La pagina corrente
vuol essere una vetrina degli oggetti scelti nel programma di monitoraggio,
rivolto ai possibili mutamenti osservabili nel tempo in alcuni sistemi stellari
giovani ed in relativamente rapida evoluzione.
M42
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LA seguente è una mia risposta ad una
domanda scritta il 26/12/2001 su It.scienza.astronomia, dove mi si chiedeva
l'utilità di questo tipo di monitoraggio.
"Il mio non è l'unico caso di osservazioni al
limite strumentale
svolte con un indirizzo scientifico. Le tecniche oggi consentono di spingersi
molto oltre il puro diametro strumentale. Presto sarò
in grado di sfruttare ottiche ben maggiori del mio pur buon apocromatico
"domestico" ma le stesse non saranno disponibili per un monitoraggio
nel vero senso della parola. Vuoi la distanza dagli osservatori, le sere
disponibili durante l'anno per gli spostamenti, il tempo atmosferico (neve e
ghiaccio nei siti adatti nella stagione invernale) e tanti altri impedimenti
logistici, non offrono la continua fruizione di grosse strumentazioni da parte di un astrofilo. Da casa
propria, attrezzandosi al meglio per ciascun fine individuale, si può realmente
dare un contributo se non sempre scientificamente rilevante, certamente idoneo
allo sviluppo di attività rivolte alla ricerca di un approccio vieppiù vicino
alla precisione necessaria in materia di ripresa di corpi celesti, svolte in
merito alle proprie osservazioni astronomiche. E, soprattutto, un contributo
degno di nota sotto l'aspetto statistico in fase di riduzione dei dati, come lo
è sempre stato quello dello studio delle variabili sospette, a flare o a
lunghissimo periodo (invero affascinante per chi scrive).
Riconducendo il discorso alle perplessità,
normali per una persona che inizia da poco a credere alle possibilità di
ricerca da parte di un astronomo non professionista, chiudo la parentesi
iniziata e già conclusasi più volte in passato.
La zona che si individua nella regione prescelta (vuoi per la bellezza, vuoi per
sperimentare nuovissime tecniche d'acquisizione, vuoi perchè sono più di
trent'anni che la osservo, disegno, ecc. ecc.) potrebbe essere degna, a mio
avviso, di un
costante monitoraggio. Intendendosi con questa parola solo una costante
osservazione, se possibile, ogni giorno. Neppure la somma di tutte le
osservazioni professionistiche può fornire un quadro così completo d'un
oggetto celeste e gli astronomi contano specialmente sull'apporto di noi, anche se con
piccolissimi strumenti ma armati da pazienza certosina, volontà, piacere immenso e soprattutto
stoica abnegazione (delle sovvenzioni da parte dei finanziatori della scienza "ufficiale",
senza gli osservatori pubblici, con rarissime apparizioni su pubblicazioni di
rilievo internazionali, menzioni
d'onore ecc.)!
Val tanto a questo punto che si debbano forse attendere altri 100 o 1000 o 10000
anni per vedere un evento registrabile in quella od altra zona prescelta? Non fa
tanto il singolo dato rilevato, quanto la registrazione dell'insieme di dati
utilizzabile e fruibile da tutti gli interessati, nel tempo che c'è
dato d'esistere su questo sferoide fluido-solido che amiamo chiamare
"Terra". Oltre la misera durata della singola fiammella di vita accesa
nel singolo astrofilo. Ricordo con gioia il bravissimo Marco Falorni ispiratore,
recentemente scomparso, della mia carriera di astrofilo. Il lavoro-piacere di
gruppo, secondo il mio
punto di vista, fa la forza dell'astrofilo. Le sinergia spesso e la costanza di
tanti singoli individui, cito a caso Gianluca Masi, Sauro Donati, Raffaello Lena e speriamo, il sottoscritto.
Certo d'aver risposto alle logiche perplessità, ti Auguro tanta felicità e spero
vorrai dirmi il tuo nome.
(Inserirò questa mai digressione sul
sito PMP, poichè è certamente corretto
descrivere meglio ciò che interiormente mi sta guidando nelle osservazioni
che compio con vivo interesse)
A presto e grazie per la domanda.
Giampiero
Programma Monitoraggio Pianeti"
Astronomia con un Vixen FL102S