La scelta di Clinton
"Marijuana legale"

La proposta del presidente in un'intervista a "Rolling Stone"

dal nostro corrispondente ARTURO ZAMPAGLIONE

 

NEW YORK - Bill Clinton entra nel giardino d'inverno della Casa Bianca, prende un sigaro, lo taglia (ma non lo accende) e al direttore-fondatore di Rolling Stone, Jann Wenner, spiega che è giunta l'ora di depenalizzare lo spinello in tutti gli Stati Uniti d'America.
"L'uso e il possesso di piccole quantità di marijuana sono già stati depenalizzati in alcuni stati, ed è giusto che sia ovunque così", dice il presidente americano, rompendo un tabù e affrontando, proprio nelle settimane finali della sua parabola politica, un tema così scottante anche a livello personale.
Nel 1992, durante la prima campagna elettorale, Clinton irritò gli avversari (aveva di fronte George Bush senior) e fece ridere mezzo mondo: "Ho fumato uno spinello ma non ho mai aspirato", affermò con la sua proverbiale faccia tosta e ipocrisia politica. Forse erano tempi diversi.
Otto anni fa una confessione su un peccato veniale di droga poteva costare cara a un aspirante-presidente, mentre adesso Al Gore non ha avuto nessuna difficoltà ad ammettere di aver fumato più di una canna e George W. Bush è a un passo dalla Casa Bianca nonostante i sospetti, ben fondati, di aver sniffato cocaina.
La svolta di Clinton comunque è importante. Per la prima volta un presidente degli Stati Uniti mette in discussione la linea dura, intransigente della "zero tolerance" sugli stupefacenti, che non distingue tra droghe leggere e pesanti, che porta all'arresto di chi fuma uno spinello e che non sembra aver conseguito risultati di rilievo a livello nazionale.
Punzecchiato da Wenner, che come direttore di Rolling Stone è uno dei personaggi più in vista della cultura giovanile americana, Clinton dichiara: "Dobbiamo rivedere l'intera strategia del carcere. C'è gente che deliberatamente danneggia il prossimo, e deve quindi andare in prigione, perché non possiamo fidarci di farla rimanere per strada. Altra gente fa cose così gravi che vanno punite con l'arresto, per scoraggiare gli altri a seguire l'esempio. Ma tanta altra gente va oggi in carcere perché ha problemi di alcol o di droga, e poi ne esce senza aver ricevuto alcun aiuto, in termini di recupero o educazione".
In alcuni stati americani, come l'Alaska, lo spinello è già stato depenalizzato, anche se i referendum sulla sua legalizzazione non sono passati. Nella maggioranza degli altri stati, come ad esempio New York, le leggi sono ancora molto severe.
Basta che i poliziotti di Rudolph Giuliani scoprano una bustina di marijuana perché mettano le manette ai polsi del malcapitato e lo costringono ad andare davanti a un magistrato.
La proposta di Clinton potrebbe segnare l'inizio di una nuova fase. Si dovrà però aspettare la conclusione del travagliato iter post-elettorale e l'avvio della nuova fase politica per un dibattito serio sul tema, che si intreccia con quello dell'uso medico della marijuana, di cui si occuperà anche la corte suprema di Washington.
L'intervista su Rolling Stone, la terza che Clinton ha concesso a Wenner negli ultimi tre anni, esce oggi. Triste per dover abbandonare a gennaio la Casa Bianca, il presidente sostiene che bisognerebbe cambiare il limite costituzionale di due mandati presidenziali, anche per tenere conto della maggiore durata della vita media. Se la legge glielo avesse consentito - dice Clinton - si sarebbe presentato alle elezioni per una terza volta e le avrebbe vinte.