Parrocchia Maria SS. del Rosario di Pompei

di Marina di Belvedere (CS)


 

Piano Pastorale

  Ultimo aggiornamento: 06 maggio 2010

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Piano Pastorale

Analisi iniziale

Dopo tre anni si è in grado di poter fare un’analisi che costituisca anche la premessa ad un serio progetto pastorale che coinvolga tutte le realtà presenti e operative in parrocchia e sia in grado di rispondere all’esigenza di un’azione pastorale dinamica e operante per progetti.

Il carattere di fondo

Marina di Belvedere è un popolo buono, in molte cose genuino e generoso pronto a spendersi per i valori in cui crede. C’è bisogno di recuperare l’ottimismo dell’appartenere ad una comunità che vive la sua vita in modo sano e valoriale. Occorre smetterla di essere i più forti denigratori di se stessi come comunità e recuperare, quindi, quello che di buono siamo capaci di costruire e vivere.

Nodi problematici

Partendo dalle sfide che il progetto pastorale diocesano ci elenca e che si caratterizzano concretamente

  • nella lontananza-estraneità della gente dalla fede e, forse, della Chiesa dalla gente;

  • nella irrilevanza della fede nella vita e nella cultura;

  • in una pietà popolare vissuta al di fuori dei dinamismi di una fede autentica;

pensiamo che una vera comunità cristiana debba fare i conti con la vita concreta delle persone. Dunque la vita concreta e i problemi concreti. Il primo problema è quello di una situazione economica che non è più rosea come qualche anno fa. Questo provoca il dramma della disoccupazione e dei giovani in cerca di lavoro. Una condizione giovanile un po’ alla ricerca di un senso da dare all’esistere. Qualche piccolo fenomeno di microcriminalità. La scarsa attenzione alla dimensione sociale come ambito di un impegno che poi paga, nel senso che esiste un ritorno alla comunità in molti sensi.

Quali risposte?

Il soggetto che deve dare risposte è sempre la comunità cristiana. E’ la comunità che deve rispondere alle sfide “dell’oggi e del qui”. Una comunità cristiana che vuol dare risposte deve essere una comunità missionaria. Non una comunità che aspetta che i fedeli partecipino alle sue iniziative e le sue attività (anche se lodevoli e ben fatte), ma una comunità “che si alza e va” verso i suoi figli. Ci aiuta a capire questo concetto ciò che uno studioso dice a proposito dei giovani: “i giovani non sono contro la religione, sono altrove”. Questo, a nostro parere, si può applicare a tutta la vita della comunità parrocchiale. Spesso agiamo e lavoriamo tanto per proporre e offrire, ma la gente è da tutt’altra parte e con tutt’altri interessi: “offriamo tonnellate di catechesi e otteniamo qualche etto di fede” (Tonino Bello). Crediamo che la parrocchia non sia e non debba essere una stazione di servizi socio-religiosi di cui ci si ricorda quando si ha bisogno di un certificato o quando si debba ricevere un sacramento. Troppe volte ci si imbatte in fedeli che non si sentono parte di una comunità di fede, perché la parrocchia è una comunità di fede. Troppe volte la parrocchia viene concepita come un ufficio pubblico dove si hanno diritti da accampare perché l’impiegato “deve fare il suo dovere”, quasi fosse lì per assolvere alle esigenze del momento, esigenze che non riguardano la fede, la crescita dell’amore di Dio e degli altri (magari fosse così). Anzi, ci accorgiamo che, spesso, chi fa queste contestazione è sempre chi non si impegna nella vita di fede, chi non vive la vita di comunità, chi ha bisogno solo di risolvere un piccolo e ridicolo problema. L’unico scopo di questa comunità missionaria è potenziare e far crescere la fede, che rimane sempre un dono di Dio all’uomo. Sentiremo sempre di doverci verificare su questo, più che sul come avremo fatto bene le cose o saremo stati dei burocrati o degli assistenti sociali.

Gli assi portanti dell’azione pastorale

La diocesi nel suo piano pastorale (ma già il vescovo nella sua nota pastorale) ha individuato alcuni punti portanti per la vita della diocesi: vogliamo farli nostri “in toto”. Il primo punto è, se vogliamo, la pastorale ordinaria, nel senso di far camminare la realtà parrocchiale sui binari classici dei tre temi: la catechesi, la liturgia e la carità. Soggetto è sempre la comunità che annuncia il Vangelo di Cristo nella sua vita e lo fa portando il messaggio della fede, celebrando quello che annuncia e vivendo quello che celebra.

Il contenuto di fondo

E’ la speranza, la virtù teologale meno compresa e amata. Caleremo il contenuto della speranza negli assi portanti del punto precedente.

  • La catechesi sarà la comunicazione della speranza cristiana.

  • La liturgia sarà l’azione dell’educare alla speranza.

  • La carità sarà la testimonianza, nella vita cristiana, della speranza.

I destinatari

La diocesi e, prima ancora il vescovo nella sua nota pastorale, hanno individuato i destinatari privilegiati di questa azione pastorale. E’ chiaro che soggetto e destinatario dell’azione missionaria è la stessa comunità parrocchiale nel suo insieme. Quando diciamo privilegiato, vogliamo intendere destinatari che dovranno avere una attenzione e una cura particolare, che saranno ragione di un impegno speciale in questi tre anni.

  • Gli operatori pastorali, distinti nei tre ambiti di impegno (catechesi, liturgia e carità) dovranno costituire, nella parrocchia tre gruppi di animazione, coordinati da una sacerdote e con la presenza di un responsabile-segretario. L’impegno verso di loro sarà essenzialmente la cura per la formazione personale e l’accompagnamento per una operatività più seria e motivata (anche con la partecipazione a momenti formativi diocesani a nazionali).

  • I giovani. Sono il punto di forza della nostra Chiesa, hanno bisogno di essere ascoltati e motivati. La loro presenza nelle associazioni deve rappresentare solo il punto di partenza per un’azione missionaria di giovani verso i giovani. Aiutarli nella ricerca della fede a livello interiore ma anche far vivere loro momenti forti di spiritualità e di testimonianza di vita cristiana.

  • La famiglia. Piccola Chiesa e sacramento dell’amore di Dio. Bisogna coinvolgerla dentro l’azione missionaria della comunità. All’inizio con il tentativo di aggregare le famiglie, specie quelle più giovani, poi con l’offerta di catechesi specifica e di momenti formativi, soprattutto in vista del compito di educare alla fede i figli, compito troppo delegato alla parrocchia. Continueremo nell’azione parrocchiale della preparazione al matrimonio, ma senza tralasciare l’accompagnamento nei primi anni di matrimonio. Individueremo delle coppie guide per l’evangelizzazione e offriremo spazi concreti di vita comune.

Gli strumenti

Sono quelli di sempre: la scrittura, la tradizione, il magistero universale e locale.

La verifica

E’ una delle dimensioni più importanti di ogni progetto. Annualmente ci ritroveremo e vedremo di analizzare concretamente la situazione che stiamo vivendo. Come abbiamo realizzato i nostri programmi, conseguiti gli obiettivi e usati gli strumenti, come avremo agito secondo lo spirito che ci siamo dati.

Associazioni

Gruppi e movimenti sono la cinghia di trasmissione iniziale di quanto abbiamo stabilito e programmato. La loro presenza nel consiglio pastorale parrocchiale come membri che devono “fare” è la più preziosa risorsa che ci troviamo ad avere. Il lavoro a rete e le dinamiche inter-associative, sono la “magna carta” dell’operare associativamente nella nostra parrocchia. Resta chiaro che ogni associazione deve avere un animo parrocchiale e fare propri questi contenuti e questo progetto. Ad ogni responsabile associativo viene dato, di fatto, il mandato catechistico e per la preparazione ai sacramenti, per cui i momenti di riunione dovranno avere un momento di catechesi sistematica. 

il Parroco e Il Consiglio Pastorale Parrocchiale


Al fine di dare seguito a quanto stabilito negli orientamenti sinodali e alle circolari del Vescovo finalizzate ad orientare all’unità pastorale le molteplici attività della vita parrocchiale delle singole comunità presenti nel territorio, i parroci di Belvedere Marittimo hanno deciso di adottare le seguenti direttive unitarie.
Itinerario comune dell’iniziazione cristiana

Le iscrizioni andranno effettuate dai genitori su modello prestampato:

-          seconda elementare: iscrizione e riscoperta del battesimo;

-          terza elementare: primo anno di catechesi e formazione alla riconciliazione e penitenza;

-          quarta e quinta elementare: formazione per la partecipazione alla prima comunione;

-          prima e seconda media: itinerario per la formazione alla confermazione.

Le tappe sacramentali che scandiscono il cammino di formazione vanno celebrate insieme con gli altri nella chiesa parrocchiale; la prima comunione e la confermazione non si possono celebrare individualmente. Si è invece stabilito di celebrare i battesimi in una unica liturgia per mese: per la nostra parrocchia Maria SS. del Rosario di Pompei di Marina di Belvedere ogni ultima domenica del mese.

Gli itinerari formativi proseguono nelle esperienze delle varie associazioni presenti nel territorio (per la nostra parrocchia: Agesci, Cantori di Frate Sole, Comunità Neocatecumenale, Gruppo Famiglie, Masci) e alle quali sono invitati ad iscriversi per la formazione permanente tutti i battezzati e coloro che intendono approfondire la propria fede.

Celebrazione delle Esequie

Anche le celebrazioni delle esequie avranno lo stesso svolgimento rituale in tutte le parrocchie:

-          veglia vigilare nella casa del defunto con benedizione;

-          la salma si attende nella chiesa parrocchiale;

-          la celebrazione delle esequie si conclude in Chiesa.

Festa Patronale

In riferimento agli orientamenti diocesani per le feste patronali, si è stabilito che nelle parrocchie ci sia una sola festa patronale solenne; le altre feste conservano solo il valore di manifestazione religiosa senza la creazione di eventuali comitati autorizzati a raccogliere offerte nella comunità parrocchiale.

Per la nostra parrocchia, la festa patronale è la Madonna del Rosario di Pompei (a maggio). Sarà anche celebrata la festa interparrocchiale della Madonna di Portosalvo (a agosto).


E’ fatto divieto di celebrazione nelle cappelle e negli oratori privati, salvo diversa convenzione con l’Ordinario Diocesano per l’utilizzo pastorale a discrezione del parroco.

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