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Nuestra America
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Il prodigio dei boschi di mangrovie
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novembre 2002 Una comunità del Caribe colombiano riesce a utilizzare in
modo sostenibile il bosco di mangrovie, unecosistema tropicale minacciato dalla
deforestazione.
Questi boschi pantanosi si trovano in zone costiere relativamente tranquille come estuari,
baie e insenature. Il bosco di mangrovie entra nel territorio, seguendo il corso dei fiumi
dove si mescolano acque salate e dolci, ambienti salmastri richiesti per vivere.
Occorrono quattro anni affinché il tronco acquisti 10 cm. di diametro e "un buon
tronco" di 20 cm. si forma dopo venti anni, sostiene Ignacia de la Rosa Pérez,
leader della Associazione dei Mangleros Indipendenti (AMI), del municipio di San Antero,
nel dipartimento settentrionale di Córdoba, sul litorale caraibico della Colombia.
"Mio padre racconta che quando sono nata, nel 1950, tutto era diverso perché il
fiume Sinú aveva cambiato il suo percorso allontanandosi dalla baia di Cispatá, la
vegetazione era povera e nei pantani meno salmastri la gente seminava riso e banano".
Ma essendo giovane io scoprì che lontano dalle rive del fiume incominciarono a
germogliare nuove piante di mangrovie. Pérez è stata la prima a creare, nel 1975,
unorganizzazione per utilizzare, in modo sostenibile, le risorse della mangrovia.
In Colombia che ha 380.000 ettari di mangrovie, 87 sul Mar Caribe e 292.000 sul
Pacifico il Ministero dellAmbiente rilascia licenze per lo sfruttamento di
questo legno.
Le licenze vengono assegnate per appezzamento, secondo le condizioni del bosco. "Se
il lotto è di 10.000 metri quadri, ne possiamo disboscare 2.000 per ottenere la sua
sostenibilità", ha detto la Pérez.
I 70 produttori affiliati allAMI amministrano, insieme allazienda governativa
Corporazione del Valle del Sin, un progetto produttivo da cui dipendono 500 famiglie.
La mangrovia ha tutte le stesse funzioni di tutti gli alberi e, in più, è fonte di vita
e di alimento. Secondo alcune ricerche, due terzi della popolazione di pesci tropicali del
mondo dipendono dalle aree delle mangrovie. Inoltre, sono la centrale di alimento più
grande che esista, in quanto una grandissima varietà di uccelli e di mammiferi vivono in
essa.
Lavoro e sicurezza, le due
grandi promesse
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ottobre 2002 La disperazione fa perdere la testa a qualsiasi persona e
più in una casa ci aspettano moglie e figli non è possibile dir loro unaltra
volta: "Continuo a non avere lavoro". La soluzione allora appare
nellallontanamento definitivo dai mali, dove la morte è il miglior antidoto contro
la disoccupazione. Così sembrano pensare oggigiorno moltissimi colombiani, dato che per
ogni punto in più di aumento della disoccupazione avvengono 700 suicidi.
Tale affermazione è stata accettata ufficialmente, questo 1° ottobre, dal Ministro del
Lavoro e della Salute, Juan Luis Londoño, confermando i dati del Dipartimento
Amministrativo Nazionale di Statistica (DANE) e divulgati dalledizione digitale di
El Espectador.
Secondo il Ministro, il problema è sfuggito di mano e se continuasse la tendenza attuale
con una crescita di due punti allanno, nel 2006 la disoccupazione sarà del 25 %,
pertanto il numero dei suicidi si eleverebbe a cinquemila.
Londoño ha detto, tuttavia, di sentirsi ottimista a partire dalla prossima entrata in
vigore del Programma di Sussidio al Lavoro con Responsabilità Sociale, per assistere la
creazione di posti di lavoro da parte del settore privato mediante il pagamento di
centomila pesos mensili ha ogni azienda che assuma un capofamiglia.
La proposta della misura, nonostante le sue promesse di alleviare, non merita molta
credibilità presso i lavoratori colombiani che, dopo poche settimane dallassunzione
dei poteri da parte di Alvaro Uribe, hanno proclamato uno sciopero che è durato qualche
ora.
Questo fatto minimo, ma in sé significativo, si è perso tra le tante righe della stampa
dedicate in Colombia ai temi di primordine, come quelli della Sicurezza nazionale,
il narcotraffico o la lotta governativa contro la corruzione. La crisi delleconomia
ancora non figura tra le priorità, però secondo le considerazioni degli esperti, prima
della fine dellanno questo fatto dovrebbe salire in primo piano per le misere
proiezioni di crescita che in Colombia non oltrepasseranno l1.5 %.
César Augusto Caballero, direttore della DANE, deve destreggiarsi con i dati di 3.12
milioni di colombiani disoccupati, ripartiti nelle tredici principali città del paese per
arrivare a un indice del 18 % di persone senza lavoro. Ogni anno, sostiene Caballero,
281.000 colombiani passano nella lista degli oziosi involontari. Daltra parte
esistono circa 6.39 milioni di sottoccupati.
Quello che è certo è che il fantasma della crisi andrà a ingrandire ogni giorno di più
il suo alone di paura e questa sensazione sarà sperimentata in crescendo da molti
dirigenti, specialisti e, soprattutto, da persone comuni e normali, di fronte alle
schiaccianti cifre e allinnegabile realtà del crollo.
El Universal, quotidiano di questa nazione sudamericana, fa riferimento a un
altro fatto di interesse relativo allallevamento e al commercio, elementi di grande
importanza per la vita domestica, che richiedono la messa in opera di progetti a lungo
termine che garantiscano di attenuare limpatto negativo degli ultimi anni e, in
particolare, di piani a favore del recupero delle mandrie e di un incremento dello scambio
commerciale.
Tuttavia, il panorama è ora diventato complesso e molto peculiare per questi due aspetti
colombiani dopo linstaurazione delle cosiddette Zone di Riabilitazione e di
Consolidamento decretate dal Governo Nazionale e sorte come parte dello stato eccezionale
dell11 agosto scorso.
Sucre e Bolívar, nella costa nord, e Arauca, a est alla frontiera con il Venezuela, sono
dipartimenti che sono sottoposti a un nuovo regime, che alcuni politici hanno denominato
Laboratorio, per il fatto degli esperimenti n materia di diritti umani e di investimento
sociale.
Per Jesús Barrios Acosta, deputato dellAssemblea Dipartimentale di Bolívar, la
Zona di Riabilitazione porta grandi aspettative. "Dobbiamo essere vigili sul fatto
che questa Zona venga beneficiata da investimenti sociali, perché se in queste opere non
sono presenti, la misura sarebbe una buffonata. Con la forza non si risolve il problema
del conflitto armato che stiamo vivendo noi colombiani".
Lapplicazione del Piano di Sicurezza di Uribe, dove le Zone Seciali sono un fattore
di base, ha incontrato opposizione nellUfficio colombiano dellAlto Commissario
per i Diritti Umani dellONU, sia da parte del suo delegato, Amerigo Incalcaterra,
sia da parte dellAlta Commissaria, Mary Robinson, per certe misure che per loro non
sono molto chiare e che potrebbero diventare discriminatorie o ambigue.
Al momento, lEsercito controlla queste aree con la direttiva presidenziale di creare
opportunità di impiego e di migliorie in tutti gli ambiti cittadini, ma con strette norme
di convivenza.
La questione è, tale e quale la riporta un articolo del quotidiano El
nacional, in quale modo puntare sulla strategia di Uribe di austerità, che
contempla inoltre la riduzione dei costi e dei salari pubblici, farsi dare prestiti dal
Fondo Monetario Internazionale (FMI) e raccogliere il più presto possibile le imposte per
la Sicurezza nazionale, senza che i colombiani si sentano aggrediti nella loro integrità
dovendo chiedere permessi speciali per viaggiare allinterno del proprio stato.
Tuttavia, nonostante le riforme in embrione e nonostante lincertezza delle
prospettive, lelettorato confida di ottenere le storiche promesse di un lavoro e di
una vita sicura.
Il
Presidente Uribe si reca a Washington per la prima visita ufficiale
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settembre 2002 Il Presidente della Colombia, Alvaro Uribe, si è recato
a Washington per la sua prima visita ufficiale negli Stati Uniti per incontrarsi con il
suo omologo George W. Bush. E stato accompagnato dai suoi Ministri di Relazioni
Estere, Carolina Barco, della Difesa, Martha Lucía Ramírez, e del Commercio, Jorge
Humberto Botero. Il Capo di Stato colombiano ha discusso con Bush temi relativi alla lotta
contro il terrorismo in ambito latinoamericano e sullo stato di mobilitazione interno
decretato l11 agosto, per la situazione dellordine pubblico in Colombia. Il
Ministero degli Esteri colombiano ha comunicato che Uribe e Bush hanno definito norme
bilaterali in materia di commercio e di "lotta congiunta contro il narcotraffico e il
terrorismo".
Nuovamente
riconosciuta la conservazione di Cartagenas de Indias
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settembre 2002 Dai campanili del castello di San Felipe de Barajas è
possibile scorgere i due contrastanti panorami di Cartagenas de Indias, cosa che
impressiona, più che per i suoi alti grattacieli, per la conservazione e
lesuberanza dellarchitettura ultracentenaria, custodita dai suoi abitanti con
somma accuratezza.
In questa città del nord della Colombia, capitale del dipartimento di Bolívar e porto
nel Mare Caribe, si eleva, nella sua parte antica, una muraglia di 12 metri di larghezza
come un cintura di sicurezza per i suoi accumulati tesori di muri, inferriate, selciati e
gioielli di lavorazioni in oro e in argento.
I visibili segnali dellepoca coloniale, iniziata con la fondazione della città nel
1533, appaiono in tutto il loro splendore ai visitatori, che arrivano preceduti non solo
dalla pubblicità turistica, ma anche da una delle più importanti qualifiche
dellUNESCO, quella di Patrimonio dellUmanità.
Recentemente, la Spagna, e in modo particolare i monarchi iberici, si è unita al
riconoscimento mondiale assegnando a questa città il premio Regina Sofía di
Conservazione e Restauro del Patrimonio Artistico e Culturale.
Lonorificenza, di grande prestigio internazionale, viene conferita a qualsiasi
opera, istituzione o professionista che si sia distinta in modo rilevante nel campo della
conservazione e del restauro nellIbero-America, senza contare la Spagna.
Tra gli edifici principali della cultura locale spiccano la cattedrale, la chiesa gesuita
di San Juan de Dios e il palazzo che è stato la sede dellInquisizione spagnola in
America del Sud. Nella città si incontra, inoltre, lUniversità di Cartagenas, del
1827, e il terminale di un vecchio oleodotto che si estende per circa 600 km.
nellinterno del paese.
Per argomentare il suo verdetto, il giudice spagnolo ha contemplato il lavoro di 80 anni
della Società per i Miglioramenti Pubblici, che ha reso possibile il recupero di tutto
linsieme monumentale della città e della sua cintura muraria. Allo stesso modo, il
restauro delle fortificazioni e dei monumenti, e in particolar modo del Castello di San
Felipe, ha avuto un notevole peso nella decisione finale.
A Cartagena de Indias è stato consegnato un premio metallico, una scultura allegorica,
una targa commemorativa e una borsa di studio per un corso accademico in Spagna in uno dei
campi relativi alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale.
Economia per la guerra
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settembre 2002 Con scetticismo è stata commentata dagli analisti la
proposta del nuovo Governo colombiano di incorporare nelle forze armate 20.000 contadini
delle zone rurali, dove lo Stato non ha presenza di polizia o militare. A questi si
aggiungerebbero 25.000 nuovi effettivi regolari nellambito del piano del Presidente
Uribe, di vincolare un milione di abitanti come collaboratori della forza pubblica con
lobiettivo di rafforzare il confronto con gli insorti.
Il finanziamento di questo progetto è stato annunciato dal Governo, che emetterà buoni
di obbligazione e titoli non obbligatori, come pure unimposta sul patrimonio liquido
per mezzo dei quali i cittadini finanzieranno la guerra. La misura, che è stata
appoggiata incondizionatamente dagli imprenditori, commercianti e industriali, è in
contrasto con gli avvertimenti di vari settori politici e di Organizzazioni Non
Governative (ONG), che vedono detta proposta come la generalizzazione del conflitto in un
paese che ha problemi di ogni tipo, come lo aveva sottolineato lex-candidato
presidenziale, Luis Eduardo Garzón.
Si vede con preoccupazione il piano di armare contadini senza esperienza e con poco
addestramento per affrontare gruppi armati con anni di pratica nella contesa bellica. I
nuovi soldati e i nuovi poliziotti di appoggio riceveranno un salario mensile come paga
per i loro servizi. Questo progetto indica un aumento del bilancio per la guerra in un
paese che ha registrato, nellultimo mese, un aumento del 18 % della disoccupazione e
dove diventano sempre più acuti gli alti indici di povertà che raggiungono il 64 % della
popolazione, dei quali i più vulnerabili continuano a essere i bambini, secondo il
riassunto informativo del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) per il
2003. Il bilancio del Governo centrale per i programmi di assistenza sociale si è
mantenuto attorno all1 % per tutto il decennio del 90 ed è diminuito allo 0.7
% nel 2002, molto al di sotto di quelli del Messico, Perù, Venezuela e Uruguay.
Il Governo si prepara ad affrontare gli insorti, intanto che le Forze Armate
Rivoluzionarie della Colombia affermano di essere disposte a intavolare colloqui di pace
con il nuovo Presidente Uribe, ma senza condizioni e senza la partecipazione
dellONU. In una lettera aperta hanno segnalato di essere disposti a riannodare il
dialogo, riprendendo lAgenda Comune per il Cambiamento verso la Nuova Colombia
firmata con il Governo di Andrés Pastrana (1998-2002), che comprende la partecipazione
attiva delle organizzazioni sociali e popolari. Le misure del nuovo Governo di decretare
lo stato speciale perseguono il rafforzamento delle forze militari e
dellintelligence dello Stato. La linea tracciata dal Presidente Alvaro Uribe è
quella di negoziare con la guerriglia, solo sui punti che si possano ottenere con
lONU, che non si rispecchiano nella posizione della guerriglia e che allontanano
sempre di più le possibilità di rendere concreto un punto per riannodare le
conversazioni.
Il conflitto continua a svilupparsi nellaltra Colombia, come lo descrive una
relazione del PNUD, nel paese periferico di frontiera, isolato, rurale, le cui logiche
condizioni di vita e di contesto dazione sono lontane dai centri di decisione.
Alvaro Uribe assume la
presidenza della Colombia
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agosto 2002 Lagenzia di notizie EFE ha informato che Alvaro Uribe
è stato investito lo scorso 7 agosto come nuovo Presidente dalla Colombia, in una
cerimonia celebrata nel centro di Bogotá, in mezzo a eccezionali misure di sicurezza e a
esplosioni che hanno causato almeno 16 vittime. Uribe, di 50 anni, ha prestato giuramento
alla carica davanti al presidente del Congresso, José Alfredo Ramos, che gli ha fatto
indossare la banda tricolore che lo identifica come il 35° Presidente della storia
repubblicana della Colombia.
Alla cerimonia hanno partecipato 58 delegazioni internazionali, compresi sei Presidenti
latinoamericani. Il Ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque ha capeggiato la delegazione
cubana al passaggio dei poteri presidenziali.
Durante il suo discorso dinvestitura, il nuovo Presidente ha espresso il suo
sostegno alle forze armate colombiane nella lotta contro gli insorti e ha ribadito che
favorirà un dialogo con la guerriglia attraverso la mediazione dellONU, alla
condizione di una cessazione delle ostilità. Ha ribadito, inoltre, che darà seguito al
Piano Colombia.
Secondo lagenzia di notizie Reuters, pochi minuti prima che Uribe entrasse al
Congresso, si sono udite due esplosioni che pare siano state provocate da due bombe.
La versione dei fatti della DPA segnala che almeno 16 morti, tra questi tre bambine, e 46
feriti sono il bilancio delle esplosioni. La maggior parte delle vittime sono state a
causa di due esplosioni nelle vicinanze del centro di Bogotá, dove si stava effettuando
la cerimonia per lassunzione della Presidenza, in una zona povera conosciuta come
Calle del Cartucho.
Buoni spesa per le forze
militari in Colombia
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agosto 2002 - Lo stato Colombiano emetterà buoni obbligatori e titoli non
obbligatori per mezzo dei quali la popolazione dovrà finanziare le forze militari. I
buoni, per sostenere la guerra dellesercito governativo, avranno una scala
obbligatoria per un gruppo di persone che si calcola abbiano maggior capacità di spesa,
secondo la stampa colombiana. La proposta è stata presentata dal Presidente del Paese,
Alvaro Uribe, che ha contato sullappoggio dei principali sindacati nazionali, anche
se hanno insistito sul fatto che tali fondi non vengano dissipati per mantenere la
burocrazia statale. La misura è indirizzata a ottenere capitali per coprire un disavanzo
di 1.040 milioni di dollari nel preventivo di bilancio del Ministero della Difesa per il
2003.
Il
Presidente eletto colombiano cerca appoggio internazionale
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giugno 2002 Il Presidente eletto della Colombia, Alvaro Uribe Vélez, si
è recato negli Stati Uniti per riunirsi con alti funzionari di quel paese e delle Nazioni
Unite, ai quali ha chiesto appoggio al suo piano di sicurezza. Al Segretario Generale
dellONU, Kofi Annan, ha chiesto ufficialmente di agire come mediatore in un
eventuale processo di pace. Allo stesso modo, Uribe ha manifestato la necessità di
contare su maggiori risorse per aumentare il numero di effettivi impiegati su tutti i
fronti che secondo lui sono: la guerriglia, i paramilitari dellultradestra e il
narcotraffico.
Quale realtà li aspetta?
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giugno 2002 Interrogativi e altri interrogativi si abbattono sulla
società colombiana, quella che ha appena scelto nuovi postulati di governo attraverso la
figura di Alvaro Uribe Vélez, che ha promesso di porre termine alla violenza e di
"far risollevare" uneconomia crollata a causa di molti anni di confronti.
Il candidato dissidente del Partito Liberale e del Movimento di destra Primero Colombia,
ripete, nei suoi recenti discorsi, che i suoi obiettivi principali, nei suoi quattro anni
di Governo, saranno: recuperare la sicurezza del paese, contenere uneventuale guerra
e riprendere i negoziati per una pacificazione totale, da una posizione ferma e collegiale
con il benestare internazionale.
Bisogna capire che Uribe ha vinto alla prima tornata con il 53 % dei voti di una parte
dellopinione pubblica nazionale, ma il livello di astensionismo a queste elezioni è
stato molto elevato.
Il 55 % di quelli che hanno disertato le urne dà un esempio del discredito raggiunto dai
partiti Conservatore e Liberale, e parla della profonda crisi politica del bipartitismo
colombiano.
Con una popolazione meticcia di 39.5 milioni di abitanti, il paese si sostiene, oltre alle
sue produzioni per il consumo interno, con le esportazioni di fiori, carbone, banane,
petrolio, zucchero, allevamento, smeraldi, ma, soprattutto, di caffè.
Tuttavia, gli oltre 40 anni di belligeranza fanno temere a molti esperti un incredibile
collasso dei suoi principali proventi, e oltretutto si dice che, se continuassero le
attuali tendenze, il caffè colombiano passerebbe, in un paio danni, agli annali
della memoria folclorica e commerciale.
E la realtà è quella che la nazione è praticamente bloccata nella sua produzione di
caffè con indici bassissimi di sfruttamento e di inversione estera, come pure di
unallarmante crescita dei movimenti di persone che raggiungono oggi i due milioni e
mezzo di persone, le stesse persone che hanno abbandonato le loro terre e le loro
piantagioni, non potendo più coltivare migliaia di ettari.
Il resto dei lavoratori, quelli a contratto libero per ogni raccolto, lavora in modo poco
motivato, a discapito della qualità del prodotto. Le loro insicurezze quotidiane si
riflettono in pratiche di lavoro improvvisate e poco curate.
A questo bisognerebbe aggiungere la significativa esplosione della migrazione e
lacuto problema della corruzione a partire dallinfluenza del narcotraffico e
del riciclo di denaro in tutte le sfere della società. Il disastroso quadro si completa
inoltre con scene di terrore in cui sono protagonisti i gruppi paramilitari e i timori per
gli scontri tra le guerriglie e lesercito regolare.
Per iniziare, Uribe insiste nel duplicare gli effettivi militari e di polizia in sintonia
con la sua campagna di promozione, il cui tema principale era quello di applicare la
"mano forte". I suoi elettori hanno bisogno di credere che "lordine
sia arrivato a casa", però molti dei suoi oppositori si domandano come questo potrà
essere messo in pratica se le risorse di cui dispone sono così scarse.
Una formula possibile, afferma lattuale Presidente eletto sudamericano, sarà quella
di raccogliere alcune risorse pubbliche per mezzo della diminuzione dei costi di certi
settori della burocrazia colombiana e mediante la creazione di unimposta di guerra o
lincremento di quella già esistente, diretta ai settori più ricchi.
La restituzione dellautorità dello Stato di fronte ai gruppi armati legali, secondo
la sua classificazione personale, figura tra le sue priorità, anche se non è chiaro come
la metterà in pratica.
Per ora ha convocato le Nazioni Unite affinché facciano da mediatori nel conflitto
colombiano e, in linea con la sua richiesta, il Segretario Generale dellONU, Kofi
Annan, lo riceverà a New York alla fine di giugno.
Le altre parti coinvolte nella faccenda, si legga Forze Armate della Colombia (FARC) o
lEsercito di Liberazione Nazionale (ELN), tuttora non si sono pronunciate al
riguardo, però molti analisti segnalano che neppure hanno fatto retromarcia dalle loro
dichiarazioni dell8 maggio scorso.
In quelloccasione le FARC avevano ribadito il loro desiderio di "dialogare con
il futuro Presidente colombiano, chiunque fosse, animati nel riconoscere la necessità di
profondi cambiamenti democratici in materia economica e sociale". LELN, da
parte sua, ha mantenuto una posizione più sostenuta in questo senso, partecipando ad
alcuni colloqui bilaterali che tuttavia non hanno portato a risultati concreti.
Andrés Pastrana, il Presidente uscente, e le FARC non sono riusciti a mettersi
daccordo e hanno rotto la tregua lo scorso 20 febbraio. Uribe, finora, non ha negato
la sua disponibilità a conversare.
La definitiva applicazione del Plan Colombia, ideato dagli Stati Uniti presuntamente per
combattere il narcotraffico, è uno dei tanti altri interrogativi, dato che la sua
esecuzione presuppone, per molte personalità colombiane e latinoamericane, un attacco
contro i gruppi degli insorti e una netta ingerenza negli affari interni.
Nonostante le argomentazioni governative sul fatto che la proposta nordamericana
eliminerà le coltivazioni di coca e ne taglierà alla radice il traffico verso il resto
del continente e degli Stati Uniti, ogni volta sono sempre più coloro che prevedono una
militarizzazione della regione soggetta ai disegni della Casa Bianca.
Tuttavia il leader di Colombia Primero ha affermato che approfitterà del controverso
piano per gestire un accordo di finanziamento destinato almeno a 50.000 famiglie contadine
per far loro distruggere la droga e per la conservazione dei boschi.
In questi momenti la Colombia è immersa in un processo di transizione da un governo a un
altro, che dovrà culminare il 7 agosto, quando Pastrana abbandonerà la Casa de Narino, a
Bogotà.
Nei circoli oligarchici e sui mezzi di stampa si specula sul fatto che Uribe
necessariamente dovrà attingere da tutte le forze politiche per completare la sua squadra
di lavoro se vuole dare impulso a un progetto di rinnovamento e filodemagogico, rivolto
alla pace, alla concordia e alla crescita economica.
Si dice, allo stesso modo, che ritornerà alle sue origini di partito, vale a dire, nel
pieno del Liberismo, con cui non si scarta la possibilità sul fatto che cerchi
unalleanza con Horacio Serpa, secondo arrivato nelle preferenze elettorali.
Nel suo discorso di proclamazione, Uribe ha fatto riferimento a ciascuno dei suoi
contendenti con parole di elogio, con un netto proposito, così come lo segnalano gli
esperti, di erigersi a leader incontrastato.
Per il momento, il suo futuro schema di direzione è unaltra delle domande che
spetta in realtà alla Colombia.
Alvaro Uribe nuovo Presidente
della Colombia
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giugno 2002 Dopo avere ottenuto il 52.92 % dei voti alla prima tornata,
luomo di destra Alvaro Uribe è diventato il nuovo Presidente eletto della Colombia.
E la prima volta che in questa nazione sudamericana viene eletto un Presidente alla
prima tornata elettorale, che è indice della grande propaganda portata avanti da questo
avvocato di 49 anni, della regione di Antioquia, e capo del Movimento Primo Colombia. Nel
suo programma fondamentale cè una pacificazione della società con un appello alla
guerriglia ad abbandonare le armi. E inoltre, da parte sua, un forte difensore del
Piano Colombia, presunto strumento statunitense per combattere il narcotraffico.
I partiti
tradizionali colombiani perdono la maggioranza al Senato
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marzo 2002 - Nelle recenti elezioni legislative colombiane, la coalizione liberale
che è diretta da Horacio Serpa è passata da 84 seggi a 53 alla Camera, mentre il Partito
Conservatore ha perso due dei suoi 15 seggi, che sono andati a favore del cartello dei
partiti indipendenti. Questi sono arrivati ad ottenere il 55,4% della Camera dei
Rappresentanti.
Lintervento
statunitense o la spada di Damocle
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marzo 2002 - Gli avvenimenti in Colombia assomigliano a una strada ostruita,
regolata da un semaforo a luce intermittente, dove la luce verde degli aiuti militari
statunitensi persiste nel lanciare pericolosi sprazzi intorno a sé mettendo in gioco sia
la stabilità del paese sia quella di tutto il continente.
George W. Bush, Presidente degli Stati Uniti, inserirà nel preventivo fiscale
dellanno prossimo una cifra addizionale di 500 milioni di dollari "estremamente
necessaria", a suo giudizio, per eliminare il narcotraffico colombiano. Comè
diventato di moda a Washington, Bush pretende di giustificare così una campagna bellica
contro gli insorti in Colombia.
Ha promesso, inoltre, circa altri 98 milioni di dollari con la netta intenzione di
addestrare ed equipaggiare le brigate di punta dellesercito colombiano, che sono
dislocate nei pressi dei territori controllati dalle Forze Armate Rivoluzionarie di
Colombia (FARC).
Nella sua proclamata campagna "Con me tutto, senza di me niente", Bush ha
identificato in più di unoccasione i gruppi armati colombiani come membri della
lista nera della Casa Bianca e per ciò si mostra generoso ad appoggiare le truppe
governative colombiane. Circa cento istruttori militari nordamericani si occupano
giornalmente degli effettivi colombiani, i quali contano anche dallo scorso mese su 14
elicotteri Black Hawk e su 33 UH-1N Huey.
Anche quando il Washington Post divulga le dichiarazioni di Bush in cui afferma che
"ci proponiamo di rispettare rigidamente i limiti imposti dalle leggi vigenti, che
autorizzano gli aiuti militari unicamente per combattere il narcotraffico",
permangono nellopinione pubblica colombiana preoccupazioni reali di un eventuale
intervento militare straniero.
Dopo la rottura, lo scorso 20 febbraio, dei negoziati di pace tra il Governo e le FARC, la
Colombia è alla mercé di unalta probabilità di guerra totale, senza che per il
momento ve ne siano tutti i sintomi, ma con una recrudescenza degli scontri tra le parti.
A causa della crisi, circa sessanta municipi, del sud-ovest, sono rimasti isolati e hanno
avuto lunghi periodi di black-out per mancanza di elettricità, dovuti alla ripresa dei
combattimenti che si prolungheranno probabilmente per sei mesi, come pronosticato da
portavoce del Governo. I governativi cercheranno di occupare la zona che avevano occupato
le FARC nel sud della Colombia.
Héctor Fabio Velasco, generale dellesercito che opera a San Vicente del Caguàn, si
è visto costretto a informare sulle sue operazioni nellarea, così come a dare
spiegazioni su una denuncia popolare che lo accusava di un uso eccessivo del dispiegamento
militare contro i guerriglieri, che ha causato, senza dubbi, la morte di un bimbo di due
anni, morto a seguito di un bombardamento indiscriminato.
"In queste operazioni contro gli insorti e i narcotrafficanti, possono accadere degli
incidenti", ha dichiarato.
Da parte sua lEsercito di Liberazione Nazionale (ELN), ha chiesto ai contendenti di
tornare al tavolo dei negoziati e di lasciare da parte le proprie recriminazioni per
lasciare il posto a un possibile accordo.
Il leader dellELN, Nicolás Rodríguez Bautista, si è lamentato della tragica
rottura dopo tre anni di tentativi di pacificazione, dichiarandosi contrario a una
dichiarazione di guerra totale.
Le contraddizioni tra le FARC ed il Governo sono attualmente utilizzate come argomento di
proselitismo nella campagna elettorale di alcuni settori politici di destra che cercano di
ingraziarsi Washington.
Sapendo che la pace, da quarantanni, è la massima aspirazione dei colombiani,
questi politici vogliono ampliare larea di consenso e di simpatia che li portino a
governare, nellagosto di questanno, nella Casa de Nariño.
Alvaro Uribe, candidato presidenziale della destra del Movimento Prima Colombia, ha
dichiarato lo scorso fine mese che "la richiesta di aiuti militari stranieri è una
necessità del nostro paese per combattere il terrorismo".
Un intervento straniero sarebbe
ingiustificabile
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febbraio 2002 "Cuba considera che, al di sopra di ogni cosa,
debbano essere rispettate lintegrità e la sovranità della Colombia. Non esiste
nessun concetto sotto il quale potrebbe essere giustificato un intervento militare
straniero. La Colombia non deve essere invasa neppure con il pretesto di imporre la pace.
Un intervento non risolverebbe questa guerra, laggraverebbe e sarebbe inoltre un
colossale errore di imprevedibili conseguenze per la regione e per la pace
internazionale".
Queste dichiarazioni sono state fatte dal Ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez
Roque, allinaugurazione a La Habana di una riunione denominata Vertice per la Pace,
che ha avuto la presenza del Presidente Fidel Castro e alla quale hanno partecipato alti
funzionari del Governo e dellEsercito di Liberazione Nazionale della Colombia (ELN),
come pure di un centinaio di personalità di diversi settori sociali colombiani e della
comunità internazionale.
Dopo avere espresso la convinzione che lunica uscita possibile da questo conflitto
è la soluzione politica negoziata, Pérez Roque ha ribadito che "mentre le parti
colombiane considerano che la nostra partecipazione e i nostri modesti sforzi sono utili,
la Colombia potrà contare su di noi".
Il processo di dialogo colombiano ha avuto momenti incoraggianti lo scorso 20 gennaio,
quando le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e il Governo di Andrés
Pastrana hanno deciso di appianare i loro contrasti per una distensione nazionale, dopo
unacuta crisi di incomprensioni.
Al pesante fardello di un conflitto interno non risolto bisogna sommare il reale pericolo
che porta con sé per questa società lapplicazione del Plan Colombia, supposto
artificio statunitense di lotta alla droga nella regione andina.
Queste due pietre della situazione colombiana sono molto in relazione tra di loro poiché
sono frutto delle disuguaglianze sociali e della povertà.
Con il proposito di ridurre le loro discrepanze, Bogotá, le FARC e anche lELN
tentano, da tre anni, un processo di pace senza grandi risultati, anche se sedendosi alle
trattative, tra alti e bassi, si crea il precedente che la pacificazione, al di là dei
desideri, potrebbe essere possibile.
Dopo una ronda tangibile di volontà politica, quando tutto sembrava catastrofico,
Pastrana, per il potere centrale, e Marulanda, per la parte degli insorti, hanno ascoltato
mutue proposte avallate dalla mediazione internazionale, che ha prolungato di sei mesi i
negoziati, come pure la zona smilitarizzata.
Leliminazione della miseria è stato il principale argomento portato avanti dagli
oppositori storici del Governo colombiano, che ha riconosciuto lesistenza di circa
25 milioni di poveri.
Si tratta di cittadini colombiani senza lavoro e senza abitazione ai quali diventa
difficile capire il perché si continui a prolungare lirrisolto contrasto nazionale.
A margine delle discrepanze di principio tra le parti, la definizione di terrorista data
dalla Casa Bianca alle FARC e allELN apre un tenebroso capitolo alla distensione
colombiana.
Washington ha approfittato delle azioni terroriste dell11 settembre scorso contro
gli Stati Uniti, per divulgare "coscienziosamente" una lista di tutte le
organizzazioni e dei paesi considerati come minacce per lumanità.
Curiosamente in questo contesto entrano una serie di nazioni, di gruppi politici e di
massa che, da molti anni, portano avanti giuste rivendicazioni per i loro popoli, ma in
particolar modo per le loro radicali posizioni contro lingerenza nordamericana.
Le spese della Casa Bianca di 1.300 milioni di dollari per riarmare lesercito
governativo colombiano ha messo in dubbio i desideri di chiarezza e di concordia portati
avanti dalla società di questa nazione sudamericana.
Andrés Pastrana, che lascerà il potere in agosto, si è visto da un lato pressato
dallalto comando delle sue forze armate e dallaltro dalle pretese egemoniche
di Washington, che si presenta davanti allopinione pubblica mondiale come
"leroe" della lotta antidroga e avvolto nella bandiera della pace in
Colombia, di dubbia credibilità
Comitato di verifica
presente nella tregua colombiana
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febbraio 2002 Il Governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie
della Colombia (FARC) si sono accordate affinché un comitato di verifica faccia parte
della tregua che verrà firmata dalle parti il prossimo 7 aprile. Raúl Reyes, principale
portavoce delle FARC al Tavolo Nazionale del Dialogo e del Negoziato, ha indicato che
"larea neutrale del sud è disposta alla firma di una tregua bilaterale da uno
a quattro o a sei mesi. Anche se ciò sarà difficile, esiste un mutuo impegno di cercare
la pace".
Accordo
tra le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia e il Governo
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gennaio 2002 Andrés Pastrana, Presidente della Colombia, e le Forze
Armate Rivoluzionarie (FARC) hanno concordato un tregua bilaterale in vista di un
eventuale accordo di pace. Dopo che il dialogo era stato interrotto, al principio di
gennaio di quest'anno, con un serio pericolo di una nuova escalation, le parti in guerra
sono ritornate al tavolo delle trattative con l'obiettivo di realizzare una tregua di sei
mesi. Il Governo colombiano ha accettato, inoltre, di estendere la zona di pace. "Si
tratta - secondo Camilo Gómez, Alto Commissario per la Pace e Negoziatore Governativo
di un impegno concreto, specifico, dove il processo sincammina verso la
ricerca diretta, con date precise, di una tregua con il cessate il fuoco e le ostilità a
partire da quelle che abbiamo chiamato le possibilità per una diminuzione del
conflitto".
Nel mirino statunitense
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ottobre 2001 Questa settimana la divisione antiterrorista degli Stati
Uniti diretta da Francis. X.. Taylor ha preso la prerogativa di annunciare che
intraprenderà nei prossimi giorni azioni concrete con lobiettivo di sradicare la
violenza colombiana.
Anche se il funzionario nordamericano ha assicurato che per il momento la lotta contro il
terrorismo in Colombia verrà condotta mediante operazioni coordinate tra le agenzie
specifiche dei due paesi, scambi di notizie tra servizi segreti e blocchi al finanziamento
dei terroristi, ci sono seri dubbi sulla veridicità di tali argomenti.
Lo stesso Taylor ha lasciato uno spiraglio nelle sue dichiarazioni paragonando la
strategia statunitense nella regione andina a quella impiegata dalla Casa Bianca in altre
parti del mondo e di fronte a ciò non ha potuto tralasciare di menzionare lutilizzo
della forza militare contro lAfghanistan.
Per molti analisti il fatto non offre doppie interpretazioni, bensì una sola diretta che
punta verso una maggiore penetrazione nordamericana nei conflitti interni di altre
nazioni.
Lannuncio di Taylor ha suscitato un notevole malcontento nella Giunta dei
Governatori del Sud della Colombia, banco per eccellenza delle idee ingerentiste
dellamministrazione Bush.
Avallati dalla proposta di approntare a tutti i livelli accordati il Plan Colombia, gli
Stati Uniti hanno detto che sborseranno a questo scopo 1.300 milioni di dollari, dei quali
una schiacciante quantità verrà destinata allacquisto di componenti a uso
militare.
Ideato alla fine del decennio scorso, questo progetto, presunto paladino strategico contro
la droga, è entrato in vigore il 27 settembre 2000, una volta che gli Stati Uniti e la
Colombia hanno firmato quattro accordi di assistenza tecnica ed economica.
Tra le finalità iniziali del piano cera quella di sradicare in maniera massiccia le
coltivazioni illegali di coca, più tardi venne concepita "una strategia integrale
per dare impulso allo sviluppo sociale, al processo di pacificazione con la guerriglia e
al rafforzamento del sistema giudiziario".
Inoltre, a tal fine era stato promesso a Bogotá un finanziamento milionario per dare
impulso a programmi di sviluppo sociale alternativi, concentrati nei villaggi del sud di
Villa Guzmán, Puerto Asís e Orito.
Trascorso un anno e con il pretesto di assestare un duro colpo contro il terrorismo
internazionale, Washington è tornata a mettere sotto i riflettori i nomi di vari gruppi
armati colombiani che hanno le loro basi operative nella controversa area di coltivazione
della coca.
Per nessuno è una novità che la realtà di questo paese sudamericano è caratterizzata,
da molto tempo, da un conflitto interno che si dibatte tra la continuità e la soluzione
pacifica, in cui il dialogo tra le parti è stato allordine del giorno.
Tuttavia, alla luce dei più recenti avvenimenti internazionali nei quali gli Stati Uniti
hanno avuto un ruolo di primo piano per essere stati oggetto di azioni terroristiche nello
scorso mese di settembre, il Governo repubblicano di Bush ha trovato una miniera per dar
voce alla sua politica di intervento in America Latina.
Numerosi sono gli esperti preoccupati per le eventuali implicazioni del Plan Colombia e in
particolar modo del suo aspetto militare, in quanto questo potrebbe rendere più dura la
guerra interna colombiana ed espanderla verso il Venezuela o lEcuador.
Vera strategia di pace?
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agosto 2001 Finora il vasto menù di proposte del Plan Colombia per
affrontare la situazione economica, politica e sociale di questo paese si evidenzia
nellarea militare.
Il programma cerca di portare avanti dieci istanze. Il recupero economico, attraverso
lattrazione di investimenti esteri e nazionali; la "strategia della pace"
basata su accordi negoziati con la guerriglia; il rafforzamento delle forze armate e della
polizia per ripristinare legge e sicurezza nel paese; la riforma giudiziaria; la lotta al
traffico di droga, in accordo con altre nazioni; lo sviluppo dellagricoltura,
realizzabile dando ai coltivatori di coca la possibilità di dedicarsi a coltivazioni
alternative; la partecipazione sociale agli sforzi della comunità e del Governo;
programmi di educazione, salute e lotta alla povertà; e mobilitazione della comunità
internazionale intenzionata a sottoscrivere il piano.
In realtà, le priorità nella lotta al traffico di droghe vengono stabilite in accordo
agli interessi degli Stati Uniti, cosa che alcuni esperti considerano un pretesto per un
intervento militare nella regione. Il cosiddetto Piano per la Pace, la prosperità e il
rafforzamento delle istituzioni democratiche, prevede 7.500 milioni di dollari in un
periodo di tre anni, dei quali 4.000 sono colombiani.
Mentre lEuropa preferisce destinare i suoi aiuti a programmi di sviluppo sociale,
gli Stati Uniti daranno più di 1.000 milioni per armare esercito e polizia, dei 1.300
stanziati.
Lo stock di aiuti militari si fa consistente. Comprende, tra i mezzi che arriveranno in
Colombia, 3 battaglioni antinarcotici e 46 elicotteri da trasporto (16 UH-60 Black Hawk e
30 UH-1H Huey), tra gli altri aiuti che arriveranno alla Colombia se saranno rispettate
alcune condizioni, come il miglioramento dei diritti umani e la volontà di interrompere
la produzione di coca entro il 2005.
Nel 1998, quando Andrés Pastrana divenne presidente, Gli Stati Uniti destinarono 289
milioni di dollari alla nazione latinoamericana per la lotta al traffico di droga. La
Colombia divenne il terzo paese per volume di aiuti nordamericani, dopo Israele ed Egitto.
Molti pensano che si tratti di un assalto contro le forze guerrigliere, principalmente
della FARC che occupano il sud del paese, poiché la prima parte del Piano si concentra
verso la zona del Putumayo. Loperazione proseguirà poi verso il centro fino a
coprire tutto il territorio nazionale.
Adam Isacson, del Centro per la Politica Internazionale di Washington, ha dichiarato alla
CNN: "Destinare una grande quantità di denaro ai militari è indubbiamente una
soluzione rapida, però non cè una soluzione rapida o a breve termine, né a buon
mercato per la Colombia".
Il Piano è stato intrapreso già durante il Governo di Clinton che, secondo la CNN,
autorizzò gli aiuti "nonostante la sua preoccupazione per gli abusi dei diritti
umani da parte delle Forze Armate". In merito allazione dellesercito sono
emersi nuovi dubbi. Indagini indicano che tra il 1997 e il 1999, 477 membri
dellesercito e della polizia sono stati processati e giudicati colpevoli per crimini
contro la popolazione.
"Nessuno di loro riferendosi agli effettivi delle Forze Armate ha un
livello di educazione medio-superiore e li mandano in una zona controllata dalla FARC
dallinizio degli anni 60. Cè da aspettarsi che il risultato di questi
battaglioni non sia molto buono, anche se dotati di potenti elicotteri. Se questo
fallisce, che succederà dopo?", si chiede Isacson.
Altri assicurano che anche se il progetto fallisce, ad ogni modo rimarrà completamente
sicura la posizione degli Stati Uniti nella regione.
Certe inchieste negli Stati Uniti in merito allefficacia del piano mettono in
rilievo lincertezza sul tema. In un sondaggio recente della CNN fatto sul suo sito
Internet, emerge che il 78 % dei nordamericani non crede sia efficace; solo il 17 % dei
partecipanti al sondaggio crede nei risultati del Piano Colombia.
Nellambito della lotta alla droga, sono iniziate le fumigazioni con il glisofato,
che hanno generato proteste non solo in Colombia ma anche negli Stati Uniti. I leader
indigeni delle zone del sud sostengono che le irrorazioni fatte con aerei nordamericani
stanno causando intossicazioni tra gli abitanti e distruggendo la fauna ittica, i prodotti
agricoli e rovinando le terre produttive.
Il governatore di Cauca e dirigente indigeno, Flor Tunubalá, ha respinto una settimana fa
la decisione ufficiale di dare via libera alla fumigazioni delle coltivazioni nelle zone
protette. Tunubalá ha denunciato in varie occasioni queste azioni per limpatto
nocivo che hanno sulla salute delle persone e sullambiente.
Tuttavia, il giudice Gilberto Reyes, dopo aver "studiato attentamente le
ragioni" delle parti, ha stabilito di continuare con le irrigazioni.
Lambasciatrice degli Stati Uniti in Colombia, Anne Patterson, ha dichiarato il suo
accordo con il giudizio dato che precedentemente aveva detto che la sospensione avrebbe
avuto un effetto devastante sugli aiuti statunitensi. In altre parole, sarebbero finiti.
Gli Stati Uniti sono i principali consumatori al mondo di stupefacenti con 5.7 milioni di
tossicomani, secondo i dati del 1999. Il Piano Colombia, in accordo con il pensiero
nordamericano sulla questione, ha la strategia di sradicare la produzione della coca.
Intanto, la violenza e le fumigazioni lasciano ogni anno circa 300.000 persone senza mezzi
di sussistenza. Nel solo dipartimento di Putumayo, 135.000 persone dipendono da queste
dannate coltivazioni. La risoluzione di un tale problema nemmeno si scorge nella difficile
situazione nazionale.
"Stiamo prendendo decisioni molto forti in senso militare e molto deboli
nellambito dello sviluppo agricolo e non stiamo dando nessuna alternativa ai
contadini", ha dichiarato alla CNN Bruce Bagley, professore della Facoltà di Studi
Internazionali di Miami ed esperto su temi di sicurezza e di narcotraffico in America
Latina.
Attualmente la Colombia detiene il terzo maggior numero di disoccupati del mondo con 2
milioni, dopo il Sudan e lAngola. La faccenda riguarda anche i paesi vicini, che
accolgono queste persone senza più terra. Secondo le agenzie di stampa, funzionari
dellEcuador e della Colombia cercheranno di definire una strategia comune per
affrontare il problema della mancanza di sicurezza alle frontiere.
Quasi quattro decenni di conflitto interno che si vanno ad aggiungere al narcotraffico,
alla irruzione dei paramilitari e alla corruzione del Governo, rendono la vita oggi in
Colombia critica come mai finora nella sua storia. Il Piano costerà molti soldi,
provenienti dai fondi nazionali ed esteri; ma la cosiddetta strategia di pace
porterà solamente più guerra e una maggiore partecipazione militare degli Stati Uniti
nella regione.
L'Europa
si oppone alla strategia di guerra di Washington
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maggio 2001 - La richiesta e l'utilizzo del capitale finanziario per una
strategia contro il narcotraffico e il processo di pace in Colombia, trovano contrapposti
gli Stati Uniti e l'Europa, che si differenziano sostanzialmente nel modo di affrontare il
problema.
L'Unione Europea, formata da 15 nazioni, ha una visione molto diversa del controverso
"Piano Colombia", un'iniziativa sorta nel 1999 su richiesta del Presidente
Andrés Pastrana e sostenuta, contro tutto e contro tutti, da Washington per combattere la
guerriglia e il narcotraffico.
Il Piano, che prevede uno stanziamento di 7.500 milioni di dollari, dei quali la Casa
Bianca ne apporterebbe 1.300, comprende una massiccia presenza militare, con
l'addestramento delle truppe per la lotta nella foresta, e la fornitura degli armamenti.
Del contributo statunitense, 900 milioni sono destinati all'ammodernamento degli
armamenti, alladdestramento di tre battaglioni di berretti verdi e al rinnovamento
di varie basi militari in Colombia e nellEcuador.
La lista, criticata dagli Europei, comprende 18 elicotteri Black Hawk, 35 elicotteri Huey,
molti dei quali sono già utilizzati attivamente nel paese sudamericano.
Con lo scopo di ottenere una copertura regionale, le autorità nordamericane, hanno
tentato di coinvolgere in modo diretto i paesi limitrofi, l'Europa e il Giappone (in
misura minore), quelli che in varie occasioni si sono schierati contro il piano per il
carattere bellico della campagna.
Tale progetto non ha avuto l'accoglienza sperata dagli Stati Uniti nei paesi
Latinoamericani, dove diversi Governi, come quello brasiliano e venezuelano, hanno
espresso il loro disaccordo a una partecipazione diretta.
Le motivazioni sono molteplici: il timore di un nuovo Vietnam nell'area, l'esodo di
migliaia di rifugiati colombiani che fuggono dal massiccio uso di defoglianti con il
conseguente spostamento delle coltivazioni di coca, papavero e marijuana verso i loro
territori.
Secondo l'Europa, la notevole componente militare del Piano Colombia servirebbe solamente
ad aggravare il conflitto interno, che da circa 40 anni è caratterizzato dalla lotta di
liberazione dei movimenti insorgenti - Forze Armate Rivoluzionarie (FARC), Esercito di
Liberazione Nazionale (ELN), e altri - e la violenza generata dai gruppi paramilitari.
Al fine di stabilire una strategia propria, rappresentanti dell'UE e di vari paesi, così
come molti organismi internazionali e regionali, hanno organizzato a Bruxelles la terza
riunione del Gruppo di Appoggio per il processo di pace.
In base all'opinione del Commissario Europeo per l'Estero, Christopher Patten, l'incontro
non ha significato un appoggio al Piano Colombia, di Pastrana e degli Stati Uniti, ma ha
stabilito un programma unico, a carattere sociale, con lo scopo di spingere il processo di
pace, compreso anche il problema della droga.
L'accordo prevede lo stanziamento di oltre 330 milioni di euro per progetti di sviluppo
della società colombiana.
"Stiamo mettendo a fuoco unagenda socio-economica che contempli, a esempio,
quelli che chiamiamo "laboratori di pace", che consistono in programmi destinati
allo sviluppo di coltivazioni alternative, ha sottolineato Patten.
"L'Europa non può ripetere lo schema degli Stati Uniti, che si basa su una strategia
di guerra e nega la grave crisi economica, sociale e dei diritti umani nel momento di
stabilire il finanziamento", ha dichiarato il portavoce di Convergencia Paz
Colombia, Francisco Angulo.
Secondo gli esperti, gli accordi dei 15 paesi europei, non devono aver provocato sorrisi a
Washington, che vede con diffidenza la presenza degli europei nell'America Latina,
considerata storicamente il cortile di casa.
Per coloro che hanno seguito da vicino la politica statunitense nella regione, è chiaro
che il fantasma di un intervento di Washington in Colombia, non è un fenomeno nuovo.
La storia non mente. Documenti ritrovati all'inizio del 1999 hanno rivelato un piano del
Pentagono destinato all'invasione del paese nel 1965, davanti alla grave crisi politica di
questa nazione dovuta all'avanzata dei movimenti guerriglieri.
Poi, per diversi motivi, il sinistro piano fu congelato, si optò per l'intervento
indiretto, inviando unità di addestramento, elicotteri, e consulenti incaricati di
dirigere la lotta contro i ribelli.
La situazione attuale ha molte somiglianze con quanto successo nella metà del 1965,
quando stava per essere attuata la soluzione estrema.
... e un diffidente
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marzo 2001 - Anche quando gli spari non hanno cessato di risuonare e la morte
violenta continua a essere la più comune delle tragedie quotidiane, la pace sta cessando
di essere la lontana e confusa aspirazione di ogni colombiano e prende il colore della
speranza, del possibile e della certezza.
Nel villaggio di Los Pozos, nel comune di San Vicente del Caguán, nella selva del sud-est
del paese, ambasciatori di 25 paesi, l'Unione Europea, il Vaticano e l'ONU, hanno avuto un
incontro con i rappresentanti del governo colombiano e delle Forze Armate Rivoluzionarie
Colombiane (FARC), per rendersi conto dello sviluppo del processo di pace, che hanno
definito positivo, decidendo di continuare ad appoggiarlo.
L'avvenimento ha avuto risonanza mondiale, in particolare nei diversi settori politici e
imprenditoriali del paese e in generale nel popolo colombiano, vittima di una delle guerre
più vecchie e sanguinarie che ancora persistono nel continente.
Il grande incredulo e diffidente di questo incontro è risultato essere gli Stati Uniti
che, nonostante sia stato invitato, non vi ha assistito adducendo la scusa di preferire
aspettare "negoziati veri", dove le FARC diano prova di serietà
nell'adempimento degli accordi, come ha dichiarato a Washington il responsabile degli
affari latinoamericani del Dipartimento di Stato, Peter Romero.
Ciò nonostante, un alto rappresentante della guerriglia ha dichiarato che la presenza
degli Stati Uniti in questa trattativa di pace sarebbe "di grande importanza" e
anche il capo della guerriglia, Manuel Marulanda, ha dichiarato che "nessuno era
contrario" a che Washington partecipi come gli altri paesi agli incontri.
Nello stesso posto, lo scorso 9 febbraio il presidente Andrés Pastrana si è seduto di
fronte al capo della forza guerrigliera, Manuel Marulanda, prendendo una serie di accordi
di base per i negoziati di pace, tra i quali quello di coinvolgere la comunità
internazionale in questa gestione.
Canada, Cuba, Spagna, Francia, Messico, Norvegia, Svezia e Venezuela hanno accettato di
far parte di quello che è stato denominato il "gruppo dei conciliatori" che
ogni due mesi si riunirà con i negoziatori del Governo e le FARC per cercare di
districare e facilitare la prosecuzione delle trattative fino alla cessazione totale del
conflitto, sulla base del fatto che, unitamente alla pace, sia assicurata la giustizia
sociale e il rispetto dei diritti umani.
I rappresentanti internazionali hanno esortato le due parti a non perdersi danimo
nellattuazione dellaccordo umanitario stabilito in precedenza riguardo al
cessate il fuoco e le ostilità, menzionato e previsto nellultima riunione tra
Pastrana e Marulanda.
Nell'incontro, sia i negoziatori del Governo sia quelli dei ribelli, hanno esposto i
propri punti di vista, interessi e inquietudini sulla fine del conflitto. Altri settori,
in un modo o nellaltro coinvolti nel confronto hanno espresso pure i loro punti di
vista.
La guerriglia ha, ancora una volta, esposto le sue principali preoccupazioni sul problema
del crescente dilagare dei crimini perpetrati dalle forze paramilitari di destra, sulla
veloce sostituzione delle coltivazioni illegali con altre che non lascino i contadini alla
mercé di fame e miseria, sulla necessità di fare una Riforma Agraria ed evitare che il
debito estero si scarichi sui meno protetti.
I rappresentanti del Governo hanno insistito per eliminare il sequestro come forma di
lotta, invitando le FARC ad abbandonare la guerriglia per la politica e i combattimenti
con il dialogo.
Contemporaneamente alle informazioni di speranza che venivano dalla riunione, la stampa
informava di nuove e sanguinose azioni dei paramilitari e sui vincoli che vi sono con
membri attivi delle forze armate del paese, come nel caso di 13 prigionieri di queste
bande che sono stati liberati con unazione lampo durante un trasferimento da un
carcere a un altro, con levidente complicità delle autorità carcerarie.
In questi giorni, sette contadini, accusati di essere collaboratori della guerriglia, sono
stati assassinati dai paramilitari nel nord-est del paese.
La Croce Rossa ha annunciato che, dopo lattacco a unambulanza che trasportava
un guerrigliero ferito allospedale della città di Bucaramanga, nel nord-est, ha
sospeso la sua opera umanitaria. Il prigioniero è stato ritrovato morto alcune ore dopo.
In questo scenario è emerso un nuovo ostacolo per la pace: lEsercito di Liberazione
Nazionale (ELN), seconda forza guerrigliera del paese, ha comunicato che sospendeva i
contatti con il Governo perché si sono intensificate le operazioni dellEsercito e
le azioni delle bande paramilitari.
In questa delicata situazione si può vedere la "volontà pacificatrice" del
grande incredulo del dialogo di Los Pozos; il fatto che si sia vantato di apportare circa
1.300 milioni di dollari per la tranquillità colombiana, anche se tutto indica che
preferisce fornirli, fondamentalmente, in armi e pallottole che assicurano un grande
sepolcro, non proprio simbolico, dove la guerriglia finirà di riposare ..... in pace.
Debole, ma respira
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febbraio 2001 - Come per un malato che si è cominciato a dare per morto, e a
un tratto muove lievemente il torace e batte le ciglia, la pace in Colombia ha emesso
timidi segnali in questi ultimi giorni. Sono deboli, ma sufficienti perché rinasca la
speranza e una piccola luce si accenda nel labirinto di un sanguinario e lungo conflitto
interno.
Le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC), hanno annunciato che riannoderanno i
negoziati di pace con il Governo. Un comunicato congiunto firmato dal Presidente Andrés
Pastrana e dal comandante in capo di questa forza guerrigliera, Manuel Marulanda, è stato
emesso al termine di una riunione di due giorni tra i due. Lo sperduto villaggio di Los
Pozos nella selva sud del paese è stato lo scenario dell'incontro.
Per il riavvio del tavolo nazionale di dialogo e negoziato, è stato fissato il 14
febbraio. Tra i temi principali da trattare vi è il cessare delle ostilità. Prima di
ritornare a Bogotà in elicottero, Pastrana - con a fianco Marulanda - ha dichiarato alla
stampa che il processo di pace nel paese cominciava a rivivere.
Tuttavia, il Presidente non era ancora atterrato nella capitale, nonostante la favorevole
accoglienza degli accordi da parte della maggioranza nei settori politici e sociali del
paese, che sono sorte delle voci che, distillando scetticismo e pessimismo, accusavano il
Governo di debolezza davanti all'arroganza della guerriglia e di errori e improvvisazione
nella conduzione del processo.
In contrasto con queste opinioni, che reclamano anche al Governo una diminuzione immediata
dell'intensità degli scontri, bande delle forze di destra di Autodifesa Unite di Colombia
(AUC), intensificavano le loro azioni in lungo e in largo delle zone di conflitto,
fondamentalmente nelle frontiere con Ecuador e Venezuela.
Centinaia di civili ecuadoriani, in maggioranza indigeni, si sono visti obbligati ad
abbandonare le loro comunità nellAmazzonia sotto l'azione di sconosciute bande
armate colombiane che pretendono cibo e medicinali, li aggrediscono e li minacciano di
morte.
Ciò ha commosso l'opinione pubblica di questo paese che guarda alla Colombia con
preoccupazione ed esige dalle autorità e dalle istituzioni militari la protezione dei
compatrioti da questi soprusi e il controllo delle frontiere.
Ai confini con il Venezuela, ogni giorno vi sono più incidenti, atti di vandalismo,
causati da bande armate "non identificabili", che cercano di seminare il caos,
mentre le forze di destra provocano scandali e reclamano dal presidente Hugo Chávez il
pugno di ferro.
Tutta questa situazione, in modo sospetto, serve da costante argomento per chi, contro
quello che pensa la maggioranza di questi popoli fratelli, vorrebbe imporre il cosiddetto
"Plan Colombia" degli Stati Uniti come l'unico modo per ottenere la pace: con la
guerra.
D'altra parte, il Ministro colombiano della Difesa, Luis Ramírez, si è pubblicamente
rallegrato dell'arrivo nel paese di sei elicotteri acquistati dagli Stati Uniti per
modernizzare i mezzi di trasporto e di combattimento. "Continuiamo nel processo di
modernizzazione perché questo è l'unico che garantisce che la delinquenza e la
sovversione non continuino", ha dichiarato euforico.
Ciò nonostante, immediatamente dopo il suo ritorno a Bogotà, il Presidente ha emesso un
decreto che ha ampliato - fino al 9 ottobre - i 42.000 chilometri quadrati di giungla e
savana sotto il controllo delle FARC e che sono vietati all'esercito e alla polizia,
conosciuta come "zona libera".
Pastrana e Marulanda si sono accordati per concretizzare quanto prima un accordo
umanitario che permetta la liberazione di soldati, poliziotti e guerriglieri infermi e
immediatamente le FARC hanno annunciato la propria disposizione, in modo unilaterale, alla
consegna dei primi 50 dei circa 500 che tengono prigionieri, che vogliono scambiare con un
uguale numero di ribelli detenuti.
Altro provvedimento sul quale hanno coinciso il Governo e la guerriglia è stato quello
della creazione di una commissione di personalità nazionali che dia consigli nella lotta
contro i gruppi paramilitari.
Bisogna ricordare che il negoziato sulla pace, iniziato nel gennaio 1999, sono stati
interrotti nello scorso novembre dalle FARC, che accusarono il Governo di non aver
intenzione di combattere le bande armate di destra e di permetterne i soprusi.
In questo panorama risuonano lugubri, per la pace, le recenti dichiarazioni del nuovo
Segretario di Stato, Colin Powell, che ha confermato la strategia nordamericana per
battere quello che ha definito come il "problema della guerriglia e del narcotraffico
in Colombia", consistente nel riuscire a che tutte le nazioni della zona partecipino
allo scontro, vale a dire: internazionalizzare la guerra.
Per ciò hanno destinato un "aiuto" di 1.300 milioni di dollari, ma sono
disposti a darne di più, se si cercherà di porre fine al problema, soprattutto quello
delle forze ribelli.
Per questo le grandi minacce per la fragile fiammella della pace che è stata accesa in
questo paese, non sono nella sua selva, né nei dispacci ministeriali di Bogotà: arrivano
da Washington, dalla sua prepotenza e arroganza di poliziotto del mondo.
Preoccupa il piano di
Pastrana
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settembre 2000 Tracciato dal Governo del presidente Andrés Pastrana
come uneventuale alternativa per rivitalizzare leconomia mediante la lotta
contro il narcotraffico e linvestimento nei piani di sviluppo sociale, il Piano
Colombia fa sorgere una profonda inquietudine negli ambienti politici e nellopinione
pubblica di Ecuador, Panama, Venezuela, Perù e Brasile.
Il programma, con un costo iniziale di 7.500 milioni di dollari, cerca, secondo quanto
annunciato, di combattere il narcotraffico, di rafforzare la democrazia, di ottenere altre
opzioni di crescita nelle zone a coltivazioni illegali, di rafforzare le istituzioni e i
diritti umani.
Tutto questo in unarea nella quale si stanno acutizzando gli scontri tra il Governo
e le forze guerrigliere, nello stesso tempo in cui le forze paramilitari fanno sloggiare
comunità rurali sotto il pretesto di una supposta collaborazione con gli insorti.
Precisamente, per la complessità di questo contesto socioeconomico, il cosiddetto Piano
Colombia intimorisce sia i paesi confinanti sia settori degli Stati Uniti, la cui
amministrazione ha già fornito alliniziativa una somma di 1.300 milioni di dollari.
Il Sottosegretario nordamericano di Stato per gli Affari Politici, Thomas Pickering, si è
affrettato ad assicurare che lappoggio militare di Washington al progetto esclude il
coinvolgimento di truppe in azioni di guerra, altrimenti si rischierebbe un altro Viet
Nam. Questa è una falsa idea che gira qui ha detto alla stampa locale che
deve essere chiarita senza mezzi termini. Però ha riconosciuto che gli Stati Uniti
daranno addestramento ad altri due battaglioni delle forze armate colombiane.
In Ecuador gli animi si sono surriscaldati di fronte al sostegno dato dal presidente
Gustavo Noboa al progetto tracciato da Pastrana, fatto che apporterebbe una quota nel
momento della distribuzione del finanziamento della Casa Bianca.
Gli ecuadoriani sono preoccupati per i probabili danni che limpiego di defoglianti
chimici nel nord della frontiera lasceranno per diversi decenni nella regione amazzonica
confinante. Inoltre, anche per il previsto esodo di colombiani verso le province
nordorientali del paese.
Anche organizzazioni popolari panamensi hanno messo in guardia sul rischio che il paese
venga coinvolto in un conflitto estraneo, che potrebbe portare risultati catastrofici
alleconomia e al popolo.
Intanto, William Clinton ha visitato Bogotà di fronte al forte malcontento dei lavoratori
colombiani per lintromissione diretta di Washington nella politica economica e
sociale della nazione sudamericana. Presenza che, daltra parte, lungi dal calmare
paure regionali, contribuisce ad appoggiare un piano pericolosamente incerto.
Tutto e pronto per i
negoziati di pace
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marzo 2000 - Il 29 febbraio scorso il Governo e le Forze
Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC) hanno finalmente annunciato linizio della
fase decisiva dei dialoghi di pace, che avrà come punto di partenza il dibattito sul
modello economico sociale del Paese.
Lalto commissario per la pace, Victor Ricardo, ha considerato linizio dei
negoziati a partire dalla settimana successiva - un avvenimento di importanza
storica, frutto della volontà di riconciliazione delle due parti e della fiducia
guadagnata dalla commissione mista durante le sue recenti visite in sette nazioni europee.
Nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa di Bogotà, Ricardo ha pronosticato un cammino
lungo e complesso, ma ha anche espresso speranza sulla possibilità di giungere a un
cessate il fuoco, che costituirebbe un primo passo verso la soluzione del violento
conflitto fratricida.
La dichiarazione dellalto funzionario ha messo in evidenza la reciproca decisione di
porre fine al linguaggio delle armi, causa di così tanti morti dalluna e
dallaltra parte.
Nello stesso tempo il comandante e portavoce delle FARC, Raúl Reyes, ha insistito sulla
necessità di una partecipazione di massa alle previste riunioni pubbliche, che dovranno
discutere dei principali problemi che riguardano da vicino la maggioranza dei colombiani.
Da San Vicente del Caguán, la capitale della zona smilitarizzata nel sud del Paese, Reyes
ha comunicato che, a partire dalla settimana successiva, si sarebbe messa alla prova la
disponibilità del presidente Pastrana a ricercare delle soluzioni politiche per i mali
sociali causati dalla guerra civile.
Il Governo e le FARC sono stati concordi nel decidere di dare avvio ai negoziati con la
discussione sul possibile modello economico-sociale del Paese, concentrandosi in
particolare sui problemi della disoccupazione, della riforma agraria integrale,
delleducazione, delle abitazioni e della sanità.
Le commissioni tematiche, dopo la pausa dovuta al viaggio in Europa, riprenderanno i
lavori con lobiettivo di convocare il primo dibattito pubblico, cui lintera
cittadinanza sarà chiamata a partecipare attraverso la posta normale, quella elettronica
o via fax il tutto gratuitamente - oppure tramite la partecipazione diretta alle
riunioni.
L'ONU
riconosce il carattere politico della guerriglia
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febbraio 2000 - Lufficio dellOrganizzazione delle Nazioni
Unite (ONU) in Colombia ha confermato lo scorso 21 febbraio il riconoscimento dello
status politico ai movimenti insurrezionali, in aiuto ai tentativi di
negoziato del presidente Andrés Pastrana.
La rappresentanza dellONU, ha ammesso il carattere politico della lotta che da
quattro decenni conducono le organizzazioni rivoluzionarie armate, elemento che propizia
la realizzazione dei colloqui delle autorità costituzionali con i comandanti della
guerriglia per cercare una soluzione pacifica al conflitto.
Il pronunciamento, consegnato a mezzo stampa a Bogotà, contiene la posizione
dellONU contraria alla definizione di narcoguerriglia nei confronti
dellEsercito di Liberazione Nazionale (ELN) e delle Forze Armate Rivoluzionarie di
Colombia (FARC).
La dichiarazione dellONU contraddice la qualifica del vertice militare colombiano e,
coincidenza vuole, delle istituzioni militari degli Stati Uniti, che tentano di collegare
i ribelli agli affari con il traffico di droghe.
LONU ammette alcuni finanziamenti dei ribelli provenienti dal traffico delle
sostanze illecite, ma né lELN né le FARC si dedicano alla coltivazione e alla
vendita di coca e di altri stupefacenti.
Di fatto, le Nazioni Unite appoggerebbero le iniziative ribelli di sottoporre alcune
determinate zone del paese come Cartagena del Chaira (nel Sud) e Bolívar (nel Nord), a
esperimenti di sostituzione delle coltivazioni, sempre che vi sia lapprovazione del
Governo del Presidente Pastrana.
Il Presidente ha insistito questa settimana a considerare imminente linizio dei
negoziati con lELN in un territorio del paese ancora da definirsi.
In seguito allultimatum guerrigliero di trasferire il negoziato di pace nel vicino
Venezuela, il Presidente ha mobilitato tutte le figure chiave del Governo, dichiarando di
aver ristabilito contatti diretti con il vertice insurrezionale per definire i dettagli
della riattivazione degli sforzi riconciliatori.
Lossigeno per il moribondo processo di dialogo è stato lunica medicina
rimasta a Pastrana, nel suo obiettivo di restare allinterno delle trattative e di
evitare di essere emarginato da un eventuale forum al di fuori del paese.
In una dichiarazione alla stampa, Pastrana si è rifiutato, per il momento, di anticipare
qual è la regione prescelta per un nuovo negoziato, aspettando i risultati delle
trattative del suo Ministro degli Interni nel sud di Bolívar.
Più di diecimila contadini capeggiati da paramilitari e dal generale in pensione ed ex
candidato presidenziale della destra Harold Bedoya, tengono bloccate le vie di accesso
alla costa protestando per uneventuale demilitarizzazione di questa regione.
La decisione del Presidente colombiano di riannodare i contatti con lELN è giunta
dopo la pressione esercitata dallorganizzazione armata nel centro e
nelloccidente del paese, dove ha tenuto lesercito in scacco per più di una
settimana.
Droga, nuovo
pretesto dintervento degli Stati Uniti
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agosto 1999 - Allo stesso modo, come avevano trovato nei
conflitti etnici in Jugoslavia il pretesto per scaricare tutta la loro forza militare, gli
Stati Uniti potrebbero intervenire militarmente in Colombia dichiarando, con arroganza,
che bisogna finirla con la "narcoinsurrezione".
Non sono pochi gli elementi dei fatti accaduti ultimamente che evidenziano che
laquila imperiale vola ogni volta più basso sopra la nazione andina. Lo stesso
presidente Clinton ha commentato alcuni giorni fa che il conflitto colombiano costituisce
per Washington "un tema di sicurezza nazionale", nello stesso momento che il
quotidiano peruviano La Repubblica rivelava lesistenza di un piano della
CIA per invadere la nazione sudamericana con truppe peruviane e ecuadoriane.
La storia dimostra che quando qualcuno nel Governo statunitense utilizza queste parole,
qualcosa si sta preparando contro quello a cui si allude, anche se gli Stati Uniti si
mantengono dietro le quinte e altri servono da facciata.
Lex Sottosegretario di Stato Bernard Aronson ha proposto lo scorso 5 agosto sul
Washington Post linvio di una commissione della Casa Bianca e del
Congresso per colloqui con i ribelli colombiani.
Ha detto che se il programma degli insorti "comprende riforme sociali, alternative
economiche al traffico di droga e lapertura al processo politico per la loro
partecipazione alla vita democratica della Colombia, gli Stati Uniti li appoggeranno. Se
invece insistessero a continuare la guerra bisognerà dir loro che la comunità del
continente si oppone alle loro intenzioni".
Però non ha precisato chi sono quelli che fanno parte della "comunità del
continente". Alcune nazioni come il Brasile non sembrano disponibili a questo piano.
Lambasciatore a Washington, Ruben Barbosa, ha detto alla fine di luglio che il suo
Governo si mantiene legato al principio del non intervento e dellautodeterminazione.
"Questo è un problema colombiano che deve essere risolto dai colombiani", ha
dichiarato secondo lagenzia AP.
Altra cosa è il caso dellEcuador, che ha stabilito una stretta collaborazione
militare con gli Stati Uniti. In una visita a Quito, il generale Barry MacCaffrey,
direttore dellUfficio Nazionale per il Controllo delle Droghe
dellamministrazione Clinton, e conosciuto come lo "zar antidroga"
statunitense, ha dichiarato che il suo paese collaborerà con lesercito ecuadoriano
"nella protezione delle frontiere con la Colombia, dove cè una forte relazione
tra narcotrafficanti e guerriglieri".
Questo significa linvio di circa 200 persone tra militari e funzionari di dogana,
per il momento, oltre alla costruzione, già in marcia, di una base "antidroga"
e di altre dieci installazioni simili, tutto con lapprovazione del Governo di Jamil
Mahuad e con il rifiuto di settori come la Chiesa e gli indigeni. "E
unoffesa molto grande alla nostra libertà e, soprattutto, alla nostra
sovranità", ha detto allagenzia IPS il vescovo della città di Cuenca, Luis
Alberto Luna.
Frattanto, gli Stati Uniti hanno inviato questa settimana a Bogotà una delegazione di
alto livello, capeggiata dal Sottosegretario di Stato Thomas Pickering, per discutere con
lesecutivo di Andrés Pastrana "gli sforzi contro il narcotraffico e lo
sviluppo del processo di pace".
La visita avviene in un momento in cui il dialogo tra la guerriglia e lesercito è
in una fase di stanca e dopo il segnale di allarme lanciato da MacCaffrey, che ha
qualificato di emergenza la situazione e ha accusato la Colombia di essere lorigine
di quasi tutta la cocaina che arriva alla nazione nordamericana.
Ironicamente la stampa ha rivelato solo da qualche giorno che la moglie del comandante
James Hiett, principale ufficiale nordamericano antidroga in territorio colombiano, è
stata accusata di traffico di cocaina. Una fonte della Corte di Brooklyn ha confermato a
Notimex che la comparizione della signora Hiett davanti al giudice potrebbe avere luogo
questa settimana. Secondo i documenti nelle mani della giustizia, la Hiett ha ammesso
davanti a investigatori federali di avere inviato nel mese di maggio a New York sei
pacchetti con lautista di suo marito, ma ha detto di non conoscere il contenuto.
Attualmente, circa 300 ufficiali nordamericani si trovano nel paese sudamericano per
realizzare operazioni di addestramento e di riconoscimento. Lassistenza
antinarcotici degli Stati Uniti alla Colombia è passata da poco più di 85 milioni di
dollari nel 1997 a 289 milioni di dollari di questanno: nello scorso mese di luglio
il Ministro della Difesa colombiano ha chiesto una somma di altri 500 milioni di dollari
per lanno 2000, ai quali si sommano 600 milioni di dollari proposti da MacCaffrey.
Adesso Pickering e la sua comitiva cercheranno di intensificare la presenza militare, con
lappoggio dei deputati repubblicani, che hanno la maggioranza al Congresso.
I cinque effettivi statunitensi morti per la caduta di un velivolo spia circa tre
settimane fa nella selva colombiana, potrebbero essere conteggiati come le prime perdite
di un intervento diretto di Washington
I quindici secondi più lunghi
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febbraio 1999 - Un migliaio di persone hanno perso la vita,
altre 4.000 sono rimaste ferite e il numero dei disastrati è attorno ai 250.000. Per un
simile disastro è bastato solo che la terra tremasse per quindici secondi.
Per quanto compaiano nuove cifre, il terremoto di sei gradi della scala Richter che ha
devastato la zona centro-occidentale della Colombia, principalmente le regioni di
Quindío, Risaralda e Valle del Cauca, è stato di una magnitudine insospettata.
Sul piano economico basterebbe segnalare che in quellarea si produce il 46 % del
caffè che esporta il paese e le cui piantagioni sono andate distrutte.
Soltanto nella città più danneggiata, Armenia, capitale di Quindío, due terzi della
popolazione ha perso praticamente tutto; il terremoto ha distrutto oltre 800 abitazioni e
800 edifici.
Esperti in sismologia attribuiscono le dimensioni della tragedia alla cattiva qualità
delle costruzioni e alla loro mancanza di protezione di fronte a fenomeni di questo tipo.
Ma il fatto è che circa 125.000 famiglie colombiane ogni anno hanno bisogno di una casa,
e la maggioranza di queste la costruisce abusivamente e senza i requisiti necessari.
"Mai abbiamo avuto un disastro di queste dimensioni e nessuna autorità al mondo è
preparata a far fronte allimprovvisa distruzione del 40 % del proprio
territorio", assicurava ai giornalisti il generale Fernando Tapias, comandante delle
Forze Militari.
Dopo aver concluso il recupero delle vittime, è iniziata la ricostruzione che si
preannuncia lunga e difficile. Nel sud del Paese ci sono terremotati del giugno 1994 che
stanno ancora aspettando terreni per costruire le loro case.
Il governo ha calcolato che costerà circa 500 milioni di dollari, dei quali oltre 300
milioni verranno presi dal preventivo e spera nellesborso di crediti internazionali
che coprano la differenza.
Ad Armenia, a due settimane dalla tragedia, buona parte dei disastrati viveva esposta alle
intemperie, mentre una minoranza era stata sistemata in tende piantate dal governo.
"Nessuno vuole andarsene. La paura è che se ce ne andiamo, perdiamo il
terreno", ha detto una di queste persone alla AP. Per due settimana hanno dovuto
inoltre sopportare frequenti acquazzoni che inondavano i loro improvvisati rifugi
Le angustie e lansia per il timore di un nuovo sisma crescono tra i sopravvissuti
delloccidente colombiano. Nel caso della popolazione infantile disastrata, che viene
calcolata in 100.000 bambini, la stessa viene seguita da parte di esperti dellUNICEF
partendo da terapie di gioco e disegno.
Il presidente Andrés Pastrana ha dichiarato in diverse occasioni che il suo paese non
può affrontare da solo la peggiore tragedia della sua storia. "Vogliamo che la
comunità internazionale ci tenda la mano", ha detto poco prima di partire per
Caracas per linvestitura di Hugo Chávez il 2 febbraio.
Diversi paesi, organismi delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative hanno già
prestato la loro cooperazione. Però non è stata sufficiente. Il terremoto di 15 secondi
che ha causato il disastro, durerà decenni nella vita economica e sociale della Colombia.
Dialogo di pace
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gennaio 1999 - Stiamo per realizzare un appuntamento storico, ha
detto il Presidente della Colombia, Andrés Pastrana, nellimpostare il tavolo dei
dialoghi per la pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).
Fin dalla sua campagna elettorale, Pastrana si era impegnato alla soluzione di un
conflitto armato che si è protratto per più di quaranta anni.
Si ricorda che, subito dopo la sua elezione, e inaspettatamente, Pastrana si è incontrato
nella selva colombiana con il capo della FARC, Manuel Marulanda.
Laccordo per il dialogo a San Vincente del Caguan, località amazzonica del sud
della Colombia, era stato raggiunto dopo che il governo aveva accettato di ritirare le
ultime truppe dalla citata zona smilitarizzata che abbraccia cinque municipi.
Il Presidente della Colombia ha assicurato che arriva al dialogo con lagenda aperta
per imboccare definitivamente e per sempre la via della pace che è possibile solamente,
ha affermato, se si ha coscienza della dignità dellessere umano.
Da parte sua, Joaquín Gómez, del vertice della FARC, ha letto un discorso di Marulanda,
che non era presente allinizio delle conversazioni dopo la denuncia dei piani di
assassinio e dellimpunità dei gruppi paramilitari (che nei primi sei giorni di
gennaio hanno assassinato più di 120 contadini).
Nel messaggio di Marulanda si ricordano le ragioni che hanno portato alla creazione delle
FARC e si chiede al governo di prendere dei provvedimenti contro quei gruppi paramilitari
responsabili dellevacuazione forzata di 1.3 milioni di campesinos e del 90% dei
massacri della popolazione civile.
Marulanda precisa che i gruppi paramilitari, dichiarati illegali nel 1989, devono
rispondere dei crimini che hanno commesso.
Allincontro hanno assistito rappresentanti del Corpo Diplomatico, un centinaio di
osservatori nazionali e internazionali invitati dal governo e con il consenso delle FARC.
Linizio del dialogo è senza dubbio un eccellente notizia per il popolo della
Colombia.
Gli indigeni continuano a essere
minacciati
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gennaio 1999 - Gli indigeni delletnia Uwa, radicati nel
nord-est della Colombia, considerano la loro principale missione quella di preservare la
natura. Attualmente sono circa cinquemila e dai tempi dei conquistatori spagnoli sono
riusciti a mantenere quasi intatta la loro cultura ancestrale.
Tuttavia, nel gennaio 1995 ha avuto inizio per gli Uwa un periodo di pericoli. Il governo
colombiano ha autorizzato la compagnia petrolifera nordamericana Oxy a iniziare le
ricerche nella loro terra. Ma gli Uwa non sono rimasti con le mani in mano e hanno
intavolato una lotta giuridica che secondo la stampa colombiana hanno perso in condizioni
poco chiare.
Trovandosi senza appoggio, gli Uwa si sono rifatti alla loro storia, quando 500 anni prima
avevano deciso un suicidio collettivo, e hanno minacciato di ripetere il gesto. Tutto
indica che si trattava di una decisione ferma, dato che nel maggio del 1998 la compagnia
nordamericana ha rinunciato alla concessione.
Secondo lorganizzazione non governativa Survival International, con sede a Londra,
si tratta di uneccezione che conferma la regola, giacché le compagnie petrolifere e
forestali, tra le altre, decimano i popoli indigeni e cercano di abolire le loro culture.
Secondo dati dellUNESCO, attualmente sopravvivono circa 300 milioni di indigeni
distribuiti in 70 Paesi.
Una nuova era
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novembre 1998 - Il viaggio del presidente Andrés Pastrana a
Washington e le sue conversazioni con il suo collega William Clinton, possono essere
qualificati come storici. Immediatamente, senza lasciare dubbi, hanno inaugurato una nuova
fase delle relazioni bilaterali che potranno avere risultati impensabili.
Dal 1975, quando era toccato ad Alfonso López durante la presidenza di Gerald Ford,
nessun altro presidente del paese sudamericano era stato invitato a compiere una visita di
Stato all'Impero del nord. I vincoli si sono deteriorati molto rapidamente sotto lo
spettro delle reciproche accuse tra il paese di origine delle grandi famiglie della droga,
di Cali e di Medellín, e la nazione prima al mondo per il consumo con decine di milioni
di drogati, una cifra che è in aumento. Ma ora si sta verificando una svolta di 180 gradi
nella valutazione nordamericana.
Il presidente Clinton, per il futuro, ha puntato ragionevolmente sul processo di
pacificazione che auspicano sia Pastrana, sia la guerriglia colombiana. E questo
nonostante le dure critiche dei falchi in un Congresso fino a ora dominato dai
repubblicani.
Clinton ha affermato: "Lavoreremo uniti, Colombia e Stati Uniti, per combattere la
droga, per adempiere al desiderio di difendere i diritti umani, di eliminare la corruzione
e la povertà, di difendere l'educazione, di proteggere l'ambiente". Ha fatto di
più, ha promesso, come amico e alleato, di costruire una pace durevole e degna.
Per la Colombia, evidentemente, un primo successo è la crescita della propria
credibilità internazionale. Ma ce ne sono molti altri e altrettanto importanti:
possibilità e impegni per nuove forme di cooperazione riguardo le priorità attuali che
sono quelle di raggiungere la pace all'interno, affrontare la crisi economica e
sconfiggere il narcotraffico.
Per anni, la campagna di politici estremisti e di parte della grande stampa nordamericana
è stata diretta a cercare di vincolare il movimento guerrigliero al narcotraffico,
qualcosa che mai è stato dimostrato nonostante le centinaia di sentenze contro i baroni
della droga che sono state emesse sia in terra colombiana sia negli Stati Uniti.
Il governo di Bogotà si propone di rendere flessibili le normative vigenti per
l'investimento estero, ma per favorire solo coloro che generano posti di lavoro e che non
cerchino unicamente di saccheggiare. Un altro aspetto determinante per il suo governo è
il programma per la sostituzione di coltivazioni illecite con coltivazioni alimentari,
anche se per completarlo sarà necessario un investimento iniziale di oltre 3 miliardi di
dollari che il paese non possiede e che può ottenere solamente attraverso la cooperazione
internazionale e l'appoggio degli organismi multilaterali.
La retorica che abbiamo sentito da Washington è molto positiva, ma deve lasciare il passo
a fatti concreti, all'assegnazione di una forte iniezione di risorse materiali,
diplomatiche e politiche che contribuiscano realmente alle giuste aspirazioni del popolo
colombiano.
Dialogo alle porte
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novembre 1998 - Per il prossimo 7 novembre è annunciato
l'inizio dellattesissimo processo di pacificazione il cui obiettivo è quello di
mettere fine in Colombia a decenni di guerra civile.
Già entro questa data deve essere concluso il ritiro per 90 giorni delle truppe
governative da cinque municipi del sud con lo scopo di creare lì una zona di distensione,
che permetterebbe una maggior fiducia tra i belligeranti.
Però il ritiro non è in se stesso la pace. Sarà necessario un complesso e arduo
negoziato per dare risposta ai gravi problemi accumulati per anni e anni, da quelli
sociali e politici fino a quelli economici e militari, come è il caso delle
organizzazioni paramilitari della destra, alle quali vengono attribuiti l' 80 % dei
massacri di contadini perpetrati lo scorso anno.
Il presidente Pastrana, che molto ha guadagnato in popolarità dopo il suo colloquio con
Manuel Marulanda, il capo supremo delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, ha
dato ordini all'esercito in modo da facilitare un dialogo che possa condurre a una pace
solida e duratura.
La volontà del presidente è anche espressa dall'avallo dato all'accordo tra la società
civile e l'Esercito di Liberazione Nazionale, per iniziare conversazioni il 13 febbraio
1999 con una riunione tra rappresentanti del governo, la società e la guerriglia.
Un punto di partenza per il dialogo, secondo gli analisti, è la convergenza delle parti
nel rilevare la presenza in Colombia di ingiustizie, esclusioni e diseguaglianze sociali,
che devono essere affrontate con decisione.
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