www.pitigrilli.com
Remigio Creghel & Vittore Sollanzi ringraziano don Sergio Andreoli
per aver risposto all'invito, 
permettendo così di ampliare le pagine del sito.

Don Sergio Andreoli informa
direttore@salire.zzn.com

 

NOTA
Anche se  ad intervalli non regolari, questa pagina, iniziata nel 1999, viene costantemente arricchita.
Per renderla più interessante, si gradirebbero interventi dei "navigatori" sui singoli capitoli.
Confidando nella fattiva collaborazione di molti, si esprimono vivissimi ringraziamenti.


Introduzione
I miei libri
Nota
Ricordo di Pitigrilli
Pitigrilli
Un "biglietto" di Pitigrilli
Recensioni
Pier Maria Furlan

Una lunga attesa
Osservazioni
e altro
Citazioni
Il convegno di Vicenza
Elio D'Aurora
Ricerche
Lina Furlan
Il Vescovo 
Angelo Jelmini
Torino fascista o antifascista
Testimonianza 
di Elio d'Aurora

   


INTRODUZIONE

In paragrafi numerati offrirò, in questo spazio, materiale di vario genere, relativo a Pitigrilli. 
Riporterò elenchi, note, articoli, recensioni, precisazioni ed altro ancora, per costruire quasi un “archivio”, al quale ricorrere, in caso di necessità, per sciogliere dubbi o colmare lacune. 
Farò il possibile per presentare un testo senza errori e un quadro organico: mi aiuteranno in questo i creatori e responsabili del sito, Remigio Creghel e Vittore Sollanzi, a cui va il mio più cordiale ringraziamento. 
A chi legge, auguro di stringere amicizia con Pitigrilli.


 

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1. LE MIE PUBBLICAZIONI

1. Pitigrilli di fronte a Dio, Edizioni Cantagalli, Siena 1969 (esaurito); II edizione, in Io, il vero Pitigrilli, Gruppo Edicom, Cerro Maggiore (Milano) 2000, pp. 65-117. 
2. Parole ai giovani, Edizioni Cantagalli, Siena 1972. 
3. Beata Angela da Foligno, Edizioni Cantagalli, Siena 1976 (esaurito). 
4. Beata Angela da Foligno, Lettere ai discepoli, Edizioni Chiesa di San Francesco, Foligno 1983 (esaurito). 
5. Angela, la poverella di Foligno, Edizioni Cantagalli, Siena 1984 (esaurito). 
6. Il libro della beata Angela da Foligno, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1990 (esaurito). 
7. Il libro della beata Angela da Foligno, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1996. 
8. Angela da Foligno, maestra spirituale, Editrice Franciscanum, Roma 1996. 
9. Angela da Foligno, Vita Minorum, Montegrotto Terme (Padova) 1997 (esaurito). 
10. Angela da Foligno, penitente francescana, Vita Minorum, Montegrotto Terme (Padova) 1997 (esaurito). 
11. Libri, Opuscoli, Capitoli, Articoli, Recensioni, Segnalazioni e Note di Sergio Andreoli, dal 1968 al 1997, Tipolitografia Pompetti, Pineto (Teramo) 1998. 
12. Angela da Foligno, Gruppo Edicom, Rho (Milano) 1998. 
13. Una tenda aperta a tutti, La lettera, Foligno 1998 (esaurito). 
14. ANGELA DA FOLIGNO, Lettere e pensieri, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1998. 
15. Angela da Foligno, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1999. 
16. Angela da Foligno, Edizioni Cantagalli, Siena 1999. 
17.  Il libro della Parrocchia, La lettera, Foligno 1999 (esaurito). 
18. Io, il vero Pitigrilli, Gruppo Edicom, Cerro Maggiore (Milano) 2000. 
19. Sergio Andreoli informa, www.pitigrilli.com, Aosta 1999-2000. 
20. A te giovane del 2000, Comunità Editrice, Adrano (Catania) 2000.
21. Angela da Foligno, www.mistici.org/angela , Sabaudia 2001.
22. Bibliografia generale di Sergio Andreoli, www.beataangela.it/andreoli , Foligno 2001-2002.
23. Angela da Foligno, www.cline.it/beata_angela , Foligno 2001.
24. Una bibliografia angelana (1972-200),  http://forum.quipo.it/mistica/home.html , Firenze 1999-2000.
25. Angela da Foligno, www.beataangela.it , Foligno 2002.
26. Articoli  per "Salire", www.salire.net , Belfiore di Foligno 2002.









 










quale gesu


2. NOTA

"Parlare dei miei libri, è come fare un lungo cammino. 
Tutto iniziò nel 1963, con Pitigrilli di fronte a Dio, frutto di una esercitazione scolastica alla Pontificia Università Gregoriana, quand'ero alunno del Pontificio Seminario Lombardo di Roma, e di contatti epistolari con Dino Segre, in arte Pitigrilli; il volumetto vide la luce nel 1969, grazie alla disponibilità dell'editore Cantagalli di Siena, nel periodo in cui stavo passando dalla direzione dell'Orfanotrofio Maschile di Foligno, degli Istituti Riuniti di Cura e Assistenza, alla parrocchia di San Nicolò di Belfiore. Nel 2000 questo libretto, insieme ad un'intervista di Lina Furlan, una testimonianza di Pier Maria Furlan e un saggio di Elio D'Aurora, sarà di nuovo pubblicato, riveduto e corretto, dal Gruppo Edicom di Cerro Maggiore (Milano), nel mio volume Io, il vero Pitigrilli , con la foto dello scrittore in copertina (...)". 

S. Andreoli
(da I libri, in Salire 30 [1999], n. 8-9,  pp. 6-7)

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3.RICORDO DI PITIGRILLI



Il giorno 8 maggio è morto a Torino Pitigrilli (Dino Segre), all'età di 82 anni. Scrittore fecondissimo, iniziò la sua attività nel 1920 con "Mammiferi di lusso", a cui seguirono altri quattro volumi ritirati, per sua volontà, dal commercio dopo la sua "conversione", descritta nel suo famosissimo "La piscina di Siloe", pubblicato a Milano da Sonzogno nel 1948. Recentemente aveva terminato un nuovo romanzo, che si sarebbe intitolato, come egli stesso ci aveva fatto sapere, "Nostra Signora di Miss Tif". Di questo libro, nell'ottobre 1973, ci scriveva: "Continuo a lavorare al mio romanzo, che sarà forse attaccabile dal punto di vista della teologia scolastica, ma è inattaccabile nella sua spiritualità. Mentre trionfa il sesso e fanno furore, in letteratura, le anomalie, le psicopatie, la criminalità a sfondo erotico, il mio romanzo sarà di una purezza assoluta. Naturalmente, gli atei, i bestemmiatori non mi riservano liete accoglienze". 
Pitigrilli da molti anni viveva a Parigi e collaborava a giornali di lingua spagnola. Di tanto in tanto tornava in Italia, a Torino, dove vivono sua moglie Avv. Lina Furlan e suo figlio Prof. Pier Maria. 
In questi ultimi anni la stampa era tornata ad interessarsi di lui. Tra gli altri il giornalista Elio D'Aurora aveva pubblicato una simpatica intervista a Pitigrilli sul settimanale torinese "Il nostro tempo". Pure la televisione gli aveva dedicato una puntata della rubrica "E ora dove sono?". La critica "impegnata" continuava comunque a disinteressarsi di lui. A questo fatto egli reagiva in modo molto "personale". Nel marzo 1973 ci scrisse: "Reverendo amico, il tuo libro Pitigrilli di fronte a Dio è un modello di serenità, di equilibrio, di obbiettività. Me lo sono letto con intensa emozione. Le tue critiche e le tue riserve sapientemente dosate sono giuste 
come qualità e intensità. Peccato che io non sono uno di quei tromboni semiufficiali, sostenuti dal Ministero e raccomandati dagli Istituti Italiani di Cultura all'Estero, che si ripartiscono i premi letterari nei salotti intellettuali di quattro analfabete dismenorroiche, ai quali non ho mai concorso, e si attribuiscono a vicenda i titoli di membro dell'Accademia del Rosmarino, dell'Accademia del Cannon d'Oro, Accademia del Turacciolo, presieduta dal geom. XY, poeta, dal ragioniere HR, dal veterinario FG, traduttore del filosofo indiano Lamerenda o dei pensieri di Gennarino Cucurullo (Nuova York). 
Se io fossi entrato nella loro camorra di lesbiche, pederasti, drogati, sadomasochisti con la licenza ginnasiale (ciò che costituisce le élites) il tuo libro farebbe testo nelle scuole". 
Nella vastissima produzione letteraria di Pitigrilli, oltre al citato "La piscina di Siloe", emergono "Mosè e il cavalier Levi" e "La meravigliosa avventura". Interessantissime anche le numerose raccolte di articoli ( Peperoni dolci, Sacrosanto diritto di fregarsene, Queste, codeste e quelle, ecc.) pervase da alto humor e spesso pungenti e sferzanti nei confronti del modo di pensare e di agire di quelli che rinunciano ad utilizzare autonomamente e pienamente il loro cervello e il loro cuore. 
Noi che ci siamo interessati più di dieci anni fa della sua vicenda di ritorno a Dio, dopo singolari esperienze spiritiche, lo ricordiamo come un amico molto gentile, arguto e soprattutto intelligente. 
Ci dispiace moltissimo di non essere potuti andare a trovarlo a Parigi. Ci aveva scritto: "Sarò molto felice di stringerle la mano e di fare con lei una confessione energica e radicale e di ricevere delle lezione in ogni settore". Per noi, una grande occasione perduta! 
Sergio Andreoli
(in Gazzetta di Foligno 90 [1975], n.20, p.2)
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4. PITIGRILLI



Il giorno 8 maggio è morto a Torino, all'età di 82 anni, Pitigrilli (Dino Segre). 
Giornalista e scrittore fecondissimo, aveva iniziato la sua attività nel 1918, come redattore e inviato speciale de "L'Epoca". 
Dopo la sua "conversione", pubblicò, nel 1948, il notissimo libro autobiografico "La piscina di Siloe". 
Noi, che abbiamo avuto la possibilità di esaminare la vicenda spirituale di Pitigrilli e in questi ultimi anni siamo rimasti con lui in corrispondenza epistolare, lo vogliamo ricordare, offrendo ai lettori di "Salire" brani di sue lettere, nelle quali, fra l'altro, ci parlava del suo ultimo romanzo "Nostra Signora di Miss Tif". 
Sergio Andreoli
"Il mio romanzo a cui sto lavorando darà fastidio nella parte preparatoria: si tratta di un cattivo prete. Tecnicamente è necessario per preparare l'avvenimento conclusivo: un miracolo e un'apparizione (finale incontestabilmente cattolico).
La costruzione di un romanzo, come lo vedo io, non è arbitraria, come la vedono altri, come i versi liberi e la prosa schizofrenica che imperversa.
In questi tempi di tonache alle ortiche e di chitarre elettriche nella liturgia, credo di essere fuori moda.
Non importa.
Non scrivo per i bar o per le spiagge di mondana attualità.
C'è dunque un miracolo nel mio nuovo 
romanzo. Un miracolo come deve essere perché la Chiesa lo ammetta, secondo il criterio formulato nel secolo XVIII da Benedetto XIV, cioè impossibilità di guarire con i soli mezzi umani, guarigione istantanea, perfetta, subitanea, assoluta; nessuna ricaduta entro un certo tempo; guarigione in seguito ad un atto religioso (pellegrinaggio, preghiera, benedizione).
Il caso che io racconto, inventato da me, ha tutti i requisiti.
Ma in questi tempi arcifottutissimi in cui il Demonio (io ci credo. Oh, come ci credo! Brucio incenso e spargo acqua benedetta quando in casa mia viene qualcuno che sa vagamente di zolfo), in cui il Demonio, dicevo, e tutti quegli spiritelli che vagano per il mondo, fanno parlare di sé nei giornali più increduli, in questi tempi in cui lo scetticismo infesta i Seminari, in questi tempi come verrà accolto il mio racconto? C'è poi l'apparizione della Vergine. Il dialogo fra un ex-Legionario e la Madonna è difficile da trascrivere. Ci arriverò? Che diranno nel mondo cattolico di alta categoria? I deliramenta anicularum non mi interessano. Mi interessano, e li temo, i preti come Lei e come il Papa, il quale, quando era a Milano, mi scriveva. Però nella complessità, come sarà visto il mio racconto così fuori del tempo - e ahimè - dal luogo? Che ne diranno i mariologi? Dal pulpito qua e là se ne discorre già. Mentre i cinematografi preparano un film sugli amori di Gesù, oltrepassando i limiti del sacrilegio, credo di essere tempista, per grazia di Dio"
PITIGRILLI
Parigi 1973
(in Salire 6 [1975], n.5, p.11)
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5. Un "BIGLIETTO" di Pitigrilli



Parigi, giovedì, 16 agosto, 1973. 

Reverendo Amico, 
grazie per il “signor”, come si dice al portinaio. Mi chiede un breve articolo sull’argomento perché credo in Dio. Un altro giornalista mi chiede un breve articolo sulla Madonna… Ma amici miei, Bertrand Russel ha dedicato 278 pagine al numero uno. Come si fa a scrivere un “breve articolo” su argomenti così imponenti che, se uno ci si sofferma, non può più decentemente pensare a nient’altro? 
Sto scrivendo un romanzo dove sarà presente la Vergine e dove descriverò un autentico miracolo. Di lì potrà estrarre tutto ciò che Le servirà per il Suo periodico. Ma farle un “condensed” sull’argomento Dio, sarà forse possibile ai compilatori del Reader's Digest, ma è superiore alle mie scarse possibilità. 
Un forte abbraccio. 

PITIGRILLI
 (in Salire 4 [1973], n.7-10, p.5)
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6. RECENSIONI



a) 
[...]
Don Sergio Andreoli ha sezionato lo scrittore sottoponendo al microscopio della saggistica La Piscina di Siloe nel libro Pitigrilli di fronte a Dio (Ediz. Cantagalli, Siena). L’autore non è uno qualunque: insegna scienze umane a Foligno e ha ricevuto lodi negli ambienti culturali per il suo lavoro di scrutatore d’anime. Egli scrive:  “Con rispetto e simpatia ho ascoltato la sua confessione che ho creduto sincera. Ho trovato in Pitigrilli un atteggiamento di onesta revisione della sua vita passata ed ho ammirato l’umiltà dello scrittore [...]. L’impressione globale che ho ricavato di Pitigrilli è di un uomo che ritrovando Dio ritrovò il significato della sua vita e si apprestò a seminare nelle sue pubblicazioni ulteriori, sebbene talvolta con stile sbarazzino, semi di sapienza umana e cristiana”. 
Ancora Andreoli: "Della scienza, Pitigrilli adorò soprattutto il potere d’incanto, la forza di trasformazione, in essa cercò ancora qualcosa di assoluto. Raggiunse così una strada traversa che esulava dalla vera scienza e si risolveva nella superstizione: - Lessi libri di magia… Mi mescolai agli investigatori di treppiedi… Lessi messaggi di trapassati… libri contro lo spiritismo e in favore dello spiritismo… frequentai dei sapienti venuti dall’India… divorai le scienze occulte (La Piscina di Siloe ). Questo errato approdo dopo lunga ricerca, si comprende se si ricorda che mancava a Pitigrilli la grazia, che con una certa inesattezza teologica egli definisce ‘ricettività alla fede e refrattarietà al dubbio, intendendo alludere a quegli aiuti che la grazia offre per disporre l’animo alla fede e per difenderlo contro obiezioni e difficoltà’ (La Civiltà Cattolica, 29 maggio 1948)". 
Il libro di Andreoli, definito dallo stesso Pitigrilli “eccellente”, non risolve il caso spirituale così insolito per la forma e la maniera in cui si è svolto, non pone interrogativi sul perché ciò è avvenuto, non chiude il saggio con una conclusione poiché tutte le vie sono aperte all’interpretazione, ma fornisce un documento indispensabile per studiare “il fenomeno Pitigrilli”. 
La Piscina di Siloe, il cui originale si trova in qualche angolo della Biblioteca Vaticana (lo volle per sé Pio XII), ha già portato a Dio numerose anime erranti nel mondo degli increduli o ritenuti tali. Uno dei tanti fu lo svizzero C. F. Landry, scrittore superiore a Ramuz, il quale mi confessò: “Ho ribaltato me stesso dopo averlo letto”. Viveva con un polmone logorato da un male incurabile, ma aveva nell’anima tanta ricchezza da far invidia a centomila arcobaleni. 
Elio D’Aurora
 (in Rivista lasalliana LIX [1992], n. 3, pp.264-5)

 


b) 
Due interessanti volumetti, editi da Cantagalli di Siena, portano la firma di Sergio Andreoli, parroco a Belfiore. L’uno, scritto nel 1969, è uno studio serio e approfondito su Pitigrilli «seconda maniera»; l’altro, scritto nel 1972, è in certo senso il frutto della meditazione dell’Andreoli [...]. 
Nella prefazione di quest’ultimo, l’autore parte dalla certezza «che i giovani hanno sete di parole di verità» ed esordisce nel testo constatando che «certa gioventù di oggi vorrebbe fare a meno di Dio». Evidentemente - egli subito afferma - «è gioventù sbagliata; è quella che ha paura che Dio rovini i suoi piani di felicità umana». 
L’Andreoli, senza mai indulgere alla predicazione e alla presunzione, affronta poi difficili situazioni inerenti, fra l’altro, alla posizione del cristiano e del prete nell’attuale società. Il prezioso significato eucaristico, la vocazione sacerdotale, i valori di vita degna di essere vissuta, la presenza dell’uomo facitore di pace sono alcuni degli argomenti trattati, i quali tutti hanno per obiettivo l’elevazione della coscienza dell’uomo e la qualità della vita. 
Sergio Andreoli è nativo di Cannara. Conseguita nel 1964 la licenza alla facoltà di teologia della pontificia università gregoriana, si è laureato in filosofia all’università di Perugia con una tesi sul pensiero del teologo americano Paul M. van Buren. Attualmente, egli insegna a Belfiore e si dedica con un gruppo di giovani studenti e di lavoratori alla redazione di «Salire», diffuso e apprezzato periodico locale.
(in Agenzia Regionale dell’Umbria 3 [1973], n. 9, p. 10)

 


c) 
Finalmente un libro che mette in luce un protagonista del nostro secolo, un grande umorista d’Europa, certamente il più caustico, il più intelligente, il più noto, tradotto in 36 lingue, conosciutissimo ancora oggi all’Est, dove i suoi libri si stampano senza il copyright contribuendo ad arricchire gli stampatori semianonimi. Pitigrilli ha avuto in passato e recentemente attacchi isterici da parte dei conservatori di una morale politica attaccata col vischio ai funesti ricordi del passato. L’aver ripudiato i suoi primi libri ritenuti osceni, l’aver passato il guado ed essere entrato di forza nelle file del cattolicesimo, ha provocato nei suoi detrattori, nottole di basso conio, un’ira funesta. La piscina di Siloe, pubblicata nel 1948 e ripubblicata con insolito coraggio dalla editrice A&C nel 1991 ? ma l’edizione fu completamente ignorata dalla giornalista Angiola Codacci-Pisanelli che ne attribuì la riscoperta a Vittorio Messori, estensore della prefazione ad una ristampa fatta da Bombiani e messa in luce in un articolo su L’Espresso del 24 aprile 1999 lascia supporre che la storia di Pitigrilli, la cui conversione fu tutt’altro che “improvvisa e inaspettata” sia tutta ancora da riscrivere. 
L’autore del libro Io, il vero Pitigrilli, teologo colto, non afflitto da complessi, ci prova. E ci prova addirittura con la moglie di Piti, avvocatessa Lina Furlan, con il figlio Pier Maria Furlan, docente universitario di psichiatria e con Elio D’Aurora, cattolico ad oltranza, giornalista dalla penna rovente, critico serio senza ombre di dubbio, amico intimo, vero e fedele dello scrittore scomparso. Sergio Andreoli è un ricercatore che non si ferma ai “se”, ai “dubbi”, ai “forse”. Dalla sua inchiesta ne esce un libro brillante, documentato, privo di florilegi, di venature letterarie, di incanti solari. Studioso di mistica ? l’Andreoli è profondo conoscitore e divulgatore degli scritti di Angela da Foligno ? non indulge a seduzioni compassionevoli. Quello che scrive è certezza, è capacità di sintesi, è raccolta di notizie dal vivo. Non si appoggia agli scritti altrui: né a quelli elogiativi, né a quelli demolitori. L’obiettività è il risultato ultimo di uno studio compiuto sull’uomo e sull’opera di Pitigrilli, e se fatto da un sacerdote bisogna credere che sia andato in porto con l’abilità di un nocchiero che arriva al risultato finale lasciando che altri, dopo aver letto il libro, proseguano nella scoperta di un protagonista delle nostre lettere. 
La prima testimonianza è del figlio. “La scanzonatura delle istituzioni non lo trattenne dal farmi fare studi regolari in un collegio di sacerdoti e dallo spingermi a una cultura classica e scolastica. Il suo gusto letterario e fantastico non gli impediva di trasmettermi il fascino delle scienze fisico-matematiche. Preferiva dei consigli al lasciare che, ferendomi, imparassi che i temperini tagliano”. Qui c’è tutto il ritratto di Piti, coerente al massimo dopo il ritorno al cattolicesimo. Erra chi crede che la sua “conversione” ? parola inadatta al caso suo ? sia stata dettata da interesse finanziario o politico. Quello di essere una “presunta spia dell’Ovra” lascia il tempo che trova. Ad un certo momento della storia, 40 milioni di italiani si trasformarono, sotto le bombe e la disfatta, da fascisti in antifascisti. Dopo il saluto romano si giunse al pugno chiuso, prima di giungere ad altre forme di chincaglieria esistenziale. 
La seconda testimonianza è della moglie, avvocatessa Lina Furlan, la prima donna in Italia che difese un “disgraziato” in un tribunale militare. Alla domanda che Sergio Andreoli pone: chi è Lina Furlan, l’avvocatessa risponde: “Ma! Potrei dire ,forse, chi non sono. Non sono femminista, ma ho sempre trovato ingiusta e immorale l’esclusione dei diritti della donna da norme codificate. Oggi qualche cosa si sta modificando in meglio. Non sono per l’uguaglianza dei sessi: l’uomo e la donna sono diversi”. Altra domanda: “Lei, che è vissuta con Pitigrilli dal 1940, lo ha conosciuto molto bene. Ha mai scritto fino ad oggi su di lui. Ne ha mai parlato pubblicamente?”. Risposta: “Ho parlato di lui in conferenze che hanno avuto più consenso e successo di quanto si possa supporre. Ho riempito il Teatro Carignano di Torino. Il titolo della conversazione era: La mia vita con Pitigrilli, mio marito. Ho risposto a molte interviste in Italia, in Germania, in Argentina, in Brasile. Fino ad oggi non ho scritto su di lui. Per ora continuo ad aiutare il sempre crescente numero di laureandi che mi interpellano per tesi su Piti, da tutta Italia”. 
Il testo riporta tutta una serie di domande e di risposte che rispecchiano fedelmente la psicologia dello scrittore. Alla domanda: “Quando scrive può sembrare che Pitigrilli declami. È un’impressione superficiale?”. Ecco la risposta: “Non saprei. Quello che posso affermare è che, sia scrivendo che parlando, non aveva bisogno di noiosi intercalari, quali “cioè”, “è vero?”, “no”, “come dire”, “mi sono spiegato?”, tanto usati oggi e fastidiosi come sassolini nelle scarpe”. 
La terza testimonianza è quella di Elio D’Aurora, il quale spiega il ritorno di Pitigrilli alla fede: “Che il ritorno di Pitigrilli sia dovuto a una seduta medianica posso crederlo in parte, ma non del tutto. Che la spinta al riavvicinamento a Dio sia avvenuta tramite lo spiritismo fa molto elegante ed originale, ma è solo un effetto, non la causa. La causa prima va addebitata alla moglie Lina Furlan, cattolica fervente, prima donna penalista in Italia. Non è stato Pitigrilli a scegliersela in moglie. La mano della Provvidenza ha compiuto tale prodigio, facendo scrivere anzitempo a Paul Claudel: Dio scrive diritto anche sulle linee storte, il che significa che Dio aveva fatto la sua scelta per far rientrare la pecorella smarrita nell’ovile, dal quale era uscita per sbadataggine o incuria dei pastori”. 
Andreoli prosegue poi la sua inchiesta ripubblicando quelle meravigliose pagine che sono: Pitigrilli di fronte a Dio, edite da Cantagalli di Siena nel 1969 e ora riprodotte, ritoccate, aumentate dopo un intenso contatto epistolare con Pitigrilli stesso. Un lavoro di pregio che, per la prima volta, mette a nudo ? come scrivono i critici ? gli aspetti essenziali di un personaggio, invidiabile comunicatore di buon senso, efficace, tagliente, ironico, umorista a tempo pieno, mai cattivo o deludente. I suoi libri, a milioni di copie, riempiono ancora i ricordi di chi lo conobbe. Nessuno meglio dell’Andreoli ha saputo coglierne gli aspetti intimi, morali e costruttivi della sua prosa da La piscina di Siloe in poi. 
Alessia Graf
(in Rivista lasalliana LXVI [1999], n.3,  pp. 196-198)


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7. UNA LUNGA ATTESA



a) 
È quasi un anno che circola la notizia della pubblicazione del mio “Io, il vero Pitigrilli”. 
Purtroppo, il volumetto non è ancora in libreria! 
Quando ci arriverà? 
Non azzardo previsioni, per non provare e dare ulteriori delusioni; assicuro, però, che, quando ci sarà, fornirà risposte ad importanti domande su Pitigrilli, svelerà aspetti sconosciuti della sua personalità, obbligherà a concentrare l’attenzione su passaggi “seri” della sua storia. 
Allora, vale la pena attenderlo con pazienza. 
Una volta disponibile, perché non scrivermi (C.P. 25, Succursale 2, 06034 Foligno, PG), per recensirlo o semplicemente per stilare una rapida valutazione? Nascerà, così, un nuovo paragrafo di questo “Sergio Andreoli informa”. 

b) 
Il volumetto è uscito nel mese di agosto 2000, pubblicato dal Gruppo Edicom di Cerro Maggiore (Milano). Si può vedere in www.gruppoedicom.com .

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8. OSSERVAZIONI E ALTRO



a) 
Vedo in questo sito, link “In libreria”, che sono stati recentemente ripubblicati titoli pitigrilliani, rifiutati dallo scrittore, più di 50 anni fa. 
Per chi non sa, riporto le sue parole: “Nel sottomettermi alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, io rinnego quei libri e ne vieto la ristampa, per ciò che contengono di irriverente verso la Fede e verso i Sacerdoti, ma non per ciò che ho scritto contro l’ipocrisia, le menzogne convenzionali, i bassi interessi che copre la bandiera delle parole auguste” (La piscina di Siloe, Sonzogno, Milano, ristampa 1952, p. 31). 
A me risulta che si tratta dei seguenti libri: Mammiferi di lusso , La cintura di castità, Cocaina, Oltraggio al pudore, La vergine a 18 carati, usciti tra il 1920 e il 1921, per i tipi della Casa Editrice Sonzogno di Milano.

b)
Nel libro di Pitigrilli "Lo specchio e l'enimma" (Edizioni Messaggero, Padova 1965) si legge:
Una donna mi ha inviato  un messaggio  di villanie e di maledizioni, firmato Lucifero. Può anche darsi che non sia un pseudonimo, ma la tessera d'identità dell'angelo decaduto, costretto a servirsi della Remington di una mia ex ammiratrice. Se le vie della Provvidenza sono infinite, i mezzi del Diavolo sono limitati.
"Sua antica ammiratrice -dice la lettera nella quale l'odor di zolfo è nascosto sotto qualche goccia di 'Sortilège' o di 'Numéro Cinq' - ricordo quando lei scriveva ...".
E seguono alcune mie frasi giovanili  buttate giù  all'epoca in cui gli altri ragazzi intingono nel calamaio il treno posteriore delle mosche e tirano il campanello notturno delle levatrici e scappano.
E mi domanda con fine ironia:"Queste frasi non sono sue?".
Sì, signorina  Lucifero. Erano mie. (...)
Come vede, non ho aspettato di avere la barba bianca, né di scoprire i segni annunciatori dell'Apocalisse per corregermi dei miei errori (pp.101-102).

c)
Pitigrilli, nella  introduzione al volume già citato, "Lo specchio e l'enimma", la cui prima edizione è del 1964, scrive:
"Tutti sanno, almeno per sentito dire, che io sono tornato alla Fede tardivamente. Dio ha un altro orologio e un altro calendario. E sono entrato per la scala di servizio. Racconto tutto questo in qurel mio piccolo libro che si legge nei collegi religiosi per presentare un fenomeno psicologico, spirituale, umano, che non appartiene ancora alla Storia, non è ancora inalterabile in un boccale di formalina, ma è la crisi di un uomo che continua a vivere la propria crisi " ( p.8).

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9. CITAZIONI



In questo capitolo riporto testi da varie pubblicazioni, senza alcuna correzione. 
a) 
Nel “Dizionario Grolier” (II vol., ristampa 1982) si legge: “Pitigrilli (pseud. di Dino Segre, Torino 1893 ? ivi 1975). 
Giornalista (Le grandi firme), autore di romanzi: La cintura di castità, 1921; I vegetariani dell’amore, 1932; Dolicocefala bionda, 1936, ecc. di intonazione salace; convertitosi al cattolicesimo ha pubblicato opere di intento morale” (p. 909, col. a). 

b) 
Da “La Nuova Enciclopedia Universale Garzanti” (I edizione, novembre 1982): “Pitigrilli pseud. di Dino Segre (Torino 1893-1975) autore di romanzi erotici. Mammiferi di lusso (1920), La cintura di castità (1920)” (p. 1094, col. b). 

c) 
Da "Enciclopedia Grolier", vol. 15, Milano s.d.: “Pitigrilli,  pseudonimo di Dino SEGRE (1893-1975 Torino), scrittore. Fu autore di numerosi romanzi e novelle di carattere erotico che ebbero ampia diffusione nel primo dopoguerra: Mammiferi di lusso (1920), Cocaina (1921), I vegetariani dell’amore (1932). Tornato in Italia nel 1945 dopo un periodo trascorso in Argentina e convertitosi al cattolicesimo, compose opere di serio impegno morale” (p. 188, col. b).

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10. IL CONVEGNO DI VICENZA



Il “Gruppo Edicom” di Cerro Maggiore (Milano) ha organizzato, il 18 maggio 2000, alla “Fiera del Libro” di Vicenza, un convegno sul tema “Dal diavolo a Dio. Società in crisi e pensiero”. 
Il mio intervento è stato letto dal pubblicista Giancarlo Antonelli. Di seguito ne riporto due brani: 
[…] 
Vanno anche individuate e contestate radicalmente tutte quelle visioni del mondo, che presentano l’individuo come un elemento il balìa di forze negative, a cui sarebbe impossibile opporre anche la minima resistenza. La resa dell’uomo non è ineluttabile! 
A questo scopo, si rivela di assoluto valore la ricerca di quei modelli umani, che in vari campi della cultura e soprattutto nell’area dell’esperienza religiosa, hanno lasciato luminosi esempi di vittoria sul male. 
Più di qualsiasi discorso, la loro testimonianza convince chi vive nel dubbio e nell’incertezza, della possibilità del bene e lo porta ad ammettere che “il meglio è di fronte a noi, deve ancora venire”. 
[…] 
Anche l’interesse per Pitigrilli, oggi riscoperto dal grande pubblico, obbedisce al mio progetto di proposta di modelli a chi è alla ricerca del bene. 
Di lui, infatti, mi colpì soprattutto il singolare itinerario di conversione al cattolicesimo, dopo esperienze spiritiche, narrato in quel piccolo capolavoro che è “La Piscina di Siloe”. 
I contatti epistolari con lo scrittore e poi con sua moglie Lina Furlan e ultimamente con il suo grande amico, Elio D’Aurora, anch’egli finissimo scrittore, mi hanno convinto che occuparmi della vicenda di quest’uomo, i cui libri hanno avuto un successo mai conosciuto da tanti altri celebrati autori, e farlo da prete, non è una perdita di tempo, ma un prezioso lavoro, che mi obbliga a riflettere e mi dà l’opportunità di far fare altrettanto a chi si avvicinerà alla mia produzione. 
[…] 
Sergio Andreoli

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11. ELIO D’AURORA



1. 
Chi vuol capire la vicenda umana e spirituale di Pitigrilli, non può fare a meno di ricorrere alla testimonianza del professor Elio D’Aurora. Per questo indico alcune sue pubblicazioni di estremo interesse: 
a) (Introduzione), in PITIGRILLI, La piscina di Siloe, Casa Editrice A&C, Torino, 1991, pp. 5-9. 
b) Il fenomeno Pitigrilli, in Microprovincia, nuova serie, n° 25, Gennaio-Dicembre 1987, pp. 73-94; Estratto da Microprovincia , N. 25, Gennaio-Dicembre 1987, Microprovincia, Stresa. 
c) L’autobus delle indulgenze, Edizioni Messaggero, Padova 1966. (cfr., più avanti, il n.17). 
d) Testimonianza di Elio D’Aurora, in SERGIO ANDREOLI, Io, il vero Pitigrilli, Gruppo Edicom, Cerro Maggiore (Milano) 2000, pp. 53-64. 
e) (Recensione), in Rivista lasalliana LIX (1992) 263-265. 
f) “Io non difendo mio marito ma le lettere non sono di Piti”, dichiara la moglie di Dino Segre, in Il Popolo Nuovo, 2 ottobre 1945 (articolo non firmato). 
g) L’avvocato che difende i deboli, in Gazzetta del Popol o, 9 aprile 1983, p. 3. 

2. 
Nel 1987, all’ottobre Moncalierese, “Fera dij Subièt”, si tenne un incontro dedicato a Pitigrilli. Per l’occasione Elio D’Aurora scrisse, nell’invito, una breve presentazione, datata 15 febbraio 1987. 
Fra l'altro, vi si legge: 
"Pitigrilli conquistò gli italiani intelligenti con il paradosso, gli aforismi e la libertà di dire quello che pensava senza piegarsi a interessi finanziari, senza far credere di essere quello che non era, senza mutarsi in Giano bifronte, senza chiedere che per lui, tornato alla Fede, si suonassero le campane del vespro domenicale". 

3. 
L’Intervista a Elio D’Aurora , firmata da Gianni Finlandia, si può leggere nel libro di D’Aurora, Fascino slavo, Edizioni SEI, Torino 1956, pp.9-19. 

4. 
L’elenco delle opere di D’Aurora è nel risvolto di copertina di Monsieur de La Salle. Una fedeltà che vive, Editrice A&C, Torino, Novembre 1985 (VI edizione). 

5. 
La  lunga intervista, che Elio D'Aurora mi ha rilasciato negli anni scorsi, se e quando sarà pubblicata, getterà nuova luce sulla figura di Pitigrilli. 

6.
Il suo vero nome e cognome: Sebastiano Chiambalero. Nato a Torino il 1 luglio 1918,  è morto a Moncalieri (Torino), il 20 luglio 2001.

7.
Il 23 ottobre  1986, si tenne al "Real Collegio Carlo Alberto" di Moncalieri, un incontro con Elio D'Aurora, organizzato dall'Associazione Culturale "Il Ponte".
Nel  dépliant, fra l'altro, si legge:
"Elio D'Aurora, ironico, polemico si è formato essenzialmente alla scuola francese di Gabriel Marcel, caposcuola dell'esistenzialismo cattolico".

8.
A conclusione della sua  nota  intoduttiva a :PITIGRILLI, La piscina di Siloe, Casa Editrice A&C, Torino 1991, Elio D'Aurora scrive:
"E' l'allucinante storia di ognuno di noi che vive ancorato alla terra, ma nell'inconscio, anche se non  crede, si sente attratto dal magnetismo folgorante del soprannaturale"(p.9).


9.
Nella recensione della riedizione del volumetto "La Piscina di Siloe", apparsa nel n.3 del 1992 della "Rivista lasalliana", D'Aurora, fra l'altro, scrive: "Padre Carlo Maria Calvillo, un frate che si è occupato di lettere  e di amabili conversioni, nel volume 'La costellazione della Vergine', che non è un libro di astronomia, racconta il ritorno a Dio di Pitigrilli, chiamando in causa un predicatore di grande fama, il Lacordaire " ( p.263).
Chi è in grado di dirmi come reperire il libro del Calvillo?

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12. RICERCHE



a) In www.mhsinformatica.com/rafaelpoveda/romanjoaqun.htm si può leggere che Joaquín Román Alfonso ha utilizzato lo pseudonimo "Pitigrilli". E' necessario individuare tutti gli scritti di questo autore che portano questa firma abusiva. 

b) E' risaputo che Pitigrilli ha scritto per il "Messaggero di Sant'Antonio", Padova. 
Sarebbe utile avvicinare i responsabili e i redattori di tale periodico cattolico, per ricostruire la storia della sua collaborazione. 
Intanto si può leggere: Pitigrilli, Lo specchio e l'enimma , II edizione, Edizioni Messaggero, Padova 1965. 

c) Chi è abituato a navigare in Internet, sa che si possono utilizzare vari strumenti; per individuarli e servirsene, al fine di conoscere quanto è disponibile in rete su Pitigrilli, suggerisco gli indirizzi http://www.cerca.com e http://www.copernic.com

d) Mimmo Franzinelli, in I tentacoli dell’Ovra, Bollati Boringhieri, Torino 1999, p.291, scrive: “La conversione fu apprezzata dalla stampa confessionale e dall’«Osservatore Romano» in particolare: il quotidiano vaticano propose di affidare allo scrittore una rubrica giornalistica, ma fu preso in burla da Salvemini […]”. Chi è in grado di indicare l’articolo de L’Osservatore Romano

e) Vittorio Messori, in Dallo spiritismo a Dio, in PITIGRILLI, La piscina di Siloe, Bompiani, Milano 1999, p.6, afferma: “In realtà, i documenti sembrano togliere ogni dubbio sulle sue attività delatorie […]. Comunque sia, quel suo doppio gioco significò sofferenza per gli amici traditi”. 
Su questo aspetto della tormentata vicenda umana di Pitigrilli, è necessario indagare ancora. Il “caso Silone” insegna. 

f) Umberto Eco, in Pitigrilli: l’uomo che fece arrossire la mamma , in PITIGRILLI, Cocaina, Bompiani, Milano 1999, p.14, scrive: “Del primo Pitigrilli non mi pare ci sia altro da dire. Salvo avanzare il sospetto che l’autore abbia ripudiato i suoi primi romanzi non per ragioni morali bensì per ragioni estetiche”. 
Che ne pensano i critici letterari? 

g) Giorgio De Rienzo, nella Introduzione a Cocaina, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1982, p.11, sentenzia: “In qualche modo Pitigrilli può servire oggi da comodo esorcismo al nostro nulla: proprio perché è stato in grado di rivestirlo, in anticipo, di una patina scintillante d’intelligenza”. 
Si chiedono spiegazioni!! 


h) Nel volume "Pitigrilli parla di Pitigrilli" (ristampa stereotipa del 1961, Casa Editrice Sonzogno, Milano), si legge:
Naturalmente non rispondo di ciò che altri, attribuendolo a me, può aver scritto o aver stampato. Ogni tanto, ricevo ritagli di giornali con questa frase: "Come dice Pitigrilli".
Non ho mai detto questo.
Su quelle cassette per le spazzature che sono gli album-ricordo delle signorine, trovo ogni tanto degli aforismi attribuiti a me. Il più delle volte non è roba mia.
Un editore filibustiere di Buenos Aires, un criminale  di Città del Messico, un gangster della carta stampata di Santiago, pubblicarono dei libri e  degli opuscoli con titoli immondi :"Le memorie di una cortigiana", "La storia di una sigaretta", e simili, in edizioni senza nome dell'editore e spesso senza indicazione della tipografia. (...)
Io non ho fatto causa ai miei editori-assassini. I miei lettori intelligenti, i miei veri lettori, hanno capito che quei libronzoli e quegli opuscoli sconci non sono miei  (pp. 265-266).

i) Domenico Zucàro, nella Introduzione, in Lettere di una spia. Pitigrilli e l’O.V.R.A., SUGARCo Edizioni, Milano 1977, p.27, dice: “La stessa immagine (n.b. della spia appartenente alla cospirazione risorgimentale) pare si dilegui di fronte alla naturale perversione al male di un Pitigrilli. Il quale si annega nella sua mancanza di scrupoli o nella sua abbiezione morale, senza poter contare sul senso di una moderna avventura, ma soltanto su di un puro e semplice basso e venale tornaconto”. 
Una domanda: Zucàro, definito da Gian Carlo Fusco “un autentico «pitigrillologo» […]” (Prefazione, in Lettere…, cit., p.VIII), ha mai incontrato Pitigrilli?

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13. LINA FURLAN



a) La più importante testimone della vicenda umana e spirituale di Pitigrilli è la signora Lina Furlan, moglie dello scrittore, avvocato, residente a Torino. 
Nel mio Io, il vero Pitigrilli si può leggere una sua ampia intervista, alle pagine 19-52. 

b) Pitigrilli scrive ampiamente di sua moglie nel libro Pitigrilli parla di Pitigrilli, del 1949, da pagina 231 a pagina 237. 
Ne riporto due passaggi: “ Acquistata la luce dello spirito ho incontrato una donna, che doveva continuare a condurmi per mano nel mondo della spiritualità […]. L’avvocatessa Lina Furlan è il più bel caso che mi si sia presentato di doppia personalità. Per essere esatti, di triplice personalità, perché dal luglio 1940 è anche mia moglie […]”. 

c) La Signora Lina è morta il 25 agosto 2000 a Torino, nella casa di Via Principe Amedeo, 1. 

d) Alla mia domanda: “Come mai Cocaina è stato ripubblicato nel 1982?”, nel 1995 rispose: “Perché in Cocaina Pitigrilli impreca contro l’aborto e difende la ragazza madre”. 

e) Un mio  breve ricordo della Signora Lina, si può leggere in 
"Salire", 56(31)(2000), Numero 8-9, p.4 (Tutto "Salire ", www.salire.net ).

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14. PIER MARIA FURLAN

 


a) In Pitigrilli parla di Pitigrilli, p.270, si legge: “Ma c’è un personaggio importante nella mia vita, del quale non ho ancora parlato che di sfuggita, mio figlio. Si chiama Pym. Pym è l’abbreviazione di Pier-Maria […]. Pier-Maria, detto Pym, è il più intelligente bambino del mondo, come il suo, gentile lettrice, come il suo, amico lettore”. 

b) Nel mio Io, il vero Pitigrilli, pp.15-18, si può leggere una sua testimonianza su Pitigrilli. 

c) Alberto Custodero, in La Stampa, 26 agosto 2000, p.12, riporta una sua dichiarazione, in cui, fra l’altro, si fa riferimento ad una lettera di monsignor Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI). 

d) Nel " Libro degli ospiti " di www.pitigrilli.com    si può leggere un suo intervento del 7 febbraio 2001.

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15. Il VESCOVO ANGELO JELMINI



a) Quanti hanno collaborato con Monsignor Angelo Jelmini, vescovo di Lugano, potrebbero dare testimonianza dei suoi contatti con Pitigrilli, nel periodo in cui questi dovette trasferirsi in Svizzera. 
Si potrebbe, così, aprire un importante capitolo dulla vita dello scrittore e far luce su alcuni aspetti della sua vicenda spirituale.

b) Di monsignor Angelo Jemini, in "Pitigrilli parla di Pitigrilli, fra l'altro, si legge:
"La seconda grande personalità che incontrai in Svizzera -seconda in ordine di tempo - fu Monsignor Jelmini, vescovo di Lugano.
Nel momento in cui la Svizzera spalancava le sue grandi braccia fraterne a tutti i rifugiati d'Europa,senza interrogarli su nulla, tranne che sul loro livello di dolore e di infelicità, il Vescovo Angelo Jelmini si mise sulla soglia della Confederazione -Lugano è sulle porte d'Italia- ad accoglierli con la sua benedizione, col suo conforto, la sua potenza, il suo denaro, le sue case,i conventi, le scuole, il vescovado stesso, che metteva a disposizione di coloro che, con le baionette alle reni, avevano fuggito la guerra, la rivoluzione, le persecuzioni" ( Ristampa 1961,p.257 ).
A pag. 251, Pitigrilli aveva scritto:
"Con una   automobile mi feci portare a Baveno,sul Lago Maggiore, e  di là, di notte, con l'aiuto di un sacaerdote e d'una guida alpina, passai le montagne e  mi rifugiai in Svizzera.
Il giorno dopo,17 settembre 1943, facevo colazione  in un  restaurant di Lugano".


 

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16. TORINO FASCISTA O ANTIFASCISTA



a) Al Forum on line “Torino fascista o antifascista” (Torinointellettuale@rubriche.lastampa.it ) sono intervenuto due volte; la prima, per chiedere: “Caro Papuzzi, ma Lei cosa pensa di Pitigrilli? Grazie”. Nessuna risposta. La seconda volta ho scritto: “Torno a chiedere a Papuzzi cosa pensa di Pitigrilli. Una sua risposta ampia e documentata darebbe, a mio avviso, nuovo impulso alla discussione in corso a Torino (e anche a quella su Pitigrilli: vedere www.pitigrilli.com ). Nel caso in cui la risposta di Papuzzi continui a mancare (ma questo spero proprio che non avvenga), chiedo agli altri redattori de ‘La Stampa’, agli uomini di cultura di Torino e a chiunque altro di pronunciarsi. Attendo fiducioso e ringrazio vivamente”. Ancora nulla.

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17. Testimonianza di Elio D'Aurora,

riportata nella sua opera "L'autobus delle indulgenze"



Erano arrivati in Boulevard Montparnasse. Margret pagò la tariffa della corsa e indicando a Sarnesi un caffé d'angolo, disse: 
- Andiamo a prendere l'aperitivo alla "Closerie des Lilas" di fronte all'ormai scomparso Café Momus, dove si svolge  il secondo atto della Bohême. Il palazzo che vedi di fianco ospita all'ultimo piano Pitigrilli. 
- Vive solo? 
- E' con la moglie, avvocatessa Lina Furlan e il figlio Pym che ha terminato con lode gli studi. 
Sarnesi obiettò: 
- Credevo si trovasse ancora a Buenos Aires. Avevo letto qualcosa su un suo allucinante viaggio nell'Antartide con una spedizione scientifica argentina. 
- E' a Parigi, ossessionato dalla gioia di trascorrere le giornate come ai tempi della sua lontana giovinezza e di scambiare qualche parola intelligente con i turisti che, quando cammina, si voltano a guardarlo stupefatti dalla sua scultorea testa incorniciata da una selva di capelli grigio argentei. 
- Gli chiederò un'intervista... 
- Prima  devi ambientarti. Il tuo giornale  è conosciuto per l'esattezza delle informazioni e la rapidità delle notizie ... 
(pp.9-10).

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