Cent'anni di solitudine
"Mentre Macondo celebrava la conquista dei ricordi, José Arcadio Buendía e Melquíades scossero la polvere della loro vecchia amicizia. Lo zingaro veniva deciso a restare nel villaggio. Era stato nella morte, effettivamente, ma era tornato perché non aveva potuto sopportare la solitudine. Ripudiato dalla sua tribù, privato di ogni facoltà soprannaturale come castigo per la sua fedeltà alla vita, decise di rifugiarsi in quell'angolo di mondo non ancora scoperto dalla morte, e di dedicarsi alla gestione di un laboratorio di dagherrotipia".

Il mome della rosa
"Pensa a un fiume, denso e maestoso, che corre per miglia e miglia entro argini robusti, e tu sai dove sia il fiume, dove l'argine, dove la terra ferma. A un certo punto il fiume, per stanchezza, perché ha corso per troppo tempo e troppo spazio, perché si avvicina il mare, che annulla in sé tutti i fiumi, non sa più cosa sia. Diventa il proprio delta. Rimane forse un ramo maggiore, ma molti se ne diramano, in ogni direzione, e alcuni riconfluiscono gli uni negli altri, e non sai più cosa sia origine di cosa, e talora non sai cosa sia fiume ancora, e cosa già mare…"

Se una notte d'inverno un viaggiatore
"Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni"

Siddharta
"Serenamente contemplava la corrente del fiume; mai un'acqua gli era tanto piaciuta come questa, mai aveva sentito così forti e così belli la voce e il significato dell'acqua che passa. Gli pareva che il fiume avesse qualcosa di speciale da dirgli, qualcosa ch'egli non sapeva ancora, qualcosa che aspettava proprio lui"

Il vecchio e il mare
"Sentì il ferro conficcarsi e vi si appoggiò sopra e lo immerse più profondamente e poi lo spinse con tutto il peso del suo corpo. Allora il pesce tornò in vita, recando in sé la sua morte, e si librò alto fuori dall'acqua mostrando tutta la sua grande lunghezza e larghezza e tutta la sua forza e la sua bellezza. Parve restare sospeso nell'aria sul vecchio nella barca. Poi precipitò in acqua in un crollo che coprì di spuma il vecchio e tutta la barca"

Paula
"Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco, in ogni goccia di rugiada, in ogni particlla di cenere che l’acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa, sono nulla e tutto il resto in questa vita e in altre vite, immortale. Adiós, Paula, mujer. Bienvenida, Paula, espíritu"

Il Maestro e Margherita
"Allora avvenne la metamorfosi. La camicia rattoppata e le ciabatte scalcagnate sparirono. Woland apparve in una clamide nera con la sciabola d’acciaio al fianco. Egli s’avvicinò rapido a Margherita, le porse la coppa e disse in tono di comando: «Bevi!». Margherita si sentì girare il capo, arretrò, ma la coppa le sfiorava già le labbra; due voci, ma non riuscì a capire di chi fossero, le sussurrarono in tutt’e due gli orecchi: «Non abbia paura, regina… Non abbia paura, regina, il sangue è già disceso da molto tempo nella terra. E là dov’è stato versato, crescono adesso grappoli d’uva"

La luna e i falò
Guardai il muro, rotto, nero, della cascina, guardai in giro gli chiesi se Santa era sepolta lì. Nuto s’era seduto sul muretto e mi guardò col suo occhio testardo. Scosse il capo. - No, Santa no, - disse, - non la trovano. Una donna come lei non si poteva coprirla di terra e lasciarla così. Faceva ancora gola a troppi. Ci pensò Baracca. Fece tagliare tanto sarmento nella vigna e la coprimmo fin che bastò. Poi ci versammo la benzina e demmo fuoco. A mezzogiorno era tutta cenere. L’altr’anno c’era ancora il segno, come il letto di un falò"

Se questo è un uomo
"Questo è l’inferno. Oggi, ai nostri giorni, l’inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi stare in piedi, e c’è un rubinetto che gocciola e l’acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua non succedere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti. Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia"

La strada di Swann
"Toccherà mai la superficie della mia piena coscienza quel ricordo, l'attimo antico che l'attrazione d'un attimo identico è venuta così di lontano a richiamare, a commuovere, a sollevare nel più profondo di me stesso? Non so"

Doppio sogno
"Il corpo che giaceva alle sue spalle nello stanzone a volta, al lume delle fiammelle a gas oscillanti, ombra fra le ombre e come quelle oscuro e privo di senso e di segreto, non rappresentava per lui, né poteva rappresentare ormai, che il cadavere pallido della notte passata, destinato irrevocabilmente alla decomposizione"

La coscienza di Zeno
"Poi, al funerale, riuscii a ricordare mio padre debole e buono come l'avevo sempre conosciuto dopo la mia infanzia e mi convinsi che quello schiaffo che m'era stato inflitto da lui moribondo, non era stato da lui voluto. Divenni buono, buono e il ricordo di mio padre s'accompagnò a me, divenendo sempre più dolce. Fu come un sogno delizioso: eravamo ormai perfettamente d'accordo, io divenuto il più debole e lui il più forte"

Sulla strada
"Là attorno c'era aria di mistero. La macchina correva su una strada fangosa elevata sulle paludi che strapiombava da entrambi i lati e lasciava pendere dei viticci. Oltrepassammo un'apparizione: un negro con una camicia bianca che camminava con le braccia levate verso il cielo d'inchiostro. Poteva essere che pregasse oppure invocasse una maledizione. Noi gli saettammo proprio accanto; mi voltai a guardare dal finestrino posteriore per vedere i suoi occhi bianchi"

Opinioni di un clown
"Posai il mio cuscino sul terzo gradino dal basso, mi sedetti, presi il cappello e vi misi dentro la sigaretta: non proprio nel mezzo e non in un angolo, proprio così come se vi fosse stata gettata dall'alto e cominciai a cantare: "Il povero Papa Giovanni…". Nessuno badava a me, non sarebbe neppure stato un bene: dopo una, due, tre ore avrebbero pur cominciato ad accorgersi di me. Interruppi la mia strofa quando udii la voce al microfono che annunciava un treno da Amburgo… Allora andai avanti. Mi spaventai quando la prima moneta cadde nel cappello: era un soldo, colpì la sigaretta, la sospinse troppo da parte. La rimisi al posto giusto e ripresi a cantare"

Diario di un killer sentimentale
"Servì due whisky, unimmo i bicchieri, bevve e chiuse gli occhi. Era un uomo meritevole e mi preoccupai che il primo pezzo di piombo lo cancellasse subito dalla lista dei vivi"