La libertà non ha casa
di Claudio Manni

La libertà non ha casa, questo è lo slogan che l'artista belga Folon, ha coniato per sintetizzare il contenuto programmatico dello schieramento dell'Ulivo. Ed è proprio partendo da questo presupposto che ci interroghiamo sulla natura ed essenza del concetto di libertà proprio del Centro-destra. Dobbiamo premettere che questa coalizione - che si caratterizza come un blocco reazionario cementato dall'anticomunismo - ha al suo interno un tasso di litigiosità e di lacerazione molto superiore a quanto appare alla superficie. Una cosa possiamo affermare con assoluta certezza: queste forze politiche, strutturate sull'autoritarismo e la sopraffazione economica, non hanno nulla da spartire con il concetto di libertà. Il processo di europeizzazione ha prodotto il superamento della categoria di "sovranità nazionale", dando impulso ad una circolazione di merci e di culture, che non si era mai verificata nella storia dell'umanità. Il corollario di questa liberalizzazione è costituito dalla vorticosa circolazione di denaro che ha condotto alla realizzazione del grande obiettivo della "moneta unica". A questi grandi processi di trasformazione, la Lega Nord contrappone un provincialismo gretto ed egoistico; la Lega , cercando di fermare la ruote inesorabile dei tempi e dei cicli storici, vorrebbe introdurre forme medioevali di protezionismo, cercando di annullare i grandi flussi migratori, che operano su scala planetaria. La Lega vorrebbe vietare, con anacronistici decreti amministrativi, la libera circolazione delle genti e dei popoli, mediante la restaurazione di logore ideologie di stampo razzistico, vorrebbe erigere uno steccato tra il mondo del lavoro del Sud ed il grande mercato produttivo e finanziario del Nord. E' inutile dire che queste proposte costituiscono la caricatura grottesca del modo di produzione feudale. Questo rigurgito di rozza incultura e di barbarie neo-fascista, è evidente nell'impostazione programmatica del presidente della Regione Lazio Storace, il quale vorrebbe schedare i professori di sinistra e vietare l'insegnamento ai professori omosessuali. In cosa consiste l'orizzonte della libertà del centro-destra lo vediamo attraverso l'articolazione integralista e confessionale dei contenuti concreti del programma. Il popolo italiano ha conquistato, grazie a due referendum vincenti, le grandi libertà civili dell'aborto e del divorzio. Oggi queste grandi conquiste laiche, liberali e democratiche, vengono rimesse in discussione; la coscienza e la moralità della sfera personale vengono subordinate alle direttive di uno "Stato etico" che è tipico delle dittature più fondamentaliste, teocratiche ed oscurantistiche. Il trio Berlusconi-Bossi-Fini vuole restaurare il Potere Temporale assoluto della Chiesa Cattolica. Al contrario, le linee programmatiche del centrosinistra passano attraverso una rigorosa autonomia dei poteri, sia politici che economici o religiosi. Tuttavia, nella sciagurata ipotesi di una elezione di Berlusconi alla Presidenza del Consiglio, il potere politico sarà solo un'appendice di ratifica dei grandi poteri capitalistici ed economico-finanziari. Il liberalismo berlusconiano è privo di quella che gli americani - nella loro legislazione anti-trust - chiamano "concorrenza leale". Il "libero mercato sociale" berlusconiano non è altro che una forma peronista di "monopolio privatistico", per cui la sua "Casa delle Libertà" non è altro che libertà di oppressione anti-democratica e anti-popolare, grazie al monopolio dell'informazione. Berlusconi vuole essere il padrone assoluto di radio, TV, giornali, riviste, case editrici; e qualora diventasse Presidente del Consiglio, avrebbe anche la più incondizionata gestione delle reti pubbliche RAI. Un monopolio così rigido dell'informazione è tipico delle feroci e sanguinarie dittature sudamericane, oppure di paesi di dominio del "dispotismo orientale", come la Thailandia. Questa centralizzazione mostruosa e aberrante di tutti i poteri, provoca la rinascita della censura, la riesumazione della "caccia alle streghe" l'omologazione e il conformismo più piatto e vuoto. Quale libertà potrebbe garantire Berlusconi quando da Primo Ministro sarà Giudice dei suoi enormi interessi personali? La libertà di Berlusconi è una falsificazione assoluta e una spregevole presa in giro dei ceti popolari, deboli e subalterni. I lavoratori verranno privati di ogni libertà contrattuale, mentre i "falchi" della Confindustria saranno i padroni assoluti. C'è un progetto preciso di emarginazione, isolamento e svuotamento del Sindacato (in particolare della CGIL), nonché l'affossamento del patto sociale. Ogni opzione egualitaria verrà distrutta; il potere contrattuale delle forze lavoratrici si indebolirà sempre di più e sarà privato della rappresentatività sindacale, mentre la protervia e l'arroganza padronale sarà sempre più schiacciante. Berlusconi punta a concretizzare la "libertà di licenziamento" imponendo la pseudo-cultura del ricatto padronale da un lato, e dell'obbedienza e sottomissione da parte dei lavoratori, sull'altro versante. E tutto ciò viene portato avanti in parallelo al progetto para-golpista di sovvertimento (fino all'esautoramento totale) della Magna Carta Costituzionale nata dal sangue di milioni di italiani che hanno dato la vita per la Repubblica democratico-costituzionale, basata sull'antifascismo. Allora a quell'ampia componente di popolazione astensionista, disgustata dalla politica e rifugiatasi nella sfera privata, noi ci rivolgiamo per chiedere loro di uscire dallo stato di indifferenza e di disimpegno. Chiediamo all'elettorato di sinistra deluso e disilluso di riprendere la lotta contro i rigurgiti clerico-fascisti. I comunisti e la sinistra hanno salvato la libertà nazionale; dobbiamo riprendere nelle nostre mani la "bandiera della Libertà" che ci è stata scippata e rapinata da un blocco politico che rappresenta la negazione della Libertà da tutti i punti di vista. Diciamo basta a questa indegna "appropriazione indebita" della Libertà. La Libertà deve essere libertà del popolo e del lavoro ma in nessun modo può essere Libertà di avventurieri peronisti, populisti e totalitari.
torna all'homepage