SESSUOLOGIA

 

G. L. Bernini: Apollo e Dafne (1624) 

L'opera è esposta presso la "Galleria Borghese" - Sala III - Roma

 

 

Elementi di Sessuologia

 

Durante uno dei mie seminari, condotti presso la Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma, una studentessa mi chiese: "Professore, si parla tanto d'amore, ma, dal punto di vista psicologico, cos'è l'amore?". Naturalmente, ci furono altri studenti che cercarono di rispondere e di esprimere la loro opinione, ma, per rispondere a questa domanda, solo apparentemente semplice, quale punto di vista avrei dovuto considerare: l'approccio biologico, emozionale, psicoanalitico.....? E di quale tipo d'amore avrei dovuto parlare: l'amore materno, l'amore fra due partner, l'amor di patria, l'amore per un Dio.....? Cos'è in realtà l'amore? Questa energia che implica aspetti psicologici, biologici, fisiologici, ecc., ancora oggi sconosciuta, che spinge alcune persone all'estremo sacrificio o a mettere in discussione se stessi ( per fede religiosa, per un ideale, per avere la persona amata, ecc.) non trova una spiegazione del tutto valida.

Alla studentessa risposi che l'amore è come l'acqua, l'aria, l'elettricità, la vita stessa, non ha odore, non ha sapore, non ha colore, è un qualcosa di incomprensibile e astratto, ma costituisce un elemento (come l'aria, l'acqua, l'elettricità, ecc.) indispensabile per la vita stessa. E poiché l'amore è infinito si possono amare molte persone e molte cose in modo simile, ma diverso (amore per i genitori, per i fratelli, per un Dio, per uno sport, ecc.). C'è una natura comprensibile, ma la maggior parte di essa è ancora incomprensibile e comunque dobbiamo rispettarla così com'è visto che ne facciamo parte.  

Alla base di queste mie considerazioni, la sessuologia, come ogni altra espressione umana, deve rappresentare una disciplina scientifica che studia i fenomeni normali e patologici della vita sessuale sia dal punto di vista biologico e funzionale che da quello psicologico partendo da principi naturali di basa che sono universalmente condivisi da altre specie e per questo inconfutabili. Inoltre, la sessuologia viene considerata una scienza-incrocio poiché in essa confluiscono numerose discipline che hanno concorso a definirla. Oggi la sessuologia, grazie ai numerosi studi di K. Ebing, H. Ellis, S. Freud, Masters e Johnson è, sempre di più, considerata una scienza autonoma studiata in molte università.

 

Conflitti psichici e sviluppo sessuale  

Dal primo rapporto A.S.P.E.R.S. (Associazione per lo Studio dell’Analisi Psichica e la Ricerca in Sessuologia) sull’educazione e il comportamento sessuale dei giovani in Italia risulta che oltre l’80% dei giovani ignora definizioni e concetti di vocaboli elementari quanto abusati come: erotismo, feticismo, transessualismo, ermafroditismo, ecc. A tal proposito si può parlare di pregiudizi e luoghi comuni da sfatare poiché attorno alla sessualità ruota un complesso mondo fatto di un comune senso del pudore intriso di moralità, perversioni, inibizioni, aspetti religiosi frustranti. Difatti, si parla troppo spesso di sessismo, ma l’educazione sessuale è pressoché nulla. Persino la scuola non riesce a liberarsi dai falsi moralismi culturali e religiosi per progettare un concreto programma educativo-preventivo riguardante l’educazione sessuale dei bambini e dei giovani. Spesso nello studio dei soggetti a rischio emergono numerose difficoltà ad esprimere la propria sessualità in modo soddisfacente e ciò porta allo sviluppo di insicurezze che determinano disturbi diversi come: impotenza, eiaculazione precoce, ansia da prestazione, incapacità a gestire un rapporto, che solitamente interessano molto di più il maschio rispetto alla femmina. Ciò è anche dovuto al ruolo attivo che, per cultura, il maschio deve avere. Va poi ricordato che anche in questo caso viene proposta “la pillola per tutto” riducendo tutta la sessualità umana ad un processo meccanico e negando, quindi, l’aspetto relazionale, l’affettività, la personalità dei due partner, ecc. Gli stessi interessi riguardanti la sessualità e l'identità del ruolo ad essa correlato dipendono dall'identità del genere che si riferisce al significato precoce riferito al corpo del proprio Io come maschio e come femmina.

Il bisogno primario che la natura impone ad ogni specie è di perpetuare se stessa ai fini della sopravvivenza. Negli esseri umani, questo bisogno si esprime attraverso l'accoppiamento che porta alla nascita di altri esseri umani. Biologicamente, dunque, questo comportamento rappresenta l'unico normale e naturale atto sessuale, ma, poiché l'essere umano è dotato di una capacità di astrazione (fantasia), come e con chi lo facciamo viene influenzato dall'esperienza. Ogni altra forma di sessualità, che non abbia fini riproduttivi,  deve essere considerata biologicamente innaturale. Avere dei punti di riferimento è quindi importante per il trattamento dei disturbi della sessualità visto che "natura cura natura". Il ripristinare un ritorno all'atto inteso come relazione naturale ricrea un equilibrio che troppo spesso viene interrotto.

 Se il bambino e poi l'adolescente, per tutta una serie di fattori di rischio si stacca o viene deviato dalla sua natura, quindi  non accetta il fatto di essere nato/a maschio/femmina, non ci può essere alcuna base sicura per un'adozione coerente dei ruoli sessuali o di attività riguardanti il rapporto. L'atto stesso  verrà invischiato in fantasie e significati che creeranno solo confusione e a tal proposito i mass-media non fanno che peggiorare la situazione. Inoltre, come ogni processo di sviluppo, ad esempio il linguaggio, la capacità di comunicare attraverso il proprio corpo dipende dall’acquisizione di conoscenze-competenze che sono correlate alle prime esperienze autoerotiche e masturbatorie. Difatti, per poter comunicare attraverso il linguaggio è necessario acquisire il significato dei suoni e dei simboli attraverso un addestramento progressivo fatto di prove ed errori, imitazione, ecc. Allo stesso modo, il bambino e l’adolescente dovrà sperimentare, prima su se stesso e sul proprio corpo, attraverso la masturbazione, quelle modalità di relazione che proietterà sul corpo dell’altro. Comunicherà con il corpo dell’altro, sulla base delle conoscenze acquisite con se stesso. Una sorta di introspezione o comunicazione egocentrica che porterà ad una comunicazione sociale.

L'ambiente sociale assegna un'identità del genere al neonato sulla base della conformazione dei suoi organi genitali esterni al momento della nascita. Tuttavia a volte vengono compiuti errori: tali individui assumeranno così il ruolo conforme al genere loro assegnato e quando in seguito emergerà l'errore, essi proveranno difficoltà ad adattarsi al ruolo corrispondente alle loro effettive identità del genere.

 

 

Tiziano Vecellio: Amor sacro e amor profano (1512 circa) particolare 

L'opera è esposta presso la "Galleria Borghese" - Sala XX - Roma

 

 

La percezione delle trasformazioni puberali, oltre che degli indici corporei direttamente visibili, è condizionata dalle esperienze passate attorno al problema della sessualità in genere. Dal modo in cui sono state affrontate la fase orale, sadico-anale e fallica, dipendono le reazioni conflittuali dell'adolescente alle trasformazioni psicofisiologiche della pubertà.

Ad esempio, per il riemergere dei nuclei orali possono verificarsi alterazioni del comportamento alimentare il che costituisce un momento di lotta contro l'interferenza dei genitori. Molti comportamenti, specie materni, sono vissuti dall'adolescente come una minaccia alla propria crescita psichica, poiché soprattutto la madre è il simbolo dei suoi legami col passato.

Nel campo della pulizia personale l'adolescente può divenire disordinato, sporcarsi e trascurarsi. L'ordine somatico è infranto quale espressione di aggressività contro le regole educative che impediscono inibiscono il desiderio sessuale e che testimoniano la dipendenza infantile da cui l'adolescente cerca di liberarsi.

Dietro al disagio emotivo, che l'adolescente esprime per una certa disarmonia nelle proporzioni del corpo, si celano spesso problematiche psichiche legate al fatto che le fasi precedenti sono state mal superate. Il corpo rappresenta il ricettacolo più accettabile dell'Io per ospitare un'ansietà che ha le sue cause più profonde. Come il comportamento alimentare, anche quello sessuale e sociale assume forme particolari a seconda del come l'adolescente riesca ad integrare il passato col presente nel momento in cui la maturazione psicologica determina una rielaborazione di tutte le fasi che hanno caratterizzato il precedente sviluppo.

La masturbazione, quale attività particolarmente frequente, può diventare un'area di osservazione particolarmente ricca di significati psicologici.

I conflitti vissuto dall'adolescente circa la masturbazione assumono significato se si collegano al tentativo che l'adolescente fa di allontanarsi dagli oggetti amati dell'infanzia. L'Io deve raggiungere l'autonomia troncando i vecchi legami e cercando nuovi oggetti d'amore al di fuori dalla famiglia. Tutto ciò, persino ai giorni nostri, non è così semplice poiché come affermano molti ragazzi: “Si parla tanto di sesso, soprattutto in televisione, ma non è facile trovare con chi farlo”. Nonostante la maggior parte dei ragazzi ha il suo primo rapporto sessuale verso i 14-15 anni, molti ragazzi non riescono a realizzare questa importante esperienza.

In adolescenza, oltre agli impulsi verso l'autonomia, sono ugualmente intensi il peso delle esperienze infantili e la forza delle antiche identificazioni; situazione caratterizzate dal frequente passaggio da un tipo di comportamento al suo opposto. Ciò indica nel conflitto adolescenziale la contemporanea presenza di un intenso desiderio di libertà-autonomia e di un bisogno altrettanto intenso di tornare alla dimensione infantile vissuta come più rassicurante e gioiosa..

Nella masturbazione si esprime la stessa coesistenza dei suddetti desideri contraddittori. Infatti, sul piano del comportamento sessuale manifesto l'adolescente guarda l'altro sesso come uno specchio: lo guarda per misurare i propri difetti e per confessare la propria incerta identità. L'adolescente si avvicina al mondo spesso in modo incerto ed al primo segno di pericolo reagisce con l'attacco o con la fuga.

Da queste brevi considerazioni, è facile desumere che i disturbi della sessualità non possono essere trattati se non vi è una profonda conoscenza della psicologia dello sviluppo che a mio parere rappresenta la base da cui partire in ogni tipo di trattamento clinico-psicologico. Focalizzare, ancora una volta, l’attenzione sul sintomo non porta a nulla, ma al contrario l’eventuale fallimento renderà il problema ancora più grave poiché il soggetto si convincerà sempre di più che non c’è più nulla da fare.

Lo psicologo, oltre che affrontare il problema in un clima sereno e privo di pregiudizi che favorisce la libera comunicazione, garantirà la totale riservatezza e ciò risponde a importanti bisogni: il bisogno di privacy, il bisogno di non sentirsi giudicati, ecc. L’intervento multidisciplinare è, comunque, sempre consigliabile.

 

 

Copyright by: Eugenio Lo Gullo

1999-2000

 

 

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