La teoria del cerchio. (Data 05.2007)
Nel mio piccolo cervello psicoanalizzabile la politica è un cerchio chiuso, quasi una circonferenza. Non ci sono lati sinistro ne destro ne centro ne centrodestro. Il centro è l'unico punto equidistante da ogni altro punto situato sul cerchio, e quindi per definizione sta fuori dal cerchio stesso. Fuori perchè non sta nel cerchio quindi non ne fa parte anche se il cerchio gli sta intorno. Per capire provate a prendere una corda immaginaria e collocarci sopra, secondo la loro logica politica, le nostre fave di deputati e senatori. Ognuno risulterà seduto vicino al proprio amichetto preferito, e, qualora lo volesse, potrà pure spostarsi e scambiarsi di posto per pomiciare con chi gli infila più lingua in gola. Poi prendete i due estremi ed uniteli disegnando il cerchio. Ecco che in questa posizione l'onorevole Ignazio La Russa risulterà molto poco distante dall' onorevole Diliberto, tanto da potersi rendere a vicenda tutti i servigi pornografici che gli produrranno un immane piacere. A questo punto fate ruotare il cerchio fino a fargli raggiungere un velocità sufficiente a far tenere i loro culi ben saldi sulla corda, e, a velocità raggiunta, interrompete bruscamente la rotazione. Dato che i nostri cavalieri di corda hanno masse, pesi e volumi diversi tra loro l'interruzione della rotazione causerà degli ulteriori cambiamenti tra le loro posizioni. Ripetete l'operazione fino a quando ne avete piacere. L'esperimento dovrebbe aver dimostrato che, mettendo la politica in un cerchio, i politici sono molto soggetti alla forza centrifuga. Per induzione io chiederei di modificare la collocazione dei seggi in parlamento: facciamoli sedere in cerchio.

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