Quando
si parla di Malpensa 2000 si è portato a guardare "in alto" per vedere
se vi sono aerei e a coglierne gli eventuali rumori, in genere, nulla
di più…anche se abbiamo la consapevolezza che Malpensa produce una
molteplicità di "effetti a catena" dei quali alcuni sono immediatamente
visibili e percettibili, altri sono solo allo stato latente e potenziale.
Eppure, nonostante tutto, il comportamento spontaneo ed istintivo
ha questa caratteristica e tipologia. Per questo i Comitati ed i singoli
cittadini che si sono schierati in contrapposizione al progetto Malpensa,
si trovano territorialmente radicati nelle sue immediate vicinanze
mentre, man mano che progressivamente si procede ad un allontanamento,
sia le resistenze che gli elementi di contraddittorietà tendono a
diminuire fino al rovesciamento della posizione iniziale la quale
"magicamente" diventa una vera e propria adesione, a volte esplicita,
a volte dissimulata. Del resto, da qualsiasi parte ci si schieri,
risulta problematica la identificazione di responsabilità concrete
oppure di improbabili meriti all'interno del fitto labirinto dei vari
organi coinvolti nel progetto Malpensa: Comuni, S.E.A., Provincia,
Regione o Governo. Anche la rete degli interessi costituisce una matassa
difficilmente districabile; gli interessi prevalenti ed egemoni sono
quelli della nostra compagnia aerea Alitalia, quelli delle immobiliari,
gli interessi imprenditoriali, gli interessi delle classi lavoratrici,
o quanto altro ancora? Questi sono problemi complessi e complicati,
ai quali è difficile poter dare risposte uniformi, chiare e distinte.
Tuttavia, evitando accuratamente la banalizzazione, cerchiamo di semplificare
paradossalmente il quadro e lo scenario. Non è sufficiente limitarsi
a cogliere i rumori oppure aguzzare la vista per vedere (e contare)
gli aerei, bisogno osservare in tutte le direzioni per comprendere
e scoprire che Malpensa oramai è estesamente onnipervasiva, e che
la sua estensione elefantiaca va in tutte le direzioni. Per questo
la strategia di lotta deve tendere alla delocalizzazione e non deve
rimanere circoscritta ed incapsulata all'interno della reticolazione
dei comuni limitrofi dal momento che, anche paesi apparentemente distanti,
sono comunque coinvolti dall' "effetto" Malpensa. Interventi e problemi
come il traffico, la salute dei cittadini, la sicurezza stradale,,l'HUPAC,
l'ALP TRANSIT, la S.S. 336, la PEDEMONTANA e tutto quanto altro ne
consegue non possono essere trascurati o posti in secondo piano rispetto
alla prospettata realizzazione della terza pista di Malpensa e/o al
mantenimento dei voli notturni. Il mio impegno, così come quello del
Partito dei Comunisti Italiani, è quello di permettere che l' "informazione
VERA" diventi patrimonio comune di tutti, lontani o vicini, con lo
scopo finale di realizzare e strutturare un movimento e una "battaglia"
in grado di svilupparsi ad ampio raggio, di superare e disintegrare
lo spazio angusto e localistico in cui si svolge nel presente; inoltre
sarà necessario un riassorbimento di quelle forme di "campanilismo"
che produce solo frammentazione, particolarismo e divisione. Possiamo
comunque affermare che il nostro intento è di tener distinti gli interessi
economici da quelli politici. Tutti, che lo vogliano o no, ne sono
coinvolti e per questo è necessario rafforzare lo spirito unitario
e la compattezza organizzativa per superare divisioni, inutili protagonismi
ed illazioni prive di concretezza. Questi elementi di insufficienza
e di disgregazione non permettono di affrontare e risolvere con efficienza
e positività l'enorme mole di problemi che si presenterà, in tutta
la sua complessità e gravità, in un futuro tutt'altro che lontano.
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