I POPOLI CONTRO LA GUERRA

    Il 15 febbraio 2003 più di 100 milioni di di persone hanno manifestato, in tutti i Paesi del mondo, contro la guerra.

  E' forse la prima volta nella storia umana che i governati esprimono, tutti insieme, il loro "ripudio" della guerra (come è scritto nell'art. 11 della Costituzione Italiana), sbugiardando la propaganda che per per decenni ha mistificato e nascosto gli orrori e i pericoli di questo "nuovo ordine mondiale" ("l'ordine della forza bruta"- lo definiva, nel 1990, R. Ramonet su Le Monde Diplomatique".

  I governanti, per anni, erano riusciti a tacitare i pochi ribelli, a controllare le informazioni dei media, a nascondere col segreto militare gli effetti delle loro armi sugli stessi militari attaccanti.

 I governati erano scettici.  Ma finalmente lo scetticismo popolare si è tramutato in protesta.  Una protesta grandiosa, articolata, multiforme, entusiasmante, che va al di là del puro e semplice "ripudio " della guerra, perché significa che, finalmente, anche nei nostri paesi tecnologizzati, molti, moltissimi governati  hanno riscoperto "l'animale politico" che è una componente fondamentale della natura umana.

   Per la Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo, che è sempre stata "dalla parte dei governati", il 15 febbraio 2003 è una data storica.

 IN ITALIA la manifestazione contro la guerra  è stata la più colossale del mondo.  Da 3 a 5 milioni di persone in piazza, venute da ogni parte del Paese e molti, gambe in spalla, dai vari quartieri di Roma , seguendo solo la spinta delle loro convinzioni.  "Ho deciso che non bisogna rassegnarsi" - ha dichiarato una signora romana.

  Con le bandiere arcobaleno c'erano i pacifisti "puri" e i pacifisti "duri", già impegnati in azioni non violente contro gli spostamenti militari, c'erano i difensori degli Iracheni, e perfino i "disertori", vestiti in divisa militare per inviare un messaggio ai soldati di leva.  C'erano i gonfaloni di intere amministrazioni comunali, provinciali, regionali (alcune di Forza Italia) e qualche bandiera USA corredata del simboli Hyppy. Non abbiamo visto bandiere israeliane, ma gli Ebrei italiani per la pace hanno inviato la loro adesione alla manifestazione.

   Numeri a parte, è proprio questa articolazione di linguaggi a rendere straordinaria la manifestazione del 15 febbraio, insieme con la tranquillità che emanava da quell'enorme agglomerato di persone e il poco disordine che ha creato in città. la sera, le strade di Roma calpestate da tanti milioni di persone , non erano più sporche del solito.

  La Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo era presente con un solo cartello: BASTA! CON LA POTENZA DISTRUTTIVA.

 

I GOVERNI DELL'EUROPA

  Vorremmo, a questo punto, correggere alcune notizie falsate trasmesse dai media.

  Non ci sono due governi europei (la Francia e la Germania )  che non vogliono la guerra "preventiva" in Iraq:  ci sono 17 governi europei che non si sentono sudditi degli Stati Uniti d'America e che non accettano né l'idea di "guerra infinita" proposta da Bush e nemmeno il principio per cui "se un governo non ci piace, noi abbiamo il diritto di deporlo" (o, peggio, di bombardare i governati di quel Paese - n.d.r.)  Questi principi sono stati enunciati da Giscard d'Estaing, Presidente dell'Assemblea Costituente  dell'Unione Europea, nella riunione del Consiglio d'Europa del 17 febbraio.

 Ci succede raramente di essere d'accordo con i governanti, ma questa volta non possiamo che essere d'accordo con Giscard d'Estaing.