Medicina

 

Tra le foglie della marijuana
la speranza per l'Alzheimer
Il "cannabidiolo" riesce a prevenire i danni ai tessuti
cerebrali, senza provocare effetti allucinogeniE' tra le foglie
seghettate della marijuana che si nasconde una speranza di

cura per chi è colpito da ictus cerebrale o soffre di patologie

neurodegenerativecome l'Alzheimer o il Parkinson. La notizia arriva dagli
Stati Uniti, dove un gruppo di ricercatori guidato
dall'inglese Aidan Hampson e composto dal farmacologo
italiano Maurizio Grimaldi, da David Wink e dal premio
Nobel Julius Axelrod, ha scoperto che il cannabidiolo, una
delle componenti attive della cannabis, riesce a prevenire i
danni ai tessuti cerebrali senza però provocare gli effetti
allucinogeni tipici della marijuana. Lo studio, i cui risultati
sono stati pubblicati nei Proceedings of the National
Academy of Sciences, riguarda per adesso solo cellule
animali coltivate in vitro, ma è destinato a rinfocolare le
polemiche intorno all'uso medicinale della cannabis.
Utilizzata a scopo terapeutico migliaia di anni prima di
Cristo, oggi la marijuana è illegale quasi in tutti i paesi
occidentali, ma da anni esiste un forte movimento, attivo
soprattutto negli Stati Uniti, a favore della sua
reintroduzione come analgesico ed antiemetico,
specialmente per i malati di cancro e di Aids.

 

 

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