LA VETRINA DI MEDA PRODUCE

La nostra impresa, nata nel 1936, si è occupata inizialmente della produzione e commercializzazione di tranciati naturali provenienti da ogni parte del mondo, riuscendo a collocarsi sul mercato internazionale di alto livello, grazie alle garanzie di qualità e prezzo che sempre ci hanno contraddistinto.
Dopo un decennio dalla fondazione dell'azienda, e in seguito ad un notevole sforzo di ricerca e sviluppo, il tranciato naturale è stato affiancato da un prodotto ancora sconosciuto in quei tempi alla maggior parte dei nostri clienti: il Tranciato Ricomposto.
Il continuo progresso della produzione industriale di mobili e arredamenti, comportava la necessità di garantire, per determinati tipi di prodotti, una continuità di colori, strutture e dimensioni che il tranciato naturale non era in grado di soddisfare.
Abbiamo quindi creato, con un proprio processo industriale, un nuovo tipo di tranciato, sempre interamente di legno naturale, ma che garantisce nel tempo e nelle quantità caratteristiche costanti.
La tenacia e l'impegno che abbiamo profuso nello studio e nella produzione di questo nuovo prodotto, sono stati premiati con l'affermazione del nostro marchio a livello mondiale.

 La Giulio Marelli Italia Spa deve il proprio nome a Giulio Marelli, che negli anni '20 fondò una piccola azienda artigianale specializzata nella produzione di poltrone in legno, azienda che nei decenni seguenti si concentrò sulla produzione di fusti in legno per divani e poltrone. Le svolte successive ci furono all'inizio degli anni '70 quando l'azienda, forte dell'esperienza maturata negli anni precedenti, incominciò a produrre divani e poltrone, specializzandosi prima in prodotti in pelle di alta qualità e poi introducendo negli anni '80 anche le prime collezioni di prodotti in tessuto disegnate da importanti architetti. Nell'ultimo decennio l'azienda, che precedentemente aveva operato sul mercato nazionale,è entrata con successo in nuovi mercati internazionali, riuscendo a penetrarvi nel corso di pochi anni. Tutto questo è stato possibile grazie all'alto contenuto qualitativo dei prodotti, alle finiture di tipo artigianale, all'uso dei migliori materiali, delle più moderne tecnologie produttive e di meccanismi brevettati; inoltre sono continuate le collaborazioni con alcuni dei migliori architetti italiani. Nel 1999 la Giulio Marelli ha introdotto una nuova collezione di poltroncine e di divani che si propone con un'identità e una verticalizzazione di linea specifica al mondo dell'arredamento, della fascia privata e del settore del contract, secondo una "mondializzazione" del prodotto in pelle e in tessuto. Prodotti dal design essenziale e contemporaneo, una risposta "figurativa" per tutti gli spazi della nostra contemporaneità; hotel, uffici, negozi, ristoranti, abitazioni… ovunque vi siano le ragioni di un fascino espressivo. I risultati ottenuti con queste nuove sfide hanno portato la Giulio Marelli a rinnovarsi, diventando nel settembre 2000 Giulio Marelli Italia S.p.a. e a introdurre un nuovo logo, nuovi cataloghi e prodotti, miglioramenti nella logistica e nella produzione al fine di rendere il proprio approccio al mercato sempre più competitivo e vincere le sfide della globalizzazione.

          

E' stata da pochi mesi inaugurata la nuova sede della Giulio Marelli Italia S.p.a. localizzata in via Indipendenza 159 a Meda (MI). In questa palazzina trovano spazio lo show room aziendale e gli uffici, direzionali e operativi, dell'azienda. Nel nuovo e modernissimo show room trovano la giusta collocazione tutti i prodotti delle collezioni "divani" e "home & contract", collezioni che costituiscono la produzione della Giulio Marelli Italia. Lo show room vero e proprio, di circa mille metri quadri, è organizzato su due piani ed è arredato in
            
maniera estremamente essenziale e dal "sapore" "high tech". Il pavimento in "cemento industriale", il moderno sistema di illuminazione, le porte scorrevoli in vetro acidato e trasparente, l'utilizzo dell'alluminio e del vetro cemento come elemento di decorazione, sono il minimo comun denominatore he accomuna tutti gli
              

 ambienti. L'accesso ai diversi piani è dato da una scala a chiocciola in cemento che collega lo show room con gli uffici.
Al secondo piano della palazzina si trovano, oltre agli uffici direzionali, anche gli uffici operativi: l'amministrazione, l'ufficio spedizioni, gli uffici che operano con i clienti italiani e quelli che operano con i mercati esteri, nonché la sala riunioni.

La società ELBO CONTROLLI s.r.l. viene fondata nel 1983, da alcuni tecnici che avevano acquisito esperienze di progettazione ed applicazione di controlli numerici in aziende diverse. Lo scambio di conoscenze ed esperienze unito alla continua ricerca e sviluppo, ha permesso alla società di crescere ed affermarsi in pochi anni.
 
Oggi ELBO CONTROLLI è una delle più stimate e conosciute aziende produttrici di apparecchiature elettroniche per macchine utensili a livello nazionale e internazionale: macchine per preregistrazione, misura, ispezione utensili e visualizzatori di quote.

ELBO CONTROLLI s.r.l. società di ingegneria industriale studia e progetta i propri prodotti.
Per questo si articola su 4 settori: MECCANICO, ELETTRONICO, OTTICO, SOFTWARE. l successo e il contenuto tecnologico dei prodotti derivano appunto dalla fusione delle 4 divisioni nello studio del progetto.

Nel maggio 1997, dopo 5 anni di verifiche e test periodici relativi alla qualità e all’evoluzione tecnologica, al la società è stato concesso l'uso del marchio UCIMU
(Unione Costruttori Italiani Macchine Utensili).
 

L'ALTRO SPORT
 " Meda Badminton Club "

Badminton Club Meda

Il 1997 vede l'esordio in un torneo nazionale
di un atleta del Badminton Club Meda,
nello specifico Gherardo Boffi.

Nel 2000 Simona Casati e Denis Passador,
raggiungono la serie B ma la rivoluzione
delle classifiche li fa scendere in C.

Nel 2003 Denis Passador e Daniele Tamoni
vanno in finale ai campionati italiani
over in doppio, sfiorando il titolo.

Liceo Scientifico Marie Curie
Via Cialdini 181
Meda (Mi)
Mercoledi h. 20.00 - 22.00

Disponiamo di:
2 campi da singolo
4 campi da doppio

Qualche mese fa anche il Presidente della Repubblica e di frequente altri politici avevano ipotizzato l’eliminazione della norma che limita a due mandati consecutivi la carica di sindaco della stessa persona.
La proposta può essere condivisa ma occorre fare qualche riflessione.
Primo: perché è stata introdotta? E si tratta solo di 13 anni fa, vero che si era nell’onda del «Cambiare tutto». Cancellare tutto il passato, ma se, e condivido, meglio prima, occorre che vengano modificate anche le altre norme che sono collegate a ciò: ritornare all’elezione del sindaco da parte del consiglio comunale, oppure nel caso di dimissione del sindaco se ancora eletto direttamente, il consiglio può eleggerne un altro, componente il consiglio stesso, fino a fine mandato.
Occorre poi ritornare al sistema che gli assessori siano componenti eletti in consiglio e che la responsabilità, anche direttiva della pubblica amministrazione, sia in carico agli assessori stessi e non ai funzionari; a questi ultimi spetterà la parte tecnica e non il «diritto di veto» come spesso accade oggi.
Di più, occorre ridare potere al consiglio comunale. La democrazia è fondata sulla partecipazione. Quella vera, sostanziale, è quella esercitata con il voto in consiglio e nelle relative commissioni.
Ciò non vuol dire ritornare all’assemblearismo inconcludente, ma ritornare alla possibilità di un vero controllo e ad una vera responsabilità da parte degli eletti e quindi degli elettori. Il sistema attuale discende da una filosofia aziendistica. Ottima per una buona conduzione dell’azienda stessa (ma anche qui non sono infrequenti i disastri), ma non idonea per la pubblica amministrazione, sia locale che nazionale e ancor più europea.
La verifica del cammino di un programma è possibile solo con il ridare il potere agli eletti e non ai funzionari, che devono invece, con la loro preparazione specifica e tecnica, aiutare ad individuare costi e benefici di una decisione, immediati e di prospettiva.
Insomma non basta toccare una sola parte del testo, occorre rivedere il tutto. Non sarà facile certo! A distruggere hanno fatto in fretta, gli stessi ora rimettano insieme i cocci.
P.S.: comunque vada, i sindaci ora in carica e che hanno fatto due legislature consecutive non potranno ripresentarsi, perché il contratto con gli elettori era tale. Se la norma dovesse cambiare avrà efficacia dalle prossime elezioni comunali. Ovviamente!
Luigi Cantù
Comitato
Provinciale-Udc
Caro Cantù, ospito, come vede, volentieri la sua lettera anche perchè la sua esperienza, competenza e passione autentica per la politica e soprattutto per l’amministrazione del Comune sono note non solo a me.
Voglio solo aggiungere, per ora, e dunque riservandomi di tornare sull’argomento anche e proprio in vista delle prossime elezioni amministrative di giugno, che condivido in parte le sue osservazioni.
A partire dalla furia iconoclasta che all’inizio degli anni ‘90 ha portato a «cambiare tutto». Si potrebbe aggiungere «per non cambiare niente» o «per cambiare in peggio».
Per continuare con il meccanismo dell’elezione diretta del sindaco, la scelta e la nomina degli assessori, i poteri (?) del consiglio comunale, quelli dei funzionari.
Coverrà con me che non sempre è la legge che diventa il «padre dei vizi», ma spesso e volentieri gli uomini, le persone, che ci mettono del proprio.
Per dirla in altri termini e, se permette, sulla scorta della mia esperienza di osservatore di tante realtà comunali piccole e grandi, non tutte le ciambelle riescono con il buco e spesso le delusioni superano abbondantmente non le illusioni, ma le premesse e le speranze, quando non proprio la fiducia accordata con generosità e assoluta mancanza di pregiudizio.
In verità, caro Cantù, e proprio lei me lo insegna, il vero nodo di tutta la questione, è e resta uno solo: la preparazione della classe politica, amministrativa, burocratica e dirigenziale in genere.
Oggi come oggi non si può più improvvisare, altrimenti nel pubblico, come del resto nel privato, prima o poi si finisce per pestare il muso.
E d’altro canto, e proprio le pur continue e ripetute consultazioni elettorali lo confermano sotto ogni latitudine, i cittadini in quanto elettori sono tutto men che sprovveduti. Potranno anche talvolta sbagliare, ma una volta, non di più.
E dunque, sistemiamo pure tutte le legge e i meccanismi, ma lasciamo che i cittadini una volta ogni tanto possano decidere di testa loro, assumendosi responsabilità e conseguenze.

Luigi Losa

Tratto da Il Cittadino di sabato 20 marzo