I TEMI PRINCIPALI DEL DECRETO LEGISLATIVO 626

1. Che cos’è il 626

L’emanazione del D. Lgs. n. 626 del 19 settembre 1994, così come modificato dal D. Lgs n. 242 del 19 marzo 1996 segna la fine di un periodo di silenzio sui temi della sicurezza del lavoro (se si esclude il D. Lgs n. 277 del 15 agosto 1991 inerente alla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dalla esposizione al piombo, all’amianto e al rumore) che durava dal 1970, anno in cui vide la luce lo Statuto dei Lavoratori.

In realtà, quella che potrebbe essere interpretata come ritrovata sensibilità ed attenzione rispetto ai temi della sicurezza del lavoro, è niente altro che una necessità determinata dalla impossibilità di dilazionare ancora i termini di recepimento della normativa comunitaria.

La prima domanda che sorge spontanea di fronte ad una nuova legge è: ”di cosa tratta?”.

La risposta potrebbe essere semplice ed evasiva ad un tempo.

Potremmo dire che è una legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che riguarda l’ambito pubblico e privato (ad esclusione dei lavoratori autonomi e domestici), ma avremmo detto ancora poco.

In realtà il 626 modifica solo parzialmente la precedente legislazione sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma introduce figure e istituti nuovi (o quasi) e definisce e regola i rapporti fra loro, con lo scopo principale di migliorare le condizioni di sicurezza di tutti i lavoratori seguendo un modello di relazioni partecipativo.

Più che una legge sulle norme, ci sentiamo di dire che è una legge sulla cultura della sicurezza, che segna il passaggio verso un concezione della sicurezza stessa che riconosce nella dialettica collaborativa fra lavoratore e datore di lavoro il suo motivo dominante e che sostituisce la cultura della prevenzione a quella del risarcimento del danno.

Per questo motivo è essenziale che tanto i dirigenti quanto i lavoratori della nostra Amministrazione comprendano appieno non soltanto i contenuti, ma anche lo spirito del 626.


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