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I Rom d'Ungheria tra legge e realta'
. Articolo di Olivier Meer, apparso nel novebre del '99 su Le monde Diplomatique. Ricostruisce puntualmente la vicenda della legge ungherese del 1993 e i suoi limiti.

Gypsies pack their suitcases for Strasbourg di J.Kremer and L. Rasmussen.
Ad un primo sguardo la situazione sembrava un triste e comune racconto di intolleranza. Ma ben presto si e' trasformata in una partita politica, quando le famiglie scappate da Zamoly hanno denunciato il governo ungherese davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani.

Travelling spirits claim political territory di J.Kremer e L.Rasmussen
Almeno fino alle prossime elezioni parlamentari nel 2002 i Rom devo avere a che fare con l'Organo di Autogoverno Nazionale accusato di essere sempre accondiscendente nei confronti del governo ungherese.

La vera faccia dei Rom. Ritratto del Washington Post di Angela Kocze, attivista e intellettuale in difesa dei diritti del suo popolo

European Roma Rights Center Organizzazione internazionale con sede a Budapest:
www.errc.org

Roma news, bollettino diffuso dal Roma National Congress:
www.romnews.org

I MODI DELLA MOBILITAZIONE
La politica e i Rom ungheresi
di Nando Sigona

"Questo tipo di iniziative, dice Gabor Miklosi del Roma Press Center di Budapest, non hanno gran valore, servono piú ai capi per aumentare il loro potere negoziale con il governo che ad altro. Piú importanti sono le numerose inizative dal basso che si oppongono al razzismo e alle forme di discrimanzione manifestate dalle autoritá locali". L'iniziativa in discussione é il tentativo portato avanti da alcuni gruppi di Rom di coalizzare le varie anime del attivismo zingaro ungherese intorno ad un unico movimento politico in vista delle prossime elezioni nazionali.
"I Rom d'Ungheria hanno bisogno di un partito politico agguerrito che scuota l'attuale situazione di disagio e povertá", risponde Istvan Mozsar, presidente del neonato Partito Democratico degli Zingari Ungheresi.
La situazione, come si capisce giá da queste prime affermazioni, é controversa; appena otto anni fa, nel '93, l'Ungheria aveva ricevuto ampi riconoscimenti dall'UE per i suoi sforzi in favore delle minoranze presenti nel paese con l'approvazione di una legge che riconosceva ufficialmente dodici minoranze nazionali ed una etnica (i Rom) e stabiliva un complesso sistema di rappresentanze locali e nazionali dei gruppi, parallelo agli organi elettivi regolari.
"I governi autonomi delle minoranze dovrebbero occuparsi di tradizioni e lasciare la politica ai partiti" dice ancora Mozsar, che al momento pare non abbia molto seguito tra la comuntá Rom, divisa in tre gruppi culturali: i Romungro o zigari ungheresi, che costituiscono i due terzi del totale e parlano ungherese, i Lovara e i Beash, residenti nel sud del paese.
La nascita e la diffusione degli organi comunitari delle minoranze, piú che raddoppiati dal '94 ad oggi, ha rappresentato una svolta nel rapporto zingari-istituzioni ma ha anche coinciso con la progressiva sparizione dei Rom dalle istanze regolari. I limiti del sistema erano giá emersi nel 1997 quando l'ECRI (Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza) aveva sottolineato la permanenza di atteggiamenti pubblici razzisti e discriminatori. L'iniqua spartizione dei finanziamenti, che dovrebbero garantire le attivitá dei governi autonomi ai vari livelli, é uno degli esempi. L'attribuzione dei fondi segue generalmente le disponibilitá delle amministrazioni locali e tende a privileggiare le minoranze nazionali forti, che possono cioé vantare un maggiore potere negoziale.
Alcuni osservatori, tra cui l'unico parlamentare rom presente nel '93 e uno dei pochi a votare contro la norma (che fu approvata con il 96% di voti favorevoli), hanno criticato radicalmente il sistema perché avrebbe disperso le energie delle associazioni locali e degli attivisti spostandole su delle istituzioni impossibilitate ad agire.
Piú recentemente, la fuga dal villaggio di Zamoly di una sessantina di Rom ha richiamato l'attenzione dell'UE sulle violazioni dei diritti del popolo Rom in Ungheria. Giunti a Strasburgo, i sessanta hanno richiesto asilo politico al governo francese, che, dopo un paio di mesi di attesa, glielo ha concesso. "L'Ungheria, ha detto Jozsef Kraszanai, rappresentate del gruppo di Rom rifugiatisi in Francia, si trova davanti ad una scelta: o protegge i Rom o svolta irrimediabilmente a destra e tutti gli zingari abbandoneranno il loro paese".
Nella comunitá zingara ungherese la decisione francese, un chiaro richiamo per il governo ungherese che ha fino ad ora non ha prestato alcun ascolto ai vari richiami di organismi internazionali e non governativi sui tamenti dei Rom, é stata vista come un primo passo verso il riconoscimento dei propri diritti contro gli abusi delle autoritá magiare, anche se non tutti sono stati d'accordo. Mozsar ha condannato l'azione di Kraszanai e del suo gruppo, dicendo che " i Rom ungheresi devo vivere e morire nella loro patria". Politica elettorale.
Il riconoscimento dell'asilo politico a delle persone in fuga da un paese in attesa di entrare nella Comunitá ha suscitato molto scalpore e anche dure reazioni da parte delle autoritá ungheresi, sia pubblicamente attaverso le dichiarazioni del portavoce del governo, sia, pare, attraverso l'azione dei servizi segreti che avrebbero diffuso voci e indiscrezioni (apparse anche sul "Jane's Intelligence Digest") sugli occulti manovratori che si nasconderebbero dietro al complotto: i servizi segreti russi, che avrebbero incoraggiato la fuga da Zamoly dei Rom, avendo tutto l'interesse a rallentare il processo di allargamento europeo.
Il nuovo partito non ha ancora un programma. Intanto cerca di ricomporre un universo molto frammentato di organismi e associazioni zingare, anche con l'intervento del presidente dell'Organismo nazionale di rappresentanza dei Rom, e spera cosí di ottenere il 5% di voti alle prossime elezioni nazionali dell 2002 necessario per essere rappresentati in Parlamento.

GLI UNGHERESI ALL'ESTERO. La legge del '93, sin dall'inizio, é parsa ad alcuni osservatori una mera operazione di immagine, utile all'Ungheria per ben figurare davanti alle istituzioni europee e allo stesso tempo uno strumento per richiamare i paesi vicini a tutelare le minoranze magiare presenti nei loro territori, circa cinque milioni di persone di solito integrate e benestanti. La crisi diplomatica scoppiata nelle ultime settimane tra Ungheria e Romania avvolara questa ipotesi. Le relazioni tra i due paesi sono molto tese da quando l'Ungheria ha emanato un provvedimento in favore dei magiari all'estero senza consultare i paesi interessati. La legge, che fornisce aiuti finanziari agli ungheresi, costituirebbe secondo i romeni un caso di interferenza ungherese nella politica interna e creerebbe ulteriori tensioni nel paese tra la minoranza magiara concentrata soprattutto in Transilvania e nella regione di Oradea e la maggioranza romena. La reazione di Bucarest é giustificata dal crescente seguito dei movimenti separatistici magiari in Transilvania e dalla forza elettorale del partito nazionalista romeno Romania Mare.