P. HUGO DE CENSI E L'OPERAZIONE MATO GROSSO

SE NON VENGO DA TE, PADRE, DOVE VADO?  

 La FEDE di un apostolo moderno ha saputo tradurre in realtà il sogno di tutta la sua vita: CONDIVIDERE  con i poveri la ricchezza della sua FEDE. Padre Hugo De Censi, 76 anni, valtellinese, parroco in Chacas nell’alta Cordillera Blanca dice: 

< Da più di venti anni sono qui con i "campesinos " che vivono coltivando la terra delle Ande, dove il mio vescovo Monsignor Dante Frasnelli, mi ha mandato come Parroco. Dopo molte riflessioni e tormentosi calcoli ("dico si o dico no, apro o chiudo la porta.") ho deciso di lasciarmi trasportare dai problemi di questa povera gente: problemi nell' agricoltura, salute, casa, strade, educazione e futuro dei figli....La lista non finisce qui. La decisione di occuparmi della loro vita si deve al nome con cui la gente mi chiama: PADRE! Se non avessi compreso l'importanza di sentirli come miei FIGLI sarebbe finita la mia missione come Parroco, Quando sono stanco e sto per perdere la pazienza con l'ultimo seccatore che sta davanti a me, mi domando: "e se fosse GESU’?" e loro mi dicono: "se non vengo a te, Padre, dove vado? >

Sono tutti figli del Padre Ugo. Più di 30.000 persone nella sua parrocchia ricorrono a lui nei momenti di bisogno: chiedono lavoro, aiuto nei casi di malattia, chiedono che i loro figli vengano accolti nella sua casa parrocchiale, invocano una benedizione, un discorso, tutti, indistintamente, chiedono di mangiare... Lo chiamano Padre e cosi lui, Don Ugo, sin dall’ inizio li ha considerati figli, ascoltando col cuore le loro sofferenze e cercando di dar loro un aiuto, una consolazione. Non ha più una vita tranquilla Padre Ugo, non ha più tempo per sé, è tutto un correre, un ascoltare, un cercare nuovi mezzi per alleviare la miseria della sua gente e per convertire gli amici in Italia, invitandoli a guardare la povertà non solo per fotografarla, ma con la stessa commozione con cui lui la guarda e la scopre simile all’agonia di una persona cara. In tutti questi anni non sono mancati i problemi, ma sicuramente sono prevalsi l’ottimismo e la convinzione profonda che ciò che conta è sempre lasciarsi prendere da quello che il cuore suggerisce.... e di fronte alle migliaia di bambini, di donne e uomini che bussano alla porta di Padre Ugo, il cuore non ha potuto dire che si, si....  

< Ho capito che se devo parlare di Dio, devo lasciare che lo si veda nella mia vita. Per me il cammino è la Verità e la Bontà.> 

< lo qui, la morte la vedo spesso, nei bambini, negli adulti e nei vecchi. La gente muore come San Francesco, per terra, rivestita di un sacco. Ai ragazzi vorrei urlare: ”Non perdete tempo, il padrone arriva come un ladro di notte, non andate dietro a cose vane, imparate a guardare in faccia alla morte, solo cosi capirete quale direzione dare alla vostra vita.>

 ”Alla fine sento solo il desiderio di convertirmi per trovare Gesù. I passi da seguire li trovo tutti in questo sentiero che va in salita come le montagne che devo percorrere ogni giorno nella mia parrocchia. Il sentiero in salita si chiama Vangelo. Starà  aspettando Gesù  sulla cima? E’ la scommessa che devo vivere ogni giorno, desiderando perdere la mia vita con la speranza che un giorno il Dio della vita me la possa restituire nuova, più bella, più pulita...” (P.Daniele,)  

< Dio, nel farci a sua immagine, ha lasciato in ciascuna anima l’impronta della sua bellezza. Siamo suoi figli e dobbiamo cantare questa sua bellezza con poemi, con la pittura, la scultura, e l’architettura e tutte le forme di arti umane.

Ogni cultura conserva nell’interiore di ciascuna persona meravigliosi valori artistici che solo hanno bisogno di chi li scopra e li coltivi. Noi dell’ Operazione Mato Grosso coltiviamo l’arte originaria dei giovani contadini e nelle scuole d’intaglio del legno stiamo promovendo veri artisti. Molte sono le opere di arte sacra presenti in Cattedrali peruviane.>

 

LETTERA DI RINGRAZIAMENTO

< Carissimi amici e benefattori,

l’OMG ha preso il sentiero in salita della CARITA’: DARE GRATIS qualcosa di nostro. Questo rinunciare a qualcosa di TUO, all’iniio viene suggerito dalla compassione verso i poveri. Poi, cammin facendo, la compassione non è più sufficiente. I poveri hanno i loro bravi difetti come i ricchi: sono pretenziosi, isolenti, insaziabili. Ti viene da dire: “Non meritano il mio aiuto”. Allora per continuare il cammino ti occorre una marcia in più. Magari te la può dare GESU’. A tua insaputa. E’ più un bisogno di riempire la tua anima e di scaldare il tuo cuore freddo.

Al Dio di Gesù che dà senso e salva la nostra vita, non si arriva con la testa ma con i piedi e le mani, con la fatica di amare. Sono sempre più numerose le persone, amiche o sconosciute che vengono da noi, qui in missione; spesso è per aiutarci.

Per conoscerci non è sufficiente guardare alle opere che facciamo; occorre far caso allo spirito che ci muove, astraendolo dagli errori e difetti con cui ognuno di noi sporca l’ideale.

Abbiamo bisogno che ci aiutiate a fare questo cammino, abbandonarlo sarebbe per noi cancellare Dio dalla nostra vita.

Il mio saluto, a nome di tutti i ragazzi OMG qui in Perù, è sincero ed affettuoso.

Ciao, Padre Ugo parroco di Chacas. >

 

Padre Ugo De Censi