All'interno di un'istituzione come la
"scuola dell'infanzia " 1'azione educativa si configura come un
itinerario da percorrere con intenzionalità e razionalità allo scopo di
perseguire determinate finalità educative. Il Progetto pedagogico è la
"carta di riferimento" che individua l'insieme di finalità
intese come "capacità da far acquisire al bambino
intenzionalmente" che la scuola dell'infanzia intende perseguire.
Si parla di "progetto" perché nella scuola dell'infanzia ogni
attività non è definita in modo casuale ma trova invece una
giustificazione scientifica. Proprio per questo la scuola dell'infanzia
non può essere considerata come un luogo di "custodia" o
"parcheggio" dei bambini nel quale le attività sono lasciate al
caso.
Viceversa nella scuola dell'infanzia il bambino viene educato secondo i
principi definiti dal presente Progetto pedagogico e in accordo con le
famiglie.
Anche per questo la partecipazione della famiglia e dei genitori alla vita
della scuola è ritenuta fondamentale per creare quella sintonia educativa
che costituisce la premessa per formulare un Progetto pedagogico realmente
efficace. A tal fine la scuola dell'infanzia di Bolognano intende farsi
attiva promotrice di occasioni di incontro con le famiglie e i
genitori.
E' intenzione della scuola dell'infanzia di Bolognano strutturare il
proprio Progetto pedagogico ponendo come momento centrale dell'attività
educativa, quello concernente lo sviluppo dell'identità personale e
relazionale (la costruzione
dell'identità, identità e società, identità e senso morale, identità,
domanda di senso ed educazione religiosa), in quanto le finalità
educative in esso comprese rappresentano la base sulla quale fondare lo
sviluppo educativo del bambino. In particolare sono da segnalare come
fondamentali le finalità educative concernenti la capacità di inserirsi
e relazionarsi in un gruppo trovando un equilibrio fra i momenti di
competizione e quelli di collaborazione, scoprendo così le regole proprie
delle diverse situazioni, adeguandosi ad esse o eventualmente
modificandole sulla base di esigenze precise.
La partecipazione al gruppo porta il
bambino a cogliere che esistono punti di vista diversi dai propri, che
devono essere rispettati e compresi al fine di integrarsi veramente nel
gruppo e di sapere stare con gli altri. In questa direzione assume
particolare rilevanza anche la "capacità di ascoltare" quanto
gli altri hanno da dire che oggi sembra essere piuttosto carente nei
bambini come del resto negli adulti. La "capacità
di ascolto" è una delle precondizioni della "capacità di
rispettare l'altro" in quanto è ascoltando le argomentazioni altrui
che si possono conoscere le idee, le emozioni, le intenzioni di chi ci sta
vicino, ed è attraverso questa conoscenza che l'altro diventa da estraneo
ad amico.
La "capacità di ascolto" richiama il concetto di empatia
attraverso la quale si può entrare in risonanza affettiva con i pensieri,
i sentimenti, i desideri, le emozioni, le fantasie, i disagi e le
sofferenze altrui; in altre parole l'empatia permette di sentire l'altro
affettivamente dentro di noi.
Il linguaggio comune esprime bene questo concetto attraverso l'uso di
frasi come: "mi sono messo nei suoi panni", "nella sua
pelle", o "nelle sue scarpe". L'empatia è lo sforzo di
decentrarsi da se stessi per entrare nell'universo dell'altro. Questa non
è affatto una prerogativa dell'adulto, ma appartiene anche all'esperienza
infantile. Reazioni empatiche sono presenti fin dalla nascita e diventano
sempre più sofisticate ed efficaci con la maturazione e l'esperienza.
Già nei primi mesi di vita alcuni bambini rispondono al pianto di altri
bambini piangendo a loro volta. Intorno al primo anno, molti bambini
assumono un'espressione triste e preoccupata quando un adulto o un bambino
conosciuto piange. Intorno ai due o tre anni i bambini consolano i loro
amici che piangono offrendo i loro giochi e confortano chi si è fatto
male con azioni appropriate.
Il "rispetto dell'altro",
che è una conseguenza anche della "capacità
di ascolto" e della capacità di empatizzare con l'altro, porta
poi, necessariamente, a considerare valori quali la solidarietà,
l'apertura verso il proprio prossimo, l'accoglienza disinteressata, che
anche la scuola dell'infanzia può contribuire a diffondere attraverso la
sua opera educativa. Per far sì che le reazioni empatiche spontanee
evolvano in altruismo e in solidarietà si deve educare il bambino
all'apertura verso gli altri e alla disponibilità, incoraggiarlo a capire
e rispettare i vari punti di vista e a porsi nei "panni" degli
altri e questo esige uno sforzo e un impegno continuo da parte degli
adulti perché la comprensione dell'altro non consiste solo nel mettersi
nei suoi "panni", ma anche nella capacità di accettare l'altro
in quanto diverso da se.
Quando incontriamo emozioni, punti di vista e ambiti di valori diversi dai
nostri e sconosciuti, otteniamo una diversa immagine del mondo, diventiamo
consapevoli di ciò che manca a noi, quindi facciamo chiarezza anche su
noi stessi.
L'immagine del mondo altrui non solo modifica e rende più ricca la mia
immagine del mondo, ma modifica anche l'immagine che ho di me stesso.
Senza questa apertura verso gli altri saremmo rinchiusi e limitati dalla
nostra visione del mondo. Essa è perciò un elemento prezioso di
conoscenza perché ci aiuta, nell'incontro con l'altro, a verificare e a
correggere le nostre idee e i nostri comportamenti. Non solo, anche la
nostra identità nasce dal rapporto con gli altri in quanto io mi
definisco attraverso l'immagine che gli altri mi rimandano; non posso
sapere chi sono se non nell'incontro e nella relazione con l'altro diverso
da me. Un requisito necessario per avvicinarsi all'altro, e il fondamento
stesso della tolleranza, è il riconoscimento della possibile e legittima
pluralità dei modi di pensare e di sentire . Nella progettualità di una
strategia di accoglimento dell'altro, la formazione linguistica assume un
ruolo di assoluta priorità.
Infatti, la lingua è paragonabile, come primo strumento di comunicazione,
ad una sorta di biglietto da visita: ci presenta agli altri fornendo le
prime informazioni su noi stessi e su ciò che ci riguarda. Imparare a
comunicare significa, nella sua dimensione autentica, imparare a
comprendere il mondo, riconoscere gli altri e le proprie idee e nello
stesso tempo farsi riconoscere, più semplicemente, imparare a convivere.
La lingua è lo strumento principale per esprimere la propria identità
culturale e nello stesso tempo per comprendere quella degli altri. In base
a quanto predetto la scuola materna di Bolognano intende far acquisire al
bambino la "capacità di
esprimersi correttamente, usando le parole più opportune, nella lingua
italiana" e quella collegata riguardante la "capacità
di usare la lingua in modo grammaticalmente corretto".
All'ambito dell'identità personale e
relazionale si riferisce la finalità educativa dello sviluppo nel bambino
del "senso di
appartenenza" verso la comunità ritenuto importante in quanto è
attraverso un legame anche affettivo verso la comunità, che il bambino
acquisisce la capacità di aprirsi verso l'ambiente sociale e culturale
che esiste al di fuori della propria famiglia. La comunità con le sue
caratteristiche (architettoniche, culturali, associative, simboliche,
economiche, ecc.) è il primo luogo in cui, dopo la famiglia, il bambino
vive intensamente le proprie esperienze; questo luogo deve essere , quindi
dal bambino stesso percepito come "positivo" in grado cioè di
stimolare la sua curiosità e la sua voglia di conoscenza.
Del resto nella comunità operano personaggi che con il loro lavoro e la
loro opera rappresentano un efficace esempio per il bambino. Il
riferimento va alle attività artigianali che possono rappresentare per il
bambino un momento di stimolo per lo sviluppo della sua creatività. In
questo modo può così essere
perseguita la finalità educativa concernente la
"capacità di organizzare e trasformare intenzionalmente la realtà",
che richiama fortemente il tema della "creatività"
che oggi più che mai rappresenta una capacità da sviluppare con
attenzione anche per contrastare gli stimoli alla omologazione provenienti
da più parti ma in particolare dai mezzi mass-mediali.
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Avvicinarsi
al mondo della natura e alle trasformazioni che 1 'uomo vi opera per
utilizzarne i frutti e ricavarne nuovi prodotti è importante per i
bambini della scuola materna di Bolognano inserita in un contesto che è
ancora, nonostante tutto, prevalentemente agricolo. Anche oggi molti
continuano infatti a coltivare l'orto o piccoli appezzamenti di terreno
per lo più come attività cui dedicarsi nel proprio tempo libero. Sul
territorio sono però nati un'azienda agricola e un vivaio che possono
essere visitati dai bambini per scoprirvi la vita di piante e animali, i
diversi momenti della loro crescita e i modi per coltivarle e allevarli.
Esiste inoltre in zona un torchio ancora funzionante per la lavorazione
delle olive che è un esempio importante di strumenti che 1 'uomo è
riuscito ad inventare per ricavare nuovi prodotti dai frutti della terra.
Le ricchezze paesaggistiche vengono spesso salvaguardate all'interno di
parchi e zone protette per preservarle dalla possibile distruzione. Nel
comune di Arco un esempio interessante in questo senso è rappresentato
dal parco Arciducale e gli Operatori ambientali del Comprensorio possono
risultare guide insostituibili per aiutare i bambini a conoscerlo ed
apprezzarlo.
E' importante non dimenticare inoltre che 1 'uomo è legato al mondo degli
animali, soprattutto ai nostri giorni, da un rapporto di gioco, di
divertimento e soprattutto di cura che forse quello più vicino al
bambino.
Il coinvolgimento dell'associazione "Basso Sarca cavalli" può
costituire occasione per avvicinarsi al mondo di questi animali e far
scoprire ai bambini un possibile compagno di giochi.
Uno stimolo per lo sviluppo della creatività può venire dalla conoscenza
delle varie attività artigianali presenti nella comunità: il fabbro, il
falegname, la cantina sociale e la pasticceria artigianale.
Essendo poi le aree sociale, affettiva - emotiva e morale - etica -
religiosa parte importante del progetto pedagogico della scuola di
Bolognano si individuano nell'associazione ANFASS, nell'Unione sportiva
Stivo, nella Compagnia teatrale e nell'Oratorio, risorse significative per
le finalità proprie della socializzazione, del senso di appartenenza e
soprattutto di apertura, attenzione, solidarietà verso gli altri.
Tutte queste iniziative che prevedono il coinvolgimento attivo di persone
ed enti dovranno essere adeguatamente preparate e valutate per verificare
la loro congruenza con la programmazione didattica della scuola.
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(*)
"Federazione Provinciale Scuole
Materne: proposte e indicazioni programmatiche, documento di lavoro per
l'aggiornamento delle insegnanti", Electa, Trento, 1990
Il
Progetto Pedagogico della scuola dell'infanzia è definito come un
"complesso di finalità da perseguire intenzionalmente". Tali
finalità, articolate in aree, sono competenze, capacità, abilità del
bambino che la scuola, "intenzionalmente", tende a sviluppare
attuando un determinato intervento educativo.
Le
finalità che compongono un Progetto Pedagogico così delineato devono
necessariamente rispondere a tutti i bisogni del bambino che cresce e fornire
quindi all'insegnante un profilo completo del bambino stesso, da educare in
ogni sua dimensione.
Le
aree:
Le
finalità indicate nel testo sono classificate convenzionalmente in nove aree
ciascuna delle quali è da intendersi come insieme di specifiche e autonome
finalità.
Gli
assi:
Queste
nove aree, a loro volta, si articolano su tre assi:
-
asse del senso (area affettivo - emotiva,
area sociale e area morale - etico - religiosa);
-
asse della cognitività (area pratico
costruttiva e area cognitiva);
-
asse dei linguaggi (area psicomotoria e
mimico-gestuale, area dei linguaggi visivi, area musicale e area linguistica).
Risulta
evidente che l'asse si configura come una dimensione che aggrega aree e quindi
finalità tra loro contigue, vale a dire orientate alla stessa dimensione di
sviluppo. |