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"Bambole della Bottega Scura" Laboratorio di Ceramica

La fiaba del Raku
 
(di Flavio Benetti)

Si narra che molto tempo fa, un ceramista di nome Tamaka Chojiro, andasse tutte le mattine sulle rive del fiume Raku a raccogliere l’argilla, per la creazione delle sue opere che una volta terminate, avrebbeIdeogramma del Raku voluto rivendere al mercato della città.

Era un giovane entusiasta ma ben presto tutto il suo ardore si trasformò in rabbia. Il motivo di questa sua ira stava nel fatto che non sapesse lavorare molto bene l’argilla, perché nessuno gli aveva insegnato un metodo preciso. In realtà, Tamaka non si rendeva conto che la causa dei suoi guai, era lui e non la materia prima che utilizzava, attribuendo la mancata riuscita del suo lavoro alla terra pensando che non fosse abbastanza buona.

Per questo motivo, ogni volta che si recava al fiume per prendere l’argilla aveva un atteggiamento ostile di ciò che la natura gli offriva.

Così per l’ennesima volta un mattino si diresse al torrente, e nel mentre era lì pensò ad alta voce imprecando: “ Perché in questo fiume c’è una pessima argilla? Misero me! Di questo passo non potrò più lavorare, e non ho neppure la possibilità di andare a cercare altrove una terra migliore! Non ho parole per descrivere tutta la mia rabbia".

Il fiume ascoltando il lamento del giovane ceramista ebbe pietà di lui e tutto ad un tratto gli parlò:

-“Tamaka io ti ho visto molte volte arrivare fin qui con entusiasmo e passione perché oggi sei così arrabbiato?”.

Tamaka sentendo quelle parole ebbe uno spavento tremendo tanto che non riusciva più a muoversi e a parlare. Avrebbe voluto scappare, ma per la paura che aveva, il suo gracile corpo era diventato tutto rigido.   

Ma il fiume Raku lo rassicurò, trasformando una goccia d’acqua in un Kappa, ovvero in un folletto.

Il folletto gli parlò con tono gentile: “Non devi disperarti poiché malgrado tutta la rabbia che porti dentro di te, il fiume conosce bene il tuo animo e sa che sei un giovane buono e umile, per questo ti svelerà con i Kappa e i Tamuki, (gli animaletti magici), il segreto per modellare l’argilla, trasformarla in splendida ceramica e salvare in tal modo il tuo lavoro”. 

Così Tamaka da quel giorno, per ringraziare ed onorare il fiume, per l’aiuto offertogli accostò il nome della tecnica raku, particolare metodo di lavorazione della ceramica, al rito del tea, come simbolo di rispetto, amicizia e gioia spirituale.

 

 

 

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