L'Arcipelago non è soltanto spiagge, mare e sole, è anche storia, fortificazioni militari, musei, luoghi da scoprire e da conoscere per completare una vacanza degna di questo nome.
Vi proponiamo allora tre percorsi interessanti in auto, due nell'isola madre (La Maddalena) ed uno a Caprera, le uniche isole dove si può arrivare in auto.

1° Percorso: verso occidente (ponente) partendo da Cala Gavetta

Si parte da Cala Gavetta, dove si stabilì il primo nucleo abitativo dell'isola, dopo la discesa dei pastori corsi dalle alture della Trinità, e ci si dirige verso ponente lasciando il porticciolo e la Capitaneria di Porto per dirigerci, percorrendo il lungo rettilineo di Padule, verso Villa Weber, dove arriveremo con una deviazione a destra all'altezza dell'albergo Miralonga. Alla nostra vista appare la villa fatta costruire da un ricco commerciante inglese, James Weber, alla metà dell'800, con manodopera di operai genovesi. In poco tempo divenne un giardino fiorente ammirato da molti visitatori, poi decadde fino all'abbandono attuale.
Ritorniamo sul rettilineo di Padule e continuando sempre verso occidente, dopo circa 500 m., a sinistra si notano le grandi rocce di Punta Tegge, con la batteria militare costruita al momento dell'istituzione della piazzaforte nell'arcipelago. Situata in una posizione che domina l'ingresso delle navi nell'arcipelago, dalla sua sommità si domina uno spettacolo non comune. Alle sue spalle, invece, si trova il vecchio forte Santa Teresa o di S. Elmo, costruito alla fine del '700 per difendere l'isola da un altro possibile attacco dei Francesi (il primo era avvenuto nel 1793 e si era concluso con la loro sconfitta).
Continuando lungo la strada principale entriamo nel golfo di Nido d'Aquila e, superato l'omonimo albergo, ci appare nella sua maestosità la batteria anch'essa chiamata di "Nido d'Aquila", dalla cui cime, il panorama verso Spargi e le isole a Nord, è da togliere il fiato. Ormai abbandonato, anche questo forte, come tutti gli altri dell'arcipelago, potrà essere salvaguardato e ristrutturato per un uso di archeologia militare ed un appropriato uso didattico-turistico.
A ridosso della batteria, nel territorio circostante i resti di quelle che furono le più importanti cave di granito del Mediterraneo tra fine '800 e prima metà del '900, si apre la cala Francese, esposta ai venti di ponente ma riparata da quelli di levante. Nella speranza che tutta la zona possa essere recuperata come archeologia industriale, non ci resta che ammirare i grossi blocchi di granito abbandonati lungo tutta la cava, e il porto di imbarco, da cui un tempo partivano i velieri per ogni destinazione.
Da ricordare che il granito di cala Francese fu utilizzato per il Canale di Suez, per la V strada di New York, per il Lungotevere di Roma e per la base della Statua della Libertà. Da molti anni ha cessato la sua attività.
Continuando il nostro viaggio e percorrendo una strada laterale (a sinistra) non asfaltata, possiamo arrivare ad un'altra postazione militare: la batteria di Carlotto o, come la chiamano gli isolani, "la Madonnetta", poichè nei pressi è stata erett alla fine dell'800, dai pescatori del luogo, una chiesetta votiva. E' meta di molte visite per il panorama che dà su Punta Sardegna e sull'isola di Spargi e per una festa che vi si svolge ogni anno, il 1° di maggio.
Ritornati sulla strada principale, si comincia a salire verso nord fino ad arrivare al forte dei Colmi, forse il punto più panoramico, assieme a Guardia Vecchia, di tutto l'arcipelago. Dal forte si possono vedere i paesaggi della Gallura, da Palau a Punta Sardegna, ma anche tutte le isole a nord dell'arcipelago. Anche questa postazione militare è ormai abbandonata ma è stata usata, per qualche anno nella stagione estiva, per spettacoli teatrali e musicali.
Si continua in direzione di Guardia Vecchia, il punto più alto dell'isola (152 m.), da dove si domina tutto l'arcipelago da sud a nord. L'opera, costruita per avere un controllo generale su tutto l'arcipelago, sorse su quelli che furono i resti di una postazione pisana. Il "Forte di San Vittorio", questo è il suo nome originale, fu disegnato alla fine del 1700 dall'allora Comandante della Base, il Savoiardo Andrea Des Geneys. La costruzione, di forma ottagonale, comprendeva: una stanza designata per alloggio del Comandante del Presidio, quartieri per la truppa, la polveriera, la cisterna per l'acqua e le sistemazioni per bocche da fuoco da 8 a 16 montate su piattaforme mobili. Negli ultimi anni il forte è stato utilizzato come Stazione R.T. e Meteo, ora è completamente dismessa.
Per chiudere il nostro primo percorso, niente di meglio che lasciare Guardia Vecchia e ritornare attraverso le tortuose curve verso il sottostante porto di Cala Gavetta da cui eravamo partiti, e dove il nostro viaggio termina dopo aver percorso una decina di km.


2° Percorso: verso oriente (levante) con partenza da Piazza Umberto I (piazza Comando)

Si parte dalla piazza più grande e più bella della città e ci si dirige a levante, lungomare, percorrendo una parte del territorio ove hanno sede vari insediamenti della Marina Militare Italiana: Circolo Ufficiali e Sottufficiali, si arriva ai semafori e si piega a sinistra per Viale A. Moro, lasciando sulla destra l'imponente complesso della Scuola Sottufficiali M.M. e del cinema-teatro "I Longobardo", sede di una scuola di formazione per personale militare, Scuola istituita nel lontano 1949 di cui si è celebrato nel 1999 il cinquantennio.
Si percorre nella sua lunghezza tutto il viale e ci si ricongiunge alla "Panoramica" piegando a destra; superata la località di Cala Chiesa, attraverso una piccola salita si giunge al Museo Navale dedicato al prof. Nino Lamboglia. Questo museo ospita il carico di una nave romana naufragata nei pressi dell'isola di Spargi e recuperata sul finire degli anni '50 grazie ad una spedizione finanziata dalla Rizzoli e guidata da Gianni Roghi e Nino Lamboglia. Il tutto merita una visita accurata ed attenta.
Proseguendo lungo la strada panoramica, ci si imbatte nella prima delle cale che circondano l'arcipelago: Spalmatore, un profondo e sicuro golfo, riparato dai venti occidentali (maestrale e ponente), e due spiagge, la prima vicina ad una banchina che la protegge a sinistra e, poco più a nord, il cosi detto "Costone", molto riparato nei giorni di forte maestrale.
Si continua sempre lungo la strada e, sulla destra, in una bellissima cala dai colori verde smeraldo (Cala Lunga), si intravede il Villaggio di Porto Massimo, con il Cala Lunga Hotel ed un porto privato, attrezzato e funzionante nei mesi estivi. Un posticino da visitare e nel quale sorseggiare un aperitivo.
Il viaggio continua dirigendosi ad occidente verso lo "Stagno Torto", piccolo e pittoresco fiordo riparato dai venti di levante ed ormeggio preferito dei piccolo gozzi di pescatori e di appassionati delle escursioni nelle isole a nord de La Maddalena. Poco più avanti una delle più frequentate spiagge isolane, "Monte della Rena", con la vista sullo sfondo della penisola "Abbatoggia" e del villaggio "Touring Club Italiano", in una posizione molto panoramica e suggestiva.
Si continua per circa 1 km. e si arriva alla fine della strada panoramica per vedere la migliore spiaggia dell'isola "Bassa Trinità", con una sabbia bianchissima e finissima e con la vista delle isole a nord dell'arcipelago e, nelle giornate più limpide, anche della lontana Corsica.
Si ritorna indietro per 1 km. e si gira a destra, cominciando a risalire con una serie di tornanti che portano alla batteria militare della Trinità ed alla omonima chiesetta, quasi sempre aperta e visitabile. Molto suggestiva e piccola, la chiesetta è piena di ex voto per grazia ricevuta. Un piccolo gioiello costruito dai primi pastori corsi che abitavano l'isola nel 1868. Grande festa a giugno, nei tre giorni che precedono la ricorrenza della Trinità.
A questo punto si comincia a scendere, lasciando a destra la strada che porta a Guardia Vecchia, sfiorando il cimitero dell'isola e percorrendo gli ultimi tornanti in discesa fino ad arrivare alla piazza Umberto I da dove eravamo partiti.