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I DEL BALZO

I DEL BALZO


L'antenato dei Del Balzo (in francese De Baux), Ugo venne dalla Provenza in Italia con Carlo d'Angiò. Bertrando Del Balzo, figliuolo d'Ugo e conte d'Andria, sposò Beatrice figliuola di Carlo II, morì nel 1330 e fu sepolto nella cattedrale ed un'iscrizione ampollosa in versi latini segna il luogo ov'era anticamente il suo monumento.
Altro esponente di rilievo di questa casata di origine provenzale fu Raimondo del Balzo che, nominato Maresciallo regio durante il regno di Roberto D'Angio (1306-1342), si rivelò un acerrimo nemico di Giovanni Pipino detto il Palatino contendendogli la Contea di Minervino.
Approfittando del favore regio egli si alleò con le varie casate ostili ai Pipino e guidò nel 1341 l'esercito all'assedio del Castello di Minervino per catturare il Palatino con i fratelli accusato di sedizione.
Al termine dell'assedio, essendosi i Pipino consegnatisi spontaneamente al Re che li fece imprigionare, la Contea di Minervino fu fatta oggetto di confisca e consegnata nelle mani di Raimondo.
Durante la guerra civile sorta tra i partigiani del Re ungherese Luigi e quelli di Giovanna I d'Angiò, unitasi in seconde nozze con Ludovico di Taranto, i Del Balzo si schierarono tra i fautori della regina ed è in questa veste che li ritroviamo nel 1350 schierati alla difesa di Minervino, posta sotto assedio ed espugnata dal Palatino che si giovò dell'aiuto ungherese consistente in uomini e mezzi d'assalto.
Tale successo non fu duraturo: abbandonato dagli alleati ungheresi, Pipino fu catturato a Matera dall'esercito regio e impiccato ai merli del castello di Altamura.
La disfatta dei Pipino fu completata dall'assassinio ad opera di un traditore del fratello Luigi, rintanatosi nel castello di Minervino.
Nel successivo secolo e mezzo i Del Balzo oltre ai dominio sulla città di Andria pervengono alla stabile conquista del titolo del Principato di Taranto, comprendente tra gli altri Minervino, Altamura e Venosa.
Infatti durante il regno di Giovanna I d'Angiò, fu nominato come Principe di Taranto Giacomo del Balzo, figlio di Francesco del Balzo duca di Andria. Non avendo l'età necessaria per governare, fu posto sotto il tutorato del padre.
In seguito Giacomo si ribellò alla sua regina, la quale lo privò del principato donandolo al quarto marito Ottone di Brunswich.
Dopo la morte di Giovanna I e l'imprigionamento di Ottone da parte del monarca ungherese Carlo III di Durazzo, Giacomo riottenne i suoi feudi destinando alla sua morte il feudo di Minervino a Maria del Balzo.
Dal matrimonio di Maria del Balzo con Niccolò Orsino Conte di Nola, nacque il secondogenito Raimondello Orsino.
Costui, valente capo militare distintosi nelle crociate, fu insignito del titolo di Principe di Taranto dal re Luigi II d'Angiò che gli affidò la difesa di Napoli contro l'invasore ungherese Ladislao, ennesimo atto della contrapposizione tra angioini e ungheresi.
Il re Ladislao, dopo aver ottenuto a patti Napoli, riconoscendogli grande merito nella coraggiosa difesa della capitale gli riconfermò nel 1398 il titolo di Principe di Taranto.
Raimondello, che si autodefinì dei Del Balzo - Orsino in onore della madre e inserendo nello stemma di famiglia Orsino anche le armi gentilizie dei Del Balzo, dispose che alla sua morte i suoi averi e feudi venissero divisi tra i due figli Giovanni Antonio e Gabriele.
A Giovanni Antonio Orsino primogenito fu consegnato il titolo di Principe di Taranto mentre a Gabriele fu consegnata la Contea di Minervino che trasmise in dote alla figlia Maria Donata.
In seguito Maria Donata sposò Pirro Del Balzo, figlio di Francesco del Balzo Duca di Andria.
Nel 1462 durante il regno di Ferdinando I d'Aragona scoppiò una vasta insurrezione guidata da Giovanni d'Angiò, figlio di Renato ultimo re angioino.
Poichè Giovanni Antonio Orsino si schierò con i ribelli mentre i Del Balzo andriesi sostennero la legittimità del re aragonese fu inevitabile la cruenta disputa tra i due rami della dinastia dei Del Balzo.
Inizialmente le sorti arrisero a Giovanni Antonio che conquistò Andria e assediò la torre di Minervino nella quale si era rifugiata Maria Donata con altri pochi fedelissimi.
Dopo una disperata difesa Maria Donata, prostrata da un imminente parto, fu costretta alla resa di fronte allo spietato zio.
Confiscati tutti i beni e massacrati i superstiti difensori della Torre Giovanni Antonio dispose l'esilio per la nipote a Spinazzola.
In seguito, con la vittoria dei legittimisti aragonesi e la morte di sospetto strangolamento di Giovanni Antonio, Maria Donata si vide riassegnare il feudo minervinese che trasmise alla figlia Isabella.
isabella in seguito sposò Federico d'Aragona, secondogenito del re Ferdinando I e principe d'Altamura, consegnando la contea di Minervino nell'ambito dei terreni del regio demanio aragonese prima e spagnolo dopo.