dalla preistoria ai giorni nostri

 

È una storia labile come tutte quelle scritte sull'acqua e racconta un'avventura senza fine. Cominciarono a viverla milioni d'anni fa i primi uomini, la continuano oggi i pescatori. Rimasta per molti solo passione, esalta lo sport nel fascino del duello. E l'individuo ne è protagonista anche se non sempre vincitore. Cerca, come l'antenato, la preda e affina un'astuzia a cui la tecnica è solamente aiuto. L'amo segna una tappa nei metodi di vita e nei costumi: accentua la differenza dal cacciatore proprio perché il tendere agguati ad animali d'acqua diventa pratica non occasionale. L'uomo aveva osservato che il pesce inghiottiva quanto cadeva dalle rive: doveva essere facile predarlo inserendo l'idoneo strumento nel cibo. I primi ami furono spine legate a minuscole cordicelle, poi, con selci, vennero costruite punte acuminate a forma di losanga e con un foro per il filo. Così oltre all'amo con esca utilizza anche minuscole ossa con dentellature, ma simili a pesci: gettate in acqua e tirate lentamente a riva simulano un animale ferito o comunque in difficoltà. È un sistema progenitore dell'attuale in cui la tecnica ha perfezionato quella lontana invenzione.Infine, per sfuggire ai nemici, l'uomo costruisce villaggi sull'acqua, le palafitte. Si accentua così la necessità di pesca favorita anche dall'ambiente ma occorre trovare nuovi, diversi strumenti che consentano approvvigionamenti abbondanti e continuativi. Si intessono le prime reti: sono a maglie irregolari e di fibre vegetali, intrecciate l'una all'altra con «navette». L'età del bronzo prima, del ferro poi, segnano nuove tappe. Con il metallo si forgiano ami più acuminati completi di ardiglione e con curvature simili alle attuali, gli arpioni hanno punte più efficaci e un dente di arresto. Furono proprio i Romani che esaltarono l'allevamento, perfezionando tecniche già sperimentate dagli Etruschi, a scopo alimentare.  II Cristianesimo da alla pesca la consacrazione di lavoro con profonde allegorie. Le lettere che compongono in greco «pesce» richiamano immediatamente la nuova fede e diventano quasi parola d'ordine fra coloro che si radunano clandestinamente nelle catacombe. Nei Vangeli si leggono frequenti riferimenti alla pesca, ma l'uomo che getta le reti è sacerdote di anime e cattura lo spirito. Furono proprio i Romani a codificare, sotto Giustiniano, l'attività di pesca, riconoscendo il diritto di «occupazione»; il pesce era di nessuno e diventava di proprietà di chi lo avesse catturato. Un principio in vigore anche sotto le dominazioni barbariche. Con il Medio Evo sorgono i primi diritti esclusivi, proprio perché la pesca ha raggiunto notevole sviluppo e condiziona la vita dei popoli. Medio Evo proietta sulla pesca anche l'ombra della superstizione e così fiumi, laghi e mari vengono «popolati» da mostri, e i pittori ne ritraggono alcuni simili a cavalli, anatre, oche, cani e tutti con la parte inferiore del corpo a forma di pesce. Il Rinascimento ripropone la pesca con la lenza su fiumi e laghi, considerandola però occasione, per i gentiluomini, di gite. Gli attrezzi sportivi hanno scarso sviluppo e ne sono prova le numerose tele e arazzi in cui gli artisti mostrano attenzione solamente per abiti di patrizi e dame. Molte invece le modifiche alle reti e differenti le tecniche per usarle: sparviero, bilancia, guadino, tratta armata, filare a tramaglio, tramaglio, bertovello, cappuccio, bigello, maggiora, gozzo, ripaiola hanno funzioni particolari a seconda dell'altezza dell'acqua e delle specie che si intende catturare. Gli ami sono in acciaio e di diverse dimensioni, anch'essi finalizzati alla lunghezza dei pesci: il luccio è insidiato con lenze a terminale in ottone perché, con la sua robusta dentatura, non tranci il filo. Solo sul finire del Settecento però l'hobby riprende vigore, propiziato in Italia dalla cultura, che vagheggia un ritorno alla vita agreste, e anche da una inconscia reazione al diminuire della consistenza quantitativa di alcune specie pregiate. Dal secolo scorso si accentua l'impegno a ripopolare fiumi, ma si sviluppa anche la ricerca scientifica. Dall'America vengono introdotte alcune specie fra cui il pesce gatto e il persico sole e ad Avigliana, nel 1859, lo zoologo De Filippi fonda la prima «Stazione di piscicoltura» per l'incubazione delle uova di trota. Nuove legge, disposizioni che limitano tempi e quantitativi, maggior sorveglianza caratterizzano l'impegno dai primi del Novecento. Si avvertono i primi inquietanti sintomi d'un calo di catture, alcuni fiumi diventano scarsamente popolati e i pescatori cominciano a chiedere maggior tutela contro gli inquinamenti. Condannati  proprio per la natura del loro sport  a pretendere acque pulite e a ripopolarle, si «au-tolimitano» nelle giornate, prevedendo anche drastiche limitazioni. Sanno che, solo accettando questi «sacrifici», possono continuare a scrivere ancora, sull'acqua, quella labile storia cominciata milioni d'anni fa.

 

Z O O L O G I A

 

Superclasse di Vertebrati acquatici suddivisa nelle classi Agnati, Condritti (o pesci cartilaginei) e Osteitti (o pesci ossei).

I Pesci presentano corpo generalmente allungato e fusiforme, coperto quasi sempre da scaglie e munito di pinne. Queste si distinguono in pari (pettorali e ventrali, omologhe agli arti dei Tetrapodi) e impari (dorsale, caudale, anale). Lo scheletro può essere cartilagineo (Condritti), parzialmente o totalmente ossificato (Osteitti).

I Pesci hanno un cuore a due cavità, circolazione semplice (il sangue passa una sola volta dal cuore) e completa (non si mescolano sangue venoso e arterioso).

L'apparato respiratorio è costituito da una camera branchiale, che negli Osteitti è protetta dall'opercolo. Derivata dall'apparato digerente ed esclusiva di molti Osteitti è la vescica natatoria, organo membranoso con funzione idrostatica. Il sistema nervoso presenta un partic. sviluppo dei lobi olfattori.

Tra gli organi di senso (occhi, organi olfattivi, acustici e dell'equilibrio), caratteristico è l'organo della linea laterale, formato da cellule sensitive disposte in solchi formanti linee che percepiscono variazioni di pressione dell'acqua. La bocca, che può aprirsi anteriormente o inferiormente, è generalmente fornita di denti.

L'organo dell'escrezione è il mesonefro. In genere a sessi separati, i Pesci sono ovipari, ovovivipari, vivipari; alcuni costruiscono nidi.

Di grande interesse scientifico, pratico ed economico, i Pesci sono i più antichi Vertebrati comparsi sulla Terra; i primi resti risalgono infatti al Paleozoico (Placodermi, Selaci, Ostracodermi) e dai Pesci (Crossopterigi) si fanno derivare gli Anfibi primitivi.