Recensiamo
 Home Copertina In redazione Editoriale Riflettiamo su Cronache d'oggi Tra serio e faceto Poeti a confronto Recensiamo C'era una volta... I chimici e la salute ITIS informa Ridiamoci su

 

 

 

   Regia: Steven Spielberg  [ anno 1983 (7 premi oscar) ]

 

  Tra i tanti film sui  campi di concentramento e sull’olocausto, abbiamo scelto per voi quello che, comparso in un momento di acceso dibattito sull’antisemitismo, ha avuto subito  un grande successo di pubblico e di critica.
  La storia della guerra, dell’invasione tedesca della Polonia, dell’olocausto degli ebrei  di Auschwitz e infine della loro liberazione fa da sfondo alle vicende del protagonista che con il suo messaggio forte ed efficace capta l’attenzione del pubblico e lo induce a un' approfondita riflessione.
  La vicenda è un continuo flash-back che va dal settembre del 1939 (data dell’occupazione-lampo della Polonia da parte delle truppe naziste) al 1945.
  Fra gli ebrei del ghetto di Cracovia, 1100 saranno salvati grazie all’intervento dell’imprenditore Schindler che li assumerà nella sua fabbrica. L’elenco degli occupati costituisce la famosa lista.
  I personaggi sono distinti in due categorie. Da un canto gli ebrei oppressi, ricchi e poveri mescolati in un unico drammatico destino di morte, dall’altro gli oppressori nazisti, difficilmente distinguibili come marionette tutte uguali nel disprezzo della vita dei diversi. Le tecniche cromatiche assumono nella pellicola un significato eccezionale.
  L’uso del colore, infatti è riservato solo alle scene iniziali e finali, per isolare il corpo del film: tutto in bianco e nero, livido e triste. Il colore compare solamente in altri due momenti: per dare risalto alla figura di una bambina bionda che con il cappottino rosso sembra passare indifferente e invisibile davanti lo sterminio del ghetto, e per segnalare la luce di candele accese dal rabbino che torna a celebrare il suo ministero in fabbrica. Sono due momenti  essenziali che evidenziano fortemente lo sviluppo della vicenda personale di Schindler e della sua crescita umana. Per il resto, il film è un susseguirsi di immagini che scorrono sullo schermo sottolineando l’atrocità delle vicende narrate e l’umanità del protagonista.

Carmen Di Nuzzo, Luciana D’Andrea III E

 

(I discendenti degli ebrei della lista sono oggi più di 6000.)

Testimonianza di un giovane ebreo polacco dal campo di Putzkow

Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me.
Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano
perché ci hanno portato via le scarpe…Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli).
Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno, e il mio corpo è nero di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna:
ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila ed ogni quinto della fila veniva fucilato…Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango…

                                                                                                          Chaim  (anni 16)

Home

Copertina

In redazione

Editoriale

Riflettiamo su

Cronache d'oggi Tra serio e faceto Poeti a confronto Recensiamo C'era una volta
I chimici e la salute ITIS informa Ridiamoci su

                                                                                                    pag. 8