Studi di Paola Ruminelli su Alberto Caracciolo

Recensione - L’estetica e la religione di Benedetto Croce.

Terza edizione riveduta e aumentata, Genova1988, Critica Letteraria, fasc. I, 1989 - pp. 201-202

Alberto Caracciolo - Nulla religioso e imperativo dell’eterno. Studi di etica e di poetica, 

Genova 1990  il contributo,ottobre-dicembre 1990 pp. 81 - 83

Alberto Caracciolo - Un pensatore moderno del religioso,

 il cannocchiale, settembre-dicembre 1991 -  pp. 103 -109

Leopardi e il nichilismo moderno nella lettura di un filosofo contemporaneo.

Critica Letteraria, fasc. IV - 1991 pp.761 - 768

Leopardi e il nichilismo moderno

Quaderni del Tempietto, Centro Cultura “il Tempietto” Genova 1992 - pp. 201-20
 

Esistenzialismo e cristianesimo La scuola e l’uomo, ottobre-novembre 1992, p. 291

Esistenza e Trascendenza. Una lettura del pensiero di Alberto Caracciolo, Bibliotheca 1995

Sul volume si veda: Luciano Malusa Paola Ruminelli  Esistenza e Trascendenza .

Una lettura del pensiero di Alberto Caracciolo .Roma 1995. 

Bollettino della Società Filosofica Italiana,maggio-agosto 1996 ;

 Santino Cavaciuti, La personalità filosofica di Alberto Caracciolo  

Segni e comprensione, sett.-dic. 2000,pp.109-104.

( relazione al saggio di Paola Ruminelli Esistenza e Trascendenza) 

Una lettura del pensiero di Alberto Caracciolo,Roma 1995)

Un libro sulla vita di Alberto Caracciolo - La Stampa 15 novembre 1995

Recensione Alberto Caracciolo, Leopardi e il nichilismo, Bompiani, Milano 1994,

 Bollettino della Società filosofica Italiana, maggio-agosto 1996

Spunti di riflessione su un pensatore italiano contemporaneo

Scambi Internazionali Comparati, S. Maria La Vite, Olginate (Lecco)2002

Recensione - Alessandro di Chiara

  Lo spazio della trascendenza. La prospettiva estetica ed etico - religiosa  

di Alberto Caracciolo”, il melangolo, Genova 2001

Ben ha fatto Alessandro Di Chiara , studioso puntuale di pensatori italiani del ‘900, a rilevare l’originalità del pensatore Caracciolo con la ricostruzione rigorosa e documentata del suo itinerario filosofico 

“Lo spazio della trascendenza. La prospettiva estetica ed etico- religiosa di Alberto Caracciolo”.

Caracciolo, a detta di Di Chiara,   “non appartiene a correnti filosofiche siano esse lo spiritualismo o l’esistenzialismo, lo scetticismo o il nichilismo, anche  se di queste è un acuto interprete ma sempre nel ruolo di super partes”(p. 163).

Nato a S.Pietro di Morubio  (Verona) nel 1918, Caracciolo, già allievo del prestigioso Collegio Ghisleri di Pavia, si era formato come studente negli anni ’30,  presso la Facoltà di Lettere della stessa città, “ una solida cultura filologica, filosofica, religiosa, poetica, musicale e drammaturgica” (p. 18), sollecitata dalla consuetudine con il professor A. Levi, docente di storia della filosofia all’Università ed eticamente orientata 

dall’amicizia con Teresio Olivelli , a cui Caracciolo nel 1947 dedicherà la sua prima opera in volume “ Teresio Olivelli . Biografia di un martire”.

Con “L’estetica di Benedetto Croce nel suo svolgimento e nei suoi limiti” del 1948, Caracciolofa il suo esordio filosofico, in cui rivela il suo interesse, riconfermato nel volume “Scritti di estetica” del 1949, a proporre un’estetica morale aperta verso una prospettiva religiosa (p. 42), secondo un concetto che troverà 

compiuta definizione in quello di catarsi poetica, approfondito e rielaborato nel Corso di Estetica del 1952-53 e negli studi successivi di estetica, di cui Di Chiara fa un dettagliato resoconto.

L’interesse per il problema estetico non è peraltro secondario nello sviluppo della filosofia di Caracciolo, perché proprio attraverso il processo catartico dell’arte è sensibilmente esperibile quell’ approdo della coscienza nello spazio del “Nulla religioso”, che costituisce il tema centrale della maturità di Caracciolo con l’opera “Nulla religioso e imperativo dell’eterno. Studi di etica e di poetica”, pubblicato nel 1990 poco prima della sua scomparsa.

Il Nulla è per Caracciolo spazio  in cui si realizza “nella trasfigurazione del tempo e della memoria, il preludio all’armonia dinamica, la quiete in cui gli opposti si uniscono e in cui una composizione di Beethoven può essere il motivo e il simbolo della Trascendenza” (p. 169). Nel Nulla, quale luogo dell’estenuarsi del contingente, affiora l’ineffabilità di una suprema significazione.

Caracciolo è stato fine lettore di molti pensatori. Le sue analisi sono frutto di un metodo di interpretazione rigoroso “ che scava nelle profondità della parola” (p. 162), evidenziandone la portata veritativa e sviluppandone la potenzialità di pensiero.

A Kant Caracciolo nel 1953 dedicava “ Arte e pensiero nelle loro istanze metafisiche. I problemi della critica del giudizio”, opera in cui viene confermato che “ il vero compito dell’uomo non è quindi teoretico, ma morale, nella vita etica si ritrova, secondo la prospettiva caraccioliana, la volontà di inserimento nella volontà di Dio”(p. 51 ).

 A Jaspers e ad Heidegger, che con Kant sono gli interlocutori privilegiati, Caracciolo aveva dedicato molti scritti in tempi diversi, tra i quali  nel 1988 “Esistenza e trascendenza in Karl .Jaspers” e “Studi heideggeriani” del 1989, che raccoglie numerosi saggi sul pensatore tedesco.

In tutte queste opere così come in “La religione come struttura e come modo  autonomo della coscienza” del 1965, “Religione e eticità. Studi di filosofia della religione” del 1971, “Nichilismo ed etica” del 1983, dominante è il concetto del “trascendentale religioso”, quale a priori in cui si manifesta la tensione all’eterno propria dell’uomo, che lo costituisce e lo possiede al di  là della sua stessa volontà. Tuttavia se per tale trascendentale, quale “lumen dei” agostinianamente  inteso, è possibile ogni operare umano secondo “una semiologia religiosa dell’eterno” (p. 117), che  si manifesta nell’arte, nella filosofia, e nell’impegno etico, per esso è anche possibile cogliere il” malum  mundi”, condizione di natura ontologica  che inficia la  vita.

Da tutto ciò deriva che per Caracciolo la tragicità dell’esistenza, da lui così profondamente avvertita soprattutto nella sofferenza degli innocenti, non costituisce l’ultima cifra della realtà perché “ a differenza di Martinetti( e di Pareyson) la prospettiva di Caracciolo non è animata da un pessimismo ontologico radicale di matrice gnostica che sente come ineludibile  la crudeltà divina, anzi, nonostante la presenza del male e della sofferenza fenomenicamente inutile nel mondo, egli non può giustificare come avviene invece per il pensiero nichilistico più radicale, l’assoluta mancanza di senso(Unsinn) e la libertà illimitata che trasgredisce la norma”(p. 164 ). Il che, a nostro parere e come già notammo in una nostra pubblicazione sul pensiero di Caracciolo ( Esistenza e trascendenza. Una lettura del pensiero di Alberto Caracciolo,Abelardo, Ardea (Roma)1995), costituisce un segno di forza per un filosofo in quanto ne conferma la fede nella ragione,anche di fronte all’incombere del nichilismo.

In Caracciolo la percezione della tragicità dell’esistere non è mai  disgiunta  dall’intuizione, originariamente donata a tutti gli uomini, della Trascendenza come assoluta positività. Anche nell’ora del maggior dolore è di conforto la misteriosa presenza del “Deus absconditus”  e anche nel momento dell’abbandono più desolato risuona il grido di Cristo  crocifisso, simbolo cosmico e metacosmico del punto di tangenza tra la luce e le tenebre.

Una voce questa nell’ambito delle filosofie dell’esistenza, che può rispondere alle esigenze del tempo attuale, che ha conosciuto la caduta delle illusioni prometeiche  ed è rimasto con un insopprimibile e insoddisfatto bisogno di salvezza.         

                                                                                                                             Paola Ruminelli