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Tra moralità e legalità

Pubblicità-progresso, programmi televisivi e telegiornali non fanno che parlare di questo: lo sballo che uccide.
  Da circa tre mesi, ormai, siamo bombardati da questa pubblicità e,  in particolare, sono sotto accusa la nostra moralità e i nostri luoghi di ritrovo.
  Effettivamente, non potevano passare inosservate ed indiscusse le diverse morti di giovani causate dalle pasticche letali.
  Queste sono pericolose (e non poco) per il fisico di chi le assume; a testimonianza di ciò c’è il fatto che dalle autopsie dei giovani deceduti è risultato che il cervello e in particolare il fegato erano stati danneggiati.
  Ciò che è avvenuto è molto grave, sono d’accordo, ma non lo sono sull’indirizzo verso cui è andata la polemica che ne è seguita.
  La gioventù di oggi è stata definita “debosciata”, incapace di divertirsi senza droga o alcool e di individuare in questi ultimi un pericolo mortale.
  Da quello che ho potuto constatare, tutta questa pubblicità non è servita a distogliere i giovani dall’abuso di sostanze stupefacenti.
  Secondo me, il problema è un altro. Nella ricerca delle motivazioni per cui quei giovani sono morti  ci si è fermati in superficie, ma la risposta è altrove. La morte di quei ragazzi non è dipesa dal fatto che abbiano assunto droghe, ma dalla qualità di quelle di cui hanno fatto uso.
  In maniera molto diretta, secondo me, la morte di quei giovani è una dolorosa conseguenza del proibizionismo.
  Quei poveri ragazzi sono morti non perché avessero principi sbagliati o perché le droghe uccidono, ma perché circola droga che uccide: nelle pasticche gli spacciatori mettono di tutto, anche veleno per topi, pur di accumulare denaro, denaro, denaro. Nonostante gli ingenti sequestri da parte delle forze dell’ordine, ci sono  a sufficienza pasticche per tutti perché gli spacciatori, per non perdere i loro guadagni, ne mettono in giro di vecchie con risultati catastrofici.
  Stando così le cose, mi chiedo: « Non sarebbe meglio legalizzare la droga per mettere in pensione gli spacciatori? »

Ai lettori la risposta…

Emilio Cardone IV E

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