POZZO BLANDINI |
Verso la seconda metą del XVII secolo il
Principe di Palagonia decise di dare in censo la parte collinare dello Stato
lasciandosi la pianura, da sempre coltivata a cereali e quindi pił
remunerativa. I campi dati in censo, ricadenti
sulle contrade Vigne, Tre Fontane, Camolino, Pozzillo, Balata, Scarpozziello,
Carrubelli, Acqua Amara, Munceperi, Cermollica, Pallio, S. Leonardo,
Malferraro,
Pietre Nere, Targia, Cavoni, S. Giovanni, ecc.., difficilmente coltivabili a
grano vennero adibiti alle coltivazioni arboree come l'ulivo, il sommacco. Nella
seconda metą del XIX secolo una parte di questi terreni venne trasformata in
aranceti. Ben presto vennero scavati dei pozzi per reperire acqua necessaria a
coprire i fabbisogni estivi degli aranceti. Intorno ai pozzi vennero costruite delle strutture, come il Pozzo Blandini, che avevano una duplice funzione: |
- sollevare
l'acqua con la noria azionata da animali (come asini e muli che mediante una scala
salivano sul tetto o sul piano inclinato);
- essere abbastanza alti da far arrivare l'acqua, per caduta, nelle parti pił alte dei giardini. |
Negli anni trenta ogni giardino aveva un
pozzo, ma l'arrivo delle macchine a vapore prima e delle pompe sommerse poi
hanno reso superflue queste strutture che sono state abbattute, tranne qualcuna. Poco distante dalla basilica di S. Giovanni si erge il pozzo Blandini una imponente struttura di ingegno agrario costruita intorno alla metą del XIX sec. La struttura, a pianta circolare ed alta sei metri, costruita intorno al pozzo aveva una duplice funzione: sollevare l'acqua attraverso la "noria" (un tradizionale sistema azionato da animali da tiro tramandatoci dagli Arabi) e poi farla arrivare agli aranceti posti pił in alto rispetto al pozzo stesso grazie alla forza impressale dalla caduta. |