New Jersey

 

I Nets sono sempre stati come un grande cantiere, come la fabbrica del Duomo, in eterna ricostruzione, o meglio dire costruzione, visto che una vera e propria squadra vincente non l’hanno mai avuta. Così ogni estate nel suo ufficio, che assomigliava molto ai cantieri aperti qua e la per le città nel mese di agosto  per rifare il look a qualche strada o cose simili,  il GM dei Nets era alle prese con la scelta al draft, oppure con infortuni dei suoi giocatori,  o stava archittetando qualche scambio, il tutto per presentare ai nastri di partenza una squadra competitiva, magari non vincente ma almeno dignitosa.  Puntualmente, i piani della dirigenza venivano mandati all’aria da eventi fortuiti, a volte così gravi da compromettere il rendimento della squadra anche per anni. E' il caso di Petrovic, e in tempi più recenti, quello di Jayson Williams. Quest'anno la ricostruzione è cominciata proprio da quell'ufficio al 390 di Murray Hill Parkway, East Rutherford, dove si è insediato Rod Thorn, già operativo nell’NBA,  che lasciati gli incarichi all’interno della Lega, è diventato il numero 1 dei Nets. Pronti via e Thorn ha appreso del ritiro di Williams. Nel frattempo ha nominato Byron Scott come nuovo allenatore, ed ha concretizzato la scelta numero 1 del draft in Kenyon Martin. Così facendo la rosa a disposizione del nuovo coach sembrava di sicuro interesse, con un possibile quintetto Marbury, Gill, Van Horne, Martin e McIlvaine, ed una panchina nutrina, con Douglas e Harris, come piccoli, Feick, Eschmeyer come lunghi, Aaron Williams e Newman ali. Ma la sfortuna si sa di solito si accanisce, e così oltre a KK, che salterà tutta la stagione per problemi al ginocchio, ecco nell’ordine Feick, tendine di achille, Harris ernia, e ciligina sulla torta, che proprio non vorresti mangiare, Van Horne, con la gamba fratturata in pre season. Insomma una lista infortunati piena con il pronto soccorso di E.R. E così la stagione dei Nets inizia sotto i peggiori auspici e propone subito a Scott seri problemi. Il primo è la pochezza del settore lunghi. Fino ad ora il quintetto di New Jersey ha visto Marbury in regia, Gill, al suo ruolo naturale di guardia, due rookie come ali, Steven Jackson e Kenyon Martin e un semi rookie come centro, Eschmeyer. Jackson è però più un esterno, discreto tiratore poca roba a rimbalzo, e perciò la front line è composta da Martin e Eschmeyer. La rotazione porta solo Aaron Williams, che fino ad ora ben si è comportato, poiché il progetto McIlvaine è definitivamente tramontato e Samake è buono, almeno adesso, solo per il garbage time. Inoltre le assenze per infortunio hanno forzato coach Scott ad un più ampio utilizzo di Martin, anche come centro, e il Bearcat ha pagato lo scotto del debuttante con prestazioni altalenanti, ma soprattutto non è stato quella presenza intimidatoria nel mezzo dell'area. Visti i problemi nei pressi del canestro Scott ha dovuto schierare una formazione back-court oriented, dove Steven Jackson è stata la sorpresa più piacevole. Il rookie parte in quintetto e porta pericolosità permitrale e una buona alternativa offensiva a Marbury. Jackson si divide il minutaggio con un veterano con Newman, ancora valido e utile come non mai, soprattutto in questo momento.

Il secondo problema è relativo a Marbury. NJ non può essere Marbury-dipendente, e Stephone deve capire che non può giocare “all alone” come amava scriversi sulle scarpe, ma essere al servizio dei compagni. Fino ad ora le sue statistiche non lasciano ben sperare: 26,5 punti, con solo 6,5 assists, 19 tiri a partita con un’ottima percentuale (51%), ma anche 3.3 palle perse. Le assenze di Harris e Douglas, il primo fuori ed il secondo appena rientrato da un infortunio, costringono inoltre il play di Coney agli straordinari ogni sera, perché non c'è play dalla panchina, e non sempre la stanchezza va a bracceto con la lucidità delle sue scelte. Scott preferirebbe meno punti e tiri e tre assists in più a partita, in maniera da coinvolgere di più la squadra.

I Nets ora come ora non sono giudicabili, certo è che fino a che l'organico non si sarà completamente ripreso, sarà difficile che la squadra di Scott abbia un record positivo. Così come sono non penso possano vincere più di 25-30 partite, ma il rientro a pieni giri di Harris, Douglas, Feick e Van Horne potrebbe portare quella versatilità e quell'equilibrio tra lunghi ed esterni e quell'aggressività a rimbalzo, che Scott pensava di disporre quando è stato nominato coach. Ed allora può darsi che la post season sia alla portata di NJ, e Thorn potrebbe anche godersi le vacanze in un posto più "estivo" di Murray Hill Parkway.