Il problema sicurezza:
false verità e discutibili certezze

di Maria Agostina Pellegatta
(Segretaria Regionale PdCi
Candidata per il PdCI - Circoscrizione Lombardia 2 )

E' da parecchio tempo che - soprattutto da parte degli esponenti politici della cosiddetta "Casa delle Libertà" - si sbandiera, rimestandolo in tutte le salse - lo slogan propagandistico della "sicurezza sociale". In realtà ci troviamo davanti ad una spudorata operazione manipolatoria e falsificatoria da parte di queste forze politiche vandeane (Lega Lombarda) e populistico-reazionarie (Forza Italia e Alleanza Nazionale). La "sicurezza sociale" propagandata con arroganza e volgarità da queste forze del più ottuso conservatorismo, in realtà assume le connotazioni, storicamente fin troppo note, della criminalizzazione dei ceti deboli ed emarginati, demonizzati come il Nemico onnipresente, come lo spettro che si aggira invisibile ed impalpabile, pronto a distruggere tutti i valori e le proprietà familiari e comunitarie. L'analogia e l'accostamento con l'infame antisemitismo nazista, non è cosa fuori di luogo. Anche il totalitarismo nazista aveva bisogno della diversità, del Nemico subdolo e nascosto, in grado di "contaminare" la razza eletta ariana (e rivelatasi una casta di massacratori e di pianificatori di un immenso genocidio). Come è noto, in quella fase storica il Nemico da annientare, estirpandolo fisicamente, fu individuato dall'allucinante delirio nazista-hitleriano, nella "sottorazza ebraica". Oggi, in una situazione storico-politica radicalmente mutata, il Nemico, il Diverso, il sotto-uomo, viene individuato nell'extracomunitario. Già l'espressione semantica nasconde un sottile contenuto razzistico; come diceva padre Ernesto Balducci, anche l'americano, il canadese, lo svizzero, sono extra-comunitari, tuttavia nessuno utilizzerebbe una simile denominazione per identificarli. Questa espressione viene riservata a tutti coloro che provengono da realtà internazionali dove un feroce e barbarico imperialismo secolare ha rapinato le loro risorse; di qui l'espressione di disprezzo e di derisione nei confronti non di chi è esterno alla Comunità Europea, ma nei confronti di chi è esterno ai colossali mercati finanziari e speculativi e si sradica dal proprio territorio, dai propri affetti e dalla propria identità di appartenenza originaria. In realtà il problema della sicurezza si dovrebbe porre con ben altri contenuti e modalità; l'insicurezza, il pericolo, il rischio, risiedono in quei processi semi-clandestini che già Antonio Gramsci, con una metafora ellittica e pregnante, definiva "sovversivismo delle classi dominanti", piaga secolare nella travagliata storia nazionale e nell'epoca della nostra contemporaneità, pericolo strutturale e fondamentale. L'attentato alla sicurezza risiede nella palude marcia e mefitica di totale illegalità, da parte dei "blocchi di potere" tradizionalmente anticomunisti; è la strisciante destabilizzazione del quadro politico, lo svuotamento dei contenuti concreti della democrazia istituzionale e costituzionale; in ciò dobbiamo individuare la radice dello stato di insicurezza e di instabilità. Al contrario, da parte dell'Armata Brancaleone della cosiddetta "Casa delle Libertà" si fa leva sugli istinti bassi, ancestrali e animaleschi, per scatenare una lotta barbarica contro i "diversi", contro coloro che, pur sottoposti a forme diversificate di sfruttamento e di oppressione, sono costretti dal ciclo storico del tardo capitalismo, ad essere parte organica ed integrante dei "flussi migratori". Tuttavia la categoria "extra-comunitaria" è solo la componente più visibile e macroscopica di questa offensiva razzista e xenofoba. In realtà è l'intero cosmo lavorativo che viene aggredito con tattiche dissimulate e trasversali. Ma è solo dal mondo del lavoro che si opera ancora una difesa delle strutture della democrazia repubblicana: difesa della Costituzione nella sua interezza, difesa della legalità e indipendenza dalla magistratura. Per cui il problema della sicurezza è essenziale, ma i soggetti che mettono in pericolo la sicurezza non sono i "ceti subalterni" nazionali o stranieri che siano, ma sono le componenti più torbide e reazionarie dell'apparato politico di centro-destra. Minare l'unità nazionale, tentare un affossamento della Costituzione, fiancheggiare e finanziare il radicalismo estremista neo-fascista, restaurare i miti populistici, cavalcare lo spontaneismo anti-partitico, in questa "prassi eversiva" risiede la base dell'instabilità e della insicurezza. I comunisti sono mobilitati, come sempre, sul terreno della difesa delle libertà democratiche e civili, e contro qualsiasi tipo di operazione incivile e incostituzionale.
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