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DESTRA O SINISTRA ?

 

Qualcuno mi aiuti per favore.

Che cosa sono? Sono di Destra, di Sinistra, di Centro, di sopra o di sotto?

Che cosa voglio? Voglio uno Stato che pensi a tutto in mia vece oppure uno Stato nel quale il popolo sia parte attiva nella gestione?

Sono tante belle domande alle quali mi piacerebbe trovare risposta.

 

Bisogna uscire dalla logica degli schieramenti ai quali siamo stati abituati fino ad oggi altrimenti rischiamo di essere presi in giro o peggio sfruttati da chi usa questa logica per ottenerne dei vantaggi personali. Io non so se sono di Destra, di Sinistra o altro, quello che so è che cosa mi aspetto e che cosa voglio da uno Stato che si definisca democratico e civile.

Noto con stranezza ed anche con piacere che molti argomenti proposti dalla Sinistra e dalla Destra mi trovano d'accordo.

 

Io sono per uno Stato fortemente liberale dove tutto quello che riguarda l'iniziativa privata e personale sia permesso se questo non danneggia l'iniziativa privata e personale del mio vicino.

Estremizzando, sono persino favorevole alla droga libera: se un individuo si vuole drogare che si droghi pure: è un suo diritto, ma d'altro canto deve sapere che avrà anche dei doveri nei confronti di questa scelta ovvero le cure derivanti da questo suo stile di vita se le pagherà lui, i danni che procurerà a causa di questa sua scelta se li pagherà lui, se arriverà al pronto soccorso a causa di questa sua volontà avrà una precedenza minore rispetto ad un altro bisognoso di cure emergenziali. Un tossico dipendente non potrà esercitare tutta una serie di attività che mettano a repentaglio la sicurezza e la vita delle persone, per esempio, non potrà guidare treni, pilotare aerei, fare il chirurgo e così via. Se una persona è conscia di tutti questi suoi doveri, bene allora che abbia pure il diritto di drogarsi. Lo stesso dicasi per l'obbligatorietà delle cinture di sicurezza in macchina o per l'obbligatorietà del casco: io toglierei queste imposizioni. Se uno vuole utilizzare i veicoli senza questi importanti mezzi di sicurezza, lo faccia pure, è un suo diritto purché sappia che avrà anche dei doveri: al pronto soccorso, se arriverà a seguito del mancato utilizzo di questi dispositivi di sicurezza non avrà la precedenza rispetto ad altri e le cure mediche, tutte od in parte, saranno a suo carico; lo stesso dicasi per tutte quelle situazioni che si vengono a creare a seguito al mancato utilizzo dei mezzi che la tecnologia mette a nostra disposizione per la sicurezza.

Capisco che possa sembrare un discorso un po' troppo estremo ma questo è solo per evidenziare che il concetto di Stato liberale è molto importante e serio per essere trascurato se si vuole tenere conto dell'istinto naturale di libertà che impera in ognuno di noi.

 

L'iniziativa privata in uno Stato di diritto deve essere assolutamente preservata. La comunione dei beni sovietica era un qualcosa che andava assolutamente contro la natura umana. L'uomo è possessivo, ha bisogno di possedere ed ha bisogno della possibilità di cercare di possedere altrimenti tenderà, soffrendo, ad avere una vita vegetale, senza progetti, senza desideri, collassando in se stesso. L'esperienza comunista sovietica ha avuto un grande merito ovvero quello di dimostrare che una siffatta organizzazione sociale ed ideologica dello Stato non è possibile applicarla agli esseri umani, forse è possibile applicarla alle formiche, alle api ma non certo agli uomini. Inoltre lo Stato sovietico viveva in un grande paradosso, mentre da un lato aveva la pretesa di garantire uguali diritti sociali, economici per tutti attraverso una uguaglianza trasversale, dall'altro creava grandissime diseguaglianza tra alcuni uomini, attraverso le caste di potere, ed il resto del popolo sfociando in una corruzione indegna della nobiltà ideologica iniziale di tale movimento.

 

Un capitalismo moderato, minimalista, in uno Stato è sano, aiuta i cittadini ad avviare un'economia necessaria per il benessere di tutti ma è indispensabile vigilare affinché questo non si trasformi in un capitalismo massimalista rivolto solo e sempre alla ricerca del massimo profitto, a qualsiasi costo ambientale e sociale. Il capitalismo americano, dopo le prime ubriacature di consensi, si è rivelato un grosso problema per l'ecosistema economico chiamato Terra, ha diffuso l'ideologia del profitto ad ogni costo, tutto è sacrificabile per creare flusso di cassa agli azionisti. In seguito a questo capitalismo massimalista si sono creati, caso unico nella storia della civiltà umana, prima nel mondo occidentale poi in altre parti del globo, i super ricchi, un club ristretto di alcune migliaia di persone che grazie al loro potere economico e politico decidono, o meglio pregiudicano, il destino di miliardi di persone. Un anonimo signore, in un bell'ufficio a New York, può decidere tranquillamente se migliaia di persone, dall'altra parte del mondo, possano avere cibo, acqua, medicinale a sufficienza per sopravvivere. Tutto questo in modo perfettamente legale, senza dover renderne conto a nessuno nemmeno al proprio codice deontologico poiché questo gli dice: fai soldi, tanti soldi ad ogni costo e diventerai il numero uno.

 

Uno Stato che si definisca civile deve avere un correttivo solidale che salvaguardi le fasce più deboli e bisognose, deve garantire ai suoi cittadini un minimo di solidarietà senza sfociare in una sussistenza sprecona e veicolatrice di voti clientelari. E' importante garantire, in una società che voglia rimanere sana, con una qualità di vita accettabile, un minimo tenore di vita che permetta ad ogni componente della società di vivere in modo dignitoso ma è altrettanto importante, anzi indispensabile, impedire che in questa solidarietà s'inseriscano sacche parassitarie di popolazione che sottraggono risorse a scapito di chi effettivamente ne ha bisogno. La questione solidarietà, accompagnata da rigidi controlli sugli abusi ed usi impropri di quest'ultima, è uno dei punti cardini per impedire che in uno Stato si possano avere forti tensioni sociali ed aspre lotte di classe.

Non è molto piacevole essere ricco nei paesi sudamericani od africani, con la media della popolazione che soffre la fame, dove sei sufficientemente tranquillo se stai in casa tua, nei tuoi possedimenti terrieri ma non appena esci fuori comincia la giungla dove per girare devi avere uomini che pensano alla tua sicurezza ed incroci in continuazione gente povera che ti farebbe volentieri la pelle un po' per rabbia un po' per invidia ma, soprattutto, per derubarti.

In Brasile, come in altri stati sudamericani, esistono i "Condomini" che non sono gli edifici in cui siamo soliti a vivere ma sono vere e proprie fortezze dorate dove i più benestanti trasferiscono la propria residenza in tante belle abitazioni, erigono un muro con filo spinato elettrificato con tanto di guardie armate poste all'ingresso. Dentro queste enclavi, si conduce una vita apparentemente normale con tanto di supermercati, scuole, strade da percorrere in macchina. Peccato che una volta fuori da questi lidi felici si ritorni alla realtà dura e cruda con tanto di fiere affamate sempre in cerca della loro preda. Molto meglio essere ricco in uno Stato dove la media della popolazione goda di un certo benessere o quantomeno non muoia di fame, allora puoi permetterti il lusso di girare in mezzo alla gente senza correre il pericolo di essere aggredito per fame.

Quante occasioni sprecate abbiamo avuto in Italia riguardo al nobile e giusto principio dell'aiuto per tutti, per esempio, quando anni or sono effettivamente vi era una sanità gratuita per tutti i cittadini, l'aiuto sociale era chiaro, forte e giusto; in seguito, purtroppo, siamo stati in grado di rovinare tutto con lo sperpero e l'utilizzo improprio di questo diritto. I più attempati probabilmente ricordano quando la gente usciva dalle farmacie con le borse piene di inutili medicinali, come si fosse al supermercato, prescritti solo per creare denaro contante alle imprese farmaceutiche e riempire le tasche ai medici. Alla fine questa importantissima tutela sociale fu tolta. Quindi il punto è sempre quello, quando si parla di solidarietà, applicando dei principi sacrosanti, non si deve debordare nell'assistenzialismo becero e corrotto, non si deve permettere all'ingordigia criminale di pochi di rovinare i buoni propositi e questo lo possono impedire solo i cittadini con i loro comportamenti onesti, non la giustizia, non le forze dell'ordine, non il carcere ma solo la coscienza di tutti. Se questo non è chiaro, allora risulta inutile e dispendioso applicare tutti questi buoni propositi.

 

Se ciascuno di noi vivesse su un isola deserta, senza nessuno altro intorno non avremmo bisogno di regole comportamentali, ma, poiché viviamo in spazzi sempre più saturi di persone, dobbiamo in qualche modo organizzarci e porci delle regole organizzative che regolino le relazioni tra i singoli individui, in poche parole dobbiamo creare un insieme di norme chiamato Diritto.

Un altro punto cardine di uno Stato civile, democratico e di Diritto è il rispetto delle norme le quali devono essere poche, chiare ma sopratutto rispettate. Se questo non avviene, lo Stato non avrà un lungo cammino, avrà un proliferare di furbi a tutti i livelli della società che utilizzeranno le risorse dello Stato solo per uso e consumo personale ed alle prime contraddizioni sociali, lo Stato democratico si spaccherà trasformandosi in uno Stato totalitario che è la condizione naturale alla quale tendono tutte le organizzazione di uomini quando non si rispettano le regole.

E importante garantire la possibilità di un lavoro legale, che sia al di fuori delle vessazioni criminali, ed i servizi essenziali altrimenti lo faranno le associazioni criminali le quali prenderanno il posto dello Stato nella gestione diretta del territorio e della vita del cittadino.

Le criminalità fanno di tutto per rendere gli apparati e le regole dello Stato inefficienti per potersi porre in alternativa, acquisendo così potere politico economico. Se un cittadino è costretto a chiedere, per un suo qualsiasi elementare diritto, l'intervento delle associazioni mafiose vuol dire che lo Stato ha abdicato alla sovranità territoriale lasciando un pericoloso vuoto di potere riempito dalle associazioni criminali a discapito dei cittadini che a questo punto non saranno più tali ma sudditi dei potenti feudatari criminali del posto.

In Italia, è triste ricordarlo, vi è un Centro-Sud che è totalmente controllato dalle associazioni criminali mentre al Centro-Nord vi sono delle pesanti infiltrazioni criminali, cresciute soprattutto negli ultimi anni. Sebbene la differenza possa apparire minima in realtà vi è una grande differenza fra un territorio totalmente controllato ed un altro avente pesanti infiltrazioni, nel primo caso ogni speranza di legalità è perduta, nell'altro vi è ancora una speranza di giustizia e di sviluppo economico. Non a caso nel Centro-Sud la crescita economico industriale è sempre stata assente mentre nel Centro-Nord vi è stato e vi è tuttora, anche se in misura minore, un virtuosismo economico industriale fra i primi in Europa. Uno dei motivi per cui la crescita economica nel Centro-Nord sta rallentando, oltre alle varie crisi congiunturali, è rappresentato senz'altro dall'aumento delle infiltrazioni criminali.

 

La democrazia ovvero la gestione dell'organizzazione della vita di un popolo effettuata direttamente da esso o tramite suoi rappresentati eletti è relativamente una novità nella storia dell'uomo. Prima l'unica forma di gestione del popolo era solamente di tipo autoritario dove veniva applicata esclusivamente la legge del più forte, per cui vi era il dittatore, il feudatario, il monarca di turno che aveva il potere assoluto di vita e di morte nei confronti dei propri sudditi; prevaleva un'organizzazione basata sugli ancestrali istinti animali fondati esclusivamente sulla forza e sulla supremazia fisica. Da un certo punto in poi, nella storia umana, la ragione ha cominciato a dire la sua ed a condizionare il comportamento umano aprendo le porte ad una nuova forma organizzativa chiamata democrazia. Questa fu una grande conquista per la storia umana, paragonabile forse alla scoperta della ruota o dell'elettricità ma averla scoperta non significa che questa possa esistere autonomamente per grazia ricevuta, la sua esistenza ed applicazione deve essere continuamente voluta ed aiutata dal popolo che si è scelto questo tipo di organizzazione.

E' intuitivo constatare che la democrazia, per funzionare correttamente nel tempo, abbisogni del cosidetto ceto medio ovvero necessiti di una gran fetta della popolazione che stia economicamente bene, che non sia in un perenne stato di bisogno e che possa decidere autonomamente senza condizionamenti dovuti ad uno situazione di povertà. Il pauperismo è nemico della democrazia. Chi è povero non è libero, non può decidere per il suo futuro od il futuro dello Stato in cui vive: deve sempre render conto, per necessità, al potente di turno. L'esistenza del ceto medio è una condizione necessaria, ma non sufficiente, affinchè la democrazia possa insediarsi ed avere una lunga vita in uno Stato.

Fino ad ora, negli Stati che hanno scelto di gestirsi tramite la democrazia, si utilizza il metodo indiretto ovvero vengono votati dei rappresentanti ai quali si delega la gestione dello Stato per nome e per conto del popolo sovrano. Qui, però, sta nascendo, o è già nato, un problema: il popolo non controlla in modo efficace o non controlla per niente l'operato dei propri rappresentanti, non partecipa alla gestione dello Stato tramite lo strumento del controllo. Il popolo si è abituato a firmare un assegno in bianco ai propri delegati permettendogli di fare tutto, anche i propri interessi privati o corporativi. Questo sta cominciando ad essere un pericolo per le democrazie occidentali le quali potrebbero trasformarsi in finte democrazie o democrazie totalitarie dove il governo del popolo è solo una finzione ed in realtà lo Stato è affidato a pochi gruppi di potere e comitati di affari. Una volta insediatosi, queste finte democrazie deriverebbero verso il naturale ed inevitabile ripristino dei ben più espliciti e duri regimi totalitari. L'unico antidoto a queste mutazioni è la partecipazione, la democrazia delegata si è rivelata insufficiente: la democrazia deve essere partecipativa. Solo con la partecipazione del popolo che direttamente controlla l'operato dei propri delegati, a tutti i livelli, tramite i consigli comunali, le associazioni, le votazioni basate sul risultato delle precedenti promesse e non su quelle future si può permettere che l'invenzione della democrazia possa andare avanti altrimenti avrà il tempo contato e sarà stata solamente una piacevole parentesi nella storia della umanità.

Per cui il popolo, fin dalla giovane età, deve essere istruito su come maneggiare la democrazia, deve essere insegnata nelle scuole la delicata arte della partecipazione alla democrazia, deve essere chiaramente detto che la democrazia senza l'aiuto del popolo non sopravvive.

 

Penso si debba evidenziare un equivoco di fondo ovvero noi non siamo socialmente uguali. Un gruppo di persone, chiamato società, cerca di darsi in modo spontaneo un'organizzazione gerarchica verticale, anche con dure lotte, in cui ci sarà un capo più importante, altri capi intermedi e gli esecutori dei comandi che ovviamente saranno i più numerosi. Questo tipo di organizzazione è naturale e fa parte del corredo di istinti che ci portiamo dietro prima ancora di acquisire la coscienza di esistere, quando eravamo animali il cui unico scopo delle azioni era quello del nutrimento. Questa organizzazione gerarchica verticale la ritroviamo in ogni aspetto della vita quotidiana: negli uffici pubblici e privati abbiamo il capo ufficio, nelle fabbriche il capo reparto, il capo turno, nelle famiglie il padre capo famiglia e così via. Questo non deve spaventarci perché fa parte della nostra natura e probabilmente un'organizzazione gerarchica orizzontale non sarebbe possibile poiché sfocerebbe in un'anarchia dove ognuno sarebbe libero di compiere tutte le giustizie ed ingiustizie che vuole. L'anarchia è affascinante ma pericolosa perché sarebbe genesi di continue lotte di contrapposizione, per qualsiasi motivo, fra i componenti di un gruppo ed è debole perché basterebbe un altro gruppo di uomini organizzato gerarchicamente per sconfiggere il gruppo anarchico. Detto ciò, gli uomini, presi individualmente, sono tutti uguali per il diritto naturale acquisito alla nascita che gli garantisce i diritti fondamentali dell'esistenza. La società deve garantire questi diritti fondamentali riconoscendo ai propri individui le più elementari uguaglianze nei confronti della legge, dell'istruzione, della sanità e dando a tutti una pari opportunità verso l'accesso alla gerarchia verticale del potere. Un aspetto importantissimo e critico, oggettivamente impegnativo da realizzare, è garantire piena uguaglianza, sotto ogni aspetto, fra gli individui saliti al vertice dell'organizzazione verticale e quelli invece rimasti alla base: fra la disuguaglianza sociale e l'uguaglianza naturale dell'individuo deve vincere quest'ultima. Tanto più una società democratica riuscirà a garantire l'uguaglianza naturale tanto più a lungo potrà sperare di durare ed offrire una elevata qualità di vita ai suoi membri.

 

Un parametro importante che concorre alla formazione di una buona qualità di uno Stato democratico è quanto quest'ultimo si impegni nel creare le condizioni affinché le pari opportunità siano concesse a tutti.

La meritocrazia è un altro aspetto importantissimo per aver uno Stato efficiente e non corrotto.

Quando si creano delle sacche di favoritismi, nepotismi, dei soliti noti che spartiscono soldi e poteri lasciando fuori chi non è nel giro, l'efficienza dello Stato si perde, tutto diventa più difficile da fare e non solo per la gente comune che è fuori dai gruppi di potere ma anche per i corrotti e corruttori stessi. La corruzione e la mancanza di meritocrazia costa molto ad uno Stato in termini economici e di sviluppo per cui è importante che solo i migliori vadano avanti nei posti di responsabilità che con le loro doti riescono a gestire in modo efficiente. Si potrebbe obiettare che così si perde la caratteristica di uno Stato solidale lasciando indietro gli ultimi, i meno capaci ma come abbiamo già detto non siamo socialmente tutti uguali per cui è giusto che vadano avanti, nei luoghi di potere e responsabilità, le persone con virtù in grado di gestire al meglio uno Stato, una ditta, una Università e così via. L'importante è che le persone escluse all'ascesa verticale non siano lasciate fuori dall'uguaglianza naturale dell'individuo che deve essere sempre garantita in uno Stato democratico.

La meritocrazia, se guardiamo gli Stati in cui effettivamente è stata applicata, per esempio in America od in Gran Bretagna, indubbiamente ha prodotto dei grandi vantaggi e delle grandi innovazioni tecnologiche, si pensi all'elettronica con i microprocessori, alla farmaceutica, al mondo cinematografico e così via per cui è un elemento indispensabile, insieme alla democrazia, per produrre uno sviluppo economico e tecnologico all'interno dello Stato. Nella vecchia Unione Sovietica, dove la meritocrazia non fu applicata, lo Stato si appiattì, le innovazioni non nacquero, tutti erano socialmente uguali, gli stupidi ed i geni erano sullo stesso livello e questo si rivelò incompatibile con la natura umana.

 

Non so se queste siano idee di Destra o di Sinistra però mi sembrano idee dettate dal buon senso e dalla, almeno presunta, conoscenza della natura umana quindi uno Stato che segua nella propria organizzazione questi pochi e semplici principi mi pare che possa essere uno Stato civile e democratico nel quale un individuo possa condurre dignitosamente la propria esistenza ed esprimersi in funzione delle proprie capacità indipendentemente dalla dizione Destra o Sinistra.

 

Vinica

Luglio 2009

 

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