" Lungo i sentieri della follia"

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Biologia

Il sistema nervoso[1]


 Parlando di pazzia non si può non parlare del sistema nervoso. Infatti, esso è strettamente collegato ai disturbi del comportamento e della personalità.

Tuttora gli studi del S.N. non sono terminati.Certezze c’è ne sono poche, ipotesi molte.

Coloro ai quali dobbiamo dare più merito per le loro scoperte in quest’ambito sono il medico finlandese R.B. Weawer e il nostro L. Galvani.

Weawer nel 1888 riuscì ad eseguire una dissezione del S.N: umano. Utilizzando come soggetto la propria domestica, sotto sua volontà, riuscì dopo 5 mesi a rimuovere tutti i nervi. Il connazionale Galvani invece studiò l’impulso nervoso. Egli osservò che il passaggio di corrente elettrica all’interno della zampa di una rana faceva contrarre il muscolo. Quindi associò alla conduzione nervosa il fenomeno elettrico.

La sistematicità del sistema nervoso è lo studio delle formazioni grigie e dei fasci di sostanza bianca che generano il nevrasse o S.N. centrale. Alla base di questo vi è un tipo di cellule molto specializzate: i neuroni. La sostanza grigia è la sede in cui sono raggruppati i corpi cellulari ed è dove i neuroni si articolano fra loro, quindi essa è la sede dei centri funzionali e nervosi del S.N.. La sostanza bianca è formata da fasci mielinici e rappresenta un apparato di trasmissione. L’importanza di tale connessione sta appunto nel mantenimento di una perfetta integrazione fra tutte le parti del corpo. Meccanismo di base è da considerarsi l’ambiente umorale, rappresentato da liquidi interstiziali e dagli umori circolanti, che formano un ambiente costante e tale da assicurare l’armonia della costituzione fisico-chimica del nostro organismo. Però tale meccanismo è lento e statico. Molto più graduale, orientata e rapida è l’integrazione ormonale che controlla le azioni chimiche delle secrezioni endocrine. Questi processi d’integrazione hanno carattere d’automatismo e impersonalità, quindi insufficienti ad assicurare un’organizzazione della vita elevata. E’ il sistema nervoso che svolge la funzione di collegamento rapido e di coordinamento, di ricezione e di generazione di stimoli, sia che si tratti di risposte motorie o secretorie, sia sensitive che psichiche. Per tale motivo il S.N. condiziona la gerarchia degli esseri viventi; al vertice troviamo quegli organismi nei quali ha raggiunto maggior sviluppo. Occorre però puntualizzare che le regolazioni ormonali, umorali e nervose sono tra loro particolarmente interdipendenti. Infatti, lo stesso S.N. è sottoposto all’influenza funzionale dell’ambiente interno ed i fenomeni psichici dipendono anche dalle attività umorali e ormonali.

I neuroni presentano una struttura eterogenea. Ogni parte del nevrasse è caratterizzata da una propria forma e da una propria architettura. Questo fatto è importante per capire come ciascun neurone abbia una sua specifica funzione. Bisogna ricordare che questa cellula non ha capacità riproduttive, se una di queste è distrutta ne sarà abolita permanentemente la sua funzione. Il nostro patrimonio neuronale tale fin dalla nascita, esso non può aumentare, casomai può solo diminuire.

Al contrario la sua funzione non è determinata. Tramite l’esercizio si può mantenere l’eccitabilità dei neuroni, aumentandone così tra loro la capacità di conduzione. Si crea un meccanismo la cui precisione dipenderà dall’allenamento al quale la nostra volontà lo avrà sottoposto.

La diminuzione dei neuroni non determina un danno alla globalità del sistema nervoso. Anzi certe volte può essere vantaggiosa. Aumentando l’estensione dendritica, si realizzano relazioni interneuronali più numerose e fini.

In tutti i vertebrati il s.n.c. è formato dal midollo spinale, situato nel canale vertebrale e dall’encefalo contenuto nella scatola cranica. L’importanza del midollo spinale diminuisce via via che si sale nella scala dei vertebrati, mentre aumenta il volume e l’importanza dell’acrencefalo, parte anteriore dell’encefalo. Si ha quindi una cerebralizzazione.

Nei mammiferi compare per la prima volta il neoencefalo, rappresentato dagli emisferi cerebrali. Questo riceve i segnali sensitivi provenienti dal talamo ottico e a sua volta inizia impulsi motori. I centri del paleoencefalo e mesencefalo, svolgono il ruolo di centri automatici o riflessi. Il rinencefalo ha il ruolo di cervello del comportamento istintivo.

L’organizzazione metamerica trova corrispondenza in quella del sistema nervoso: i centri recettori, sensitivi, effettori o motori sono scaglionati lungo il nevrasse, originando i nervi periferici (spinali, cranici e vegetativi).

L’insieme metamerico è un’unità grazie alle connessioni intersegmentarie che si stabiliscono a livello del tronco e del midollo cerebrale. Tali connessioni tuttavia non sono sufficienti, poiché ciascun collegamento si estende per un limitato numero di segmenti. Compaiono quindi formazioni associative che servono a collegare tra loro queste strutture, assicurando formazioni più armoniche.

La presenza dell’acrencefalo modifica profondamente il comportamento delle strutture sottostanti. Questo si divide in diencefalo e telencefalo. Dalla loro fusione si genera il cervello.

Le strutture metameriche sono le uniche ad essere collegate direttamente con gli elementi anatomici. Si assiste così alla comparsa dei fini movimenti volontari, delle manifestazioni affettive, delle manifestazioni psichiche.

In questa progressiva ascesa attraverso la quale va ad organizzarsi una vita personale che domina la vita dell’individuo, bisogna considerare 2 stadi.

Il primo è rappresentato dal paloencefalo, costituito dal talamo ottico e dai nuclei striati. Esso presiede al coordinamento delle attività nervose sottostanti, sia motrici che sensitivo-sensoriali, sia affettive che vegetative per la regolazione delle principali funzioni viscerali. Tali attività di coordinazione però non possono caratterizzare la personalità di un uomo.

La sfera della personalità risiede nella corteccia cerebrale. Inoltre in un individuo bisogna distinguere una personalità cosciente e volontaria ed una incosciente ed involontaria che si manifesta con l’umore, il comportamento istintivo e sessuale, le reazioni spontanee. La prima è diretta dalla corteccia cerebrale, la seconda dalla corteccia di più recente filogenesi. Essa sarà più sviluppata più si sale nella gerarchia animale.

Qualunque atto volontario presuppone una preliminare rappresentazione e la piena coscienza dell’atto stesso.

Le strutture preposte a questa funzione nervosa, strettamente umana, potrebbero essere individuate nella molteplicità delle aree corticali. La corteccia è considerata un complesso di strutture interdipendenti, soggette ad un reciproco controllo.

Le principali vie nervose

La sostanza grigia del sistema nervoso centrale è formata da centri; la sostanza bianca da vie.

Le vie provenienti dalla periferia trasportano segnali sensitivi (ascendenti, efferenti). Quelle che vanno in senso inverso, trasportano comandi di centri superiori ad organi periferici (vie efferenti o motrici).

Le vie che forniscono gli eccitamenti dall’ambiente esterno vengano dette vie delle sensibilità esterocettiva: raggiunta la corteccia cerebrale, diventano sensazioni coscienti.

Le vie della sensibilità propiocettiva c’informano sulla postura e sui movimenti. Tali vie si originano dalle ossa, dalle articolazioni e dai muscoli. Esse trasportano una sensibilità incosciente, indispensabile per consentire al nostro corpo di adattarsi alle attività motorie.

Le vie che trasportano i tre tipi di sensibilità prendono origine ciascuna da uno dei tre foglietti embrionali primitivi: ectoblasto (rivestimento cutaneo); mesoblasto (scheletro); endoblasto (viscere).

A queste tre modalità sensitive (cosciente, incosciente, viscerali) corrispondono 3 tipi di motilità.

Dalla corteccia cerebrale partono le vie coscienti o vie piramidali cortico-spinali, che trasmettono i comandi e assicurano l’esecuzione degli atti motori. La via incosciente serve a regolare i movimenti volontari e ad assicurare il loro automatismo. Esse si chiamano vie extrapiramidali. Infine la motilità delle viscere è assicurata da vie motrici proprie. 

Neurone

Il neurone è l’elemento fondamentale dell’intera struttura del sistema nervoso, è alla base di tutte le concezioni in campo anatomico, fisiologico…

Esso è un’unità morfologica indipendente dagli altri neuroni; un’unità trofica i quali prolungamenti degenerano quando viene interrotta la loro continuità con il corpo cellulare; un’unità patologica, infatti la morte del neurone interessa solo la singola unità neurotica; ed è anche un’unità funzionale, infatti trasmette gli impulsi nervosi.

E’ una cellula, in conclusione, che si differenzia da tutte le altre, per tre caratteristiche fondamentali: l’irritabilità, la conduzione degli impulsi e la funzione trofica.

I suoi elementi fondamentali sono:

-         il corpo del neurone, costituito da una massa di protoplasma, di dimensioni variabili, costituito per lo più da lipidi e fibrille. Questa contiene un nucleo molto esteso ed un nucleolo.

-         Prolungamenti, che partono dal corpo cellulare e si diramano in diverse direzioni. Si distinguono, in base alla forma e alla funzione che svolgono, in prolungamenti protoplasmatici e nervosi.

Il primo, chiamato più comunemente dendrite, è molto più frequente e ramificato, ma il più delle volte più breve del prolungamento nervoso o assone. Quest’ultimo è di calibro regolare e da esso si staccano rami collaterali.

L’assone e il dendrite, solitamente, si originano nei poli opposti del corpo cellulare.

Il neurone è percorso da sottili filamenti o neurofibrille, che hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione dell’impulso nervoso.

Il suo corpo cellulare può essere triangolare, rotondeggiante o stellato, i dendriti sono a forma di pennacchio, di rami o di raggi. Questi ultimi e l’assone sono rivestiti da una sottile guaina nevroglica, la guaina mielinica.

Essa ha una particolare importanza per la conduzione dell’impulso nel s.n.. Infatti velocizza notevolmente la sua trasmissione, facendo letteralmente saltare l’impulso.

Nei dendriti l’impulso nervoso è diretto dalle estremità libere al corpo cellulare, chiamandosi quindi cellulipeto; invece nell’assone l’impulso va dal corpo cellulare all’estremità del cilindrasse stesso ed è pertanto cellulifugo. Semplificando, ogni neurone presenta due poli, uno afferente ed uno efferente.

Le vie nervose sono sempre costituite da parecchi neuroni disposti a catena, collegati in sequenza l’assone di uno e il dendrita del successivo.

Le articolazioni interneurali 

In ogni neurone di una determinata catena, l’articolazione con il neurone comunicante avviene per contiguità e non per continuità di sostanza. Il passaggio dell’impulso neurone-neurone, neurone-organo dipende da due elementi: la sinapsi (anatomico) ed i mediatori (chimico).

La sinapsi è una barriera che l’impulso nervoso deve superare nella zona di adiacenza fra neuroni. A livello di giuntura neuronale, si ha una giustapposizione della terminazione nervosa dell’assone, a forma di bulbo (presinaptica), e dalla superficie di contatto  del neurone contiguo, dendrite o corpo cellulare (postsinaptica). Queste tuttavia sono separate da uno spazio o fessura sinaptica che l’impulso deve percorrere per continuare a propagarsi. Tale passaggio non è immediato e necessità di tempo.

I mediatori chimici entrano in ballo se l’impulso è troppo debole per attraversare lo spazio sinaptico. Il cammino continuerà solo grazie all’azione di particolari sostanze, che vengono elaborate all’interno del corpo del neurone e trasportati lungo l’assone fino al bulbo presinaptico, dove si raggruppano in vescicole. Quando l’impulso arriva, si liberano questi mediatori che permettono appunto il passaggio. Subito dopo, questi vengono distrutti e riassorbiti.

I più conosciuti sono l’acetilcolina e la noradrenalina. La prima permette la continuazione del percorso nelle giunzioni del nervo con il muscolo striato e in quelle delle fibre postgangliari del parasinaptico con l’organo innervato. La seconda si trova nelle terminazione delle fibre postgangliari del sinaptico. In corrispondenza di organi aventi entrambe le terminazioni, questi due mediatori svolgono azione antagonista

Nel s.n.c., il mediatore d’eccitazione dei neuroni centrali dovrebbe essere l’acido glutammico e quello di inibizione l’acido y-ammino-butirrico, i quali si trovano in abbondanza nel cervello.

   

 


[1] A cura di Marco Pergher.

 

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