Liberi di Esprimere
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11/8/2000 Ciao Carlomichele, 11/9/2000 Ecco. Chiasso, continuo. Travolgente. Meccanismo di autoprotezione. Si sa. Non sono fatto per le sfide troppo difficili. Nessuno potrà mai entrare in quel territorio che viene protetto da Vopos fisici e quanto mai reali in una realtà subconscia che sfugge. E che paura.
Non si può andare avanti senza poter esprimere quello che in fondo è uninesprimibile sofferenza che esplode sottopelle.
Racconto. Serrande abbassate. Quale storia vuoi che io racconti? Non lo so. Insomma. Era lì. Si agitava nel marasma quotidiano nella sua ridotta facoltà espressiva. Era nano. Era convinto che tutti fossero sbagliati. Troppo alti. Troppo alti per vedere le realtà che emergeva da un suolo a lui così vicino, caldo, profumato di quellodore di catrame ribollente di vita continua. E lui si agitava. Nella sua frustrazione non capiva. Doveva pur esserci un motivo. E lui andava dicendo a tutti di essere perfetto. Ma sapeva. Tragicamente sapeva di non essere adatto a un mondo che non considerava più che lui, la realtà che solo lui poteva conoscere a fondo. Era il fondo. Era la terra. Doveva pur esserci un motivo per quanto futile della sua esistenza che lui affatto riteneva grigia. Lui possedeva tutti i segreti di un mondo che non interessava a nessuno. Ma cera una cosa che lo teneva in vita. Lui la possedeva. Era una cosa che lo legava a pochi che non conosceva ma di cui conosceva lesistenza. La capacità di stupirsi oggi come ieri e come domani di tutto ciò che la sua bassa realtà gli riservava. E lui lo sapeva. Sapeva farsi stupire da una realtà quotidiana in cui la monotonia era lunica cosa di cui non ci si poteva stupire.
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