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L' inno del corpo sciolto del mitico Benigni

E' questo l'inno del corpo sciolto
lo puo' cantare solo chi caga dimolto:
se vi stupite, la reazione e' strana,
perche' cacare soprattutto e' cosa umana.


Noi ci svegliamo e dalla mattina
il corpo sogna sulla latrina;
le merde posano in mezzo all'orto:
e' questo l'inno del corpo sciolto.


Ci han detto vili, brutti schifosi,
ma son soltanto degli stitici gelosi;
ma il corpo e' lieto, lo sguardo e' puro:
noi siam quelli che han cacato di sicuro.


Pulirsi il culo da' gioie infinite,
con foglie di zucca, di bietola o di vite;
quindi cacate, perche' e' dimostrato:
ci si pulisce il culo dopo avere cacato.


Evviva i cessi, sian benedetti;
evviva i bagni, le toilettes e i gabinetti;
evviva i campi da concimare;
viva la merda e chi ha voglia di cacare.


Se parlo co' un demente,
un fetente o un ignorante
mi levo la giacca
e la cacca gli fo'.


Il bello nostro e' che ci si incazza parecchio
e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio;
la vogliam reggere per una stagione
e con la merda poi far la rivoluzione.


Pieni di merda andremo a lavorare,
poi tutto a un tratto si fa quello che ci pare
e a chi ci dice "fai questo e quello"
gli cachiamo addosso e lo copriam fino al cervello!


Non sono mai stato cosi' giocondo.
Viva la merda che ricopre tutto il mondo:
e' un mondo libero, un mondo squacchera,
perche' spillacchera di qua e di la'.
Cacone, merdone, stronzone, puzzone:
la merda che mi scappa si sparga su di te.