Analisi iniziale
Dopo tre anni si è
in grado di poter fare un’analisi che costituisca anche la premessa ad
un serio progetto pastorale che coinvolga tutte le realtà presenti e
operative in parrocchia e sia in grado di rispondere all’esigenza di
un’azione pastorale dinamica e operante per progetti.
Il carattere di fondo
Marina di Belvedere
è un popolo buono, in molte cose genuino e generoso pronto a spendersi
per i valori in cui crede. C’è bisogno di recuperare l’ottimismo
dell’appartenere ad una comunità che vive la sua vita in modo sano e
valoriale. Occorre smetterla di essere i più forti denigratori di se
stessi come comunità e recuperare, quindi, quello che di buono siamo
capaci di costruire e vivere.
Nodi problematici
Partendo dalle sfide
che il progetto pastorale diocesano ci elenca e che si caratterizzano
concretamente
-
nella
lontananza-estraneità della gente dalla fede e, forse, della Chiesa
dalla gente;
-
nella irrilevanza
della fede nella vita e nella cultura;
-
in una pietà
popolare vissuta al di fuori dei dinamismi di una fede autentica;
pensiamo che una
vera comunità cristiana debba fare i conti con la vita concreta delle
persone. Dunque la vita concreta e i problemi concreti. Il primo
problema è quello di una situazione economica che non è più rosea
come qualche anno fa. Questo provoca il dramma della disoccupazione
e dei giovani in cerca di lavoro. Una condizione giovanile un po’
alla ricerca di un senso da dare all’esistere. Qualche piccolo
fenomeno di microcriminalità. La scarsa attenzione alla
dimensione sociale come ambito di un impegno che poi paga, nel senso
che esiste un ritorno alla comunità in molti sensi.
Quali risposte?
Il soggetto che deve
dare risposte è sempre la comunità cristiana. E’ la comunità che deve
rispondere alle sfide “dell’oggi e del qui”. Una comunità cristiana che
vuol dare risposte deve essere una comunità missionaria. Non una
comunità che aspetta che i fedeli partecipino alle sue iniziative e le
sue attività (anche se lodevoli e ben fatte), ma una comunità “che
si alza e va” verso i suoi figli. Ci aiuta a capire questo
concetto ciò che uno studioso dice a proposito dei giovani: “i
giovani non sono contro la religione, sono altrove”. Questo, a
nostro parere, si può applicare a tutta la vita della comunità
parrocchiale. Spesso agiamo e lavoriamo tanto per proporre e offrire, ma
la gente è da tutt’altra parte e con tutt’altri interessi: “offriamo
tonnellate di catechesi e otteniamo qualche etto di fede” (Tonino
Bello). Crediamo che la parrocchia non sia e non debba essere una
stazione di servizi socio-religiosi di cui ci si ricorda quando si ha
bisogno di un certificato o quando si debba ricevere un sacramento.
Troppe volte ci si imbatte in fedeli che non si sentono parte di una
comunità di fede, perché la parrocchia è una comunità di fede.
Troppe volte la parrocchia viene concepita come un ufficio pubblico dove
si hanno diritti da accampare perché l’impiegato “deve fare il suo
dovere”, quasi fosse lì per assolvere alle esigenze del momento,
esigenze che non riguardano la fede, la crescita dell’amore di Dio e
degli altri (magari fosse così). Anzi, ci accorgiamo che, spesso, chi fa
queste contestazione è sempre chi non si impegna nella vita di fede, chi
non vive la vita di comunità, chi ha bisogno solo di risolvere un
piccolo e ridicolo problema. L’unico scopo di questa comunità
missionaria è potenziare e far crescere la fede, che rimane
sempre un dono di Dio all’uomo. Sentiremo sempre di doverci verificare
su questo, più che sul come avremo fatto bene le cose o saremo stati dei
burocrati o degli assistenti sociali.
Gli assi portanti dell’azione pastorale
La diocesi nel suo
piano pastorale (ma già il vescovo nella sua nota pastorale) ha
individuato alcuni punti portanti per la vita della diocesi: vogliamo
farli nostri “in toto”. Il primo punto è, se vogliamo, la pastorale
ordinaria, nel senso di far camminare la realtà parrocchiale sui binari
classici dei tre temi: la catechesi, la liturgia e la carità.
Soggetto è sempre la comunità che annuncia il Vangelo di Cristo nella
sua vita e lo fa portando il messaggio della fede, celebrando quello che
annuncia e vivendo quello che celebra.
Il contenuto di fondo
E’ la speranza,
la virtù teologale meno compresa e amata. Caleremo il contenuto della
speranza negli assi portanti del punto precedente.
-
La catechesi sarà la
comunicazione della speranza cristiana.
-
La liturgia sarà
l’azione dell’educare alla speranza.
-
La carità sarà la
testimonianza, nella vita cristiana, della speranza.
I destinatari
La diocesi e, prima
ancora il vescovo nella sua nota pastorale, hanno individuato i
destinatari privilegiati di questa azione pastorale. E’ chiaro che
soggetto e destinatario dell’azione missionaria è la stessa comunità
parrocchiale nel suo insieme. Quando diciamo privilegiato, vogliamo
intendere destinatari che dovranno avere una attenzione e una cura
particolare, che saranno ragione di un impegno speciale in questi tre
anni.
-
Gli operatori
pastorali,
distinti nei tre ambiti di impegno (catechesi, liturgia e carità)
dovranno costituire, nella parrocchia tre gruppi di animazione,
coordinati da una sacerdote e con la presenza di un
responsabile-segretario. L’impegno verso di loro sarà essenzialmente
la cura per la formazione personale e l’accompagnamento per una
operatività più seria e motivata (anche con la partecipazione a
momenti formativi diocesani a nazionali).
-
I giovani.
Sono il punto di forza della nostra Chiesa, hanno bisogno di essere
ascoltati e motivati. La loro presenza nelle associazioni deve
rappresentare solo il punto di partenza per un’azione missionaria di
giovani verso i giovani. Aiutarli nella ricerca della fede a livello
interiore ma anche far vivere loro momenti forti di spiritualità e di
testimonianza di vita cristiana.
-
La famiglia.
Piccola Chiesa e sacramento dell’amore di Dio. Bisogna coinvolgerla
dentro l’azione missionaria della comunità. All’inizio con il
tentativo di aggregare le famiglie, specie quelle più giovani, poi con
l’offerta di catechesi specifica e di momenti formativi, soprattutto
in vista del compito di educare alla fede i figli, compito troppo
delegato alla parrocchia. Continueremo nell’azione parrocchiale della
preparazione al matrimonio, ma senza tralasciare l’accompagnamento nei
primi anni di matrimonio. Individueremo delle coppie guide per
l’evangelizzazione e offriremo spazi concreti di vita comune.
Sono quelli di
sempre: la scrittura, la tradizione, il magistero universale e locale.
La verifica
E’ una delle
dimensioni più importanti di ogni progetto. Annualmente ci ritroveremo e
vedremo di analizzare concretamente la situazione che stiamo vivendo.
Come abbiamo realizzato i nostri programmi, conseguiti gli obiettivi e
usati gli strumenti, come avremo agito secondo lo spirito che ci siamo
dati.
Associazioni
Gruppi e movimenti
sono la
cinghia di trasmissione iniziale
di quanto abbiamo stabilito e programmato. La loro presenza nel
consiglio pastorale parrocchiale come membri che devono “fare” è la più
preziosa risorsa che ci troviamo ad avere. Il lavoro a rete e le
dinamiche inter-associative, sono la “magna carta” dell’operare
associativamente nella nostra parrocchia. Resta chiaro che ogni
associazione deve avere un animo parrocchiale e fare propri questi
contenuti e questo progetto. Ad ogni responsabile associativo viene
dato, di fatto, il mandato catechistico e per la preparazione ai
sacramenti, per cui i momenti di riunione dovranno avere un momento di
catechesi sistematica.
il Parroco e Il Consiglio
Pastorale Parrocchiale
Al fine di dare seguito a quanto
stabilito negli orientamenti sinodali e alle circolari del Vescovo
finalizzate ad orientare all’unità pastorale le molteplici attività
della vita parrocchiale delle singole comunità presenti nel territorio,
i parroci di Belvedere Marittimo hanno deciso di adottare le seguenti
direttive unitarie.
Itinerario comune dell’iniziazione
cristiana
Le iscrizioni
andranno effettuate dai genitori su modello prestampato:
-
seconda elementare: iscrizione e riscoperta del battesimo;
-
terza
elementare: primo anno di catechesi e formazione alla riconciliazione e
penitenza;
-
quarta
e quinta elementare: formazione per la partecipazione alla prima
comunione;
-
prima
e seconda media: itinerario per la formazione alla confermazione.
Le tappe
sacramentali che scandiscono il cammino di formazione vanno celebrate
insieme con gli altri nella chiesa parrocchiale; la prima comunione e la
confermazione non si possono celebrare individualmente. Si è invece
stabilito di celebrare i battesimi in una unica liturgia per mese:
per la nostra parrocchia Maria SS. del Rosario di Pompei di Marina di
Belvedere ogni ultima domenica del mese.
Gli itinerari formativi
proseguono nelle esperienze delle varie associazioni presenti nel
territorio (per la nostra parrocchia: Agesci, Cantori di Frate Sole,
Comunità Neocatecumenale, Gruppo Famiglie, Masci) e alle quali sono
invitati ad iscriversi per la formazione permanente tutti i battezzati e
coloro che intendono approfondire la propria fede.
Celebrazione delle Esequie
Anche le
celebrazioni delle esequie avranno lo stesso svolgimento rituale in
tutte le parrocchie:
-
veglia
vigilare nella casa del defunto con benedizione;
-
la
salma si attende nella chiesa parrocchiale;
-
la
celebrazione delle esequie si conclude in Chiesa.
Festa Patronale
In riferimento agli
orientamenti diocesani per le feste patronali, si è stabilito che nelle
parrocchie ci sia una sola festa patronale solenne; le altre feste
conservano solo il valore di manifestazione religiosa senza la creazione
di eventuali comitati autorizzati a raccogliere offerte nella comunità
parrocchiale.
Per la nostra
parrocchia,
la festa patronale è la Madonna del Rosario di Pompei (a maggio). Sarà
anche celebrata la festa interparrocchiale della Madonna di Portosalvo
(a agosto).
E’ fatto divieto di
celebrazione nelle cappelle e negli oratori privati, salvo diversa
convenzione con l’Ordinario Diocesano per l’utilizzo pastorale a
discrezione del parroco. |