La strada

Sono io quella testarda
Io l'ho voluta
Era mia e in me la rivolevo
Di sciocche poesie, lei la sorgente
Di profumi, di colori e gesti 
della luce del suono e il sole
Di tutto, dalla roccia
oscura Dell'Es, dalle radici
Dell'ostinato girasole...
Tutto dentro di me era
Come era sempre stato
Era mio, non un tuo dono
Se non di me a me stessa
Ho pregato pianto e respirato
E respirato ancora
testarda, Indomita, infuriata
Con te, con me stessa e l'ironia
Che chiede di perdersi
Per potersi avere
Mi sono voluta, io e nessun'altra
Ed ora eccomi
Non ho altri doveri
Che quello di amare e vivere
Con dignitą e rispetto

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