Wilt Chamberlain

 

Forse il più grande giocatore di sempre, sicuramente il più grande atleta di sempre: rivediamo la carriera di Wilt, comunque un individuo eccezionale, anche se poco amato dalla gente.

 

Lo sport e la tecnologia sono estremamente simili. Prima di darmi del pazzo seguitemi in questo ragionamento. Ok, c'era l'ancien regime, la cosidetta economia di sussistenza. Poi d'improvviso la rivoluzione industriale…perfetto, cambia completamente il modo di produrre, macchina a vapore, treno,   catena di montaggio, una rivoluzione in piena regola. Poi arriva il Sig. Gates, da Seattle o giù di lì, e magicamente: e-economy, e non si parla d'altro che di globalizzazione, Internet ed affini. Quello che voglio dire è che viene "inventata" una tecnologia, viene sfruttata e poi per effetto del cosiddetto "salto tecnologico", si passa ad un'altra tecnologia o modo di produrre, e quella vecchia lascia il passo a quella nuova, e il vecchio è per sempre dimenticato, e la nuova tecnologia permette di fare cose prima inimmaginabili. Accade così anche nello sport. Un esempio: Lawrence Taylor, che ha reinterpretato il ruolo di outside linebaker nel football. I giocatori dopo Taylor si sono adattati alla nuova fisionomia del ruolo di cui Lawrence è stato l'iniziatore. Prima o poi arriverà un giocatore che cambierà ancora il modo di giocare linebaker, e il gioco alla Taylor sarà dimenticato e giudicato obsoleto: questo è il salto tecnologico. Il Bill Gates del basket è stato senza dubbio Wilt Chamberlain. Prima di lui il basket era una cosa, dopo lui il basket non era più quello di prima. Wilt venne al mondo il 21 agosto del 1936 nella città dell'amore fraterno, e i centimetri che misurava alla nascita, 75 (si avete letto bene 75), lasciavano già presagire che Wilt sarebbe stato straordinario. E Wilt straordinario lo fu! Ma andiamo con ordine. Wilt, come dicevamo, nacque a Philadelphia dove iniziò a giocare a basket alla Overbrook High School. Contestualmente si dilettava anche nel lancio del peso, dove ha vinto tutte le gare a cui ha partecipato, nei 400 metri, nel salto in alto e nei 50 metri. Direi che definirlo atleta a 360 gradi è riduttivo visto che Chamberlain era il migliore in ogni attività sportiva che praticava. Ma il basket rimaneva la sua principale attività. Riscrisse naturalmente il libro dei record della Overbrook e condusse i suoi a tre titoli tra le scuole pubbliche dello stato. Nel 1955 Wilt scelse come college Kansas, i Jayhawks, giocando lì tre stagioni nelle quali Kansas ebbe un record comulativo di 42 vittorie e 8 sconfitte. Va ricordato che nel periodo del college Wilt fu campione dello stato per il salto in alto, e corse i 400 in meno di 50 secondi il che per un'individuo di 2.15 è una cosa niente male. Non arrivò però il titolo NCAA, in quanto nell'unica finale disputata i Jayhawks persero dopo tre overtime contro North Carolina, sconfitta che Chamberlain non si perdonò mai. Prima di approdare nell'NBA, Wilt decise di giocare per i Globtrotters per 50.000 dollari per un anno, che per l'epoca erano una cifra da svenimento. Ma l'elemento naturale di Wilt era l'NBA e nel 1960 i Piladelphia Warriors lo scelsero. Inizio in quell'anno l'incredibile carriera di Wilt che terminò con 30.1 punti, 22.9 rimbalzi, e 4.4 assists, e per fortuna che le stoppate non rientravano tra le voci statistiche calcolate. Il suo primo anno fu indimenticabile e terminò con 37.6 punti, 27 rimbalzi, che gli valsero il titolo di rokkie dell'anno e miglior giocatore della lega, onore che dopo lui tocco solo a Wes Unselt. Ah..Wilt fu anche l'MVP all'All Star Game. Da lì in poi Chamberlain stabilì ben 45 record Nba, dai 100 punti segnati in una partita ai 55 rimbalzi catturati per finire ai 48.5 minuti giocati nella stagione1961-62. Ma forse il record più sorprendente Wilt lo ha stabilito in ambito extra sportivo: a detta sua infatti ha avuto rapporti con più di 20.000 donne nel corso della sua vita. Pall? Forse, ma quando ero piccolo mi dicevano che le bugie avevano le gambe corte…. Cestitisticamente, quello che stupiva, di Wilt era come un 2.15 di 130 Kg circa potesse essere così agile, così coordinato. Quello che non stupiva era invece la sua forza fisica, la sua potenza. Un aneddoto spiega bene questi concetti. Rod Thorn, disse che un giorno in un match durante una rissa in campo Wilt prese un giocatore e lo fece volare via come se fosse un fuscello: il giocatore in questione era alto 2.00 metri e pesava 110 chili!! Dominante è un altro aggettivo che spesso era riferito a Wilt, che significava frustrazione per gli avversari, e ne sanno qualcosa tutti i giocatori della sua epoca. In particolare un episodio esprime bene il binomio dominante-frustrato: in un match contro New York, Bellamy, 2.12 per 115 chili, cercò di schiacciare in faccia a Chamberlain. Beh l'esito non fu quello sperato perché Wilt spedì palla e Bellamy fuori dal campo. Eppure nonostante una carriera ineguagliabile ci sono due macchie nella storia di Wilt. La prima è che è sempre stato considerato un perdente, perché considerati i suoi mezzi fisici, ha vinto solo due titoli, e la seconda, legata in qualche modo alla prima, è che Wilt non è mai stato molto amato dal pubblico. Il discorso titoli vinti s'intreccia indissolubilmente con un giocatore almeno grande quanto Wilt, e cioè Bill Russell. La rivalità Russell/Chamberlain caratterizzò l'NBA degli anni '60 e vide quasi sempre uscire vincitore il centro dei Celtics, almeno per risultati di squadra. Bill vinse infatti 11 titoli, 8 consecutivi, e solo in un'occasione la squadra dii Chamberlain eliminò i Celtics nei play-offs. I due furono avversari in 49 partite e Russell ne vinse 29, anche se le statistiche di Wilt erano sempre migliori di quelle di Bill. Per quel che riguarda il fatto che la gente non lo amasse credo che l'invidia ci abbia messo lo zampino, anche se va ammesso che lui era un po’ presuntuoso. Quando Wilt segnava 39 punti di media a partita la gente diceva che non era un uomo di squadra. Quando vinse la classifica degli assists, unico centro nella storia, la gente si lamentava perché non segnava abbastanza. La verità è che "…il mondo è fatto di tanti Davide ed io sono un Golia. E nessuno fa il tifo per Golia". Parole sue che ben esprimono il perché Wilt non era molto amato. Wilt non sembrava umano, che tiri liberi a parte (Shaq…) non aveva punti deboli, e sarebbe stato un'atleta mostruoso anche ai tempi nostri, figuriamoci negli anni 60. La sua morte avvenuta il 12 ottobre scorso, lo ha riportato ad una dimensione più nostra, lo ha reso un po’ più umano facendolo sembrare vulnerabile come ognuno di noi. Solo allora la gente si è accorta di quanto grande fosse Wilt "the Stilt" e solo allora gli ha reso giustizia, riconoscendogli i legittimi onori per la sua carriera, e comprendendo come dopo Wilt il basket non sia più stato lo stesso.