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Nelle carceri messicane, il Che (a terra,vestito di bianco) con
i rivoluzionari cubani. Al centro la cubana María Antonia González
febbraio-marzo 1955 - Scrive al padre di aver portato a termine tre lavori scientifici che gli fanno ben sperare in una borsa di studio a Parigi.

09 aprile 1955 - Scrive alla zia di essere stato coinvolto come fotografo nei Giochi Panamericani e che l'Agenzia Prensa Latina ha cessato la sua attività. Si firma: Stalin 2°.

09 maggio 1955 - Scrive alla madre di aver ottenuto una borsa di studio che comprende vitto, alloggio e pochi centesimi, nonché la pubblicazione dei suoi lavori.

maggio 1955 - Lavora in ospedale nel reparto cardiologia e allergologia. Ha 200 pazienti da assistere. Vive in un piccolo appartamento con Julio Roberto Cáceres detto Patojo e con Hilda Gadea, divenuta sua moglie. Si rivivificano i rapporti con Nico López e altri cubani del gruppo 26 Luglio. Arriva in Messico Raúl Castro; qualche settimana dopo anche Fidel Castro.

27 maggio 1955 - Scrive al padre delle sue ricerche sui propectani e sulla ialunoridasi, e continua: "La Habana mi attrae particolarmente per riempire il cuore di paesaggi ben mescolati con passi di Lenin... se il prossimo paese che visito è Cuba, lì non lavorerò ma farò un rapido giro per far visita all'intera gamma di amicizie che ho stretto durante il loro esilio...".