I TERREMOTI

 

I terremoti o sismi sono dei movimenti bruschi e improvvisi della superficie terrestre(forze interne alla terra).

Una rottura degli strati rocciosi profondi, luogo detto IPOCENTRO, determina una propagazione delle vibrazioni verso la superficie terrestre, dette SCOSSE TELLURICHE o SISMICHE.

La zona della superficie terrestre che è stata colpita maggiormente viene chiamata EPICENTRO: questo punto si trova sulla perpendicolare dell’IPOCENTRO.

Il SISMOGRAFO è lo strumento che serve per registrare le scosse:il tracciato che si ottiene si chiama SISMOGRAMMA.

Esistono tre tipi diversi di onde sismiche:

-ONDE PRIMARIE o LONGITUDINALI o DI COMPRESSIONE: sono le prime ad essere percepite-sono le più veloci-fanno vibrare le particelle delle rocce-si propagano sia nei solidi che nei liquidi

 

-ONDE SECONDARIE o TRASVERSALI: hanno velocità inferiore-non si propagano nei liquidi

 

-Quando questi due tipi di onde arrivano in superficie generano le ONDE LUNGHE o SUPERFICIALI: scosse più violente-la velocità dipende dalla natura della roccia e del terreno che attraversano.

 

 

IPOCENTRO: zona profonda della terra dove ha origine lo squilibrio che causa il terremoto.

EPICENTRO: è il punto della superficie terrestre dove arrivano le prime onde sismiche e dove si manifestano le scosse più forti.

 

                                                           SCALE SISMICHE

 

SCALA MERCALLI: scala che misura gli effetti di un terremoto(cioè la distruzione)

                                    Inventata dal sismologo GIUSEPPE MERCALLI: è composta da 10 gradi,

                                    poi è stata portata a dodici gradi.

SCALA RICHTER: la misura usata per misurare la forza del sisma si chiama MAGNITUDO.

                                  Questa scala è suddivisa in 9 gradi.

 

Le zone dove si registrano i terremoti più forti coincide spesso dove ci sono fenomeni vulcanici.

La frequenza dei terremoti in Italia varia da regione a regione.

                                      LE FAGLIE

In geologia, frattura nella crosta terrestre lungo la quale una sezione della crosta stessa ha subito una dislocazione relativamente all'altra sezione, in risposta a forze di stiramento o di compressione prodotte da movimenti tettonici in direzione verticale, orizzontale o obliqua. La frattura può avere una lunghezza di pochi centimetri o di molti chilometri, come la faglia di San Andreas, in California. Se generati da un forte terremoto, i movimenti in corrispondenza delle linee di faglia possono essere improvvisi; di solito, però, sono a lungo termine, cumulativi, lenti e impercettibili, ma nel tempo possono dare luogo a dislocazioni di migliaia di metri. Nel corso di milioni di anni, il movimento orizzontale lungo la faglia di San Andreas, che costituisce il confine tra due delle zolle che compongono la superficie terrestre, ha spostato un'intera sezione della catena costiera californiana di parecchi chilometri a nord-ovest rispetto al resto della regione, e ha generato potenti terremoti come quello che colpì San Francisco nel 1906.

                                                                              TIPI DI FAGLIA  
La superficie della frattura, più o meno irregolare, è detta piano di faglia e si presenta perlopiù obliqua, anche se talvolta può essere verticale. La massa di roccia che presenta la faccia rivolta verso il basso è detta tetto di faglia, mentre quella che rivolge la faccia verso l'alto è il muro di faglia. Il piano di faglia è definito da angolo di immersione, direzione ed entità della dislocazione, o rigetto. Se il movimento avviene lungo la massima pendenza del piano di faglia, questa è detta a scorrimento verticale; se il movimento coincide con la direzione del piano di faglia si ha invece una faglia a scorrimento orizzontale; una combinazione dei due movimenti produce faglie a scorrimento obliquo.
Se il tetto di faglia si muove verso il basso relativamente al muro, allora la faglia è detta normale, o distensiva; in caso contrario è detta inversa, o compressiva.