Remigio Creghel & Vittore Sollanzi ringraziano Mirko Fresia P., per aver risposto all'invito, permettendoci così di ampliare le pagine del sito. |
Mirko Fresia P.
Così conobbi Pitigrilli...
Girovagando
nella mia buia e maleodorante cantina venni attratto da un gruppetto di
dorsetti tutti simili e variopinti. L'occhio si soffermò su uno
giallo, più visibile degli altri: "Pitigrilli parla di Pitigrilli".
Lo portai in casa incuriosito, era il luglio del 1997.
Avevo già sentito parlare dell'autore, amico del nonno, solo poche e frammentarie notizie. Fu un colpo di fulmine, dopo poche sere ritornai a "caccia" in cantina. Insieme alla lettura crebbero la curiosità e le domande. Venni così a conoscenza dell'esistenza di un centinaio di lettere dell'autore inviate al nonno... inutile dire che divorai anche quelle. Ne parlai ad un amico, lo coinvolsi nelle mie ricerche, inconsciamente creai un pitigrilliano DOC! D'incredibile attualità, le pagine di Pitigrilli sfuggono dalle mani e dopo poche ore di lettura il dispiacere... il libro è già finito! Colui che sempre detestò le belle parole le seppe utilizzare con magica abilità, con la leggerezza e l'armonia di un giocoliere. Non sono attratto dalle recenti indagini - polemiche sull'autore: Pitigrilli mi ha fatto sorridere, ridere e riflettere... questo mi basta. Una forte stretta di mano agli amici del sito e a Piti, così come lo dovrebbero chiamare solo gli amici. |
E di quelle cento lettere, un migliaio di parole rubate al morso di un topo, sono restituite ai suoi mille lettori
Torino, 16 maggio
Egregio Ingegnere,
rispondo in ritardo
alla Sua lettera piena di cordialità e di luce, perché sono
stato in viaggio. Ho anche passato tre giorni a Savona dove ho avuto interessanti
messaggi con elevatissime comunicazioni.
Pitigrilli
|
30 nov. 45
Caro Ingegner Fresia
lei che è al corrente delle mie affannose ricerche di Dio ed ha
seguito il mio movimento spirituale, e ricorderà le conversazioni
fra Lei, Liù e me, non crederà alla campagna - basata su
falsi documenti- che una cricca di arrivisti e di ballisti mi ha scatenato.
Lei è una delle poche persone alla cui stima io tengo.
Dimostrerò che tutto questo è falso. Scriverò un libro documentatissimo. Ma tutto questo è il meno. Oggi non mi presento ai giudici, perché la folla alla ricerca di bersagli non mi darebbe il tempo di attraversare la stanza per andare da un commissario di Polizia o dal Procuratore del Re. Quella che una volta chiamavo la pelle, e che oggi chiamo líanima, mi è cara, e non mi gioco con tanta leggerezza il mio avvenire spirituale. In questi ultimi anni molte cose sono mutate in me. Quel panteismo buddista che dominava ogni mia visione, si è mutato in un'altra fede; la vera. La fede in Cristo. Ci ritroveremo caro Fresia, a discorrere in qualche sentiero di montagna, come allora. Faremo ancora molto cammino insieme, nel nostro mondo ideale. Legga la vita di Gesù dal Ricciotti (editore Rizzoli). Io sono in una villa sul Brenta, con amici devoti. Sto scrivendo due romanzi, finisco alcuni lavori in corso e preparo la mia autodifesa. Se non le scrivo è per non comprometterla. Se ha occasione di vedere Libia me la abbracci con grande tenerezza. Se le scrive, le dica che le sono molto vicino e le debbo molta gratitudine. Dica tutta la mia affettuosa amicizia a, Maria ****** e a Pia ******. Tutte grandi anime. Scriva a Liù che è sempre in Svizzera e che - nonostante ciò che hanno scritto certi giornali - non mi è mai stata così devota e solidale come ora. Líabbraccio con vivo affetto P.
|
Uscio 24
Caro ingegnere,
mi ha divertito molto
la sua lettera : lei si accosta allíinconoscibile con gli occhi
aperti e il sorriso sulle labbra. Grande lezione, questa, per coloro che
vanno a bocca spalancata, ingoiando senza discernimento il verosimile e
líassurdo. Lunedì tornerò a Torino dove sto facendo
un film. Alla fine di agosto tornerò a Uscio con amici intelligenti
e con Libia. Lei sarà con noi. Passando a Torino, mi avverta, scrivendomi
prima. Potrò dedicarle una sera, di giorno sono occupatissimo.
Pitigrilli
|
Una serata particolare da Demofilo…
Nell’immediato
dopoguerra il dott. Marcello Castaldi chiese al medium romano Demofilo
Fidani di far partecipare alle riunioni di via Sistina, nello studio medico
di Renato Piergili, un signore distinto, elegante, il cui nome era Dino
Segre.
La seduta si svolse nella biblioteca, un ambiente chiuso, con le pareti foderate di legno, semplice e privo di finestre. Al quarto incontro il signor Segre si presentò con alcuni pacchetti che consegnò ai presenti con la preghiera di aprirli solo dopo la sua partenza da Roma, che sarebbe avvenuta la sera stessa. Durante quella seduta si realizzarono comunicazioni scritte con varie grafie e manifestazioni di carattere fisico tra cui l’apporto per via medianica dell’agenda che Dino Segre aveva smarrito. Solo al termine di quell’incontro l’ospite dichiarò la sua vera identità: lo pseudonimo di Pitigrilli era noto a tutti i presenti. Pitigrilli si accomiatò sottolineando che in quel “Circolo” si manifestavano Entità di indubbia levatura morale e che l’autenticità di ciò a cui aveva assistito era fuor di dubbio. Aggiunse che quanto aveva assimilato in quelle quattro sedute era sufficiente a far mutare completamente le sue opinioni e che da quel momento avrebbe indirizzato la sua vita alle gioie dello spirito. Pitigrilli partì per il nord ove continuò a dedicarsi alla “Conoscenza della verità”. Fidani ricorda: “Dichiarò che avrebbe abbracciato il cristianesimo e ripudiato quanto la sua penna, fino ad allora, aveva scritto… Nei pacchetti che ci aveva lasciato trovammo alcuni dei suoi libri di maggior successo… accompagnati da un biglietto dove diceva di conservare quelle opere quali prove di un suo passato vissuto da materialista. Testi che ora ripudiava di fronte allo spiraglio di Luce che lo illuminava e lo guidava…” Pitigrilli ritornò, tanti anni dopo, nel Circolo medianico di Fidani non più come ospite ma come spirito; ma questa è un’altra storia… |