Una sera in un colle isolato. Senti la brezza costante, poi
d'improvviso un colpo di vento ti spettina e vedi la polvere più
in la dare corpo ad un mulinello; è questa l'immagine che mi
viene in mente pensando alla poesia di Verlaine.
Dietro si cela un caso straordinario: l'uomo LIBERO da ogni cosa,
dai pregiudizi, dalle tradizioni, dall'etica, dalla santità o
dalla dannazione.
Egli stesso, nella sua esperienza parnassiana, aveva mostrato
come ponesse il suo animo nei confronti della vita:
...e me ne vo
al tristo vento
che mi porta
di qua, di la,
simile a la
foglia morta...
Rimanendo totalmente fedele a questi versi,
Verlaine si lascia trasportare da tutto e niente lo fermerà dal
non porre radici.
Dopo i "Poèmes Saturniens" vi è una successione di
opere che lascia sbigottiti. Totalmente in balia del vento egli
attraversa fasi contrastanti ed opposte rette solo dalla coerenza
nei confronti della propria libertà. Ma i cambiamenti rapsodici
non avvengono senza dolore; è come se egli portasse un brandello
di karma della vita precedente, cosa che lo fa cadere in stati
colmi di rimorso:
Il tuo ricordo m'ossessioni è possente m'avvolga,
intorno allo spirito un rimpianto rosso e nero.
Intorno quindi all'inevitabilità del trasporto egli vivrà una sregolata vita. Ciò che si sottolinea è la meravigliosa congruenza della sua esistenza con la sua arte poetica, facendo della sua biografia un verso scaturito dal suo genio.
Ciò che più precisamente fa del "Pauvre Lelian" un
caso poetico rivoluzionario è l'andare contro il modello più in
voga del tempo (e non poco ha influito il suo incontro con
Rimbaud).La sua poesia infatti si separa dal Parnasse, oltre il
concetto di verso classico con qualcosa in più, ma si attiene
alla formula dell'ingenuità elaborata. Le immagini che si
estraggono hanno i contorni sfocati del sogno fisico, le parole
assumono la leggerezza delle cose non dette, i colori hanno le
tonalità vaghe, il ritmo s'intensifica come l'incedere
dell'ubriaco o il soffiare del vento.
Com'è facile capire dalla successione bibliografica dei titoli,
non appare ci sia un filo conduttore o meglio un cammino che vada
in alto o in basso, ma ogni opera è un pò una rottura con
quella precedente. Possiamo citare il caso di "Romances sans
paroles" caratterizzato dall'eccesso e dalla totale
libertà, del cammino spensierato dell'uomo sempre ebbro. Ma
subito dopo troviamo "Saggesse" che coincide con la
conversione di un pagano al cristianesimo. Due eccessi
all'opposto vicini nel tempo.
In conclusione possiamo dire che Verlaine come Baudelaire si
è affermato dopo che il fenomeno parnassiano si è ridotto ed è
potuto rientrare nel tempio della poesia oltre il monopolio della
concezione artistica ritenuta al tempo giusta.
Quello che stupisce comunque di lui è la VEGLIARDA RAPSODIA,
fatta di libertà assoluta che ne fa un poeta di eternamente
inaspettato e imprevedibile.
Poisson