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Rosemari Mealy

Non capita tutti i giorni di incontrare un avvocato donna nordamericano, di colore, sensibile alle problematiche politiche e sociali del suo paese, militante di sinistra e appartenente, nientemeno al Movimento di solidarietà con Cuba. Questa è Rosemari Mealy, alla quale avremmo voluto porre un numero infinito di domande, e ascoltare così dalla sua viva voce i racconti dell'altra America, quella del dissenso e del radicalismo politico. Ma così non è stato, colpevole il tempo e la circostanza. A conclusione della Manifestazione di Milano noi del Moncada ci siamo limitati a poche, essenziali, a nostro giudizio, domande.

Gli Stati Uniti accusano il governo di Cuba di non rispettare i diritti civili ed umani del suo popolo. A noi sostenitori di Cuba riesce difficile pensare che gli stati federali americani siano dei buoni maestri in questo campo dal momento che , nella maggior parte di essi, è in vigore la pena di morte e le esecuzioni capitali sono quasi all'ordine del giorno. Si può parlare di contraddizioni?

Quella a cui tu ti riferisci è la più grossa contraddizione che gli Stati Uniti possono offrire al mondo. Per me la pena di morte resta un modo barbarico e incivile, e mostra solo l'ipocrisia di quel paese. Accusano Cuba di violare i diritti umani, ma sono poi loro che tolgono la vita. Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei condannati in attesa di esecuzione negli USA è costituita da gente povera e/o di colore. A differenza di Cuba inoltre, abbiamo anche molti prigionieri politici tra i condannati, voglio ricordare in questa circostanza il mio collega giornalista ed amico Mumia Abu Jamal, afro americano, in attesa di esecuzione, condannato per il suo credo politico\. Ma il governo ha il coraggio sfrontato di continuare a dire di non avere nelle carceri del paese prigionieri politici. Noi sappiamo di oltre 200 di loro in attesa di giudizio. Non è forse questa una contraddizione? Quindi per rispondere alla tua domanda, come dicono i nativi americani, il governo degli Stati Uniti parla con una lingua biforcuta.

Da stampa e televisione siamo stati informati di recenti tensioni in materia di scambi commerciali con il Giappone ed il Sud America. In Brasile la popolazione ha dato fuoco in segno di protesta alle bandiere statunitensi, mentre l'accordo economico NAFTA solleva sempre più il malcontento. Puoi dirci in breve cosa, secondo te, sta succedendo?

Nessun paese, nessuno in generale, si può dire abbia tratto dei benefici dall'accordo del NAFTA e meno che mai le popolazioni dei paesi del terzo mondo i cui governi lo hanno firmato. In Messico le condizioni degli operai sono peggiorate. Era stato fatto credere che il NAFTA avrebbe incrementato l'occupazione e la produzione, ma veramente ad aumentare sono stati soltanto i profitti delle compagnie statunitensi e gli stipendi dei dirigenti. Penso che il NAFTA sia servito solo a far crescere le diseguaglianze, e le proteste a cui tu ti riferisci dimostrano che ci si è resi finalmente conto del potere manipolatorio degli Stati Uniti sulle decisioni dei governi degli altri paesi. Ma non è tutto: nuove imposizioni condizionano le importazioni dal Giappone mentre nuove regole di commercio vengono varate al fine di contrastare l'espansione economica giapponese; e intanto, soprattutto tra gli immigrati, la disoccupazione aumenta; il paese è sempre più isterico e spostato su posizioni di destra.

Dal tuo punto di vista, esiste un'idea sola di "democrazia" o possono esserci concezioni diverse e contrastanti? Più semplicemente, l'opinione secondo la quale, un governo di un paese rappresentativo di una sola espressione politica, non sia da considerarsi democratico, la ritieni corretta?

Innanzitutto, quando a parlare di "democrazia" sono gli Stati Uniti, si pensa alla "integrazione all'interno del mondo capitalista". In questo senso Cuba, per l'opinione americana, non è democratica. Non le si riconosce il diritto ad un percorso diverso, ad una scelta appunto di democrazia socialista. Se parliamo poi di pluripartitismo, neppure negli Stati Uniti esiste: ci sono solo due partiti, il Repubblicano ed il Democratico, che sostengono programmi quasi identici.