IPNOSI

 

 

 

L'ipnosi in una stampa del 900

 

 

UNO STUDIO SULL'IPNOSI CLINICA

Eugenio Lo Gullo

Francesca Abrami

 

 

 

Si ricorda che l'ipnosi rappresenta una strategia terapeutica e che può essere utilizzata solo da psicologi e medici esperti. Ogni abuso è quindi punibile per legge.

Le informazioni contenute in questa pagina sono state tratte dal libro di Eugenio Lo Gullo: "Ipnosi": Manuale teorico-pratico, Roma 1994.

 

L’ipnosi nella storia

Il termine attribuito a Braid nasce da Hypnos che nella mitologia impersona il sonno, figlio di Nix, la notte e Thanatos, la morte.

Possiamo tranquillamente affermare che l’ipnosi (dal greco hypnos, sonno) è antica quanto la storia stessa dell’essere umano nonostante le diverse denominazioni e descrizioni impiegate, essa fu conosciuta ed in parte utilizzata in ogni grande civiltà. Antiche raffigurazioni riguardanti sessioni ipnotiche sono state rinvenute in ogni parte del pianeta e molto attendibili sono i reperti rinvenuti in Egitto appartenenti al regno di Ramsete XII, intorno al X secolo a.C. (H.B. Crasilneck, J.A. Hall, 1975). Gli stessi trattati sulle arti magiche e le guarigioni delle civiltà greche e romane conservano tracce significative dell’impiego dell’ipnosi come rimedio per combattere numerose malattie. Il papiro di Ebers, che risale a più di tremila anni fa, descrive con cura i metodi utilizzati dai sacerdoti egizi che sono simili alle attuali tecniche utilizzate dalla psicologia moderna. In questi papiri si afferma che in Egitto esistevano molti templi e santuari del sonno, come quello di Serapide, che avevano la funzione di guarire i numerosi malati che vi si recavano in pellegrinaggio.Sembra che persino in Grecia, in Cina, in India, esistevano luoghi preposti alla somministrazione dell’ipnosi.

Nella mitologia troviamo numerose e, senza alcun dubbio, affascinanti legende riguardanti personaggi dotati del potere di incantare. Ricordiamo ad esempio Medusa - creatura mostruosa con serpenti al posto dei capelli e capace di trasformare gli uomini in pietra con il solo sguardo - o le sirene che tentarono di incantare Ulisse. Molti autori sostengono che queste leggende trovino origine nelle pratiche ipnotiche utilizzate dai sacerdoti greci.

 

“Le Sirene, sedendo in un bel prato,

mandano un canto dalle argute labbra,

che alletta il passegger; ma, non lontano,

d’ossa d’umani putrefatti corpi,

e di pelli marcite un

monte s’alza.”

 

(Omero, Odissea, III)

 

In altre culture dell’Africa, del Sud America e dell’Asia troviamo rituali, danze, ripetizioni monotone, utilizzo di piante e sostanze allucinogene (foglie di Coca, Mescalina, ecc.), preghiere ripetitive capaci di produrre nei soggetti uno stato più o meno profondo di trance.

Nel Medio Evo si registrarono fenomeni molto simili visto che religiosi e stregoni, ognuno a modo proprio, utilizzavano i metodi suggestivi per guarire i mali dell’epoca. Noti sono gli interventi di illustri esorcisti che ancora oggi operano sotto la banedizione delle Chiese di ogni confessione religiosa. In ogni caso chi operava scatenava un elevato livello emozionale presentandosi come figura carica di autorità e di carisma e capace di infondere con la sola presenza protezione. Nonostante ciò, la paura per i fenomeni inspiegabili portò nel Medio Evo alla condanna al rogo con l’accusa di stregoneria di numerosi studiosi dei fenomeni psichici in nome di Dio e della santa inquisizione che voleva sprofondare i popoli nel terrore e nell’ignoranza più assoluta.

Il lavoro svolto da alcuni insigni cultori del sapere fu in ogni caso esemplare. Enorme fu il lavoro svolto dai Frati e da illustri personaggi come: San Tommaso d’Aquino e da altri religiosi. Nel 1641 venne pubblicata a Roma un’opera da titolo “Magnes Sive de Arte Magnetica” da parte della Biblioteca della Compagnia di Gesù nella quale l’autore, un gesuita austriaco di nome Athanasius Kircher, descrive alcuni interessanti esperimenti.

La nascita dell’ipnosi e la sua diffusione trae origine dagli studi della psicologia sperimentale e dall’azione di un personaggio molto singolare: il medico austriaco del XVIII secolo, Franz Anton Mesmer (1734-1815) che nel 1776 formulò la prima “teoria scientifica” sul magnetismo. Mesmer voleva verificare l’esistenza di un particolare fluido magnetico presente in ogni essere umano e nello stesso universo capace di influenzare i corpi stessi. Questa teoria, battezzata con il nome affascinante di magnetismo animale o mesmerismo, tendeva ad affermare che l’organismo umano può influenzare un altro organismo e può a sua volta esserne influenzato. Per rispondere alle numerose richieste dei clienti che afferivano da ogni parte d’Europa, Mesmer inventò uno strumento passato alla storia con il nome di vasca della salute che si dimostrò in grado di liberare molte persone contemporaneamente delle più svariate malattie.

I ripetuti risultati positivi, nei quali l’effetto placebo era sempre presente, non solo fecero aumentare la fama del magnetizzatore, ma come sempre, provocarono nel mondo scientifico, in particolare nelle prime forme di industria farmaceutica, un certo malessere e una grande gelosia professionale. Nonostante la popolarità raggiunta in Francia e in tutta Europa ed i risultati della Commissione Speciale della Societé Royale de Médecine istituita da Luigi XVI, a causa di numerosi intrighi di corte e della classe medica dell’epoca, Mesmer cadde presto in disgrazia. Fu ordinata l’immediata cessazione dell’attività terapeutica e la messa al bando del metodo usato, ma il seme della conoscenza era oramai sparso e molti furono gli allievi che seguirono gli insegnamenti del maestro. Uno di essi era il Marchese Armand Marc Jacques Chastenet de Puységur (1751-1825) che descrisse con cura il lavoro di Mesmer. Gli stessi allievi, come il Dott. Deslon, furono persino minacciati di espulsione dall’Accademia Francese di Medicina se non avessero cessato di utilizzare il magnetismo. La stessa cosa è avvenuta in parte con il noto Prof. Di Bella quando propose la sua cura per il cancro e con tanti altri.

Dopo Mesmer si ricordano solo sporadici interventi come quello dell’abate Faria (1755) conosciuto con il nome di bramano Faria quasi a sottolineare la conoscenza della cultura indiana e della scienza indù che però ebbe scarsi risultati pratici. Fu solo nel XIX secolo che l’ipnosi ritrovò un campo fertile sul quale diffondersi sia in campo psicologico che medico con la diffusione del metodo proposto dallo scozzese Braid (1785-1860) che coniò il termine ipnosi.

Braid studiò le teorie di Mesmer sul magnetismo proponendole in termini neurofisiologici definendo l’azione paralizzande dello sguardo e di altre azioni sui centri nervosi degli occhi e di tutto il sistema nervoso. Negli stessi anni gli studiosi, Ellioston in Inghilterra (1791-1868) e Esdaile (1808-1859) in India eseguirono centinaia di interventi chirurgici in pazienti sotto ipnoanestesia e ciò sbalordì il mondo scientifico. Inoltre, essa fu largamente utilizzata da sempre dagli psicologi come terapia palliativa (dal latino palliare, rimedio capace di dare sollievo, ma che non sopprime il male). In seguito comparvero numerose scuole e nella seconda metà dell’ottocento si affermò in Francia un personaggio che avrebbe segnato la storia dell’ipnosi: Jean Martin Charcot (1825-1893) che dedicò le sue ricerche allo studio dell’ipnosi considerandola un disturbo nervoso simile all’isteria. La sua scuola aveva naturalmente un orientamento di tipo prettamente organicista alla quale si contrappose la famosa scuola di Nancy sostenuta da Ambroise Auguste Liébaut (1823-1904) e da Hyppolyte Bernheim.

Fu proprio Bernheim (1837-1919) che sottolineò la forte azione della suggestione nell’ipnosi che veniva cnsiderata un fenomeno del tutto fisiologico e non una forma di isteria come affermava Charcot. Gli studi proseguivano a volte con impennate sperimentali e a volte con profonde delusioni dovute ai miglioramenti provvisori che l’ipnosi produceva nei clienti. Inoltre, durante un Congresso sull’ipnotismo (1889), Dumontpallier affermò: “l’ipnosi è dovuta ad agenti fisici come: la luce, la temperatura, le vibrazioni dell’atmosfera, l’elettricità, i campi magnetici, l’azione stessa delle calamite. Tutti questi agenti provocano delle modificazioni del sistema nervoso”. Questo autore scrisse che l’ipnosi poteva essere ottenuta attraverso una stimolazione prodotta da agenti fisici che classificò seguendo un ordine gerarchico: stimoli termici, tattili, uditivi. Il ricorso ai passi magnetici utilizzati dai ricercatori russi (Pavlov) e termici adoperati da Nicolaiev producevano sul cliente un’azione fisiologica che alcuni studiosi americani (Klemperer) definirono, secondo una prospettiva di tipo psicodinamica: molto utili.

Lo sfioramento della fronte, le carezze sul corpo, difatti, favoriscono il sonno attraverso la rievocazione di esperienze affettive infantili molto piacevoli e rilassanti. In seguito - un allievo di Charcot - l’austriaco Sigmund Freud (1856-1939) seguì, grazie ad una borsa di studio, gli insegnamenti di uno dei più grandi studiosi di nevrosi dell’epoca. Nel corso dei suoi studi Freud seguì le esperienze di altri personaggi illustri come Breuer, ma giunse presto alla conclusione che tale metodo aveva un effetto solo temporaneo e ciò lo portò a definire un suo metodo ancora oggi molto diffuso come psicoanalisi. La stessa nascita della psicoanalisi può essere correlata agli anni in cui Freud seguì con particolare attenzione i corsi tenuti dal fisiologo Bruke che si rifacevano alla scuola fisica di Berlino; infatti le scuole di Vienna e di Berlino consideravano la fisica come l'unica disciplina in grado di garantire la validità sperimentale. Di conseguenza la fisiologia tendeva ad utilizzare il linguaggio della fisica per spiegare tutti i fenomeni da quelli biologici e fisiologici a quelli psichici.

Freud si recò a Parigi attratto dal lavoro condotto da Charcot che utilizzava per lo studio dell'isteria l'ipnosi. Lo stesso Freud provò ad utilizzare tale metodo per eliminare i sintomi isterici dei suoi clienti ma non rimaase soddisfatto circa i risultati. In seguito si trasferì a Nancì per seguire il metodo proposto da Bernheim, una sorta di ipnoterapia mista a suggestione, ma anche quì notò le stesse inconcruenze del metodo usato da Charcot. Ritornato a Vienna si ricordò di un esperienza vissuta con Breuer che trattando con l'ipnosi una donna isterica faceva sì che i sintomi sparissero nel momento in cui riviveva le emozioni che aveva vissuto nel momento in cui ttale problema era comparso, ma ricomparivano dopo la fine del trattamento. Freud applicò subito tale metodo, meglio conosciuto come Metodo catartico, ottenendo buoni risultati. Gli effetti di tale metodo erano però molto spesso transitori. Egli si accorse che molte delle sue clienti sviluppavano nei suoi confronti un legame affettivo di natura sessuale. Questo lo portò a ricordare un esperimento che aveva visto fare da Bernheim in cui aveva dimostrato che l'amnesia di un soggetto nei confronti delle esperienze ipnotiche poteva essere eliminata inducendolo a ricordare le esperienze vissute sotto ipnosi così come le esperienze passate.

Freud arguì che il cliente poteva rimuovere i sintomi senza ipnosi e si limitò a dare sempre più spazio alle comunicazioni spontanee. Su queste basi elaborò la sua particolare tecnica psicoanalitica in cui il cliente si impegna a riferire all'analista qualsiasi pensiero gli venga in mente eludendo ogni possibile forma di censura o elaborazione cosciente (libere associazioni). Gli studi di Freud provocarono un momentaneo declino dell’ipnosi che invece veniva studiata attraverso metodologie sperimentali in Unione Sovietica dal fisiologo russo Ivan Petrovitch Pavlov (1849-1936) noto per le ricerche sui riflessi condizionati.

Diversi metodi di condizionamento strumentale vennero largamente utilizzati in Germania dai nazisti che portarono alla revisione della storia supportate dalle tristemente note leggi razziali. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale l’ipnosi si è andata sempre più affermando per il ritorno di un interesse di tipo clinico e per le sue possibilità di applicazione. Fu nel 1953 che venne proposta una tecnica derivata direttamente dal training autogeno di J.H. Schultz molto diffuso in diversi paesi che riuscì a raggirare i vari pregiudizi che ancora gravavano sui metodi suggestivi. Nel 1958 l’Americal Medical Association definì l’ipnosi una forma terapeutica e la inserì fra i metodi d’intervento clinico definendone le condizioni di impiego.

Alcuni fra i più conosciuti ricercatori - Clark Hull, Ernest Hilgard, e Milton H. Erickson (1901-1980) - a cui venne riconosciuta la fama di essere uno dei maggiori innovatori del metodo ipnotico che ancora oggi viene utilizzato in gran parte del mondo. A M. Erickson è riconosciuto in campo internazionale il titolo di massimo esponente dell’ipnosi clinica visto che questo autore che ha dedicato numerose opere alla studio dei metodi di induzione della trance. Allievo di Hull inizio a sperimentare le diverse possibilità di induzione verbale a scopo ipnoterapeutico indagando i complessi aspetti della comunicazione durante l’ipnosi.

In Italia venne costituita nell’1960 l’Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi (A.M.I.S.I.) affiliata alla Federazione Latino-Americana di Ipnosi Clinica.

L’interesse suscitato da questa associazione, che si assunse il compito di formare degli ipnoterapeuti clinici, riuscì a stimolare la nascita di numerose scuole di pensiero sparse su tutto il territorio nazionale nonostante la continua diffidenza manifestata dal mondo scientifico.

All’inizio degli anni settanta due scienziati, Elmer e Alyce Green, effettuarono diversi esperimenti sui praticanti dello yoga e attraverso registrazioni di vario tipo identificarono la capacità di alcuni individui di alterare volontariamente la temperatura corporea, la circolazione sanguigna e diversi altri processi fisiologici.

Fu il giapponese Joe Kamiya (1958) a dimostrare che taluni soggetti, dopo un breve periodo di addestramento potevano variare tranquillamente le onde del proprio EEG cosa che potevano fare solo i praticanti più esperti di yoga e zen. Questi esperimenti permisero ai ricercatori di identificare le complesse variabili che regolano la tecnica conosciuta con il nome di biofeedback.

Il terapeuta in questa pratica, attraverso l’utilizzo di sensori e di una sofisticata attrezzatura è in grado di misurare i diversi parametri fisiologici del cliente che, dopo un certo periodo di prova, raggiunge un livello di controllo sempre più preciso dei numerosi processi psicofisiologici. Gli stessi risultati si potevano ottenere attraverso l’ipnosi come provarono Klembies e Eberhardt che riuscirono a ridurre i valori della pressione arteriosa di numerosi soggetti. Gli studi evidenziarono, in ogni caso, l’enorme possibilità della psiche di influire sul soma sia in termini psicosomatici che terapeutici definendo metodologie d’intervento sempre più precise e standardizzate.

 

 

Il colloquio preliminare

 

Il colloquio preliminare precede ogni induzione ipnotica anche se attraverso modalità diverse che variano da una seduta all’altra. Nell’esporre al cliente ciò che vogliamo fare dovremo costantemente considerare il suo livello culturale e utilizzare un idioma chiaro e semplice svincolato dal linguaggio tecnico onde evitare di incorrere in errori di interpretazione. Quindi, dissipare i pregiudizi e le ansie oltre ad eventuali utopie e valutazioni errate. Dobbiamo tener presente che i metodi suggestivi basano la loro efficacia, come sostiene lo stesso L. Chertok (1992), sull’utilizzo di un certo numero di procedure oggettive la cui efficacia dipende nella maggior parte dei casi da fattori predisponenti sia individuali sia metodologici. Il terapeuta dovrà spiegare che cosa è l’ipnosi in poche semplici parole utilizzando esempi e paragoni allo scopo di facilitare la rimozione di eventuali iniziali resistenze. Potrà ad esempio dire che si tratta di una via di mezzo fra il sonno e la veglia molto simile alla fase che lui conosce molto bene dell’addormentamento che dura molto poco, ma che nel nostro caso dovremo prolungare e che produrrà degli effetti molto piacevoli e rilassanti. Durante l’ipnosi il soggetto e l’ipnoterapeuta saranno in grado di comunicare e che in ogni momento sarà possibile svegliare tranquillamente il cliente. Difatti, bisogna creare un’atmosfera di fiducia libera da tensioni e da quesiti irrisolti che poggia sul colloquio, precedentemente illustrato, e sulla stessa collaborazione che il soggetto sarà in grado di dare e sulla sua volontà a partecipare attivamente alla fase terapeutica che sta per attuarsi.

 

 

Ipnosi con presa di coscienza

 

In differenti casi, tuttavia, solo l’utilizzo di tecniche di induzione ipnotica di tipo autoritario può produrre la trance perché l’attesa stessa e il desiderio di essere ipnotizzati o le frequenti domante (Cosa succede ora? Mi sento un pochino addormentato? Sono già ipnotizzato?) divengono un ostacolo. Molte situazioni possono essere risolte solo utilizzando un tono deciso, ma non ostile assieme afrasi del tipo: “Eravamo d’accordo che non avrebbe parlato.” Oppure: “Rimanga in silenzio.”Con alcuni soggetti, è necessario ricordarlo, sono attratti solo dalle sembianze magiche dell’ipnosi o tengono, per così dire, un occhio aperto per apprendere il metodo da utilizzare, magari, per sedurre la signora molto attraente che abita al quarto piano. Con l’esperienza molte altre soluzioni verranno di volta in volta adattate al setting terapeutico che presenta in ogni modo l’affacinante mistero dell’imprevisto.

 

 

Concetto di personalità e suggestionabilità

 

Ogni individuo possiede una sua personalità e cioè una particolare configurazione di tratti caratteristici, di modi di pensare e sentire, sistemi di interazione con gli altri e di adattamento all’ambiente. L’evoluzione della personalità è influenzata da numerosi elementi che comprendono il patrimonio genetico, i valori condivisi dal gruppo etnico di appartenenza, il complesso sistema relazionale familiare (ricompense e punizioni), le interazioni con i coetanei e i condizionamenti sociali ad opera dei mass-media. Il processo di socializzazione svolge un ruolo determinante nello sviluppo della personalità. Gli agenti di socializzazione più influenti ricordiamo: genitori, fratelli e sorelle, coetanei, insegnanti, ecc. e ognuno di essi contribuisce a suo modo alla costruzione degli schemi cognitivi. Le teorie riguardanti la personalità ed il concetto di suggestionabilità sono diverse e fanno riferimento al sistema di analisi S-O-R (stimolo-organismo-risposta) che costituisce un valido metodo di distinzione fra i numerosi schemi di riferimento delle varie teorie della personalità. Alcuni teorici pongono l’accento sull’analisi della risposta (livello di suggestione raggiunto o tipo di trance), altri sul tipo di stimolo (induzione verbale, ecc.), e altri ancora sui processi intermedi, cioè sulle strutture centrali dell’organismo. Il primo approccio ha condotto alla identificazione di diverse tipologie con l’intento di classificare le persone sulla base di indizi ritenuti caratteristici: tipi somatici (insieme delle diverse caratteristiche morfologiche), tipi fisici (risposta neurovegetativa), tipi psicologici (risposta comportamentale). Il problema centrale che tentano di affrontare le teorie centrate sullo stimolo è come gli organismi acquisiscano la capacità a rispondere ad un sollecitazione dell’ambiente.

In base allo schema di riferimento delle teorie centrate sull’organismo è l’essere vivente con le sue capacità di organizzare e strutturare l’esperienza al centro dell’attenzione: la causa e il tipo di comportamento diventano funzione del come la persona vive la sua esperienza del mondo interno ed esterno ad essa. Dalle teorie di Mesmer ad oggi sono state ideate diverse semplici prove che ci consentono di comprendere se il soggetto può essere ipnotizzato facilmente.

Nel caso in cui si osservasse una certa resistenza, che varia da soggetto a soggetto, ricorreremo all’utilizzo di tecniche di rilassamento – ad esempio il training autogeno - allo scopo di preparare progressivamente il soggetto al setting ipnoterapico. I dissomiglianti test di suggestionabilità di cui disponiamo vengono sempre utilizzati dopo il colloquio preliminare e precedono l’induzione ipnotica. La sicurezza assoluta che ogni individuo possa essere ipnotizzato non esiste, ma se programmeremo con cura il nostro piano d’intervento considerando i dati ottenuti nel corso del primo colloquio e nel colloquio preliminare, i risultati non potranno che essere incoraggianti. Con i soggetti psicotici è certo che si incontrano notevoli difficoltà dovute molto probabilmente alla loro incapacità a mantenere l'attenzione su quello che proponiamo loro o al contrario per l’eccessiva tendenza al conformismo e a seguire alla lettera tutto quello che gli diciamo. Coconier affermò verso la fine del secolo scorso che le persone intelligenti – cioè capaci di mantenere l’attenzione fissa su di uno stimolo o idea - sono molto più ipnotizzabili dei soggetti superficiali e poco intelligenti. G. Tordjman considera molto ipnotizzabili gli individui creativi e fantasiosi - gli artisti, i bambini - e tutti coloro che presentano un buon grado di intelligenza. J. Ousby e B. Stokvis avvalorano queste teorie definendo l’intelligenza un fattore che certamente influisce sul livello di suggestionabilità e di profondità della trance.

Lo stesso F.L. Marcuse - professore di psicologia presso l’Università di Washington - individuò tre fattori coinvolti nel livello di ipnotizzabilità:

- Una particolare suscettibilità nei confronti dell’ipnosi;

- La tendenza fuggire da un comportamento aggressivo;

- I meccanismi di rimozione ed il conseguente rifiuto di certe idee considerate inaccettabili dalla coscienza stessa.

 

Marcuse affermò che l’utilizzo dei test di personalità non evidenzia differenze sostanziali fra i soggetti facilmente ipnotizzabili e quelli ritenuti più resistenti (A. Hernàndez, 1993).

Personalmente ritengo che tutti gli esseri umani sono ipnotizzabili e che le presumibili difficoltà di induzione sono dovute alla loro enorme diversità percettivo-cognitiva che dovremmo incessantemente considerare l’elemento guida di ogni nostro intervento.

 

 

Valutazione dei livelli di suggestionabilità

 

 

I differenti test di suggestionabilità vengono utilizzati dopo il colloquio preliminare per sondare il livello - molto ipotetico - di ipnotizzabilità dei soggetti che si affidano alle nostre cure. In base alle nostre ricerche siamo riusciti ad individuare distinti livelli di suggestionabilità. Difatti, partendo dalla semplice sollecitazione di processi d’imitazione spontanea di alcuni modelli comportamentali arcaici (sbadiglio, prurito) – solo apparentemente ingenui, ma dottamente utilizzati dall’ipnoterapeuta (sente il bisogno di sbadigliare, vero?), si utilizzeranno le tecniche più appropriate.

 

 

 

HAI SETE.....MOLTA SETE.....ACQUA.....FRESCA.....ACQUA.....FRESCA.....DEVI DEGLUTIRE.....BERE.....ACQUA.....FRESCA

 

 

 

 

 

Vi è venuta sete? Avete voglia di bere? Dovete deglutire?

Sentite l'acquolina in bacca? Voglia di bere dell'acqua?

Bene!! Allora siete stati suggestionati!!

 

 

Tecniche come quella proposta sono frequentemente utilizzate dalla televisione per violentare la nostra mente attraverso strategie subliminali, non percepibili a livello cosciente, che condizionano il soggetto attraverso la ripetizione continua del messaggio, l'associazione ad immagini piacevoli, spesso a contenuto sessuale.

 

 

 

I test di suggestionabilità

 

Questi test vengono impiegati sempre dopo il colloquio clinico e il colloquio preliminare e possono essere adottati con o senza le tecniche di rilassamento. E. Coué in ogni tipo si suggestione fa riferimento al tipo di influenza dell’immaginazione sulla psiche umana. L’ipnosi stessa secondo Coué si basa sullo stato di rilassamento del soggetto più che sulle induzioni dell’ipnoterapeuta visto che il potere di autosuggestione è uno strumento che la mente umana utilizza e che possiede fin dalla nascita. Possiamo definire la suggestione: “l’azione di stimolare un’idea capace di imporsi nella mente di un’individuo”. L’immaginazione di una persona può essere guidata sia da se stesso che dagli imput provenienti dall’esterno che nel caso delle induzioni verbali possieno le stesse caratteristiche del sistema cognitivo e comunicativo del soggetto da ipnotizzare.

La forza di un’idea nella quale crediamo ciecamente (ad es. la fede) può spingerci a superare limiti considerati prima insuperabili. Inoltre, l’acquisizione di una maggiore capacità di controllo psicofisiologico (biofeedback) ci aiuterebbe a verificare il nostro stato di salute e a di beneficiare di tutte quelle capacità di autoguarigione che ogni organismo vivente possiede perché dotato di un sistema immunitario che lo ha protetto per millenni. Educare la propria volontà attraverso i pensieri positivi senza limiti perché dobbiamo ricordare che con la nostra immaginazione possiamo ottenere tutto ciò che vogliamo; difatti, porre dei limiti non fa altro che fustrare il nostro naturale bisogno di fantasticare e di evadere dalla realtà oggettiva. La fantasia e la creatività sono capacità da incitare e non da reprimere.

 

 

 

 

SCALA DAVIS-HUSBAND

 

( RIELABORATA DA EUGENIO LO GULLO - FRANCESCA ABRAMI )

 

Per la verifica del grado di profondità della trance

 

 

 Grado di Profondità

Presente

Incerto

Assente

Grado

Stati ipnoidi

1. Rilassamento        
2. Rilassamento fisico completo        
3. Battito delle palpebre        
4. Chiusura degli occhi        
5. Deglutizione        
6. Respirazione profonda e regolare        

Trance leggera

1. Catalessi oculare        
2. Catalessi degli arti        
3. Irrigidimento        
4. Anestesia (mano guantata)        
Trance media
1. Amnesia parziale        
2. Amnesia post-ipnotica        
3. Cambiamento di personalità        
4. Suggestioni post-ipnotiche semplici        
5. Illusioni cinestesiche: amnesie totali        
Trance profonda
1. Aprire gli occhi senza mutare la trance        
2. Suggestioni post-ipnotiche fantasiose        
3. Sonnambulismo completo        
4. Allucinazioni visive positive post-ipnotiche        
5. Allucinazioni uditive positive post-ipnotiche        
6. Amnesie post-ipnotiche sistematizzate        
7. Allucinazioni uditive negative        
8. Allucinazioni visive negative, iperestesie        

 

 

 

 

 

Copyright by: Eugenio Lo Gullo

1999-2000

 

 

E-Mail logulloe@libero.it