Prova d'informatica

Call center

La definizione di  "call center", "contact center" o "centro chiamate" è persone che rispondono al telefono. All'inizio della sua storia il call center era un'unità ben identificabile all'interno dell'azienda che lo possedeva, in quanto era formato solo da un centralino e da una serie di operatori (detti anche agenti) che rispondevano alle telefonate in arrivo. Oggi gli gli agenti non sono più dei semplici centralinisti, ma impiegati ad alto valore aggiunto a cui viene affidata la relazione con un cliente potenziale o effettivo. Le motivazioni che portano le aziende a munirsi di un call center sono molteplici, ma tutte riconducibili alla necessità di acquisire un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti e al mercato in genere. Il call center rappresenta un potente strumento non solo di efficienza ed efficacia in termini di contenimento dei costi e ottimizzazione delle prestazioni, ma anche di distinzione nei confronti dei clienti in termini di servizio, soddisfazione e fidelizzazione.Con un centro di contatti telefonici o multimediali ben progettato, non solo si soddisfa la fame di informazione che il pubblico ha riguardo l'offerta di un'azienda, ma si vende in modo analogo ai canali tradizionali: anche dal call center parte la spinta di quel grande volano che determina la produzione.

Informazioni tratte da http://www.idg.it/networking/speciale/call-center/call1.htm


Globalizzazione

Il termine globalizzazione viene usato in modo relativamente intercambiabile ad altri come planetarizzazione, mondializzazione, occidentalizzazione o transnazionalizzazione. Si riferisce al processo di tendenziale integrazione - economica, politica, sociale - che dovrebbe tradursi nel tempo nella formazione di un'entità unica il cui ambiente fisico sarebbe costituito dall'intero pianeta. I fattori strutturali della globalizzazione sono stati lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni, dei mercati finanziari internazionali, delle reti sociali, dei viaggi e dei contatti internazionali, della liberalizzazione dei commerci e dei trasporti, delle joint-ventures e degli agglomerati industriali multinazionale,ecc. A loro volta questi cambiamenti incentivano comportamenti conseguenti connessi alla drastica caduta delle scale spazio temporali segnalati dalla crescita di indicatori quali i movimenti planetari di merce, di capitali e di lavoro ma anche dallo sviluppo dei flussi turistici, degli scambi di studenti, del numero di passeggeri dei voli internazionali o quello delle chiamate telefoniche o dell'invio dei fax interstatali ecc. Tuttavia se si osservano gli effetti della globalizzazione culturale non si può non rilevare come essa mostri "potenti fenomeni di diffusione dell'omogeneizzazione degli orientamenti e dei comportamenti, unitamente all'insorgere complementare di persistenti orientamenti e comportamenti per la difesa della diversità".

Inserendo "globalizzazione" come parola chiave in un motore di ricerca otterrete una serie di links relativi ad organizzazioni di ogni specie (persino religiose!) che si battono - spesso utilizzando mezzi non proprio pacifici - contro questo processo. Provare per credere.....


New economy

Il termine "New economy" fu coniato nel 1997 dal giornalista del "Wired" Kevin Kelly. La New economy vede come protagonisti principali le aziende Hi-Tech dove conta più il capitale intangibile di quello materiale ed il valore dei prodotti non è legato alle caratteristiche fisiche (come dimensione, peso, ecc.) ma ad elementi immateriali (conoscenze, informazioni,software). In questo settore rilevante è il coinvolgimento di forze lavoro qualificate, i cosiddetti knowledge workers: manager, tecnici esperti di informatica, consulenti, docenti, ecc. La New economy è  solo uno dei molteplici aspetti del processo di Globalizzazione. Ai flussi di beni e servizi, investimenti e capitali, si aggiunge oggi la realtà virtuale del cyberspazio: milioni di persone utilizzano Internet per i propri acquisti. Attraverso Internet si va configurando un'economia virtuale decentrata, autonoma e senza confini spaziali, in cui è sempre più facile accedere ai mercati di tutto il mondo senza limitazioni materiali. Dal momento che "there's no business like e-businness" anche le imprese della "old economy" sono orientate a produrre beni e servizi sempre più standardizzati per un mercato unico senza frontiere. Pur offrendo nuove opportunità e nuovi vantaggi la New Economy  approfondisce la cosiddetta frattura sociale tra chi è ben inserito nel mondo del lavoro e chi invece, disoccupato o quasi tale ingrossa le fila degli emarginati. Le imprese infatti, per fronteggiare la pressione di una concorrenza sempre più agguerrita, sono alla continua ricerca di nuovi vantaggi competitivi, con il risultato di penalizzare sopratutto le forze di lavoro che sono tradizionalmente poco mobili (specie in Europa). Un altro fattore che concorre ad accentuare le difficoltà dei lavoratori nei paesi avanzati è costituito dalla abbondante disponibilità di manodopera a basso costo nei paesi emergenti.

Per saperne di più......

Potete trovare una rassegna di siti dedicati alla new economy (in particolare alla finanza on-line) nella sezione Interessi alla voce "Economia & Finanza".

In tema di New economy mi sembra doveroso inserire i link http://nasdaq.com dove potrete seguire i poderosi rialzi e le rovinose discese dei titoli hi-tech U.S.A. e http://www.goa.it rivista on-line incentrata sui temi dell'economia del nuovo mercato. 

Vi segnalo infine che ogni mercoledì all'intero de "Il sole 24 0re"  potete trovare un supplemento interamente dedicato alla New economy, presente comunque anche in rete.