Le
donne sono state protagoniste della guerra di liberazione. Hanno lottato
con coraggio e determinazione per opporsi alla dittatura e alle barbarie.
Eppure per molto tempo la storia ufficiale ci ha trasmesso un'immagine
della resistenza come un fatto maschile di cui il giovane combattente
era il simbolo più importante. Così il ruolo delle donne è stato trascurato,
relegato nell'ombra e solo da pochi anni ha cominciato ad emergere.
A ricostruirlo con passione sono molte studiose che lavorano per "dare
corpo alle ombre" anche con le testimonianze preziose delle partigiane
spinte dal desiderio di ricostruire la memoria storica. Grazie a loro
l'esperienza femminile della resistenza può vivere nel presente ed
essere uno strumento di grande valore nella formazione politica e
civile delle giovani generazioni. Tra tutte queste donne voglio ricordare
Carla Capponi, scomparsa di recente. Una donna forte e tenace che
ha scelto di lottare per la democrazia e ha scontato sulla sua pelle
l'opposizione al regime. Se oggi siamo cittadini di un'Italia democratica,
lo dobbiamo anche a lei e a tutte coloro che hanno lottato per costruire
un mondo di donne e uomini uguali e liberi. Molte hanno combattuto
il nazifascismo, con e senza le armi. Molte hanno partecipato alla
resistenza armata e sono state protagoniste di quella civile, non
violenta ma ugualmente importante. Non dobbiamo dimenticare quante
donne hanno organizzato l'assalto ai forni e ai magazzini di viveri,
partecipato agli scioperi operai nella primavera del 1944, agito per
impedire e limitare le deportazioni di massa naziste, lavorato per
fare propaganda antifascista. Quante hanno accolto e protetto i perseguitati
e i soldati che cercavano di sfuggire a fascisti e tedeschi nell'Italia
occupata. Questa è stata la più grande azione di salvataggio della
nostra storia possibile grazie alle donne che hanno inventato e messo
in pratica nuove abilità nel faccia a faccia con la guerra. La resistenza
femminile fa parte del patrimonio civile e politico del nostro paese
e ha una doppia valenza: da una parte ha reso possibile la liberazione
del paese dal regime fascista e dalla violenza, dall'altra ha dimostrato
la volontà femminile di essere protagoniste visibili della vita politica
e sociale dell'Italia. Quel momento storico coincide con l'ingresso
delle donne sulla scena pubblica in Italia, con il processo di distruzione
dello stereotipo che sostiene l'incompatibilità fra donne e politica.
Eppure lo stereotipo, lo dico come Ministro per le Pari opportunità,
sopravvive ancora oggi e lo testimonia la scarsa presenza femminile
nelle sedi istituzionali. La lotta delle donne per affermarsi nella
politica, nel lavoro e nella vita deve dunque continuare con lo stesso
coraggio e la stessa tenacia dimostrate nella guerra di liberazione.
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