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Interviste de El Moncada

Nuestra America

1958 – Yaguajay

Camilo

Passando come per magia attraverso bombardamenti e imboscate, le colonne raggiungono il centro dell’isola. Cuba resta divisa in due quando Camilo Cienfuegos si impadronisce della caserma di Yaguajay, dopo undici giorni di combattimenti, e il Che Guevara entra nella città di Santa Clara. La fulminante offensiva strappa a Batista metà del paese.

Camilo Cienfuegos è coraggioso e insaziabile. Combatte così da vicino che quando uccide afferra al volo il fucile del nemico, senza lasciargli toccare terra. Varie volte ha rischiato di morire sotto i colpi, e una volta ci è andato vicino per un capretto, per aver divorato un capretto intero dopo molto tempo che mangiava un giorno no e l’altro nemmeno.

Camilo ha barba e chioma da profeta biblico, ma non è un uomo severo o accigliato: ha un sorriso che si apre da orecchia a orecchia. L’impresa epica che più lo inorgoglisce è quella volta che ingannò un piccolo aereo militare, sulla sierra, versandosi addosso un bottiglione di iodio e sdraiandosi, fermo immobile, con le braccia in croce.

da "MEMORIA DEL FUOCO" di Eduardo Galeano