Storie e storielle

 

-"Ricordo di un vecchio amico, dall'aspetto strano, con gli occhi ridenti, che parlava di pace, amore e rivoluzione. Girava sempre con un flauto e un vecchio sacco per le campagne e sui monti. Parlava con gli alberi e spargeva semi alla luce della luna d'aprile. Poi danzava al sole di fine agosto respirando il dolce profumo dei fiori di ganja. Chiamava i suoi simili, fratelli e sorelle, con il flauto in una mano e il fucile nell'altra."

(Un amico incontrato per strada sotto la pioggia d'autunno)

 

 

-"Vi immagino seduti a fumare. La vostra attenzione indugia troppo a lungo sulle nubi azzurrine che si innalzano da la vostra pipa. L'idea di evaporazione lenta, successiva, eterna, si impossessa del vostro spirito e voi applicate subito quest'idea ai vostri pensieri, alla vostra materia pensante. Per un singolare equivoco, per una specie di trasposizione intellettuale, vi sentite evaporare e attribuite alla pipa (nella quale vi sentite pigiati e raccolti come il tabacco) la strana facoltà di fumarvi. Sfortunatamente, questa interminabile immaginazione non dura che un minuto, dato che un intervallo di lucidità (con grande sforzo) vi permette di guardare l'orologio. Ma vi sentite trasportati da un'altra corrente di idee che vi travolgerà ancora un minuto nel suo vivente turbinare, e questo nuovo minuto sarà un'altra eternità: le proporzioni del tempo e dell'essere sono completamente sconvolte dalla moltitudine e dall'intensità delle sensazioni e delle idee. Si direbbe che vivano molteplici vite nello spazio di un'ora. Non siete forse, in quest'ora, simili ad un fantastico romanzo vivente anziché scritto?"

(Charles Baudelaire)

 

 

 

-" Una pianta così sacra va coltivata in modo speciale. Proibire o anche limitare l'uso di un'erba così sacre benigna come la canapa causerebbe diffusa sofferenza e un'ira profonda in un gran numero di venerati asceti. Priverebbe il popolo di un conforto nei disagi, di una cura nella malattia, di un guardiano la cui benigna protezione lo salva dagli attacchi delle influenze maligne, la cui imponente potenza, domando i demoni della fame e della sete, del panico, e del timore, dell'incantesimo della materia e della pazzia, rende il devoto del Vittorioso capace di meditare in pace sull'Eterno, finché l'Eterno possedendolo corpo e anima lo liberi dalla prigionia del sé e lo accolga nell'oceano dell'Essere"

(J.M. Campbell, La Religione della Canapa)

 

 

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