La
libertà non ha casa, questo è lo slogan che l'artista belga Folon,
ha coniato per sintetizzare il contenuto programmatico dello schieramento
dell'Ulivo. Ed è proprio partendo da questo presupposto che ci interroghiamo
sulla natura ed essenza del concetto di libertà proprio del Centro-destra.
Dobbiamo premettere che questa coalizione - che si caratterizza come
un blocco reazionario cementato dall'anticomunismo - ha al suo interno
un tasso di litigiosità e di lacerazione molto superiore a quanto
appare alla superficie. Una cosa possiamo affermare con assoluta certezza:
queste forze politiche, strutturate sull'autoritarismo e la sopraffazione
economica, non hanno nulla da spartire con il concetto di libertà.
Il processo di europeizzazione ha prodotto il superamento della categoria
di "sovranità nazionale", dando impulso ad una circolazione di merci
e di culture, che non si era mai verificata nella storia dell'umanità.
Il corollario di questa liberalizzazione è costituito dalla vorticosa
circolazione di denaro che ha condotto alla realizzazione del grande
obiettivo della "moneta unica". A questi grandi processi di trasformazione,
la Lega Nord contrappone un provincialismo gretto ed egoistico; la
Lega , cercando di fermare la ruote inesorabile dei tempi e dei cicli
storici, vorrebbe introdurre forme medioevali di protezionismo, cercando
di annullare i grandi flussi migratori, che operano su scala planetaria.
La Lega vorrebbe vietare, con anacronistici decreti amministrativi,
la libera circolazione delle genti e dei popoli, mediante la restaurazione
di logore ideologie di stampo razzistico, vorrebbe erigere uno steccato
tra il mondo del lavoro del Sud ed il grande mercato produttivo e
finanziario del Nord. E' inutile dire che queste proposte costituiscono
la caricatura grottesca del modo di produzione feudale. Questo rigurgito
di rozza incultura e di barbarie neo-fascista, è evidente nell'impostazione
programmatica del presidente della Regione Lazio Storace, il quale
vorrebbe schedare i professori di sinistra e vietare l'insegnamento
ai professori omosessuali. In cosa consiste l'orizzonte della libertà
del centro-destra lo vediamo attraverso l'articolazione integralista
e confessionale dei contenuti concreti del programma. Il popolo italiano
ha conquistato, grazie a due referendum vincenti, le grandi libertà
civili dell'aborto e del divorzio. Oggi queste grandi conquiste laiche,
liberali e democratiche, vengono rimesse in discussione; la coscienza
e la moralità della sfera personale vengono subordinate alle direttive
di uno "Stato etico" che è tipico delle dittature più fondamentaliste,
teocratiche ed oscurantistiche. Il trio Berlusconi-Bossi-Fini vuole
restaurare il Potere Temporale assoluto della Chiesa Cattolica. Al
contrario, le linee programmatiche del centrosinistra passano attraverso
una rigorosa autonomia dei poteri, sia politici che economici o religiosi.
Tuttavia, nella sciagurata ipotesi di una elezione di Berlusconi alla
Presidenza del Consiglio, il potere politico sarà solo un'appendice
di ratifica dei grandi poteri capitalistici ed economico-finanziari.
Il liberalismo berlusconiano è privo di quella che gli americani -
nella loro legislazione anti-trust - chiamano "concorrenza leale".
Il "libero mercato sociale" berlusconiano non è altro che una forma
peronista di "monopolio privatistico", per cui la sua "Casa delle
Libertà" non è altro che libertà di oppressione anti-democratica e
anti-popolare, grazie al monopolio dell'informazione. Berlusconi vuole
essere il padrone assoluto di radio, TV, giornali, riviste, case editrici;
e qualora diventasse Presidente del Consiglio, avrebbe anche la più
incondizionata gestione delle reti pubbliche RAI. Un monopolio così
rigido dell'informazione è tipico delle feroci e sanguinarie dittature
sudamericane, oppure di paesi di dominio del "dispotismo orientale",
come la Thailandia. Questa centralizzazione mostruosa e aberrante
di tutti i poteri, provoca la rinascita della censura, la riesumazione
della "caccia alle streghe" l'omologazione e il conformismo più piatto
e vuoto. Quale libertà potrebbe garantire Berlusconi quando da Primo
Ministro sarà Giudice dei suoi enormi interessi personali? La libertà
di Berlusconi è una falsificazione assoluta e una spregevole presa
in giro dei ceti popolari, deboli e subalterni. I lavoratori verranno
privati di ogni libertà contrattuale, mentre i "falchi" della Confindustria
saranno i padroni assoluti. C'è un progetto preciso di emarginazione,
isolamento e svuotamento del Sindacato (in particolare della CGIL),
nonché l'affossamento del patto sociale. Ogni opzione egualitaria
verrà distrutta; il potere contrattuale delle forze lavoratrici si
indebolirà sempre di più e sarà privato della rappresentatività sindacale,
mentre la protervia e l'arroganza padronale sarà sempre più schiacciante.
Berlusconi punta a concretizzare la "libertà di licenziamento" imponendo
la pseudo-cultura del ricatto padronale da un lato, e dell'obbedienza
e sottomissione da parte dei lavoratori, sull'altro versante. E tutto
ciò viene portato avanti in parallelo al progetto para-golpista di
sovvertimento (fino all'esautoramento totale) della Magna Carta Costituzionale
nata dal sangue di milioni di italiani che hanno dato la vita per
la Repubblica democratico-costituzionale, basata sull'antifascismo.
Allora a quell'ampia componente di popolazione astensionista, disgustata
dalla politica e rifugiatasi nella sfera privata, noi ci rivolgiamo
per chiedere loro di uscire dallo stato di indifferenza e di disimpegno.
Chiediamo all'elettorato di sinistra deluso e disilluso di riprendere
la lotta contro i rigurgiti clerico-fascisti. I comunisti e la sinistra
hanno salvato la libertà nazionale; dobbiamo riprendere nelle nostre
mani la "bandiera della Libertà" che ci è stata scippata e rapinata
da un blocco politico che rappresenta la negazione della Libertà da
tutti i punti di vista. Diciamo basta a questa indegna "appropriazione
indebita" della Libertà. La Libertà deve essere libertà del popolo
e del lavoro ma in nessun modo può essere Libertà di avventurieri
peronisti, populisti e totalitari. |