blocco.

La sfera della biotecnologia è un esempio eloquente di quanto detto in precedenza. Tredici aziende di riconosciuto prestigio mondiale, sei di queste nordamericane, si sono interessate per progetti a Cuba, ma non hanno iniziato trattative a causa degli ostacoli imposti dalla politica di blocco. I progetti consultati erano dell'ordine di 200 milioni di dollari. La partecipazione di queste aziende a detti progetti avrebbe permesso lo sviluppo congiunto di una gamma di prodotti come pure il finanziamento per i loro processi di registro e successiva commercializzazione.

Vale ricordare che le aziende Sherrit International e il gruppo israeliano BM continuano a essere sanzionato dalla Legge Helms-Burton.

L’anno scorso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha inviato una nota in data 30 maggio 2001, FAC No. C-192071, all'azienda francese Vert Agro BP, nella quale si comunicava che avevano depositato i suoi fondi, per l'importo di 7.490.00 dollari, nella Citibank di New York, in un conto bloccato, in quanto provenivano da trattative con l'azienda cubana Tropiflora.

L'attività portuale cubana è nell’impossibilità di riscuotere annualmente 10 milioni di dollari per concetto di servizi di riparazione nei nostri cantieri navali, per il limitato arrivo di navi ai nostri porti come conseguenza delle restrizioni imposte dalla Legge Torricelli. Allo stesso modo, si perde circa un milione di dollari all’anno a causa dell'impossibilità di vendere sul mercato nordamericano prodotti come catamarani e lance rapide.

L'industria della pesca ha subito perdite di considerevole grandezza per elevati dazi, utilizzo di fonti di rifornimento molto lontane dalla nostra zona geografica naturale, elevati noli e acquisto di forniture attraverso paesi terzi, a prezzi superiori di un 15 % a quelli del mercato statunitense. In questo senso, le perdite causate nel periodo gennaio 2001-maggio 2002, sono dell'ordine di 18 milioni di dollari.

L'Azienda di Fili metallici e Cavi, ELEKA, se non fosse esistito il blocco, avrebbe potuto acquistare tutte le sue materie prime sul mercato statunitense. Tuttavia, deve pagare per le importazioni 800 dollari addizionali per ogni contenitore.

Come risultato della Ley Helms Burton è fallita la creazione di una società mista per la produzione di cavi di fibra ottica, coassiali e di trasmissione di dati per la loro commercializzazione a Cuba, in America Centrale e nei Caraibi, fatto che ha significato la perdita di decine di milioni di dollari all’anno.

Il Gruppo Imprenditoriale CICLEX, che acquista prodotti e apparecchiature per la produzione di biciclette, un mezzo di locomozione ampiamente utilizzato a Cuba, ha dovuto pagare prezzi superiori al 40 % rispetto a quelli del mercato statunitense, avendo come uniche alternative l’Europa, l’America Centrale e il Sud-America. Ciò ha significato spese addizionali per 20.2 milioni di dollari.

L'importazione di pneumatici per i macchinari utilizzati nel settore agricolo è stata danneggiata per i noli, con una spesa in più di mezzo milione di dollari, dovendo ricorrere al mercato asiatico, dove si acquista l’80 % degli stessi. Con questa cifra avrebbero potuto essere acquistati 4.500 pneumatici in più sul mercato degli Stati Uniti.

Nell'anno 2000, un progetto di commercio elettronico della città di Santiago de Cuba che si sta realizzando con l'appoggio dell'Unione Internazionale di Telecomunicazioni, per permettere che i produttori della zona orientale di Cuba possano vendere i loro beni e servizi in Internet, ha dovuto fermarsi non potendo contare sulla tecnologia di certificati digitali, poiché i providers, che sono aziende degli Stati Uniti, hanno la proibizione di fornire questa tecnologia a Cuba.

L’accesso di Cuba all’acquisto delle licenze di software, ai loro aggiornamenti e al trasferimento della tecnologia attraverso paesi terzi è limitato a causa dei regolamenti statunitensi. Ciò incrementa i prezzi e ne ritarda la loro acquisizione.

Un esempio può essere visto nella pagina di Netscape
(http://wp.netscape.com/es/download/index.html?cp=djues)
che segnala:

Effettiva tecnologia di protezione Netscape

Il software del navigatore Netscape conta su una tecnologia di protezione soggetta alla normativa dell'amministrazione delle esportazioni e ad altre leggi degli Stati Uniti e non può essere esportato o riesportato in determinati paesi (attualmente zone sotto controllo dei talebani in Afghanistan, Cuba, Iran, Iraq, Libia, Corea del Nord, Serbia [eccetto Kosovo], Sudan e Siria), né a persone né a enti a cui sia stato proibito l'accesso a esportazioni provenienti dagli Stati Uniti (come parti rifiutate, enti riuniti nella lista di organizzazioni dell'ufficio di amministrazione delle esportazioni e in particolare cittadini specifici). Se si desidera ottenere più informazione sul Regolamento di amministrazione delle esportazioni degli Stati Uniti (EAR), 15 C.F.R. Parts 730-774, e sull'Ufficio di amministrazione delle esportazioni ("BXA"), consultare la pagina web di BXA homepage.


Conclusioni

- Durante questo ultimo anno, il Governo del Presidente George W. Bush ha reso più dura la sua politica di aggressione economica contro Cuba e ha mantenuto, come le amministrazioni precedenti, l'applicazione di un blocco economico, commerciale e finanziario contro il popolo cubano, in franca violazione delle disposizioni adottate dall'Assemblea Generale sotto il tema "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba". Il Governo ha effettuato passi concreti per rafforzare con nuove misure il rigoroso sistema di controllo che si applica per verificare il compimento delle misure di blocco.

- L'applicazione di detta politica genocida continua a provocare sensibili danni all'economia e alle condizioni di vita della popolazione cubana. Solo per quanto si riferisce a perdite economiche, negli oltre quattro decenni in cui è stata mantenuta vigente, si oltrepassano già i 70.000 milioni di dollari.

- Con la sua politica di blocco, gli Stati Uniti continuano a colpire la piena realizzazione dei diritti umani fondamentali dei cubani, come il diritto alla salute e all'alimentazione.

- La non obiezione da parte dell'Amministrazione statunitense alla vendita di una certa quantità di alimenti a Cuba, non può essere interpretata come una flessibilizzazione della sua politica di ostilità verso il popolo cubano. Gli acquisti hanno dovuto essere effettuati sotto condizioni di strette restrizioni e superando numerosi ostacoli.

- Lo stesso Presidente Bush ha dichiarato che il blocco continua a esistere senza alcuna modifica e che sarà rafforzato.

- Gli Stati Uniti, mediante leggi come la Torricelli e la Helms-Burton, hanno istituzionalizzato e sistematizzato l'applicazione extraterritoriale a paesi terzi del loro blocco contro Cuba.

Per tutto quanto affermato, è di straordinaria importanza il fatto che la comunità internazionale riaffermi nuovamente in modo schiacciante la sua richiesta affinché si ponga fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba.