Lo spettacolo continua...

Non lontano da dove Brigham Young indicò il punto di dove dovevano stabilirsi i mormoni, sorge il Delta Center, casa dei Jazz, che venerdì notte hanno ospitato Gli Heat di coach Riley.

Nei pronostici di inizio stagione i Jazz non venivano certi indicati come favoriti, troppo vecchi e logori. E invece te li ritrovi dopo 5 partite senza sconfitte ad un esame molto ostico: Miami Heat. E te ne accorgi che sarà una lunga sera, con l'equilibrio che regna fino al 23 pari di fine primo quarto. Bene gli Heat con un Hardaway come faro, penetra, scarica, tira e la squadra gira in modo molto puntuale. Ringraziano Jones e Bowen, con triple piedi a terra. Di contro Stockton, che fatica un po’ in difesa su "the bug", cerca bene Malone (che strano), in movimento, per evitare la difesa dura di Rasta Monsta. Manca completamente il gioco da fuori per la squadra di Sloan, (ma Starks giocava?), e a parte un paio di penetrazioni di Russell, si va costantemente in post dal postino. Secondo quarto: la coperta di Utah è corta, perché Miami ha un attacco molto equilibrato anche con Carter in campo. Subito Jones da tre, poi Bowen, ma soprattutto Mason Con Grant e Tim a respirare, the Maze prende la squadra sulle spalle, rimbalzi, assists e in post ridicolizza il difensore di turno, sia Manning o Russell. Finirà il quarto con 11 punti e 4/6 dal campo, ma il suo impatto va ben oltre queste cifre. Utah rimane a contatto grazie al miss match Malone/AC Green, ma quando ritornano Hardaway e Grant, il break è cosa più che scontata, 10-0, con una difesa tremenda a tutto campo, e continui raddoppi ed aiuti, che portano addiritura Grant su Stock in alcune rotazioni. Così nessuno si stupisce quando all'intervallo la squadra di Riley è avanti di 12., che arrivano fino a 16 nel corso del terzo quarto. Hardaway guadagna 14 milioni di $ per un anno ma si capisce il perchè, Miami gira che è una meraviglia, e pazienza se deve mangiare qualche hamburger in meno. Citazione d'obbligo per Causwell, che non è certo Zoo, ma fa il suo dovere, regalando anche qualche sorriso a Riley in attacco. I Jazz faticano, soprattutto in difesa, dove oscillano tra l'essere troppo morbidi e esagerare in durezza, con falli stupidi ed inutili. E' chiaro che per rientrare necessitano di difesa…dicevate??? Inizio di quarto periodo e 7-0 Jazz, Marshall colpisce da tre, Miami spreca due palloni in attacco e la partita si riapre. Utah prolunga il parziale a 11-2, fino al 76-69 Miami, che con un paio di canestri di Malone diviene 77-73. Qui si risveglia Hardaway, un back-to-back basket, e il discorso sembra fatto. Ma il lume della speranza viene tenuto acceso da Stockton con una triple e un gancetto in corsa. Incredibile a dirsi ma Utah ha la palla del pari sul 83-80 per Riley&Co., ma Stock prende il ferro, e Grant ne approfitta per il decimo rimbalzo….e tutti a far la doccia. MVP: Grant più che per i 21 e 10 per l'impatto difensivo, eccezionale su Malone, al centro è davvero una presenza.