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Il Governo peruviano sollecita una missione dell’OSA per le elezioni
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ottobre 2002 – Il Governo del Perù ha sollecitato all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) l’invio di una Missione di Osservatori Elettorali che supervisionino le elezioni regionali e municipali del prossimo 17 novembre. La richiesta è stata ufficializzata venerdì 11 all’OSA dal rappresentante permanente del Perù presso questo organismo, Eduardo Ferrero Costa. L’invito è previsto nei meccanismi di cui dispone il Sistema Interamericano e dalle direttive della Segreteria Generale dell’OSA per l’organizzazione e l’invio di missioni di osservazione elettorale.

In aumento la disoccupazione nella capitale peruviana
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settembre 2002 – La disoccupazione a Lima, la capitale del Perù, ammonta a 389.900 persone nel periodo dicembre 2001-febbraio 2002, aspetto che rappresenta un 10 % della popolazione economicamente attiva, secondo una relazione dell’Istituto Nazionale di Statistica e d’Informatica (INEI).
La scarsità di lavoro è ricaduta con maggior forza sulle donne, che hanno registrato un 11.5 % mentre per gli uomini ha raggiunto l’8.8 %.
I gruppi di età più colpiti si registrano nell’intervallo dai 14 ai 24 anni, con il tasso più elevato del 15.9 %, valore che è aumentato rispetto al trimestre precedente dato che era del 14.6 %. La durata della disoccupazione per questi giovani è di 2.7 settimane, mentre tra le persone di 45 anni è oltre di 4.3 settimane.
Questo paese sudamericano sta attraversando un periodo di stasi economica, caratterizzato dalla privatizzazione di importanti aziende nazionali che, anche se non si trovano all’interno della capitale, sono colpite, come lo riscontra l’INEI, da come si sta sviluppando la situazione dell’economia in generale, e pertanto si prevede un aggravamento della situazione dei posti di lavoro.

Cervelli sempre vivi
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settembre 2002 – La collezione di cervelli più inusuale dell’America Latina si trova nel museo dell’Istituto di Scienze Neurologiche del Perù, al fine di servire la dottrina di Ippocrate per il benessere del corpo e della mente di tutti gli esseri umani.
Per le sue sale sono passati gli studenti peruviani di medicina, come pure i medici stranieri, arrivati da lontano come un curioso sciame attonito di fronte alla "vivacità" di una materia ormai a riposo, della quale tuttavia rimane molto da scoprire.
I campioni gelosamente protetti a Lima sono, come dice l’agenzia AP, 2.786 cervelli malati. Allo stesso modo l’istituzione possiede una "biblioteca cerebrale" dove è possibile iniziare una minuziosa ricerca sulla famosa "cassa sigillata".
Lì si possono apprezzare, inoltre, terminazioni nervose di certi cervelli, che in vita sono stati afflitti dal male di Creutzfeldt-Jakob, conosciuto come il male della mucca pazza negli animali, che nella sua variante umana colpì questa nazione andina nel 1970.
Grazie a un minuzioso lavoro è stata ottenuta la conservazione degli stessi, e per questi è stato imprescindibile, quando sono stati sezionati, rivestire il laboratorio con fogli di plastica e indossare vestiti di protezione contro il rischio, dato che le microscopiche proteine che causano detta malattia avrebbero potuto infettare qualcuno degli esperti, a causa dei loro livelli di resistenza.
Numerosi esperti del mondo visitano questo luogo per verificare e per analizzare gli impatti lasciati da amebe, dai funghi, meningiti, tubercolosi e 36 tipi di cancro.
Conservati in una soluzione di formaldeide, che è rinnovata una volta all’anno, i cervelli possono mantenersi in "ottime" condizioni fino a cento anni.

Creata la prima area ecologica protetta per comunità
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agosto 2002 – La comunità contadina si Santa Catalina di Chongoyape, nella provincia costiera di Chiclayo, nel nord-est del Perù, sarà quella incaricata di proteggere con l’aiuto dello Stato un’area naturale, ma potenziando la responsabilità della comunità.
Si tratta del millenario bosco secco di Chaparri, nel dipartimento del nord di Lambayeque, allo scopo di reintrodurre speci in pericolo di estinzione, come l’orso dagli occhiali sudamericano, il condor andino e il guanaco.
Il presidente di questa comunità, Román Torres Peralta, ha manifestato l’aspirazione di trasformare Chaparri in un esempio di conservazione per le comunità della nazione e in una leva per il suo stesso sviluppo sociale.
Chaparri, con le sue zone boschive, cura ricche speci endemiche e in pericolo di estinzione, come pure gigantesche costruzioni piramidali che ricordano i domini del Signore di Sipán, un alto dignitario della cultura precolombiana Mochica, i cui tesori furono ritrovati nel 1987.
Secondo il piano tecnico presentato dai suoi abitanti, Chaparri proteggerà i boschi e le speci di fauna esistenti, e svilupperà piani per la riabilitazione e di reintroduzione di speci in pericolo di estinzione.
L’Area di Conservazione ha una superficie di 34.413 ettari, e i suoi boschi ospitano speci della fauna silvestre e della flora, difficili da trovare in altre aree del paese.

La smemoratezza del Governo compromette il futuro dei suoi elettori
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luglio 2002 – Poco più di un anno fa, Alejandro Toledo, Presidente peruviano, si era proposto come la soluzione adeguata per i problemi accumulati di questa nazione andina. Adesso, trascorso un po’ di tempo, i vecchi ritornelli sembrano riconfermare: "Una cosa è con il violino, altra cosa è con la chitarra".
L’attuale crisi politica, che da alcuni mesi avanzava in modo evidente, ha avuto il suo detonatore quando in piena smemoratezza delle sue precedenti affermazioni il Presidente in carica ha annunciato la vendita di due aziende dell’energia elettrica, Egasa ed Egesuar, rifornitrice del sud del paese.
Questo ha indignato centinaia di migliaia di suoi elettori che si sono sentiti non solo presi in giro nella loro credibilità politica, ma anche molto di più per le reali prospettive di licenziamento per molti di loro, che si ritroveranno con un futuro compromesso.
La metà della popolazione del Perù vive nella povertà, circa il 55 % dei peruviani sopravvive con 1.25 dollari al giorno e la disoccupazione e la sottoccupazione arrivano al 50 %.
Però non sono solamente le pressioni per fare passare i beni dello Stato alle multinazionali quello che li preoccupa, è anche la doppia morale di un discorso presidenziale che dice di tagliare i fondi alla difesa e all’acquisto di armamenti e allo stesso tempo utilizza tutto il suo arsenale logistico per reprimere i manifestanti ad Arequipa, con un saldo di due morti.
Attualmente, sette peruviani su dieci disapprovano la gestione del Governo e numerosi sociologi affermano la crescita di questi numeri quasi a valori assoluti, dato che Toledo ha poche probabilità di recuperare le simpatie dopo le controverse privatizzazioni.
La smemoratezza del Governo sembra andare, tuttavia, accompagnata da una melodia di 800 milioni di dollari ottenuti dalle vendite con le quali spera di affrontare il deficit fiscale peruviano e la recessione economica.
Una volta investito della sua carica presidenziale, Toledo si ricorda degli accordi di violino di quando suonava nella grande orchestra della Banca Mondiale e tenta di applicare formule ben conosciute in quegli ambiti finanziari. Tuttavia, ai 13 milioni di peruviani poveri la sua musica suona in modo cacofonico, troppo altisonante e in modo troppo aggressivo per le loro vite.

La popolazione infantile peruviana è a fattore di rischio per il consumo di droga
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giugno 2002 – Il Ministro dell’Educazione del Perù ha riconosciuto per mezzo di una relazione che molti bambini peruviani iniziano a consumare stupefacenti all’età di otto anni. Un recente studio ha confermato l’ipotesi sul consumo di droga tra la popolazione infantile e in particolar modo a quella che appartiene al cosiddetto "sottomondo".

I lavoratori peruviani lottano per la restituzione del posto di lavoro
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febbraio 2002 – I lavoratori peruviani hanno convocato una manifestazione generale contro la disoccupazione di 30.000 loro compatrioti che sono rimasti senza lavoro durante la gestione di Fujimori. La Confederazione Generale dei Lavoratori del Perù (CGTP) ha fatto un appello a tutti i suoi iscritti per controllare l’ordine, dato che si tratta di esigere una legittima richiesta e non di effettuare atti vandalici, come ha segnalato Manuel Cortez, segretario della Difesa della CGTP.

Si ringrazia per la solidarietà in situazioni di disastro
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gennaio 2002 - Il Ministro degli Esteri peruviano, Diego García-Sayán, ha portato al Presidente Fidel Castro una lettera da parte del Presidente peruviano, Alejandro Toledo, in cui si esprime gratitudine al popolo cubano per gli innumerevoli atti di solidarietà verso il suo paese di fronte a situazioni catastrofiche come quelle dell’anno passato.
García-Sayán, in una breve ma proficua visita ufficiale alla Repubblica cubana, ha manifestato "un reale piacere" nello stare nell’Isola, poiché, a suo parere, "entrambe le nazioni hanno una base storica comune negli aspetti principali che le rende vicine".
Il Ministro peruviano ha sostenuto, inoltre, incontri ufficiali con il Ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, che ha ricordato i profondi legami tra i due Governi, risalenti, comprese le gesta di liberazione, al 1869, quando i cubani dichiararono la loro Repubblica in lotta contro la Spagna.
"In quel momento il Perù accreditò perfino un Ambasciatore, il quale parlò, ha affermato il diplomatico cubano, degli interessi di cooperazione e rispetto dei peruviani verso queste aspirazioni indipendentiste".
La collaborazione bilaterale tra l’Istituto Sportivo Peruviano e quello Cubano, INDER, così come la fattibilità di esecuzione di sentenze penali e un memorandum d’intesa per il mutuo riconoscimento di studi specifici, titoli e diplomi sono stati i temi prestabiliti e messi in agenda dopo tre convegni, su cui Lima e La Habana hanno sottoscritto una nota d’intesa tra i Ministeri degli Esteri.
Nella conferenza stampa, i due Ministri hanno toccato alcuni argomenti imprescindibili nel panorama mondiale, come i processi di integrazione regionale, la lotta al terrorismo e alla droga, i meccanismi di commercio locali e internazionali, la crisi argentina.
"Possono esserci tra noi punti di vista diversi su alcuni temi, ma ci sono senza dubbio aspetti comuni nelle aree di base, come la risposta appropriata che i paesi dell’America Latina devono avere nel processo di globalizzazione, che deve essere guidato e rivisitato in modo tale che i nostri popoli si vedano adeguatamente protetti e definiti" ha segnalato l’ospite.
Il Ministro degli Esteri peruviano ha sottolineato la necessità di confrontarsi pienamente su strategie per eliminare la povertà del continente e, all’interno delle azioni da realizzare, ha menzionato le spese per la Difesa come una delle maggiori cause d’impoverimento dell’area.
"L’America Latina ha aumentato del 60 % le spese militari, negli anni Novanta ed è fermo proposito del Presidente Toledo quello di giungere a un accordo multilaterale per una drastica riduzione delle spese militari in questo anno", ha dichiarato.
Da parte sua, Pérez Roque ha ricordato la "posizione ferma del Perù, alle Nazioni Unite, contro il blocco economico e a favore del diritto internazionale, che è stata recentemente ribadita nella votazione dell’Assemblea Generale dell’ONU"
Rispetto a quanto accaduto l’11 settembre dello scorso anno negli Stati Uniti, il Ministro cubano si è profondamente rammaricato e ha ricordato quanto fatto da Cuba nella sua lotta contro atti terroristici, avvenuti non solo contro il territorio nazionale, ma anche contro altre nazioni.
"Cuba caldeggia la convocazione di una Conferenza Internazionale contro il terrorismo e appoggia anche, in quanto membro del Movimento dei Paesi Non Allineati, il negoziato per una Convenzione Generale contro il terrorismo", ha dichiarato.
Interrogato da Granma Internacional, García-Sayán ha affermato di mantenere una comunicazione fluida con il popolo e con il Governo argentino.
Ha espresso che il Perù, in quanto parte del Gruppo di Rio e membro della Comunità Iberoamericana, giudica che "ci sono temi di fondo che riguardano la realtà argentina e degli altri paesi latinoamericani, per i quali si deve avere un trattamento efficace e costruttivo su aspetti quali la flessibilità del commercio internazionale e la politica dei sussidi di alcuni paesi industrializzati, che pregiudicano le economie, pertanto le nostre urgenze devono essere contemplate anche da questi punti di vista e non focalizzate solo su pochi altri".

Il Governo cerca di alleviare le ristrettezze economiche
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dicembre 2000 - Il governo di transizione peruviano ha, tra i suoi obbiettivi, quello di risollevare la situazione economica con transazioni nel pagamento del debito estero, con il raggiungimento dell’equilibrio fiscale, con l’impulso agli investimenti e con l’arginamento delle spese per la difesa.
Il Governo di consenso di Valentín Paniagua cercherà di invertire le ristrettezze della recessione, evidenti nell’oppressione domestica del cittadino comune, nelle proteste per la mancanza di lavoro, nel basso livello dei consumi e nei licenziamenti in massa in alcuni settori.
Secondo l’Istituto Cuanto, tra il 1997 e il 1999, il Prodotto Interno Lordo pro capite è diminuito di circa il 2.5 % mentre la spesa effettiva delle famiglie si è abbassata di circa l’8.4 % con riduzione, nelle case, del 16.4 % di quanto destinato all’alimentazione.
Negli ultimi tre anni il 52 % della popolazione ha problemi di lavoro, mentre l’8 % è disoccupato e il 44 % sottooccupato. Le stime indicano che ne consegue che la povertà colpisce 54 su 100 peruviani.
Secondo gli economisti, le carenze si sono accentuate negli ultimi tre anni, man mano che si sono esauriti gli introiti delle privatizzazioni che, in questo decennio, sono stati di 9.991 milioni di dollari, dei quali, nelle pubbliche casse sono entrati 6.445 milioni, sebbene ne restino ora soltanto 543 milioni.
Gli esperti raccomandano che Paniagua e il suo nuovo Ministro dell’Economia e delle Finanze, Javier Silva Ruete, valutino gli accordi tra il Governo precedente e il Fondo Monetario Internazionale, in modo da concertare nuove scadenze per pagare il debito estero.
Le privatizzazioni, messe in discussione dall’opposizione di prima, proseguirebbero allo scopo di destinare gli introiti all’investimento.
Sarebbe anche necessario curare l’agricoltura, l’industria, i trasportatori, l’edilizia e il turismo, potenziali fonti di impiego, che hanno affrontato crescenti licenziamenti e restrizione della manodopera, causa di sistematiche fermate e scioperi.
Le alte tasse, causa di disaccordo con il Governo precedente che si presumeva le usasse per fare pressioni su politici e imprenditori contrari a Fujimori, dovrebbero probabilmente essere riassestate per incentivare le piccole e medie imprese.
Il titolare dell’Economia valuterà la creazione di incentivi per l’investimento nazionale e straniero nel settore tributario e revisionerà la struttura delle imposte allo scopo di far guadagnare efficienza alla Sovraintendenza Nazionale dell’Amministrazione Tributaria.
Le autorità si propongono di creare le condizioni affinché il prossimo Governo cresca a un ritmo del 7 % annuo, dopo aver sanato il deficit fiscale e ottenuto la credibilità internazionale, senza dover ricorrere a nuove imposte né tagliare i programmi sociali.
Le autorità attendono ora tre rimborsi – fermati per la recente crisi politica – della Banca Interamericana di Sviluppo, per 530 milioni di dollari.
Secondo fonti locali, nei prossimi giorni, la Corporazione Andina di Promozione concederà un credito di 270 milioni di dollari e ne presterà 500 milioni per programmi settoriali.
Gli economisti raccomandano di ridurre le spese per la difesa, di diminuire la presenza dello stato, di rivedere la qualità e la redditività della spesa pubblica e di decentralizzare l’assegnazione delle risorse alle regioni, in favore di uno sviluppo in tutto il territorio nazionale.

Dolore per la morte di Alfonso Barrantes
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dicembre 2000 - Il Perù è costernato per la morte a La Habana, il 2 dicembre scorso, di Alfonso Barrantes, ricordato per la sua impeccabile guida del Comune di Lima e per la sua difesa delle idee di sinistra durante la sua intensa vita politica.
Secondo l’agenzia Prensa Latina, Barrantes si era recato a Cuba per partecipare all'Incontro Mondiale di Solidarietà con l'Isola ed è stato ricoverato in un ospedale della capitale cubana per sottoporsi a un intervento chirurgico, dal quale stava già rimettendosi.
Il cancro gli aveva, negli ultimi dieci anni, attaccato il fegato e le reni, hanno precisato i quotidiani peruviani, che hanno diffuso la notizia in prima pagina con titoli quali "E' morto il difensore del popolo" (La República).
Barrantes, che è morto all'età di 73 anni, ha studiato Filosofia e Diritto all'Università San Marco, a Lima. E' stato presidente della Federazione degli Studenti di San Marco e successivamente si era iscritto al Partito Comunista Peruviano. Nel 1978 aveva fondato l'Unione Democratica Popolare, ma due anni dopo creò l'Alleanza Rivoluzionaria di Sinistra.
Nel 1983, con l'appoggio della Sinistra Unita, è stato eletto sindaco di Lima per il periodo 1984-86. Durante la sua gestione inventò il programma del ‘Bicchiere di Latte’, per nutrire i bambini delle zone più povere. E’ stato candidato alla presidenza del paese nel 1985 e nel 1990. "Cuba è forse il posto che più amava Alfonso Barrantes dopo il Perù. E a Cuba è morto", ha scritto il quotidiano peruviano La República.

Il Governo nelle mani del Congresso
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novembre 2000 - Il Congresso peruviano ha cominciato a definire chi sarà a capo di un Governo di transizione, dopo che le rinunce del Presidente Alberto Fujimori e del suo successore, Francisco Tudela, hanno portato il paese a un vuoto di potere.
Il Parlamento ha accettato le dimissioni di Tudela, primo vicepresidente, lasciando il cammino aperto all'opposizione di prendere le redini di questo paese di 25.6 milioni di abitanti.
Il Congresso doveva ancora ratificare le dimissioni di Fujimori e del secondo vicepresidente, Ricardo Márquez. Dopo averle ratificate entrambe, la leadership del Governo ricadrà sul capo del Parlamento, Valentín Paniagua, del tradizionale Partito d'Azione Popolare.
Da Tokyo, Fujimori ha detto nelle sue prime dichiarazioni dopo le dimissioni, che è dispiaciuto per le incertezze causate dalla decisione di rinunciare al suo mandato, secondo l’agenzia Reuters.
Lunedì 20 novembre Fujimori ha inviato al Congresso, dal Giappone, terra dei suoi genitori, la lettera di rinuncia all'incarico, dopo una crisi provocata dallo scandalo sulla corruzione di parlamentari dell'opposizione, che ha avuto come principale protagonista l'ex-capo del controspionaggio, Vladimiro Montesinos, ora latitante.
Diversi parlamentari dell'opposizione hanno dichiarato, tuttavia, che il Congresso non dovrebbe accettare le dimissioni di Fujimori e che, piuttosto, dovrebbe dichiarare che la carica risulta vacante.
Dichiarando la carica vacante, il Parlamento cercherà di far sì che Fujimori non possa proporsi a una qualsiasi carica pubblica nelle prossime elezioni politiche di aprile, possibilità ventilata dallo stesso ex presidente.
La rinuncia di Fujimori, che rimane a Tokyo, ha anche provocato la dimissione del consiglio dei ministri, mentre i militari hanno espresso il rispetto della Costituzione e delle autorità civili.
Mentre l'opposizione festeggia le dimissioni del Presidente, i mercati finanziari locali hanno subito gli effetti negativi della crisi in una nazione che si dibatte tra la povertà e la disoccupazione.

Reazioni e aspettative
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ottobre 2000 - L'opposizione ha rifiutato la gestione dell'esecutivo peruviano a proposito della richiesta di asilo politico dell'ex consigliere Vladimiro Montesinos e la disponibilità panamense a prenderla in esame.
Il consigliere presidenziale alla sicurezza ha abbandonato il Perù il 23 settembre, in modo inaspettato, nel mezzo di uno scandalo politico per presunta corruzione e delle richieste di settori politici che chiedevano un rinvio davanti alla giustizia civile per le diverse accuse.
Le critiche dell'opposizione hanno qualificato una misura iniqua la decisione del presidente Alberto Fujimori di liberarlo mentre è in corso un'azione giudiziaria, ragione per la quale hanno annunciato l'inizio di una campagna internazionale per il suo arresto.
Al riguardo, Jorge Castillo, segretario generale della socialdemocratica Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana (APRA), così come la Coordinatrice Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) hanno comunicato alla stampa che solleciteranno entro breve tempo l'estradizione di Montesinos da Panama.
Per questi settori, il virtuale Capo del Servizio Segreto Nazionale (SIN) è responsabile di violazione dei diritti umani, spionaggio, intimidazione verso i detrattori di Fujimori e costituisce "una minaccia per il sistema democratico", e intanto è ancora "una vera ombra nel potere".
Da Santiago del Cile, Buenos Aires e Brasilia, diversi mezzi d'informazione ufficiali hanno confermato le intense manovre di questi Governi unitamente alla Segretaria di Stato degli Stati Uniti, per ottenere che la presidentessa panamense, Mireya Moscoso, riconsideri la sua decisione iniziale di accettare l'ex consigliere peruviano.
La Repubblica Dominicana e il Costa Rica hanno manifestato per mezzo dei propri governanti e ministri degli esteri, rispettivamente Hipólito Mejía e Roberto Rojas, il proprio disaccordo sulla concessione di protezione politica a Montesinos, il quale attendeva a Panama, con un visto turistico di 90 giorni, il giudizio finale delle autorità di Lima.
L'attuale crisi politica peruviana è cominciata due settimane fa quando il leader del Fronte Indipendente Moralizzatore (FIM), Fernando Olivera, ha divulgato un video nel quale appare Montesinos in un ipotetico atto di corruzione di un parlamentare dell'opposizione per ottenere che votasse per la maggioranza.

Fujimori davanti alla sfida di un nuovo mandato
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agosto 2000 - Con un programma che si propone il difficile compito di riattivare l’economia, migliorare il livello di vita della popolazione e rafforzare le istituzioni democratiche, il Presidente peruviano, Alberto Fujimori, affronta oggi un nuovo mandato presidenziale di fronte alle acute critiche di segmenti dell’opposizione, i quali hanno dato origine a un’ondata di violente proteste, il cui bilancio è salito, secondo gli ultimi bollettini, a sei morti e ad almeno centonovanta feriti.
Tra le altre iniziative, Fujimori ha promesso una crescita annuale del 6 %, un’inflazione di non più del 4 %, deficit di bilancio allo stato corrente che non superi questa stessa percentuale e una pressione tributaria corrispondente al 15 % del prodotto interno. Questo, senza trascurare il trattamento di emergenza per il settore agroalimentare, il programma di sostituzione competitiva di esportazioni, inserimento delle confezioni nella legge delle preferenze daziarie andine, licitazione di importanti giacimenti di fosfato, come pure recupero di due milioni di ettari a fini produttivi.
Il Presidente peruviano che, per la terza volta prende possesso della poltrona presidenziale, ha annunciato anche una straordinaria crescita dell’industria turistica e della sua infrastruttura, l’impulso dell’urbanizzazione, la costruzione di tremila scuole e l’aumento della pubblicazione di libri scolastici, assieme ad altri progetti nel ramo dell’istruzione e della sicurezza sociale.
Ciò nonostante, i suoi più acerrimi oppositori, guidati da Alessandro Toledo, hanno espresso il loro malcontento per il trionfo elettorale di Fujimori in una discussa marcia nella quale, oltre alle deplorevoli perdite di vite umane verificatesi, vi sono stati notevoli danni materiali con l’incendio di edifici pubblici, tra cui il Palazzo di Giustizia, la Giuria Nazionale delle Elezioni, di veicoli statali e privati.
In materia di politica estera, il Capo di Stato peruviano ha dimostrato interesse al consolidamento delle relazioni nell’area, tra cui quelle con Cuba, paese verso il quale ha assicurato di continuare la solidarietà ai Vertici Iberoamericani e all’Organizzazione delle Nazioni Unite, nei colloqui sostenuti con il vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba, José Ramón Fernández che, a capo di un’importante delegazione, ha assistito all'insediamento di Alberto Fujimori.